www.resistenze.org - pensiero resistente - dibattito teorico - 26-11-19 - n. 730

Sul riformismo e la lotta contro il capitalismo

Partito Comunista di Svezia (SKP) | solidnet.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

18/11/2019

Gli ultimi eventi politici in alcune parti dell'America Latina, soprattutto in Bolivia, ci danno l'opportunità di mettere in luce in modo evidente il ruolo politico e la funzione del riformismo sotto il capitalismo. La situazione in cui si trova il popolo boliviano non può essere separata dal ruolo svolto dai partiti di sinistra latinoamericani.

L'ordine capitalista può adattarsi a una varietà di soluzioni politiche e può accettare qualsiasi cosa, dalla democrazia parlamentare al fascismo. Dentro questo arco di soluzioni, troviamo il riformismo. Esso non sfida mai il capitalismo, la sua funzione oggettiva mira piuttosto al suo rafforzamento. È l'ala sinistra del capitalismo.

Il riformismo si presenta sempre come qualcosa che non è. Con la sua retorica radicale, il riformismo dice di rappresentare la classe operaia, ma nella pratica si pone sempre al servizio del capitalismo. Il fatto che abbia in qualche modo migliorato la vita dei lavoratori non cambia la sua relazione fondamentale con il capitalismo.

Questo è il ruolo giocato dai partiti riformisti di tutto il mondo, compresi quelli dell'America Latina, che in un modo o nell'altro hanno assunto la responsabilità di gestire il capitalismo nei rispettivi paesi.

E' questo il caso di Venezuela, Messico, Nicaragua, Argentina e di molti altri paesi. Le ragioni per cui il capitalismo ha tollerato queste soluzioni politiche sono molte, ma possono essere riassunte nel fatto che questi partiti garantiscono la pace e la stabilità sociali. Ciò si manifesta sia direttamente che indirettamente in una serie di appelli alla pace sociale.

Allo stesso tempo, il riformismo in America Latina ha aperto le porte a un'espansione e crescita capitalista. L'espansione delle infrastrutture è condizione preliminare per l'affermazione del capitalismo e i molteplici compromessi con la borghesia locale hanno permesso la rapida espansione delle miniere private, per prendere l'esempio della Bolivia.

Per raggiungere la pace sociale, il capitalismo è stato anche costretto a determinate concessioni sotto forma di welfare per la popolazione, andando oltre ciò che le borghesie locali erano disposte ad accettare. La lotta popolare e sindacale hanno garantito questo passaggio. Nel fare ciò, questi movimenti creano per la borghesia anche la necessità del riformismo politico, che possa sopprimere quella minaccia rivoluzionaria che è latente nel movimento popolare.

La situazione porta con sé un altro aspetto positivo per il capitale. Le politiche riformiste hanno creato una fiducia nel capitalismo e nello Stato capitalista, che ha avvicinato i lavoratori al capitalismo. Che i leader riformisti abbiano amministrato il capitalismo ma proclamato il socialismo rischia alla fine di allontanare il popolo dal socialismo.

In ultima analisi, il risultato politico di tutti questi movimenti riformisti è una catastrofe per il popolo. Ovunque, il riformismo apre la strada al fascismo e tutti i miglioramenti nella vita dei lavoratori che il riformismo ha raggiunto nella cornice del capitalismo finiscono con l'essere temporanei e sfuggenti.

Questo tipo di politica è pericolosa. In Bolivia, il popolo si trova senza la possibilità politica, né pratica, di rispondere all'offensiva del capitalismo in modo coordinato. Non sono armati di ideologia rivoluzionaria, né di armi con cui rispondere ai loro aggressori. Sono i lavoratori ora a dover affrontare tutte le conseguenze delle politiche riformiste. Questo spiana la strada al fascismo in quanto gli unici che sarebbero stati in grado di fermarlo sono stati privati della possibilità di farlo.

Lo scopo delle politiche riformiste è la riduzione del ruolo dei lavoratori. Per il riformismo, i lavoratori sono necessari come mezzo per raggiungere un fine parlamentare. Diventano pericolosi se vengono riconosciuti come il motore del cambiamento che in realtà sono. Tutte le attività popolari sono dirottate al lavoro parlamentare, che rischia sempre di creare un popolo lavoratore senza esperienza o fiducia. Che il riformismo ci sia riuscito in Svezia è chiaro, ma questo non si può ancora dire per la Bolivia e gli altri paesi dell'America Latina.

Sui comunisti ricade il più grande dei compiti: guidare le persone che si oppongono al capitalismo e a tutte le sue espressioni politiche. I comunisti devono mostrare il vicolo cieco politico che il riformismo costituisce e rivelarne la funzione e il ruolo di sinistra del capitalismo.

La lotta politica deve spezzare il quadro del sistema capitalista e non accontentarsi di cambiamenti nella sua gestione. Se non ci riuscirà, il movimento sarà inevitabilmente respinto con grande forza. Questo è il motivo per cui non è sufficiente un'opposizione al neoliberalismo, indipendentemente da quanto siano buone le intenzioni. Alla fine, l'opposizione al neoliberalismo si riduce a cambiamenti nell'amministrazione capitalista se non è unita alla totale opposizione al capitalismo e a tutte le sue espressioni politiche. Un'opposizione unilaterale al neoliberalismo mantiene intatta la fonte dei problemi per i lavoratori: non sfida mai il capitalismo.

È con dolore e speranza che assistiamo all'evolversi della situazione in Bolivia. Proviamo dolore per gli enormi colpi inferti ai lavoratori e piangiamo le vittime del fascismo. Allo stesso tempo, il popolo si sta organizzando nella difesa di quanto raggiunto e nella lotta per nuove vittorie. A nostro modo di vedere, questo conferma che, in ultima analisi, ogni speranza risiede nel popolo!

Ufficio politico del CC del Partito Comunista di Svezia


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