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L'antidoto al nazionalismo è l'identità di classe

International Communist Press | sol.org.tr
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

19/11/2017

Intervista di soL ad Astor Garcia, SG del Partito Comunista dei Popoli di Spagna (PCPE)

Il portale di notizie soL ha intervistato Astor Garcia, Segretario Generale del Partito Comunista dei Popoli di Spagna (PCPE), che si trovava a Smirne in Turchia, per l'evento organizzato dal Partito comunista turco (TKP) in occasione del centenario della Rivoluzione d'Ottobre. (Qui il video dell'intervista in spagnolo)

soL: Benvenuto a Smirne. Desideriamo conoscere quali eventi avete organizzato in Spagna nel 100° anniversario della Rivoluzione d'Ottobre e quali sono state le loro ripercussioni?

Astor Garcia: Abbiamo organizzato una serie di attività in diverse città del paese per commemorare il 100° anniversario della Rivoluzione d'Ottobre. Siamo partiti da Madrid il 7 ottobre, con un'iniziativa che ha suscitato grande interesse tra i membri del Partito, il Collettivo della gioventù comunista (CJC) e i nostri simpatizzanti. Altre attività si svolgono nelle capitali regionali.

Siamo usciti con un numero speciale di Nuevo Rumbo che è una pubblicazione del nostro Partito. Preparato a settembre dal Comitato centrale del Partito, questo numero rivendica i risultati della Rivoluzione d'Ottobre: partendo dall'analisi delle Rivoluzione, assume come esempio per l'oggi la lotta dei bolscevichi nell'edificazione socialista.

soL: Come esprimi l'attualità del socialismo?

AG: Fondamentalmente ci riferiamo alle conquiste sociali raggiunte dai paesi socialisti la cui assenza è avvertita dagli operai nei paesi capitalisti. Spieghiamo anche l'attualità del socialismo, indicando che l'ex blocco socialista fu garanzia dei risultati realizzati nei paesi capitalisti.

La perdita dei diritti sociali, dei diritti e delle conquiste dei lavoratori in seguito allo scioglimento del blocco socialista per l'attacco controrivoluzionario conferma questa tesi. La classe operaia ancora una volta affronta le gravi conseguenze del capitalismo.

soL: In che modo il vostro Partito analizza la questione della Catalogna? Cosa presagite per il futuro su questo problema?

AG: Non si può negare la complessità della situazione in Catalogna. È una grave crisi nello sviluppo dello stato con radici storiche, politiche ed economiche che sarebbe troppo lungo spiegare in questa sede. Si può tuttavia riassumere la situazione odierna in questo modo: le sezioni piccole e medie della borghesia in Catalogna, di fronte alle conseguenze della crisi economica e soprattutto delle contraddizioni del capitalismo spagnolo a causa dell'escalation della crisi capitalista, hanno ritenuto di manipolare i sentimenti e l'identità nazionale del popolo catalano e utilizzarli per contrattare un miglioramento del loro status economico e politico all'interno della Spagna capitalista.

Questa situazione perdura da 40 anni ma finora aveva sempre trovato un compromesso tra unità e lotta. A ragion del vero, ci sono molti esempi nella storia in cui le forze borghesi nazionaliste catalane hanno sostenuto il governo spagnolo.

Oggi le due forze si sfidano, da un lato le forze indipendentiste catalane guidate dalla piccola borghesia catalana e dall'altra il governo spagnolo che attua i piani e i programmi della grande borghesia spagnola.

Il programma attuale implica lo scioglimento di alcuni vincoli giuridici ed economici delle regioni e la rimozione di barriere per una centralizzazione nazionale. La classe operaia e le classi popolari si trovano trascinate in questa sfida in cui le due sezioni della borghesia cercano di prevalere l'una contro l'altra nella spartizione del plusvalore e dello sfruttamento.

Noi, come Partito Comunista, facciamo notare che il nazionalismo catalano e il nazionalismo spagnolo intendono regolare il capitalismo in modi diversi piuttosto che demolire il capitalismo stesso. In considerazione di questo fatto e di questa analisi, abbiamo chiamato apertamente la classe operaia e le classi popolari del nostro paese e della Catalogna per creare una nostra alternativa.

Abbiamo spiegato la necessità di cercare l'indipendenza della classe operaia al fine di costruire un paese per la classe operaia. Queste sono le linee guida principali delle nostre attività politiche. Ci opponiamo al nazionalismo che rappresenta una seria minaccia e ha inflitto un grande dolore al popolo spagnolo nella storia. Siamo contrari all'escalation del nazionalismo spagnolo e di altri movimenti con queste argomentazioni.

soL: Come vedi l'Unione Europea (UE)? Qual è la vostra linea di lotta contro l'UE?

AG: L'UE è un'unione borghese il cui obiettivo principale è migliorare la propria posizione nella competizione tra imperialisti. È un'unione di Stati imperialisti e non promette nulla a favore dei popoli europei e della popolazione mondiale, come si può chiaramente vedere in Libia, Siria, Iraq.

Sin dall'inizio, prima che la Comunità economica europea (CEE) fosse trasformata nell'Unione europea e ancor prima che la Spagna entrasse a farne parte nel 1986, ci siamo fermamente opposti all'adesione in questa unione.

Oggi, mentre l'UE sorvola sulle politiche del governo spagnolo contro la classe operaia e le sue politiche antipopolari che mirano a intensificare lo sfruttamento, poiché serve da pretesto per queste politiche, la nostra posizione è rafforzata.

Osserviamo che l'UE è in crisi. Oltre ogni dubbio, l'alternativa a favore dei popoli europei è nell'uscita di ogni membro da questa unione di stati imperialisti e questo è chiaramente ciò per cui dobbiamo lottare. Sfidiamo e lottiamo con serietà la posizione politica che sembra critica nei confronti dell'UE e dell'euro ma poi propone riforme; la posizione che afferma che l'UE possa essere trasformata in uno strumento a favore dei popoli senza comprendere il fatto espresso da Lenin che un'unione di stati capitalisti in Europa non può che essere reazionaria.

Oltre a dare false speranze alle masse popolari, le istituzioni dell'UE vengono anche utilizzate per distorcere la storia e diffondere l'anticomunismo. A tale riguardo, insistiamo nell'abbandonare immediatamente l'UE costruendo nel nostro paese un'economia socialista a favore della classe operaia e delle masse popolari.

soL: Puoi parlarci delle vostre politiche sul problema degli immigrati e sulla questione della disoccupazione?

AG: Nelle nostre attività politiche quotidiane cerchiamo sempre di collegare le questioni strategiche alle questioni tattiche. Le forze capitaliste, i mezzi di comunicazione e il governo capitalista, quando la disoccupazione aumenta drammaticamente, specialmente come sta accadendo in questo momento in Spagna a causa della crisi, sostengono che avere un lavoro e creare posti di lavoro è importante.

Tuttavia, la nostra prospettiva è stabile, non attribuiamo un significato astratto all'occupazione. Fondamentalmente, quando parliamo di rivendicare il lavoro, non diciamo che le persone devono avere un lavoro o che non dovrebbero essere disoccupate, ma ci riferiamo all'occupazione in condizioni negate dal capitalismo, quelle che consentono ai lavoratori e alle masse popolari di avere diritti, di realizzare un progetto di vita che garantisca l'autosufficienza e di raggiungere le proprie aspettative di vita.

D'altra parte va sottolineato che anche se i dati sulla disoccupazione in Spagna registrano un'inversione di tendenza, ciò viene ottenuto deteriorando le condizioni di lavoro. Difendendo in questa prospettiva l'Ottobre e il significato della Rivoluzione bolscevica, sosteniamo che era possibile ed è possibile anche oggi per un lavoratore avere un lavoro, una professione, prendere parte all'organizzazione dei compiti sociali, migliorare le condizioni di welfare. Poniamo il modello socialista, il modello in cui i lavoratori sono liberi dalle pene che devono patire sotto il capitalismo, in contrapposizione allo sviluppo capitalistico.

La nostra attività politica sulla questione dell'immigrazione si basa su un'idea. Spieghiamo che la maggior parte dell'immigrazione che vediamo in Europa oggi è causata dagli interventi delle forze imperialiste europee verso altri paesi.

Se le forze imperialiste europee non fossero intervenute e non avessero saccheggiato i paesi africani e asiatici e non avessero manipolato i loro governi, il fenomeno dell'immigrazione non avrebbe assunto lontanamente la sua forma attuale, determinata com'è dalle politiche degli ultimi anni.

In ogni circostanza la nostra rivendicazione di comunisti è chiara: riteniamo che la classe lavoratrice sia una classe unica a livello internazionale. Consideriamo, in quanto comunisti, che la lotta della classe operaia sia la stessa indipendentemente dalla patria o dalla provenienza dei lavoratori.

Anche se è complicato, un altro dei nostri compiti è lottare contro l'idea che i lavoratori stranieri siano venuti nel nostro paese per peggiorare le condizioni di vita della classe operaia spagnola. La nostra principale attività su questo tema è di contrastare il razzismo e la xenofobia, favorendo l'unificazione della classe operaia, sottolineo, con tutte le sue sezioni, qualunque sia la loro origine, nella lotta contro il capitalismo e la classe capitalista.

soL: Qual è lo slogan principale delle organizzazioni giovanili del partito?

AG: Da settembre la CJC sta conducendo una campagna dal titolo: "La gioventù sta organizzando l'attacco". In questo senso, la nostra intenzione è di mostrare alla gioventù operaia che non solo è il momento di resistere contro gli attacchi del governo capitalista, ma è anche il momento di organizzarsi e lottare per nuove conquiste. Questo per ottenere nuovi diritti sia nell'istruzione che nel lavoro.

Ad esempio, negli ultimi anni molti diritti e molte conquiste sono stati aboliti con il pretesto della crisi. La CJC ha condotto un'intensa attività all'interno del movimento studentesco e ha espresso un'importante capacità organizzativa. Di fatto, la nostra gioventù non solo organizza la summenzionata campagna, ma nel frattempo svolge un ruolo complementare nella campagna del Partito, realizzata con lo slogan "Un paese per la classe lavoratrice".

soL: Come valutate i partiti del tipo di Podemos e qual è la vostra posizione a riguardo?

AG: Abbiamo analizzato la nascita e lo sviluppo del fenomeno Podemos e lo abbiamo spiegato più e più volte. Podemos può considerarsi in linea generale come la versione spagnola della nuova socialdemocrazia.

E' un'organizzazione nata dalla capitalizzazione delle proteste derivanti dal movimento degli indignati in Spagna nel 2011. Ha guadagnato posizioni sul terreno del malcontento della piccola borghesia e degli strati medi, non della classe operaia, contro la proletarizzazione causata dalla crisi.

Podemos istituzionalizza questo scontento nella perpetuazione del capitalismo. Quando le condizioni lo richiedono, sono pronti a sostituire e adempiere alla missione del PSOE, gli ex-socialdemocratici degli anni '70. Il PSOE è ora in profonda crisi e si trova davanti un futuro incerto proprio a causa della contraddittorietà tra il discorso astratto che invia alla classe lavoratrice mentre perpetua il sistema di sfruttamento.

Non importa lo stile più giovane e fresco di Podemos, la sua capacità di utilizzare nuovi strumenti e di esprimere parole più o meno vicine ai vecchi socialdemocratici, la sua azione parlamentare e le sue politiche in continuità col PSOE, in particolare in alcune località, a dispetto della prima impressione di cambiamento, sostengono in ultima istanza il sistema capitalista in Spagna.

Faccio un parallelismo lampante: possiamo dire che Podemos è esattamente la SYRIZA di Spagna. Proprio come SYRIZA, quando ha dovuto scegliere ha preferito le forze finanziarie a discapito delle masse popolari, Podemos farebbe la stessa scelta perché ha lo stesso carattere.


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