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Mohamed Hassan: Comunisti, nazionalisti e movimenti islamici:
alleati contro l'imperialismo?
Perché i movimenti più radicalmente anti-americani si ispirano all'islam? La
tradizione marxista è forte in Medio Oriente? Quali sono gli alleati dei
comunisti nella lotta contro l'imperialismo e la guerra? Il 23 e 24 agosto,
Mohamed Hassan sarà all'università marxista d’estate per trattare tutte queste
domande.
Maria McGavigan 04-06-2003
I popoli arabi non sono i soli a lottare
contro l'imperialismo e la guerra. Perché il suo corso di studio si basa
essenzialmente sul mondo arabo?
Mohamed Hassan. A causa della
situazione obiettiva dell'imperialismo americano. Gli Stati Uniti vogliono
dominare il Medio Oriente e mettere in piedi una zona economica che sarà legata
solamente ad essi. Per farcela, devono schiacciare ogni resistenza in questa
regione.
È la prima volta che il mondo arabo si trova di fronte ad una politica
imperialistica tanto aggressiva. Gli Stati Uniti tentano di riportare in Medio
Oriente una sorta di regime feudale: vogliono distruggere ogni forma di stato
moderno, rimettere in piedi una struttura sociale basata sui clan, distruggere le
esperienze nei campi dell'educazione e dei diritti delle donne. In Iraq,
l'embargo ha avuto già questo effetto, fino ad un certo punto. Gli americani
hanno anche per obiettivo schiacciare il movimento palestinese. Un terzo
fattore spiega la loro politica nella regione; sono i petroldollari del Medio
Oriente (Arabia Saudita e Stati del Golfo) che mantengono in grande parte
l'economia USA.
Chi combatte l'imperialismo nella regione?
Mohamed Hassan. Gli Stati Uniti
hanno tre nemici nel Medio Oriente: i comunisti, i nazionalisti arabi ed i
movimenti islamici, e l'Iran.
La tradizione marxista è forte nel mondo arabo?
Mohamed Hassan. Lo è stata, in particolare in Egitto, in Siria, in
Palestina, nel Sudan, in Iraq, in Iran ed in Sud-Yemen. Ma non è più così, salvo
forse in Siria.
Che cosa è accaduto?
Mohamed Hassan. In breve, si potrebbe dire che sono la repressione,
il revisionismo ed il modo in cui i comunisti hanno trattato la questione del
nazionalismo arabo responsabili del declino di questa tradizione. Quest’ultimo
elemento verrà trattato nel mio corso, qui non dirò granché.
I comunisti hanno ricevuto i primi colpi fin dalla lotta di liberazione
nazionale, quando sono stati attaccati tanto dai nazionalisti che dalle classi
feudali. Un fattore importante fu la visione deformata che Brejnev, il
dirigente sovietico degli anni sessanta e settanta, aveva del marxismo: secondo
questo punto di vista, intellettuali ed ufficiali rivoluzionari potevano, nei
paesi in lotta contro il dominio occidentale, lavorare insieme per creare un
nuovo tipo di regime. E questo regime poteva contare allora sul sostegno dello
stato sovietico. Non c'era proprio bisogno, secondo questa teoria, di un
partito di avanguardia. Nella maggior parte dei paesi arabi, la prima vittima
del revisionismo fu la forte struttura leninista del partito.
Ci sono stati anche altri fattori. Il conflitto israelo-arabo ha pompato molta
energia e malgrado ciò, non c'è stata concezione nazionalista pan-araba né il
tentativo di fondere le forze dei partiti comunisti. Bisogna dire che ogni
volta che ci sono stati dei tentativi di avvicinamento tra comunisti e
nazionalisti, la CIA ed il Mossad hanno trovato velocemente il mezzo di
sabotarli.
I movimenti più radicalmente anti-USA del
mondo arabo sembrano ispirarsi oggi, oltre all'islam, anche al nazionalismo
arabo. Perché?
Mohamed Hassan. Il nazionalismo
arabo è stato distrutto dai regimi arabi e dall'imperialismo. Dopo Nasser,
presidente nazionalista egiziano morto nel 1970, sono occorsi quindici anni per
distruggere il nazionalismo arabo. In Algeria, dopo Boumedienne, fu la stessa
cosa. Sono i governi che hanno favorito l'islam per deviare l'attenzione dalla
popolazione da una situazione economica difficile. Un proverbio arabo dice che
"la disperazione vi insegna a pregare"...
Ero all'università della Cairo, nel 1977. Nel 1978, quando il presidente
egiziano Sadat ha annunciato che andava in Israele, ci fu un grande dibattito
al quale parteciparono studenti egiziani e stranieri. Sadat scacciò i dirigenti
stranieri. Era la prima volta che il governo interveniva nel movimento
studentesco. Poi, ha rilasciato i fondamentalisti dalla prigione e si è
cominciato a vederlo alla televisione inaugurare moschee, provocare dei
conflitti contro cristiani, ecc.
Si sono serviti dell'islam per soffocare ogni
slancio progressista della popolazione dunque...
Mohamed Hassan. Il movimento
islamico era finanziato dall'Arabia Saudita, perciò ci si poteva aspettare che
fosse molto reazionario. Durante la guerra sovietica in Afghanistan, molti
"fratelli musulmani" e di altri movimenti fondamentalisti si sono
resi disponibili per combattere il comunismo sul posto. In questo modo hanno
rinforzato il loro movimento, ciò che li ha resi più indipendenti rispetto ai
loro padroni sauditi.
Adesso che il comunismo è distrutto, si sono rivolti contro il loro secondo
nemico, l'imperialismo americano. Oggi, non c'è un solo tipo di movimenti
islamico: ci sono gli anti-imperialisti e quelli pro-imperialisti. L'influenza
di questi ultimi, spesso legati ai regimi feudali, è in declino a causa di
tutte le contraddizioni nel mondo arabo. Ciò che unisce gli arabi oggi, è la
lotta per l'autodeterminazione, per essere i padroni del loro proprio destino.
La questione è se i comunisti possono lavorare con altri anti-imperialisti per
raggiungere questo obiettivo.
Questa lotta è importante per noi, europei?
Mohamed Hassan. Assolutamente. L'imperialismo è indebolito
economicamente, ma militarmente molto forte. Gli Stati Uniti hanno dichiarato
che non vogliono più una guerra fredda di 50 anni, né uguaglianza con nessuno.
Ciò significa che l'Europa deve diventare più debole. Oggi, l'economia europea
è tuttavia più forte dell'economia americana. Gli Stati Uniti vogliono sbarrare
la strada all'Europa, minacciarla, fermare la sua crescita.
Il corso che terrò all'università marxista è di un'attualità cocente, ma
studieremo anche alcuni lavori marxisti pertinenti. Non è la prima volta nella
storia che i comunisti hanno avuto dei compagni di lotta. Proviamo ad imparare
al massimo dalle loro esperienze.
traduzione dal francese a cura del Ccdp