www.resistenze.org - pensiero resistente - dibattito teorico - 21-11-22 - n. 848

A proposito di scienza, tecnologia e produzione

Communistes | sitecommunistes.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

14/11/2022

Nel suo libro Dialettica della natura (1), F. Engels scrive a proposito del rapporto tra ricerca e produzione: "Finora si è vantato soltanto ciò che la produzione deve alla scienza, ma la scienza deve infinitamente di più alla produzione".

Egli individua così una questione fondamentale che indica che la ricerca non è isolata dalle attività produttive umane e dalle condizioni in cui vengono praticate, ma è dialetticamente legata ad esse. K. Marx e F. Engels erano profondamente interessati allo sviluppo della scienza e della tecnologia. Lo testimonia l'omaggio di Engels alla sepoltura di K. Marx, in cui dice: "Tale era lo scienziato. Ma lo scienziato non era neppure la metà di Marx. Per lui la scienza era una forza motrice della storia, una forza rivoluzionaria. Per quanto grande fosse la gioia che gli dava ogni scoperta in una qualunque disciplina teorica, e di cui non si vedeva forse ancora l'applicazione pratica, una gioia ben diversa gli dava ogni innovazione che determinasse un cambiamento rivoluzionario immediato nell'industria e, in generale, nello sviluppo storico.".

Nel loro approccio alla costruzione di un'organizzazione politica rivoluzionaria degli operai, non trascurarono mai la dimensione intellettuale dell'attività umana, lottando anche ferocemente contro le tendenze operaie rappresentate da quelli che Engels chiamava gli Straubinger, che volevano accettare nel movimento solo coloro che avevano le mani callose (2)! Così, il conflitto con Wilhelm Weitling (3), che aveva un'importante influenza sugli immigrati tedeschi, si concluse con una brutale rottura. Weitling, che giocava la carta operaista, equiparava gli intellettuali ai borghesi, il che gli valse una violenta replica da parte di Marx che durante una riunione del comitato disse, citando Spinosa, che l'ignoranza non è mai stata utile a nessuno.

K. Marx e F. Engels, come dimostrerà in seguito anche Lenin (4), attribuirono grande importanza allo sviluppo della scienza, della tecnologia e della produzione. Lo vedevano come un insieme con relazioni forti e reciproche, anche se ognuno di questi elementi aveva, come dimostra l'intera storia della scienza e della tecnologia, tempi di sviluppo differenziati. Interessarsi allo sviluppo scientifico, comprenderne la portata, lottare affinché la ricerca e il suo personale abbiano i mezzi per lavorare e la libertà di farlo senza essere sottomessi agli interessi immediati del capitale è quindi una necessità imperativa per ogni rivoluzionario comunista. Questo è il significato che diamo all'espressione su questioni scientifiche e tecniche in Communistes Hebdo. Così è per il recente articolo sul Premio Nobel per la Fisica (5).

I premi Nobel per la fisica, la chimica, la biologia e la medicina sono sempre stati assegnati a scienziati che hanno dato un contributo fondamentale alla loro disciplina. Al di là del singolo destinatario, sono l'équipe, il laboratorio, l'istituzione e il Paese a essere riconosciuti da questo premio. Ignorare questa dimensione significa fare il gioco del capitale, che utilizza alcune debolezze del sistema di ricerca come pretesto per orientarlo fortemente verso guadagni di competitività o di mercato. Ciò che viene riconosciuto in questo premio è un importante progresso nella ricerca fondamentale, mentre oggi è questo che viene messo da parte per promuovere l'innovazione.

Per esempio, vale la pena di ricordare che se il GPS che tutti usano da una decina d'anni, e prima ancora i professionisti, funziona con precisione, è grazie alla relatività generale di Einstein e a tutte le ricerche degli scienziati, il cui lavoro teorico e sperimentale ha convalidato questi immensi progressi scientifici.

Qualcuno obietterà che la ricerca fondamentale richiede molto tempo per essere sviluppata. Certo, ma questo tempo è necessario in relazione alla necessità di confermare i progressi teorici con l'esperimento.

Nel caso del lavoro premiato con il Nobel nel 2022, la questione tecnica gioca un ruolo importante ed è il suo stesso ritmo di sviluppo, non necessariamente sincrono con quello delle ipotesi teoriche, che ne ha permesso la validazione. Nel campo della salute, la combinazione di progressi nella diagnostica per immagini, nella diagnostica, nelle nuove molecole di farmaci, nelle terapie geniche e nei vaccini ha aperto nuove possibilità di cura. Questi risultati sono il frutto di decenni di lavoro scientifico fondamentale in fisica, chimica e biologia molecolare. Dobbiamo rifiutare questi progressi con il pretesto dei profitti delle multinazionali, o dobbiamo lottare per l'accesso all'assistenza sanitaria per tutti e per la completa nazionalizzazione del settore sanitario e farmaceutico in un'entità pubblica coerente? Questo è il nostro punto di vista!

Se non siamo idealisti e consideriamo che la ricerca, come tutte le attività umane, si svolge in rapporti sociali di sfruttamento dell'uomo da parte dell'uomo, non mettiamo in relazione i contributi alla conoscenza dei ricercatori con la loro convinzione politica o con il carattere rivoluzionario o libertario del destinatario. Pensare e agire in questo modo significherebbe tornare al riprovevole concetto di scienza proletaria contrapposta alla scienza borghese.

Pasteur, il cui contributo alla medicina moderna e in particolare alla vaccinazione è indiscutibile e che ha portato concetti rivoluzionari alla chimica nel campo delle strutture, era tuttavia un reazionario in campo politico. Questo invalida il suo contributo all'intera umanità? La risposta è ovviamente no! La storia ci ha mostrato quali tragedie, errori e vicoli ciechi sono stati causati da concetti che mirano a giudicare gli scienziati in base alle loro concezioni ideologiche!

Essere rivoluzionari significa agire per organizzare il cambiamento della società, per questo dobbiamo sostenere una ricerca libera e fertile in tutti i campi e lottare affinché la loro applicazione nella società non sia monopolizzata da una classe capitalista dominante, ma al contrario contribuisca a rispondere agli immensi bisogni dei produttori di ricchezza che sono i lavoratori. In questo modo, l'alleanza dei lavoratori della produzione, dei servizi, dell'istruzione e della ricerca assume il suo pieno significato politico rivoluzionario.

Note:

1) F. Engels, Dialettica della natura, Les Éditions Sociales, 1968.
2) Straubinger: così Marx ed Engels chiamavano gli operai che avevano una visione troppo corporativa, riconoscendo come appartenenti solo le persone dalle mani callose.
3) Wilhelm Weitling, nato il 5 ottobre 1808 a Magdeburgo e morto il 25 gennaio 1871 a New York, è stato un teorico, scrittore e agitatore sociale tedesco. Era un rappresentante del socialismo utopico con convinzioni cristiane. Ha dato vita alla Lega dei Giusti.
4) V.I. Lenin, Materialismo ed empirismo, Edizioni Sociali, 1951.
5) https://www.sitecommunistes.org/index.php/france/societes/2020-prix-nobel-de-physique-la-necessaire-recherche-fondamentale


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