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L'Unione Europea e la questione nazionale

Partito Comunista di Svezia (SKP), Nordic Communist Review | norcomr.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

29/06/2020

Cos'è l'Unione Europea?

Fondamentalmente, l'Unione Europea è un'espressione del capitalismo nella sua attuale fase dell'imperialismo. L'unione è un'espressione del capitale dell'Europa occidentale, principalmente, in questo momento. È un'unione imperialista che ha principalmente tre scopi:

Coordinare l'offensiva del capitale europeo contro i popoli e i lavoratori europei. Ad esempio, ciò si osserva negli attacchi coordinati al diritto di sciopero in vari Stati membri come Svezia, Francia, Belgio e Grecia, dove sono in corso campagne per limitare il diritto di sciopero.

Coordinare i capitalisti europei nella competizione con il resto del mondo. Il capitale dei paesi europei ha unito le forze per competere meglio sul mercato mondiale e aumentare l'efficacia dello sfruttamento dei popoli del mondo per massimizzare il profitto. Ciò non implica che non vi siano contraddizioni nel capitale europeo.

Coordinare la lotta dei capitalisti contro il socialismo. Uno scopo importante dei precursori dell'UE è stato quello di coordinare la lotta contro il socialismo. Questa battaglia è condotta in parte a livello ideologico attraverso ripetuti tentativi di equiparare il comunismo al fascismo e in parte con mezzi economici attraverso blocchi contro i paesi socialisti. Numerosi partiti comunisti all'interno dell'UE sono stati banditi o stanno per esser banditi. In Polonia, ad esempio, sono in corso tentativi di criminalizzare il comunismo stesso.

Come tutte le unioni imperialiste, l'UE è temporanea. Nel suo opuscolo "Sulla parola d'ordine degli Stati Uniti d'Europa" Lenin sostiene che qualsiasi alleanza interimperialista è temporanea per natura. Oltre gli interessi reciproci, i partecipanti hanno anche contraddizioni simili, che si sono rivelate chiaramente con la Brexit. Tuttavia, ciò non preclude un grado di cooperazione nella ripartizione del mondo. A seguito dell'espansione orientale, gli ex paesi socialisti sono stati divisi tra gli imperialisti dell'Europa occidentale, dove principalmente il capitale tedesco e francese ha avuto l'opportunità di espandersi, ma dove anche il capitale svedese è stato in grado di attingere e fagocitare gli stati Baltici, cosa che non sarebbe stata possibile senza l'UE e le azioni coordinate per respingere il capitale russo.

Scatenare guerre per nuovi mercati, nuove risorse e vie di trasporto è stata ed è un'attività in corso di tutti gli Stati membri a beneficio dei propri monopoli; Iraq, Libia, Siria e Ucraina ne sono esempi recenti. Nonostante il cosiddetto progetto di pace, l'UE è sempre più militarizzata attraverso recenti iniziative come la PESCO. A questo proposito, le tensioni tra le alleanze interimperialiste emergenti si acuiscono su tutti i fronti e al loro interno.

I meccanismi a sostegno delle misure antipopolari a beneficio del capitale dell'UE vengono sempre più implementate, conferendogli nuovi privilegi in termini di agevolazioni fiscali ed esenzioni nella concorrenza internazionale con USA, Cina e Russia. Tenendo conto di tutto ciò e delle crescenti spese militari, l'UE è una forza trainante, non per la pace, ma per le crescenti tensioni e per il maggiore rischio di conflitti militari generalizzati.

Questo è l'Unione Europea oggi. Un'alleanza imperialista, il cui scopo è beneficiare i monopoli partecipanti. Per questo siamo avversari dell'Unione Europea allo stesso modo in cui siamo avversari di qualsiasi alleanza imperialista.

Uscire dall'Unione Europea

L'opinione del Partito Comunista di Svezia è che i popoli devono avere il diritto di decidere la propria strada, che include anche il diritto di lasciare l'Unione Europea.

Allo stesso tempo, si deve notare che il sistema imperialista è soggetto a leggi fondamentali di sviluppo che non possono esser evitate. Queste leggi esistono nel quadro dell'intero sistema, sia all'interno che all'esterno dell'Unione Europea. Per rimanere competitivo, il capitale di ciascun paese deve agire di conseguenza, a prescindere dall'appartenenza o la non appartenenza a qualsiasi alleanza imperialista. In tempi di forte competizione interimperialista, ogni capitalista deve migliorare la propria competitività, il che implica naturalmente anche un peggioramento delle condizioni dei lavoratori dei rispettivi paesi. Per sopravvivere, in qualsiasi momento, il capitale forma le alleanze di cui ha bisogno. Le dinamiche e le condizioni che la classe operaia dovrà affrontare saranno le stesse, indipendentemente dal fatto che i nostri sfruttatori siano parte integrante dell'Unione Europea o meno.

Per questo motivo, vogliamo chiarire che una rottura a beneficio della classe lavoratrice non può realizzarsi senza l'emancipazione della classe lavoratrice allo stesso tempo. Nell'attuale sistema, in quanto classe dominante, il capitale si riallinea semplicemente in base alla configurazione che momentaneamente lo beneficia di più, sia che faccia parte dell'Unione Europea o meno. Allo stesso modo in cui la lotta per la pace, contro il razzismo o contro il fascismo non può esser separata dalla questione della lotta contro il capitalismo stesso, la lotta contro l'Unione Europea o qualsiasi alleanza imperialista non può esser separata dalla lotta contro la classe dominante e per il socialismo.

L'unica alternativa all'Unione Europea e a tutte le alleanze imperialiste, quindi, è organizzare la società in un modo completamente diverso, in cui il capitale monopolistico è sostituito dal potere popolare. Questo richiede l'abolizione delle istituzioni del capitalismo, incluso lo stato, e la fondazione di uno stato operaio. Solo in questo modo, la dinamica del capitalismo può esser sostituita e può esser promossa un'autentica cooperazione internazionale a parità di condizioni e in pace. Solo così, la disoccupazione di massa intrinseca del capitalismo può esser sradicata e si possono stabilire buone condizioni di vita per tutti i lavoratori. Per questo motivo, la lotta per l'uscita dall'Unione Europea deve allo stesso tempo essere una lotta per il socialismo. Lasciare l'Unione Europea senza il socialismo non è un passo verso il socialismo, ma semplicemente un passo avanti verso un'altra configurazione del capitalismo.

Unione Europea e Svezia

In Svezia ci sono partiti e organizzazioni di sinistra e destra che sostengono che se la Svezia si ritirasse dall'UE, tutto sarebbe meglio. Questo è falso. Notiamo che la Brexit, soprattutto, è stata una lotta tra fazioni del capitale britannico, in cui alcuni si posizionavano per il ritiro mentre altri facevano il contrario e si impegnavano per continuare a far parte dell'unione. Da queste due posizioni fondamentali sono state organizzate le campagne a favore e contro. Ciò ha significato anche che i due punti di vista erano limitati alla continuazione della partecipazione al sistema imperialista, ma con mezzi diversi. Quindi, schierarsi con uno o con l'altro, significava schierarsi dalla parte di entrambi.

Slogan come "Riprendiamo il controllo", "Rivogliamo il nostro paese!" e "Credi nella Gran Bretagna" mostrano chiaramente l'utilizzo ideologico del nazionalismo che ha caratterizzato la campagna di uscita. Tutti gli slogan apparentemente senza classe in un modo o nell'altro miravano a rafforzare la "propria nazione", che nel capitalismo, per forza di cose, diventa il rafforzamento della nazione capitalista esistente. Pertanto, gli slogan nazionalisti promuovono illusioni. Quale controllo hanno i lavoratori nella Gran Bretagna capitalista, all'interno o all'esterno dell'UE? Il significato della loro "indipendenza" rimane lo stesso in entrambe le configurazioni, perché i loro oppressori e lo scopo dell'oppressione rimangono uguali.

In effetti, per tutta la durata, la Gran Bretagna ha mantenuto la sua indipendenza come membro volontario dell'UE. Uno status che non è stato cambiato, ma ulteriormente convalidato dal processo Brexit. In questo contesto, le nazioni della Gran Bretagna non sono mai state soggetto dell'oppressione di alcuna nuova o esterna nazione, ma solo del proprio capitale, cosa che è rimasta intatta. Lo stesso vale per la Svezia, motivo per cui il Partito Comunista Svedese rifiuta qualsiasi opposizione all'UE fondata sul nazionalismo o sulla questione nazionale.

Troviamo lo stesso problema con un ritiro da "sinistra", il cui scopo sarebbe quello di far avanzare le posizioni dei popoli e dei lavoratori in una Svezia capitalista al di fuori dell'UE. La retorica e le promesse rimangono false.

La "sinistra" che sostiene un ritiro incondizionato crea illusioni sull'imperialismo e sulle possibilità che avrebbero i lavoratori fuori dall'unione. Intendono che un ritiro sarebbe in grado di migliorare la situazione della classe lavoratrice nel singolo paese, come se i capitalisti esistessero al di fuori del contesto dell'imperialismo, e fossero soggetti a un diverso insieme di regole al di fuori dall'unione rispetto che all'interno. È un gioco pericoloso, perché alla fine le speranze si riveleranno le illusioni di sempre e tutte le promesse fatte si riveleranno false.

Pertanto è fondamentale che i comunisti non si lascino usare come strumenti per una fazione capitalista o per l'altra. È di fondamentale importanza che i comunisti presentino chiaramente l'unica alternativa possibile al capitalismo, all'UE e a tutte le altre congregazioni imperialiste: il socialismo.

No all'UE e al capitalismo, Si al socialismo!


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