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da Rebelion.org
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Contributo al XVI Seminario Comunista Internazionale
Validità e attualità per il XXI secolo della rivoluzione d'Ottobre del 1917
Bruxelles, 4-6 Maggio 2007
 
Il Partito Comunista e il processo di liberazione nazionale
 
Carolus Wimmer
13/06/2007
CEPRID
 
Carolus Wimmer è membro dell’Ufficio Politico del PCV e segretario dei Rapporti Internazionali. Questo testo è stato presentato come contributo al XVI° Seminario Comunista Internazionale “Validità e attualità della Rivoluzione d’Ottobre del 1917 per il XXI secolo”, svoltosi a Bruxelle dal 4 al 8 maggio del 2007.
 
Una necessaria caratterizzazione della Rivoluzione
 
Il Partito Comunista del Venezuela (PCV), nel suo recente 13° Congresso, ha stimato che il paese stia transitando in un processo rivoluzionario di liberazione nazionale che deve culminare con successo nel raggiungimento dei seguenti traguardi:
 
- recupero della piena sovranità ed indipendenza nazionale;
 
- avanzata nella conquista di giustizia e uguaglianza sociale;
 
- approfondimento della democrazia popolare rivoluzionaria in senso partecipativo mediante la trasformazione e liquidazione del vecchio Stato oligarchico borghese.
 
Questa fase, per soddisfare i compiti storici che maturano nella società, deve superare l’iniquo modo di produzione capitalista di sfruttamento dell’uomo sull’uomo, principale causa di tutte le sperequazioni e minacce che gravano l’umanità, per avanzare vittoriosamente in direzione del socialismo.
 
Composizione, carattere e contenuto dell’alleanza antimperialista
 
Tale fase del processo rivoluzionario richiede la più ampia unità nazionale antimperialista, e quest’ultima non può che essere data dalla costruzione di una poliedrica alleanza d’ampio spettro sociale, che va dalla borghesia monopolistica (quella che non ha vincoli di subordinazione con il grande capitale transnazionale imperialista), la piccola borghesia, i ceti medi, la classe operaia ed altri settori di lavoratori/lavoratrici, i contadini e altri settori sociali sfruttati.
 
Si tratta di un’alleanza di classi e strati sociali attorno ad un programma minimo di trasformazione democratica e popolare, impegnata nello sviluppo socioeconomico (sviluppo delle forze produttive e dei rapporti di produzione) e nella liquidazione del dominio oligarchico e imperialista.
 
Questo blocco di forze nazional-patriottico-rivoluzionario, collima sull’obiettivo antimperialista, ma a volte può anche difendere interessi diversi; tra i fattori dell’alleanza si sviluppa allora la lotta di classe per la direzione del processo al fine di stabilire contenuti, limiti, ritmi e profondità dello stesso, secondo i particolari interessi di ciascun fattore sociale lì rappresentato.
 
Si tratta, evidentemente, di un’alleanza di classe che presenta al suo interno contraddizioni - ma non antagoniste - che permettono la sua unità tattica e che profila gli antagonismi che si definiranno nel suo futuro. Questa struttura la definiamo Ampio Fronte Nazionale Patriottico e Antimperialista, costruito attorno ad un programma con norme statutarie e di funzionamento, obbligatorie per l’insieme dei suoi componenti, una struttura organica la cui direzione collettiva è guidata dal Presidente Hugo Chavez Frias.
 
Bisogna ricordare che il processo rivoluzionario bolivariano conta su di un’esperienza accumulata in decenni di lotta di vario tipo, e su conquiste che si sono rafforzate in questi anni di governo del Presidente Chavez, che ha prodotto sul piano politico e organizzativo di notevoli settori popolari un importante salto di qualità in materia di coscienza sociale.
 
Accumulare forze popolari rivoluzionarie per il socialismo
 
Nel nostro intento di accumulare forze per avanzare verso il socialismo, cerchiamo la maggiore unità nazionale antimperialista; una politica d’articolazione e unità strategica dei vari fattori che costituiscono il movimento popolare rivoluzionario, non solo a livello nazionale, ma internazionale.
 
Le forze di chiara posizione marxista e marxista-leninista sono convinte - come insegna l’esperienza storica della lotta d’altri popoli ed anche la nostra - che il cammino verso il socialismo acutizza le contraddizioni di classe, producendo nuove posizioni, raggruppamenti e ricomposizioni di alleanze, il cui slancio corrisponderà alla sinergia di forze che riusciremo a costruire.
 
Tale prevedibile percorso della lotta di classe, ci chiede di superare le enormi debolezze del presente in uno dei soggetti fondamentali della Rivoluzione Socialista: la Classe Operaia e gli altri settori di lavoratori/lavoratrici. Perciò, stiamo proponendo la creazione dei Consigli dei Lavoratori, quale loro espressione politica unitaria, in modo che i loro interessi si trovino legittimamente rappresentati e possano praticare in modo rivoluzionario il controllo dei centri di lavoro, il disegno, l’esecuzione e la prosecuzione delle loro politiche e processi lavorativi, di produzione e distribuzione sociale dei loro guadagni, oltre che come espressione del potere popolare
 
Un potere che naturalmente oltrepassi il solo ambito dei luoghi di lavoro e possa influire su consigli comunali, affinché imprimano il timbro della condizione proletaria ed i cambi di coscienza necessari per la costruzione del socialismo.
 
Il Partito della Rivoluzione
 
Si tratta, sostanzialmente, del fatto che da uno stato borghese come quello che sussiste ancora in Venezuela, non si può dirigere la rivoluzione. Storicamente questo tipo di stato non è capace di negare se stesso, perché oltre alla sua intima natura, si trova in una situazione di crescente decomposizione. Per ciò che mantiene di natura e valori borghesi, quello Stato non è rivoluzionario
 
Quanto sopra richiede l’esistenza e l’azione di un’avanguardia rivoluzionaria che diriga in modo organizzato, collettivo e coeso lo sforzo creatore delle masse. Che propugni valori, principi e condotte dirette a superare l’egemonia culturale borghese dominante. Che coadiuvi insieme al collettivo popolare, l’esercizio del controllo sociale e politico nel suo insieme.
 
In questo contesto, là dove più si esercita, in modo quasi esclusivo, una direzione del processo rivoluzionario da istanze governative, è ciò che fa il Presidente Chavez quando presenta la proposta del Partito Socialista Unito del Venezuela (PSUV).
 
La rivoluzione in quanto fatto essenzialmente politico, richiede un organo di direzione rivoluzionaria capace non solo di sottrarre la guida allo Stato borghese, ma di distruggerlo e di costruire uno Stato democratico popolare rivoluzionario.
 
Quest’organo politico è necessariamente un Partito, formato da quadri rivoluzionari. Che visualizzi, concettualizzi e stabilisca linee guida integrali, totalizzatici e d’insieme rispetto alla società, e non settoriali come capita con le visioni che, in generale, sono apprezzate da una posizione di gruppo (un ministero od istituto), che oltretutto giustificano in modo acritico il proprio modo di operare.
 
Il partito che possa assumere questo ruolo deve essere capace, come avanguardia politica della rivoluzione, di generare una prospettiva globale del processo sociopolitico, che gli permetta di articolare le masse e facilitargli non soltanto il controllo dello Stato, ma l’esercizio del potere nelle e al di sopra delle sfere statali.
 
Ciò che abbiamo elaborato
 
Il Partito Comunista del Venezuela (PCV), ottemperando ai propri principi e norme di vita interna, erede di una cultura comunista che privilegia il dibattito e le decisioni collettive, ha deciso nei suoi organismi di direzione e nazionale, di accelerare la profonda discussione interna nel solco di un processo congressuale che definisca la posizione ufficiale dell’organizzazione.
 
Per ciò che riguarda la costruzione di uno strumento ideologico, politico ed organico della rivoluzione, ci siamo pronunciati in varie occasioni, affermando che è necessario avanzare nella costruzione dell’avanguardia collettiva e unificata della rivoluzione.
 
Una richiesta in tal senso l’abbiamo già presentata nel 1998-99, quando chiedevamo che il ”Polo Patriottico” si trasformasse in un fronte politico e sociale con regole precise di funzionamento, in un organo collettivo di direzione che permettesse di passare dall’unità d’azione all’unità organica. Uguale richiesta abbiamo fatto con i cosiddetti Comando Ayacucho e Comando della Rivoluzione
 
In ogni occasione non abbiamo ricevuto risposte circa la guida del processo, né visto azioni concrete verso questa direzione.
 
Siamo partiti dalla convinzione che un processo rivoluzionario senza l’esistenza di uno Stato Maggiore, di una direzione collettiva e unificata, nonostante le enormi qualità del leader, non è in condizioni di unificare le forze, allinearle verso la direzione principale dell’azione, dirigere e controllare il piano concreto dell’azione politica, e di conseguenza, accelerare i compiti richiesti da questo processo.
 
Il Partito di cui abbiamo bisogno per avanzare verso il Socialismo
 
Il PCV è cosciente che in una società divisa in classi (e quella venezuelana lo è) i partiti politici rappresentano gli interessi di queste classi e che tali partiti sono gli strumenti più importanti nella lotta per il potere. L’importanza di ciò è stata dimostrata in più di otto elezioni vinte dall’opposizione, elezioni in cui il ruolo fondamentale di organizzazione, mobilitazione e legittimazione è stata a carico dei partiti.
 
L’esistenza dei partiti politici è legata alla divisione della società in classi ed alla eterogeneità di queste, alla differenza degli interessi di classe e dei gruppi che le formano. Il partito politico è uno degli strumenti più importanti fra quelli che una classe (o uno dei suoi settori) utilizza per lottare per i suoi interessi.
 
Quando affermiamo la nostra volontà cosciente di percorrere una strada di unità organica delle forze rivoluzionarie e popolari, senza cedimenti dai nostri principi fondamentali e i nostri obiettivi strategici, ci stiamo pronunciando per uno strumento rivoluzionario che tenga conto che per costruire la nuova società abbiamo bisogno di un Partito con le seguenti caratteristiche:
 
Sul piano ideologico
 
In virtù della vasta gamma di postulati teorici - o in assenza di questi - nelle forze “chaviste”, si prevede una lunga discussione teorica. Ciononostante, la sua definizione è di vitale importanza.
 
Per noi, i comunisti, è evidente che partendo dal carattere antimperialista e il percorso socialista di questa rivoluzione, il partito socialista unito deve fondarsi sul marxismo - nel senso che essere marxista nell’attualità significa essere, a sua volta, leninista -. Allo stesso modo, il fondamento ideologico deve raccogliere ciò che vi è di più avanzato del pensiero rivoluzionario del nostro popolo, cominciando dal bolivarismo. Ma l’essenza ideologica deve risiedere nel marxismo.
 
Questo ragionamento è il prodotto di una realtà ampiamente comprovata lungo il corso della storia, che ci insegna che solo il marxismo fornisce risposte scientifiche alla ricerca di strategie per sconfiggere il capitalismo e costruire una società socialista.
 
La costruzione del partito deve rappresentare la rottura definitiva con ogni forma di riformismo e collaborazionismo di classe, con i progetti socialdemocratici di maquillage di un sistema d’ingiustizie, che propongono cambi di subalterni lasciando però intatta la sua essenza sfruttatrice.Questo programma deve anche costituire il superamento delle concezioni nazionaliste, che offrono risposte parziali ai problemi dello sviluppo sociale nell’attualità.
 
Comunque si deve trattare di un partito ideologicamente unito.
 
Sul piano pragmatico
 
La definizione del fondamento ideologico deve scaturire con la formulazione di un programma rivoluzionario, che abbia come obiettivi strategici la lotta antimperialista con un preciso orientamento socialista.
 
In merito alle vie per giungere a queste mete, nell’identificazione delle contraddizioni del processo, nel modo di affrontare la lotta concretamente, nel contenuto che diamo a questi obiettivi nella sua caratterizzazione concettuale, deve esserci un orientamento conseguentemente rivoluzionario per l’azione trasformatrice. Devono essere garantiti chiarezza ed obiettività nella formulazione di politiche per ottenere i risultati strategici. Deve esistere un’assoluta coerenza tra la dottrina, la linea politica e le proposte programmatiche.
 
In tal senso, la discussione circa la definizione del socialismo del secolo XXI è di cruciale importanza, perché sintetizza il complesso di obiettivi che perseguiamo. In merito, più avanti presentiamo i tratti fondamentali di questo socialismo dall’ottica delle comunità venezuelane.
 
Sul piano organizzativo
 
A questo dibattito, da comunisti portiamo la proposta leninista di organizzazione. Pensiamo che senza unità interna, senza centralismo democratico, senza disciplina rivoluzionaria, senza piena identificazione con una linea politica, senza critica e autocritica, senza direzione collettiva, senza presenza organica nelle masse, non sarà possibile costruire l’avanguardia della rivoluzione bolivariana ed avanzare nella sua prospettiva socialista.
 
Il partito della rivoluzione non può essere un ibrido di organizzazione partitiche, un amalgama di strutture, anche se almeno all’inizio, sarà difficile evitare la formazione di gruppi, correnti e fazioni interne. Questo non è il migliore degli scenari, ma è una possibilità reale.
 
Partito di massa o di quadri?
 
Quel partito dovrà essere formato dai migliori quadri della rivoluzione, dai suoi migliori esponenti, i/le più lucidi/e ideologicamente, i più onesti/e ed i più abnegati/e, coloro che agiscono con il massimo della coscienza rivoluzionaria, la disciplina, l’attività concreta, ed ovviamente con etica.
 
Il fondamento etico del partito sarà di fondamentale importanza per compiere la sua missione di dirigere il popolo venezuelano nella costruzione del socialismo.
 
Per poter assolvere il proprio compito non deve essere necessariamente un partito tanto numeroso, ma deve predominare la qualità. Questo significa che non tutti potranno entrarvi. Ci dovranno essere criteri e parametri per l’inserimento, ciò che permetterà la selezione delle forze rivoluzionarie impedendone l’ingresso agli arrivisti, i burocrati, i corrotti.
 
Si capisce che in tal modo proponiamo un partito rivoluzionario di quadri e di massa, nel senso che i suoi membri saranno quadri provati della rivoluzione, che dentro un contesto di emancipazione della coscienza rivoluzionaria del popolo come quello attuale, permetterà la creazione di un numeroso distaccamento di militanti. La massificazione dei quadri crescerà al calore delle lotte di classe, che consentirà di ingrossare le sue fila.
 
La pratica rivoluzionaria
 
Il partito socialista unito avrà come compito principale la conquista dell’avanguardia delle lotte popolari, sicché potrà nutrirsi dei suoi migliori rappresentanti, il che significa un enorme salto qualitativo in termini di rafforzamento della rivoluzione venezuelana.
 
Il partito deve essere una manifestazione coerente dell’unità di teoria e pratica rivoluzionaria.
 
Non può essere un progetto politico basato sulla formazione di strategie e proposte estranee agli aspetti che affronta la rivoluzione, deve garantire l’esecuzione di una gestione registrata sui principi programmatici, evitando qualunque frizione tra le misure adottate e gli interessi fondamentali del popolo. Non potrà seguire i percorsi di partiti che si autodefiniscano popolari ma che pratichino scelte politiche che ledono gi interessi del popolo, da veri muri di contenimento della protesta popolare.
 
Un elemento molto significativo in questo contesto lo rappresenta il ruolo del Partito della Rivoluzione nella costruzione dello Stato democratico popolare rivoluzionario.
 
Il partito, nella fase attuale di transizione verso il socialismo, deve esibire un’azione che permetta di incidere nella lotta per il controllo del potere politico a favore delle forze più coerenti della rivoluzione bolivariana. Questo partito deve essere un mattone fondamentale nella costruzione dello Stato socialista.
 
L’appoggio popolare di cui gode il partito della rivoluzione non dipende solo dalla buona gestione amministrativa da parte del governo a tutti i livelli, che ora è impegnato contro la corruzione, l’inefficienza, il burocratismo.
 
Tutto ciò deve diventare un modello di efficienza rivoluzionaria su tutti i fronti delle lotte popolari. Bisogna stringere i rapporti più stretti con le masse popolari. In questi momenti non c’è un’organizzazione politica in grado di farlo, quindi diventa indispensabile creare la struttura direttiva delle masse.
 
Il partito non sarà una matassa di istanze del potere intermediario, ma il principale promotore della partecipazione democratica delle masse mediante l’educazione e l’organizzazione del popolo, tutto in funzione dello sviluppo del potere popolare, per convertire il popolo in un protagonista cosciente della costruzione della nuova società. In una rivoluzione pacifica e democratica come la nostra, quest’elemento acquisisce un valore speciale, poiché non è la violenza rivoluzionaria a stabilire il nuovo ordine mediante l’imposizione improvvisa di nuove realtà, ma la costante azione rivoluzionaria del popolo lavoratore organizzato, ciò che permetterà l’abbattimento progressivo delle vecchie strutture.
 
Il carattere di classe
 
Quando ci riferiamo ai vincoli con le masse dobbiamo porre un’enfasi particolare al vincolo con la classe operaia. Se vogliamo sradicare il capitalismo, dobbiamo diventare l’organizzazione politica, l’interprete degli interessi della classe sociale che, che per la sua collocazione nella struttura socioeconomica, non solo è la più esposta alle sofferenze dallo sfruttamento capitalista, e perciò interessata ala soppressione della schiavitù salariale, ma perché il conseguimento di quest’obiettivo libera il resto della società dal regime disfruttamento, e quella non essendo dotata di mezzi di produzione, non aspira ad appropriarsene per sfruttare altre classi sociali.
 
Non può che essere la classe operaia a costituire il contenuto del partito della rivoluzione, che dovrà rifletterne la composizione ed interessi se vogliamo essere coerenti con l’obiettivo programmatico di natura strategica che perseguiamo: il socialismo.
 
Tale contenuto classista, ben definito, del partito socialista unito è una necessità storica e non è slegato dal carattere antimperialista della rivoluzione bolivariana. La fase che viviamo esige un’ampia alleanza di classe e fattori intorno agli obbiettivi della liberazione nazionale. Utilizzare, da un lato, tutte le contraddizioni e divergenze che possano esistere fra settori della piccola e della grande borghesia, e dall’altro dell’imperialismo, è uno dei compiti essenziali, ma quest’alleanza non deve prodursi all’interno del partito della rivoluzione, specialmente quando sappiamo che la meta di questa rivoluzione è il socialismo.
 
Uno dei molti aspetti che contiene il contenuto classista del partito è il suo carattere internazionalista. La classe operaia è una classe sociale con potenti ramificazioni in tutto il pianeta, e con una piattaforma di lotta internazionale contro la dominazione planetaria del capitalismo. Nel contesto attuale di espansione globale delle corporazioni transnazionale con ripercussioni devastanti sui popoli del mondo, ciò gioca un ruolo di prim’ordine. Tanto che con i lavoratori di tutto il mondo dovrà sussistere, oltre ad una rete di rapporti d’amicizia, un coordinamento di azioni contro la dominazione imperialista.
 
Questi sono gli elementi che riteniamo di fondamentale importanza per il disegno del partito che richiede la rivoluzione venezuelana, elementi che sottoponiamo alla discussione del popolo bolivariano, e in particolare dei nostri alleati, fiduciosi che la razionalità rivoluzionaria e non la forza elettorale s’imporrà nella ricerca del consenso.
 
In ogni caso, la costruzione del nuovo partito non sarà un atto unico, ma un processo molto dinamico.
 
Tradotto dallo spagnolo per www.resistenze.org da FR