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Cosa intendono i marxisti con lotta di classe?

Marx Memorial Library, Londra | mltoday.com
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

17/09/2018

La lotta di classe non è, come alcuni pretenderebbero, una cospirazione marxista. La lotta di classe attiene alla vita sociale, è una categoria puntuale dell'analisi storica.

Circa 11000 anni fa, una rivoluzione agricola iniziò a porre fine al comunismo primitivo, ossia alla società senza classi di cacciatori e raccoglitori. Con la rivoluzione agricola le persone potevano produrre più di quanto fosse necessario alla semplice sussistenza.

Da quel momento, la distribuzione di questo surplus fu oggetto di contesa tra classi sociali con interessi contrastanti: le classi dominanti, che possedevano o controllavano la terra e altri mezzi di produzione, che sfruttavano la classe dei lavoratori oppressi e sfruttati, che non possedevano nulla di rilevante. Questa è l'origine e la base della lotta di classe. I principali contendenti sono stati proprietari di schiavi e schiavi, proprietari terrieri e contadini, capitalisti e lavoratori, con vari strati intermedi che complicano il quadro.

La lotta di classe moderna inizia in Europa alcuni secoli fa quando gruppi di mercanti, banchieri e produttori si svilupparono all'interno del sistema feudale. Questa nuova classe capitalista ha dovuto liberare la società dalle leggi e dai costumi feudali per crescere. Un punto culminante della battaglia fu la guerra civile inglese nel 17° secolo. Sebbene combattuta in termini religiosi ("chiesa alta" contro puritani) era essenzialmente una lotta di classe, risolta quando l'aristocrazia feudale concordò un compromesso che permetteva alle relazioni sociali capitaliste di prosperare e dominare.

Lo stesso si può dire della guerra civile americana un secolo dopo. Sebbene combattuta in termini di diritti degli stati e diritti umani, si trattava in sostanza di una lotta di classe tra i proprietari terrieri schiavisti del sud e i ricchi industriali del nord.

Dopo il trionfo mondiale del capitalismo, la principale forma di lotta di classe è stata tra proprietari e salariati. Nel Manifesto del comunismo, Marx ed Engels illustrano le tappe della crescita della coscienza della classe operaia: "Da principio singoli operai, poi gli operai di una fabbrica, poi gli operai di una branca di lavoro in un dato luogo lottano contro il singolo borghese che li sfrutta direttamente".

Quindi con la crescita dei numeri arriva un riconoscimento del comune interesse. In Gran Bretagna ciò portò alla formazione di sindacati locali e poi nazionali, e successivamente al TUC, al Partito Laburista e al Partito Comunista.

I socialdemocratici di destra, come la maggior parte dei precedenti leader del Partito Laburista e personalità politiche influenti tutt'oggi, riconoscono l'esistenza delle classi, ma credono che i lavoratori traggano maggior beneficio dalla collaborazione di classe che dalla lotta di classe. Il loro esempio preferito era il compromesso svedese: negli anni '30 i sindacati acconsentirono di moderare le loro richieste, i datori di lavoro accettarono una elevata tassazione e lo stato garantiva la piena occupazione e buoni servizi pubblici.

Qualcosa di simile è successo negli stati sociali del dopoguerra. In Gran Bretagna l'istruzione, i servizi sanitari e la proprietà pubblica dei principali servizi energetici, idrici e di trasporto sono stati concessi, seppur con riluttanza, come prezzo per la stabilità sociale e la crescita economica.

Ma la pace sociale è crollata, in Svezia come in Gran Bretagna, quando i profitti delle grandi multinazionali sono stati minacciati e la classe dominante si è rivolta a una strategia neoliberista.

Quindi un periodo di relativa collaborazione di classe cedette il passo a un periodo di intensa lotta di classe. L'occupazione e autogestione nei cantieri navali UCS nel 1972 e lo sciopero dei minatori nel 1984-5 rappresentano solo due dei molti episodi di resistenza all'attacco sugli standard di vita dei lavoratori.

Questi e simili episodi ci ricordano due importanti aspetti della lotta di classe. Di solito sono i datori di lavoro a trovarsi nella posizione di aggressori, cercando di ridurre gli stipendi, peggiorare le condizioni di lavoro o chiudere interi settori. La classe operaia è costretta ad agire sulla difensiva.

Inoltre la classe dominante ha lo stato dalla sua parte. Perché quello stabilito è il suo stato, il suo esercito, le sue forze di polizia, le sue prigioni, i suoi tribunali, il suo servizio civile, il suo Partito dei Tory, tutti gestiti da parenti, amici e beneficiari dei finanzieri e degli industriali.

Si parla correttamente della riduzione del ruolo dello stato, ma la classe dominante quando parla di contenere il ruolo dello stato si riferisce a una politica di deregolamentazione del capitale e una riduzione della spesa per la sicurezza sociale, cercando costantemente di rafforzare le leggi contro l'organizzazione e l'azione sindacale. In effetti, nella visione marxista l'esistenza di uno stato, qualsiasi stato, è una risposta alla lotta di classe.

In particolare, nei decenni successivi alla Seconda guerra mondiale, le lotte della classe operaia inizialmente assicurarono una crescita importante in quello che Marx ed Engels chiamavano "
amministrazione delle cose e la direzione dei processi produttivi", compreso un servizio sanitario nazionale, l'istruzione, le pensioni e i servizi sociali, gli alloggi, l'acqua e la fornitura di energia, trasporti e tutela ambientale e dei consumatori, tutti inizialmente con una grande partecipazione statale, municipale e sociale.

Sono proprio questi servizi pubblici - locali e nazionali - che sono stati costantemente attaccati dai rappresentanti del capitale, dalla destra politica costantemente impegnata a "ridurre lo stato" nell'interesse del potere e del profitto mentre ampliava gli aspetti coercitivi del potere statale.

Sotto questo ultimo aspetto, come Lenin affermò senza mezzi termini: "
Lo stato è una macchina per mantenere il dominio di una classe sull'altra"

Le parole iniziali del Manifesto dei comunisti sono: " La storia di ogni società esistita fino a questo momento, è storia di lotte di classi".

Questa tesi è vera? Nella trattazione abbiamo fatto riferimento alla lotta di classe incarnata in due guerre civili e a due contese sindacali. E ci sono molti, molti altri esempi di entrambi i tipi di scontri nella storia di ogni paese e in ogni periodo.

Ma che dire di tutti gli altri conflitti che riempiono i libri di testo convenzionali? Cosa dire delle guerre coloniali? Della conquista normanna? Della prima guerra mondiale? In tutte queste guerre una classe dominante ha combattuto una classe dominante rivale al fine di ottenere terre, risorse e più persone da sfruttare e opprimere. Quindi sì, erano lotte di classe.

La lotta di classe esiste, che ci piaccia o no. Esiste perché lo sfruttamento è una caratteristica inevitabile e necessaria del capitalismo, che cerca continuamente di trarre più profitto e crea povertà, infelicità e degrado sul suo cammino. E inevitabilmente, le persone combattono, per proteggere il loro lavoro, i mezzi di sostentamento, le loro famiglie, le comunità e l'ambiente.

Ciò che distingue il marxismo dalla socialdemocrazia non è il riconoscimento dell'esistenza della lotta di classe ma l'opinione che solo attraverso una lotta sostenuta dalla classe operaia e dai suoi alleati si possa conquistare il potere politico e iniziare quindi a costruire una società più giusta ed equa nel segno del socialismo e, in definitiva, del sistema senza classi che ne consegue: il comunismo.

I marxisti sostengono che proseguire la lotta di classe ha il potenziale per liberare per sempre l'umanità dal flagello dell'oppressione di classe e dal peso di resistervi. Per fare questo occorre che tutti i lavoratori, le loro famiglie e comunità, ossia la maggioranza, le donne e gli uomini di ogni estrazione sociale, lavorino insieme per vincere quella lotta e costruire una nuova società.

Nota:

La rubrica del Marx Memorial Library's Full Marx appare ogni lunedì sul Morning Star. Per informazioni sulla biblioteca, corsi ed eventi, visita www.marx-memorial-library.org


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