www.resistenze.org - pensiero resistente - imperialismo e globalizzazione - 30-06-13 - n. 460

Fughe di notizie e ascesa di un nuovo fascismo

John Pilger | johnpilger.com
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

20/06/2013

Nel suo libro Propaganda, pubblicato nel 1928, Edward Bernays scrisse: "La manipolazione cosciente e intelligente delle abitudini organizzate e delle opinioni delle masse è un elemento importante nella società democratica. Coloro che manipolano questo meccanismo invisibile della società costituiscono un governo occulto che è il vero potere dominante del nostro Paese".

Il nipote americano di Sigmund Freud, Bernays inventò il termine "pubbliche relazioni" come eufemismo per la propaganda di stato. Egli avvertì che la minaccia permanente per il governo occulto sta nell'esistenza di informatori e di un pubblico accorto.

Nel 1971, l'informatore Daniel Ellsberg faceva trapelare dagli archivi governativi statunitensi i documenti noti come The Pentagon Papers, rivelando che l'invasione del Vietnam si basava sulla menzogna sistematica. Quattro anni più tardi, Frank Church condusse audizioni sensazionali nel Senato degli Stati Uniti: uno degli ultimi guizzi della democrazia americana. Questi misero a nudo tutta la misura del governo occulto: lo spionaggio interno, la sovversione e la propaganda di guerra delle agenzie di intelligence e di "sicurezza" e il sostegno ricevuto dal grande business e dai media, sia tra i conservatori sia tra i liberali.

Parlando della National Security Agency (NSA), il senatore Church disse: "Mi è noto il potenziale di tirannide in America; e noi dobbiamo sorvegliare che questa agenzia [NSA] e tutte le agenzie che possiedono questa tecnologia operino nel rispetto della legge... in modo da non attraversare mai il baratro: un abisso da cui non c'è ritorno".

In data 11 giugno 2013, a seguito delle rivelazioni di Edward Snowden, consulente della NSA, Daniel Ellsberg sul Guardian scriveva che gli Stati Uniti erano ormai caduti in "quel baratro".

La rivelazione di Snowden che Washington ha usato Google, Facebook, Apple e gli altri giganti della tecnologia delle comunicazioni per spiare quasi tutti, è un'ulteriore prova della forma moderna di fascismo, ossia di quell'abisso. Dopo aver nutrito fascisti vecchio stile in tutto il mondo - dall'America Latina all'Africa e l'Indonesia - la creatura è arrivata a casa. Capire questo è importante quanto capire l'abuso criminale della tecnologia.

Fred Branfman, che ha denunciato la distruzione "segreta" del piccolo Laos da parte della Air Force statunitense negli anni '60 e '70 del secolo scorso, offre una risposta a quelli che ancora si chiedono come un liberale presidente afro-americano, professore di diritto costituzionale, possa comandare tale illegalità. "Obama", ha scritto, "ha superato qualsiasi presidente nel creare le infrastrutture per un possibile Stato di polizia futuro". Perché? Perché Obama, come George W. Bush, comprende che il suo ruolo non è di indulgere verso coloro che lo hanno votato, ma di espandere "l'istituzione più potente nella storia del mondo, che ha ucciso, ferito o lasciato senza casa ben più di 20 milioni di esseri umani, per lo più civili, dal 1962".

Nella nuova cyber-potenza americana, nulla è cambiato. Il direttore di Google Ideas, Jared Cohen, è stato consigliere di Condaleeza Rice, l'ex segretario di Stato nell'amministrazione Bush che mentì a proposito del potenziale attacco nucleare agli Stati Uniti da parte di Saddam Hussein. Cohen e il presidente esecutivo di Google, Eric Schmidt, incontratisi tra le rovine in Iraq, sono coautori di un libro, The New Digital Age, considerato visionario dall'ex direttore della CIA Michael Hayden e dagli altri criminali di guerra, Henry Kissinger e Tony Blair. Gli autori non fanno alcuna menzione del programma di spionaggio Prism, rivelato da Edward Snowden, che fornisce a NSA l'accesso a tutti quelli tra di noi che usano Google.

Il controllo e il dominio sono le due parole che danno senso a tutto ciò. Sono esercitati attraverso disegni politici, economici e militari, di cui la sorveglianza di massa è una parte essenziale, come la propaganda insinuante nella coscienza pubblica. Questo era il punto di Edward Bernays. Le sue due campagne di pubbliche relazioni di maggior successo sono state: convincere gli americani ad entrare in guerra nel 1917 e persuadere le donne a fumare in pubblico, le sigarette erano "torce di libertà" che avrebbero accelerato l'emancipazione femminile.

Nella cultura popolare si è dimostrato insuperabile il falso "ideale" della superiorità morale statunitense, "guida del mondo libero". Eppure, anche durante i periodi più sciovinisti, a Hollywood c'erano film eccezionali, come quelli di Stanley Kubrick e anche avventurosi film europei trovavano distributori americani. Oggi non c'è Kubrick, non c'è Stranamore e il mercato degli Stati Uniti è pressoché chiuso ai film stranieri.

Quando ho mostrato il mio film, The War on Democracy, a un grande distributore americano, di mentalità liberale, mi è stata consegnata una lista di modifiche richieste, per "assicurare che il film fosse accettabile". Il contentino per me era che forse Sean Penn poteva essere la voce narrante. "Che ne dicevo?" Ultimamente, la giustificazione della tortura di Katherine Bigelow in Zero Dark Thirty e la stroncatura cinematografica di Julian Assange a opera di Alex Gibney in We Steal Secrets, sono stati realizzati con il sostegno generoso della Universal Studios, imparentata fino a poco tempo fa con la General Electric. GE produce armi, componenti per aerei da caccia e  tecnologia di sorveglianza avanzata. La società ha anche interessi lucrosi nell'Iraq "liberato".

Il potere degli informatori alla Bradley Manning, Julian Assange e Edward Snowden è che disintegrano tutta la mitologia accuratamente costruita dal cinema corporativo, dall'accademia e dai media corporativi. Wikileaks è particolarmente pericoloso perché fornisce agli informatori mezzi per stanare la verità. E' successo per esempio con Murder Collatoral, il video della cabina di guida di un elicottero Apache statunitense, presumibilmente fatto trapelare da Bradley Manning. L'impatto di questo video pone Manning e Assange negli strali della vendetta di Stato. Qui aviatori americani uccidono giornalisti e mutilano i bambini in una strada di Baghdad, chiaramente divertendosi e descrivendo le atrocità che infliggono come "piacevoli". Eppure, in un certo senso, non possono farla franca: noi ora siamo testimoni, il resto tocca a noi.


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