www.resistenze.org - pensiero resistente - dibattito teorico - 19-12-22 - n. 851

Conferenza ICWPE per il 100° della fondazione dell'URSS: Conclusioni

Partito Comunista di Grecia (KKE)  | kke.gr
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

06/12/2022

Conclusioni di Giorgos Marinos, membro dell'Ufficio Politico del Comitato Centrale del del Partito Comunista di Grecia (KKE), alla teleconferenza dell'Iniziativa Comunista Europea sul 100° anniversario della fondazione dell'URSS.

A conclusione della teleconferenza dell'Iniziativa Comunista Europea, G. Marinos ha osservato tra l'altro: «Il dibattito tenuto oggi dai partiti dell'Iniziativa Comunista Europea (ICE), organizzato dal Segretariato dell'ICE in occasione del centenario della fondazione dell'URSS, contribuisce allo scambio di opinioni e all'elaborazione di argomenti utili per il confronto politico-ideologico con le forze borghesi e opportuniste che tentano metodicamente di infangare la Grande Rivoluzione Socialista d'Ottobre e lo Stato operaio a cui essa diede vita, e di sminuire il contributo storico dell'URSS alla causa del popolo.

Questo dibattito può contribuire all'intensificazione del confronto con l'anticomunismo di ogni natura che proviene dagli USA, dall'UE, dalle forze euro-atlantiche - ma anche dai vertici russi e da quelli di repubbliche ex-sovietiche - che cercano con ogni mezzo di infangare la rivoluzione, il suo leader Vladimir Il'ic Lenin e il socialismo, a sostegno della controrivoluzione e del capitalismo.

Noi difendiamo la Rivoluzione d'Ottobre, traiamo forza da essa e ne utilizziamo gli insegnamenti, che costituiscono una risorsa preziosa per la lotta dei comunisti di oggi.

Perché la Rivoluzione Socialista d'Ottobre in Russia ha dimostrato la forza invincibile della classe operaia, delle forze organizzate e armate dei lavoratori e del popolo che, sotto la guida del partito comunista rivoluzionario, sconfissero un duro avversario - la borghesia - rovesciandone il potere.

Questa rivoluzione cambiò il corso della storia. Aprì la strada a una nuova era, l'era della transizione dal capitalismo al socialismo; «la via è aperta» e non può essere cancellata dalla controrivoluzione e dalla restaurazione capitalista.

Il sistema dello sfruttamento non può attenuare le sue contraddizioni.

Il conflitto tra i monopoli e gli Stati che ne rappresentano gli interessi è causa di guerre imperialiste, come la guerra in Ucraina - e la vittima è il popolo.

Il capitalismo è in declino. Miseria e disoccupazione dilagano, lo sfruttamento si intensifica, la contraddizione essenziale tra capitale e lavoro salariato si acuisce - e la soluzione, che consiste nella controffensiva del popolo, nella lotta per il socialismo-comunismo, diviene sempre più necessaria, urgente e realistica.

(…) Noi rivendichiamo la costruzione del socialismo nell'URSS e ne evidenziamo i successi e le conquiste storicamente fondamentali, senza idealizzarle né sottovalutare le difficoltà, le debolezze e i limiti. Intratteniamo un dibattito sistematico e aperto con la classe operaia e con i settori popolari allo scopo di ricostruire la verità storica.

Indubbiamente, il socialismo nell'URSS eliminò la disoccupazione e garantì il diritto all'impiego permanente e all'alloggio. Fornì alla popolazione sanità, benessere, scuola e sicurezza sociale gratuiti, e aumentò il tempo libero. Garantì l'eguaglianza tra le nazioni. Diede un grande contributo all'emancipazione delle donne, allo sviluppo della cultura e dello sport. Inoltre, il contributo dell'URSS alla solidarietà internazionale, alla lotta contro l'imperialismo e le guerre imperialiste, alla vittoria antifascista dei popoli nella seconda guerra mondiale e a molte altri trionfi è quanto mai prezioso.

Al centro di tutto ciò vi è l'abolizione dello sfruttamento dell'uomo da parte dell'uomo, che schiaccia la classe operaia nel mondo capitalista.
Come fu realizzata? Su che cosa poggiava realmente il potere dello Stato operaio, dei lavoratori rivoluzionari?


Questo è un interrogativo cruciale.

Perché la spina dorsale del socialismo sono le leggi che governano il nuovo sistema, la socializzazione dei mezzi di produzione quale base per la pianificazione scientifica centralizzata, finalizzata al soddisfacimento dei bisogni della popolazione e alla prosperità del popolo.

Quando queste leggi furono violate; quando il loro posto fu preso dalle leggi e dai parametri dello sviluppo capitalista e del mercato, dal criterio dell'autogestione delle aziende e del profitto, allora ricomparvero la stagnazione e l'arretratezza, si crearono forze sociali i cui interessi erano contrari al socialismo, e si preparò il terreno per la controrivoluzione e per la restaurazione del capitalismo.

Abbiamo esaminato tutto questo. La progressiva deriva opportunista del PCUS e dei suoi vertici svolse un ruolo decisivo nel processo controrivoluzionario.

Teniamo a sottolinearlo perché è molto importante che i comunisti e il popolo comprendano le cause che condussero alla controrivoluzione, e che tali cause vengano ulteriormente indagate, specialmente oggi quando è in atto uno sforzo metodico per mettere in dubbio e calpestare i principi della rivoluzione socialista e della costruzione del socialismo, e viene propagandata come linea guida la «formula» che ha condotto al ripristino del dominio del capitalismo nell'URSS e negli altri Stati partecipi della costruzione del socialismo.

Abbiamo il compito di combattere questa linea.

Non dobbiamo combattere soltanto la volgare promozione dell'opportunismo parlamentarista e la cosiddetta umanizzazione del sistema di sfruttamento capitalista. Dobbiamo affrontare anche un insieme di analisi, posizioni e pratiche che negano i principi fondamentali e indeboliscono la lotta rivoluzionaria in nome del socialismo.

È il caso del cosiddetto socialismo di mercato o «socialismo del XXI secolo», che sostiene - traendone a sua volta sostegno - imprese e monopoli capitalisti e i loro profitti, caratterizzati dal trattamento della forza-lavoro come merce e dallo sfruttamento della la classe operaia.

La lotta dei partiti comunisti assume un senso quando essi lottano con i loro principi per il rovesciamento del capitalismo e la costruzione della nuova società socialista-comunista, libera dallo sfruttamento dell'uomo da parte dell'uomo. Questo risultato può essere conquistato soltanto dal potere dei lavoratori rivoluzionari, dalla socializzazione dei mezzi di produzione e dalla pianificazione scientifica centralizzata, nel costante sforzo inteso a sviluppare rapporti di produzione socialisti.

La lotta dei comunisti in qualunque situazione assume un senso attraverso lo scontro con il potere borghese, la borghesia e i suoi rappresentanti politici, con i partiti e i governi liberali o socialdemocratici, con tutte le centrali e le alleanze imperialiste.

Qualunque deviazione da questo principio, qualunque partecipazione, sostegno o tolleranza concessi ai governi borghesi, qualunque collaborazione con i partiti borghesi trasforma il partito comunista in un reggicoda della borghesia, che partecipa alla gestione del sistema di sfruttamento e si fa complice dell'attuazione delle leggi antipopolari e degli attacchi del capitale contro i popoli.

Noi studiamo gli sviluppi, le condizioni specifiche, le difficoltà e le possibilità di ciascun Paese secondo il criterio dell'elaborazione di una strategia rivoluzionaria, dell'unità, della formazione e della preparazione della classe operaia in lotta con i monopoli e il capitalismo per il rovesciamento di quest'ultimo - contro l'idea della gestione del sistema e della cooptazione al suo interno.

Un partito comunista non si valuta in funzione dei suoi slogan. Non è sufficiente che un partito dichiari che il suo obiettivo è il socialismo o che condanni genericamente l'imperialismo.

I partiti comunisti si valutano in funzione della loro pratica concreta in condizioni di difficoltà. Si valutano in funzione della loro intransigenza nella lotta di classe, della loro posizione nei riguardi della guerra imperialista, della prontezza con cui smascherano i pretesti borghesi utilizzati per mettere in trappola i popoli. Questi pretesti vengono utilizzati per cooptarli nella socialdemocrazia, in forze politiche borghesi contrapposte, in nome dell'«anti-neoliberismo» e dei cosiddetti fronti progressisti o dei cosiddetti fronti antifascisti - o perfino in nome dell'«antifascismo», utilizzato per giustificare la guerra imperialista che oppone in Ucraina il blocco USA-NATO-UE e la Russia capitalista, una guerra che sta uccidendo e annientando i popoli ucraino e russo a vantaggio dei monopoli.

La lotta contro il fascismo è compito dei comunisti, della classe operaia, dei popoli, impegnati per il rovesciamento della dittatura dei monopoli e del capitalismo, che è all'origine del fascismo. Le posizioni che spostano questo compito sulla borghesia e sul suo Stato sminuiscono l'importanza della lotta popolare, generano confusione e non favoriscono il movimento dei lavoratori.

(…) Abbiamo molto lavoro da fare. Il dibattito di oggi può contribuire a un'ulteriore riflessione e dare impulso agli sforzi atti a realizzare i necessari cambiamenti programmatici rivoluzionari, per l'intensificazione degli sforzi miranti a rafforzare la lotta dei partiti comunisti per il rovesciamento della barbarie capitalista e per la nuova società socialista-comunista».


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