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Lotta militante con il KKE, fiducia nella forza popolare, socialismo: perché la vita sia vittoriosa /prevalga/possa vincere!

Partito Comunista di Grecia (KKE) | kke.gr
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

23/09/2020

Il 17, 18 e 19 settembre 2020 si sono svolti ad Atene gli eventi centrali del 46° Festival della Gioventù Comunista di Grecia (KNE), a cui hanno partecipato molte persone nel rigoroso rispetto di tutte le necessarie misure di sicurezza e di tutela della salute.

È stata una grande festa, diversa ma allo stesso tempo familiare, con un forte richiamo alla lotta quotidiana per i diritti all'istruzione, al lavoro, alla salute e alla vita. Un soffio di speranza e di ottimismo!

Quest'anno, molte organizzazioni giovanili comuniste e antimperialiste, che non hanno potuto partecipare al Festival a causa della pandemia, hanno inviato i loro video messaggi.

Come ha sottolineato il Segretario Generale del Comitato Centrale del KKE, Dimitris Koutsoumbas, nel suo discorso: "Il Festival di quest'anno non è speciale solo perché si svolge nel rispetto delle necessarie misure di protezione contro il coronavirus. In effetti, anche i nostri oppositori riconoscono la disciplina consapevole dei membri e dei simpatizzanti della KNE nel rispetto delle misure di tutela della salute pubblica, e ne sono preoccupati perché sanno che questa disciplina contiene la disubbidienza verso l'ingiusto sistema di sfruttamento.

Il Festival di quest'anno si distingue per il messaggio che invia nella situazione cupa che il nostro popolo sta affrontando. Lo slogan: "Socialismo, per poter respirare liberamente, perchè la vita sia vittoriosa", si basa sull'ultimo grido di George Floyd, che soffocava sotto il ginocchio del poliziotto statunitense, ma alla fine queste grida si moltiplicano in tutto il mondo e anche nel nostro Paese.

Sono grida di povertà, di incertezza del futuro, dei rifugiati, dei disoccupati, grida per il lavoro non pagato, per le ingiustizie, il razzismo e lo sfruttamento dei molti da parte di una manciata di parassiti che nuotano nell'oro.

Queste grida possono trovare risposte in un solo modo: con la lotta di classe, la sua intensificazione, con la partecipazione di un numero sempre maggiore di persone, soprattutto con la conversione della classe operaia alla lotta organizzata con un obiettivo fermo e chiaro: impedire il peggioramento dello stato di cose, lottare perché prevalga la vita, per la vittoria della classe operaia con la conquista del potere e la costruzione della nuova società socialista. Il Festival di quest'anno è speciale perché va controcorrente. Perché scuote la coscienza della gente, bombardata quotidianamente da messaggi come "tanto non cambia niente" o il caustico "non c'è spazio per la lotta, dobbiamo mostrare unità nazionale".

Riguardo all'evoluzione della pandemia, il SG del CC del KKE ha osservato che "i sistemi sanitari pubblici, anche quelli delle metropoli del capitalismo, vengono messi alla prova e collassano, trascinando con sé centinaia di migliaia di vite. La crisi capitalistica si è manifestata prima del previsto. Giorno dopo giorno, il suo peso grava sulle spalle dei lavoratori e degli strati popolari poveri, che hanno pagato anche la crisi precedente. Questa crisi è la nuova opportunità per il grande capitale di sbarazzarsi di ogni ostacolo al suo profitto, di qualsiasi vestigia di diritto del lavoro.

Sul terreno della nuova crisi capitalistica si acuiscono i pericolosi sviluppi tra i centri imperialisti e le classi borghesi di ogni paese. Questo si manifesta in ogni campo, anche nel caso del vaccino.

Non è un caso che si senta sempre più parlare della "diplomazia del vaccino", mostrando alla fine il criterio che sta alla base di questi giochi: il guadagno di un vantaggio competitivo in termini di concorrenza e di salvaguardia del massimo profitto per le imprese.

Fanno parte di questo groviglio di competizioni gli sviluppi molto pericolosi per il popolo greco e per i popoli della regione, nei Balcani fino al Nord Africa, dall'Egeo al Medio Oriente.

I suddetti fattori, nonostante la relativa indipendenza, non sono isolati l'uno dall'altro, né si sovrappongono, come sostengono il governo e gli altri partiti borghesi, alla cosiddetta triplice crisi ("economica", "sanitaria" e "nazionale"), come se questa triplice crisi fosse caduta dal cielo o fosse un triste destino.

Questa analisi nasconde la classe e l'essenza più profonda dei fatti. Nasconde che tutti questi fattori si alimentano a vicenda, e l'uno è la continuazione dell'altro...

In realtà, sono manifestazioni della stessa politica che si basa sulla salvaguardia della redditività del capitale a tutti i livelli, sacrificando i bisogni popolari.

In definitiva, queste sono le crisi, la barbarie e la putrescenza del sistema capitalistico stesso, che i popoli devono pagare anche con il proprio sangue in caso di conflitti militari.

In questo senso, lo slogan "Il capitalismo è il virus", proposto in occasione della pandemia, è decisamente appropriato.

Dimitris Koutsoumbas ha commentato in dettaglio le relazioni tra Turchia e Grecia, l'evoluzione della pandemia e della crisi capitalistica in Grecia, gli obiettivi di lotta del movimento operaio - popolare e ha aggiunto: "Oggi, nel XXI secolo, avere un lavoro stabile con un buon salario e rispetto dei diritti, godere di un alto livello di assistenza sanitaria, di istruzione di qualità, cultura e sport, vivere in un ambiente umano, non sono rivendicazioni esagerate. Possiamo avere tutto questo! Questo è il piano del KKE. Un piano per l'oggi e per il domani, che, con il suo programma di rovesciamento, illumina la strada per una diversa organizzazione della società e dell'economia, con il popolo al potere e proprietario della ricchezza che produce. Questa è la nuova società, quella che non solo immaginiamo, ma per la quale lottiamo ogni giorno, in modo da poterla avvicinare il più presto possibile.

Socialismo, affinché prevalga la vita".










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