www.resistenze.org - pensiero resistente - dibattito teorico - 22-02-18 - n. 663

Non c'è socialismo senza un partito comunista

Charles Andrews | mltoday.com
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

08/02/2018

Oggi, rispetto a due, cinque o dieci anni fa, più persone negli Stati Uniti hanno un atteggiamento favorevole al socialismo. I socialisti proclamati sono passati dall'essere considerati un tabù, marginali a una corrente ben definita di politica attiva.

Tuttavia, il comunismo - il movimento organizzato che rovescia il capitalismo e crea un ordine socialista - non ha tenuto il passo con il socialismo. Abbiamo l'esperienza comunista della Rivoluzione d'Ottobre, della liberazione della Cina e di altri sollevamenti epocali. Come possiamo ottenere la vittoria nella nostra società così profondamente diversa?

Per circa 200 anni abbiamo chiamato socialismo il culmine positivo dell'anticapitalismo. Quando le persone sono spinte alla lotta dallo sfruttamento, quando si ribellano contro l'oppressione razzista e religiosa, quando un'economia globale riduce i loro salari e toglie il lavoro, apprendono che il socialismo è l'alternativa. Quando è impossibile migliorare la propria condizione perché l'università è costosa e i debiti studenteschi insopportabili, quando il costo della vita è insostenibile, quando la prosperità è un miraggio lontano, si impara che il socialismo è l'alternativa.

L'essenza sono le classi e la lotta di classe. Da un lato del campo di battaglia ci sono i magnati e le famiglie molto ricche, i dirigenti d'impresa pagati a livelli esorbitanti. Strettamente legati a loro le élite che vigilano sulla governance, quelle della "cultura" e della tecnologia. Dall'altro lato, la classe lavoratrice che ottiene il suo reddito dal lavoro ordinario o parziale o da espedienti. Queste sono le due classi fondamentali del capitalismo. Ci sono anche piccoli imprenditori, criminali (che depredano soprattutto i lavoratori) e altre sezioni. Le uniche classi che determinano il corso della storia sono la classe capitalista e la classe operaia: ognuna ha il suo sistema storico di produzione, il capitalismo e il socialismo.

Socialisti democratici contro il socialismo

Le avanguardie per il socialismo emergono all'interno del capitalismo come risposta positiva ad esso. Di conseguenza, i compromessi e gli inganni iniziano immediatamente ad annacquare il socialismo: essi sono venduti come riforme. Il programma in dodici punti di Bernie Sanders del dicembre 2014, quando tentò la corsa per la presidenza, è una tipica messinscena. [1] Gli elementi più importanti del suo elenco sono l'assistenza sanitaria socialmente garantita per tutti, un significativo aumento del salario minimo, leggi in tutela del diritto di formare un sindacato, parità retributiva per le donne e una serie di investimenti nelle infrastrutture, dai trasporti alle scuole.

Tutte belle iniziative e Sanders ha organizzato una campagna presidenziale entusiasmante. Se avessimo portato a casa tutti i dodici punti a valere di una tassazione sui ricchi e se fosse stato innalzato per tutti il livello di benessere verso un reddito medio e indipendentemente dal colore della pelle o della religione o dai gusti sessuali: cosa si potrebbe volere ancora? Questo è il socialismo di Bernie Sanders e di quell'insieme variegato di gruppi politici di sinistra con la parola "socialista" nel loro nome.

Il loro socialismo è il capitalismo umanizzato. Ottieni abbastanza riforme dalla classe capitalista e questo è tutto. Il termine per indicare le persone di questo orientamento era socialdemocratico. Ora si preferisce socialisti democratici. Alcuni di loro dimenticano semplicemente di sostituire l'ordine capitalista. Altri lo menzionano appena. Altri ancora narrano la favola della strada riformista al socialismo. Ad esempio, il PCUSA, un tempo glorioso ora è patetico, dichiara: "Il socialismo negli Stati Uniti può essere raggiunto pacificamente e democraticamente attraverso l'arena elettorale". [2]

Certamente, la lotta dei lavoratori ha conquistato riforme vere, grandi e fondamentali. L'istruzione elementare pubblica fu ottenuta nella lotta di lungo corso tra il 1850 fino al 1930 circa. Le assicurazioni sociali, i diritti sindacali e alcuni regolamenti contro lo sfruttamento lavorativo furono conquistati soprattutto negli anni '30 e all'inizio degli anni '70.

Da allora, la nostra lotta è stata difensiva. Non c'è stata una sola riforma importante per i lavoratori da più di quarant'anni. Nessuna è in vista e un'analisi scientifica del capitalismo e del suo percorso di sviluppo dimostra che l'era delle riforme di massa è chiusa per sempre. [3]

I socialisti democratici evitano l'analisi storica scientifica come se si trattasse di cannibalismo. La storia nella sua essenza si spiega attraverso una serie di modelli economici: le relazioni economiche fondamentali si basano sui metodi di produzione e sul lavoro dell'epoca [4]. Il capitalismo ha avuto un inizio, una fase di accumulazione del capitale a metà del suo arco di vita ma ora la sua decadenza è irreversibile. Nessuna classe di sfruttatori accetta il corso della storia e lascia il posto a un nuovo regime. Il socialismo e la classe operaia possono prendere il timone solo col rovesciamento rivoluzionario del capitalismo. Non è mai successo in nessun altro modo: né dalle riforme incrementali della socialdemocrazia in Svezia, Francia, Germania e Gran Bretagna né eleggendo un presidente socialista come Salvador Allende in Cile.

L'obiettivo dei socialisti democratici e di altri riformisti è di attuare le riforme. Su questa strada approdano prima o poi su una strategia elettoralista. Ti inciteranno ad alzare la "temperatura nelle strade" mentre scoraggeranno l'organizzazione delle masse. Inevitabilmente, tutto va nella direzione da loro sperata: voti di maggioranza nella legislatura o per il congresso. È l'unico modo per attuare le riforme e dare loro la forza e la stabilità relativa. La logica del tentativo di rendere il capitalismo più umano è ferrea.

I riformatori discutono se possono spingere un partito esistente e i suoi legislatori a varare grandi riforme (oggi, quel partito sarebbe il Partito Democratico), oppure se devono lanciare una nuova squadra elettorale e lavorare per la ridefinizione del sistema bipartitico statunitense. Una coppia di riformisti, che si definiscono non meno marxisti (Max Elbaum e Bob Wing), dichiarano:

Dobbiamo rispondere alle difficili domande strategiche e pratiche di questo momento [per loro, la vita è un susseguirsi di "questi momenti"; non hanno mai lo sguardo lungo, proiettato sull'esito socialista], del tipo:

- Come convertiamo l'energia che vediamo nelle strade in potere elettorale? [Non possiamo approvare leggi per la strada, quindi dobbiamo eleggere legislatori e parlamentari.]

- Come combattiamo il razzismo e difendiamo gli immigrati mentre stabiliamo un forte polo di classe?

-  Quali sono le tattiche efficaci per condurre la lotta contro i padroni sul terreno del Partito Democratico? [Non riconoscono che il Partito Democratico è l'agente politico più sofisticato del capitale aziendale; lo considerano come "terreno". Un terreno accidentato quello su cui Bernie Sanders e Hillary Clinton avrebbero combattuto per la nomina presidenziale.]

- E come perseguiamo tale obiettivo mentre costruiamo il fronte più ampio possibile contro Trump e il trumpismo? [Per decenni Elbaum e Wing hanno definito la loro priorità assoluta il contrasto a una minaccia da destra.] [5]

Che atteggiamento servile! La protesta di massa è buona, ma dobbiamo incanalarla in gruppi elettorali riformisti; il rovesciamento della classe capitalista è nel futuro, indeterminato.

Un vigoroso partito comunista è proprio lì nelle lotte e nei movimenti contro gli infiniti oltraggi del capitalismo. Anche se non c'è un tale partito, la gente lotta contro l'oppressione. Ma senza un partito comunista, non c'è socialismo. Gli Stati Uniti non fanno eccezione.

Tre compiti

Qualsiasi gruppo che si dedichi alla rivoluzione socialista affronta una sfida: deve entrare nella storia del suo paese. Ciò accade quando assolve a tre compiti.

- Uno: spiega il modo di produzione vigente nel paese, analizza a quale punto del suo percorso si trova ed espone i principi del modo di produzione successivo.

- Due: determina il potenziale rivoluzionario delle classi che vengono sfruttate nel sistema di produzione dato.

- Tre: individua un percorso di lotta rivoluzionaria che funzioni.

I partiti delle grandi rivoluzioni per il socialismo hanno svolto questi tre compiti scientifici e pratici. Esempio, per il primo compito, i primi comunisti della Russia zarista dimostrarono che si trattava di una società basata sulla proprietà terriera-contadina in cui il capitalismo aveva cominciato a svilupparsi. Non c'era ritorno, nella previsione dei rivoluzionari russi che padroneggiavano il materialismo storico. Vladimir Lenin pubblicò uno studio approfondito sullo sviluppo del capitalismo in Russia nel 1899. Il paese doveva rompere col suo modo di produzione agricolo e industrializzarsi. I bolscevichi proposero un programma che prima distruggesse il vecchio modo di produzione e poi procedesse all'industrializzazione socialista.

Allo stesso modo, i comunisti cinesi sapevano che la loro millenaria società vedeva un ordine di proprietà terriera-contadina con una punta di capitalismo. Il capitalismo era più debole, più modesto e più ampiamente posseduto dagli imperialisti stranieri rispetto alla Russia zarista.

Gli Stati Uniti sono ovviamente un paese capitalista. A quale punto della sua via di sviluppo si trova? La fase industriale è stata completata quasi cinquanta anni fa. L'analisi economica da allora si è ampiamente soffermata su fenomeni di finanziarizzazione, globalizzazione e di occupazione occasionale. Eppure questi sono più effetti che cause del movimento dell'economia.

C'è un serio bisogno di un'analisi di base del modo di produzione e di dove si trovi oggi: i gruppi comunisti statunitensi sembrano incapaci di proporre principi essenziali, concisi e concreti di socialismo. Ripetono l'ideale generale della produzione per l'uso senza profitto e l'allocazione delle risorse economiche attraverso un piano sociale, ereditato dalla grande spinta sovietica all'industrializzazione. Il punto principale che aggiungono è che i piani dovrebbero essere elaborati "democraticamente". Questa aggettivazione vaga e buonista non aggiunge nulla su cui si possa mettere le mani. Serve come un'evasione. Il riassunto quindi collassa in una lista di magnifiche riforme che sarebbero possibili nell'ambito del socialismo. Il primo dei tre compiti è ancora nella lista delle cose da fare.

Potenziale e percorso rivoluzionario

I partiti delle grandi rivoluzioni per il socialismo portarono a compimento il secondo e il terzo compito, prendendo in considerazione il potenziale rivoluzionario delle classi sfruttate e trovando con loro metodi di lotta. Lo hanno fatto con una combinazione di rigorosa analisi marxista, approfondimenti relativi alla specificità del loro paese e duro lavoro.

I bolscevichi in Russia facevano affidamento sugli operai industriali. Erano concentrati in grandi fabbriche nei settori di base, in particolare nella lavorazione metallurgica. Erano forti a Pietrogrado, meno a Mosca, e attivi in alcuni punti del resto dell'impero zarista (come nei campi petroliferi di Baku, dove Joseph Stalin divenne un rivoluzionario esperto). Sebbene la classe più ampia, i contadini, avesse una tradizione di insurrezioni episodiche e talvolta dinamiche (per esempio, la ribellione di Pugacèv contro la servitù nel 1773-4), non costituivano una forza per una guerra popolare nel 1900. (Ma un odio profondo verso i proprietari terrieri bruciava dentro di loro). Insieme a una manciata di intellettuali marxisti rivoluzionari, gli operai più avanzati costruirono un partito russo compatto alla fine del diciannovesimo secolo e lo fecero crescere attraversando la fallita rivoluzione del 1905 e anni di repressione di stato di polizia.

Nel 1917 il partito attraversò nove mesi intensi. La testa zarista della classe dirigente dei proprietari terrieri capitolò a febbraio tanto era marcia. In mesi tumultuosi di insurrezioni rivoluzionarie e repressioni controrivoluzionarie, i bolscevichi conquistarono la maggioranza dei lavoratori attivi per assumere il potere statale in ottobre (secondo il vecchio calendario giuliano ancora in uso in Russia).

Vale la pena di affermare ciò che è ovvio: la questione di chi è al centro della rivoluzione è diversa dalla questione di chi viene liberato dalla rivoluzione. I bolscevichi guidarono l'ampia maggioranza della popolazione. Il loro programma stabiliva di distruggere la proprietà terriera in agricoltura e distribuire il terreno per l'uso tra i contadini.

Il potenziale rivoluzionario degli operai industriali non era semplicemente una conseguenza della loro concentrazione economica. Di certo, con quella concentrazione avevano la capacità di vincere determinati scioperi. Poiché potevano arrestare il flusso dei profitti, in molte situazioni il capitalista accettava un aumento salariale pur di riprendere ad accumulare soldi. La forza del sindacato, tuttavia, non è la stessa cosa del potenziale rivoluzionario. La Russia aveva bisogno di industrializzarsi per liberare tutti gli oppressi e l'industrializzazione doveva essere socialista, non capitalista. La parte più politicizzata degli operai industriali comprendeva questa verità, ed era disposta a porsi al centro di essa. Quando a metà degli anni '20 fu chiaro che la rivoluzione non era imminente nel resto di Europa, il Partito Comunista dibatté ferocemente e i bolscevichi decisero di industrializzare l'Unione Sovietica.

I comunisti cinesi presero una misura diversa nel loro paese. All'inizio e alla metà degli anni '20 anche loro si affidavano agli operai delle grandi città, in particolare a Shanghai e Guangzhou (Canton). Ma l'industria era meno sviluppata che in Russia. Il piccolo commercio era più importante in Cina, rispetto alla produzione industriale. Nel 1927 il Kuomintang (KMT) con l'aiuto imperialista massacrò migliaia di lavoratori e comunisti a Shanghai. Non erano preparati a respingere la feroce polizia politica, le bande criminali della triade e i soldati del KMT. La speranza di copiare la Russia era schiacciata.

Già, tuttavia, Mao Zedong tra i comunisti aveva capito che la rivoluzione avrebbe dovuto fare affidamento sui contadini cinesi. Il suo Rapporto d'inchiesta sul movimento contadino nello Hunan, pubblicato nel marzo del 1927, rivela il potenziale che Mao trovò quando si recò in una provincia interna. La sua analisi, Perché in Cina può esistere il potere rosso? dell'ottobre 1928 risponde alla domanda posta nel titolo con fatti e logica spietata. Il potere politico era diviso tra i signori della guerra regionali, e in un paese di difficile trasporto lontano dai principali fiumi, le aree di confine tra le province erano paradisi temporanei. Fondamentalmente, i contadini della Cina avevano un ricco retaggio di insurrezioni. Le loro ribellioni rovesciavano una dinastia imperiale ogni poche centinaia di anni. La loro guerra di liberazione del regno celeste di Taiping del 1851-1864 fu pressoché una vittoria nazionale. A quel punto, e ancor più dopo la fine del sistema dinastico nel 1911, l'economia agraria basata sulla proprietà terriera privata non riuscì a svilupparsi ulteriormente, da sola e soprattutto quando saccheggiata da una mezza dozzina di potenze imperialiste.

In Cina, a differenza della Russia, i rivoluzionari andarono in campagna per indurre i contadini a una formula di ribellione diversa rispetto le loro millenarie insurrezioni: la guerra popolare condotta da un esercito di un nuovo tipo. Il programma comunista voleva la riforma agraria e la fine delle esazioni nobiliari e delle tasse imperiali. La terra sarebbe andata ai coltivatori. I comunisti guidarono aree liberate e portarono avanti il programma. I contadini si radunarono per la guerra popolare. La vittoria richiese altri vent'anni di combattimenti in tutto il paese, in netto contrasto con il percorso russo. Poco dopo la liberazione, nel 1949, i comunisti cinesi iniziarono a mostrare ai contadini che la cooperazione e l'agricoltura collettiva creavano maggiore prosperità rispetto ai singoli piccoli appezzamenti. E i comunisti intrapresero l'industrializzazione socialista.

La classe rivoluzionaria degli Stati Uniti

L'ordine economico sociale degli Stati Uniti è completamente capitalista, non ha caratteristiche agrarie pre-capitaliste significative ed è altamente polarizzato tra una piccola classe capitalista e una vasta classe lavoratrice, con un piccolo strato piccolo borghese nel mezzo. La classe rivoluzionaria degli Stati Uniti non può che essere la classe operaia.

Negli anni '30 la lotta di classe raggiunse il punto di ebollizione nel nucleo industriale della classe operaia. I lavoratori montavano picchetti di sciopero, alcuni durarono più di un mese, e si difesero nelle battaglie di strada contro battaglioni di polizia. Costrinsero i padroni ad accettare i sindacati negli stabilimenti automobilistici, nelle fabbriche di pneumatici e del vetro, nelle acciaierie e  nelle fabbriche di produzione di apparecchiature elettriche e radio. L'azione iniziò nel settore della manifattura pesante e dei beni durevoli e fu la più feroce, ma la militanza e il successo attraversarono i grandi magazzini, i piccoli negozi dell'industria dell'abbigliamento, la metropolitana e gli autobus, i ristoranti e le caffetterie, e ancora.

Rispetto agli operai bolscevichi della Russia zarista, la classe operaia degli Stati Uniti lavorava in un'economia più sviluppata: ben dentro una produzione di massa, nelle catene di montaggio e manodopera semiqualificata, ma con molto spazio per l'iniziativa. Tuttavia, in entrambi i paesi gli operai hanno tratto forza dalla loro associazione in industrie di grandi dimensioni, accomunati dall'eguaglianza del lavoro semiqualificato. Il loro lavoro era al centro dell'accumulazione del capitale.

Gli operai in Russia erano una goccia nell'oceano di una società agricola. Negli Stati Uniti degli anni '30 erano la classe più numerosa di un capitalismo industrializzato. Una differenza cruciale è stata che i potentati economici e la classe dominante della Russia sono state poste in scacco da richieste di riforme significative a beneficio degli operai e dei contadini. Il loro interesse di classe di base non consentì la modernizzazione del regime agrario. Al contrario, i padroni di General Motors, General Electric, U.S. Steel e così via alla fine hanno negoziato aumenti salariali per continuare a pompare profitto. Non cedettero immediatamente e con garbo, e una parte significativa del capitale si oppose alla strategia di concessioni del presidente Roosevelt voluta per scoraggiare disordini. Una cricca formata da DuPont, Morgan e altri grandi capitalisti progettò persino un colpo di stato e un colpo di stato fascista. Ma la rivoluzione socialista non rappresentava in USA l'unica via d'uscita, né fu una seria minaccia in quel decennio.

Al suo culmine, il centro dell'industria era Detroit, il quartier generale delle tre grandi case automobilistiche. L'imponente complesso di fabbrica Ford River Rouge si trovava nella vicina Dearborn. I padroni dell'auto erano padroni di milioni di lavoratori nel Midwest industriale e in tutto il paese. Il capitalismo ha marciato, fino a un limite insuperabile. Negli anni '70, il progresso economico si trasformò in stasi e paralisi, sebbene sia continuato un progresso tecnologico distorto.

Nessuna sezione della classe operaia degli Stati Uniti è ora in prima linea. Nel 1950, un terzo di tutti i lavoratori era impiegato nelle industrie manifatturiere; nel 2000 un lavoratore su dieci [6]. "Silicon Valley" oggi è l'opposto di Detroit: non impiega milioni di lavoratori. (La forza lavoro globale a basso costo potrebbe essere in gran parte automatizzata, i robot hanno cominciato a farsi strada negli impianti di assemblaggio cinesi.) I salari reali medi dei lavoratori statunitensi raggiunsero il picco nel 1973 (prima che la finanza si gonfiasse per prendere una grossa fetta di tutti i profitti e prima che iniziasse la corsa globale verso paesi a basso salario); da allora: caduta e stagnazione.

I lavoratori hanno intrapreso molte lotte difficili e nobili, ma il capitale dalle riforme Medicare nel 1965 e la tutela dei consumatori e dei lavoratori di Nader all'inizio degli anni '70 non è stato più indotto a concedere una riforma importante. Le nostre campagne sono state battaglie difensive per rallentare l'introduzione di piani salariali a due livelli, lo smantellamento dell'assistenza sociale e l'abbandono dei servizi pubblici. Cerchiamo di sopravvivere in un decaduto ordine economico e sociale. I lavoratori degli Stati Uniti si trovano in una situazione simile a quella dei contadini cinesi cento anni fa!

Quale percorso di lotta rivoluzionaria?

Quale lotta cambierà l'infinita ripetizione di battaglie contro l'oppressione capitalista e si strutturerà in un'organizzazione rivoluzionaria profonda, ampia e cumulativa? Sarà diversa da quella della Russia e da quella della Cina come lo furono tra loro; sarà diversa dalla pratica degli anni '30? I comunisti devono trovarla e usarla. Questo è il compito cruciale oggi.

Abbiamo davanti un'umanità variegata, attorno a un tavolo puoi trovare:

- Una venticinquenne con una laurea che lavora come barista, quasi pronta a rinunciare alla sua speranza di entrare alla scuola infermieri;

- Un uomo di 55 anni in pensione anticipata dal suo lavoro in una fabbrica di lavasciuga; le importazioni cinesi hanno rilevato il business,

- Un immigrato dal Messico di 35 anni con un lavoro a basso reddito e soggetto a incidenti in un impianto di macellazione di pollame,

- Un insegnante di scuola elementare di 43 anni in un distretto scolastico del centro città dove gli istituti scolastici continuano a chiudere per il declino delle iscrizioni;

- Un disoccupato di 22 anni che non ha finito il liceo.

Le loro situazioni sono tutte cupe, in modi diversi. La soluzione comune è un insieme di richieste ispirate alla classe.

- Vogliamo posti di lavoro.

- Vogliamo un salario minimo dignitoso, un buon salario medio e un percorso dal primo al secondo.

- Vogliamo assistenza sanitaria garantita, buone scuole e college gratuiti, alloggi a prezzi accessibili e una pensione sicura.

- Vogliamo questi diritti per tutti, perché nella prosperità comune è incredibile come le persone vanno d'accordo.

Le richieste sono compatibili con la politica socialdemocratica e la politica comunista, ma solo il rovesciamento del capitalismo può realizzarle. Per noi, il socialismo è la porta di uscita dal capitalismo già industrializzato. È un mondo nuovo, non un'aggiunta di prosperità al benessere. Il socialismo intraprende il pieno sviluppo di tutti mentre soddisfa le pressanti esigenze delle persone. Il nostro socialismo può essere creato dalla realizzazione di tre principi:

- Nessun ricco e nessun povero: ci muoviamo passo dopo passo alla parità di retribuzione per qualsiasi lavoro. Educhiamo ogni persona per questo tipo di lavoro.

- Trasformiamo i colossi industriali da mostri di profitto in imprese destinate al pareggio, finanziate da investimenti pubblici.

- Chiunque sia in grado lavori, mentre sia abolito il reddito per lo sfruttamento. [7]

Questi principi delineano l'ordine economico che può soddisfare le richieste immediate, "non teoriche" di cui sopra. Sono anche una guida per l'era epocale in cui l'umanità sta per entrare. Qualcosa di nuovo si è aperto nella nostra vita. Da un lato, una giacca economica stretta si stringe intorno a noi e la confortevole illusione della democrazia borghese si infrange. D'altra parte, elementi di una nuova economia produttiva appaiono in molte aree tecniche: l'incredibile varietà di materiali, le scoperte e le invenzioni della biologia molecolare e sub-molecolare, l'invasione dell'elettronica digitale in tutto, il mare enorme e arricchente di informazioni.

Il capitalismo trasforma queste cose in mostri che masticano la nostra prosperità, ci sottraggono la privacy e rendono la cultura sempre più oscura (grazie Amazon, Google e Facebook). Tuttavia, con la cooperazione, con uno studio saggio invece della presa del profitto, con un focus sul lavoro e sulla prosperità di tutti e con la responsabilità verso la natura, un mondo glorioso è a portata di mano.

Nessuno può sapere in dettaglio che cosa diventerà il socialismo, ma il principio di non ricchi e non poveri delinea la visione socialista attraverso un concetto ampio e pratico. Il compito più importante del nostro tempo è unire il comunismo e i lavoratori. Non c'è socialismo senza un partito comunista e con un partito comunista, il socialismo è inevitabile.

Note

[1] See this writer's "Senator Sanders and the Impossibility of Reviving Democratic Party Liberalism."

[2] National chair John Bachtell, People's World website, Nov. 8, 2017.

[3] For analysis of the basics of capital accumulation in the scientific-technical phase, see this writer's The Hollow Colossus.

[4] The conventional Marxist terminology is the relations of production and the forces of production. Another way to capture the essence of a mode of production is by the principle that governs its development: in agrarian exploitation such as feudalism, the expansion of the rulers' concrete wealth; capital accumulation in capitalism; and in socialism, the increasingly equal satisfaction of the rising material and cultural requirements of people.

[5] https://organizingupgrade.com/about/

[6] Bur. of Labor Statistics, various tables.

[7] See this writer's No Rich, No Poor for detailed discussion.


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