www.resistenze.org - pensiero resistente - movimento comunista internazionale - 03-12-07 - n. 205

da: http://inter.kke.gr
 
Minsk: contributo del Partito Comunista di Grecia (KKE)
 
Discorso di Aleka Papariga, Segretaria Generale del CC del KKE,
 
"Il 90° anniversario della Grande Rivoluzione Socialista di Ottobre. L'immutabile valore delle sue idee. Comunisti nella lotta contro l'imperialismo e per il socialismo".
 
Cari compagni,
 
Siamo particolarmente lieti che l'incontro internazionale di quest'anno dei nostri partiti comunisti e dei lavoratori, sul tema del 90° anniversario della Grande Rivoluzione d'Ottobre, sia ospitato nella capitale di una ex Repubblica socialista, la Bielorussia. Auguriamo successo alla prossima manifestazione di Mosca.
 
La Rivoluzione d'Ottobre rappresenta l'evento più importante del XX secolo, i cui riflessi sul corso dell'umanità si ravvisano tutt'oggi. Con il 1917, il capitalismo internazionale ha dovuto porre in agenda l'esistenza di una "forza rivale alternativa".
 
Il patrimonio storico del socialismo del XX secolo è stato ereditato dal moderno movimento rivoluzionario e costituisce un'inestimabile speranza per il futuro: lo dobbiamo studiare e difendere contro l'odio di classe che ha suscitato nella classe borghese e nei suoi alleati.
 
Grazie alla Rivoluzione Socialista di Ottobre, sono state create le condizioni che hanno permesso il riconoscimento di quei diritti fin'allora sconosciuti anche ai lavoratori dei paesi a capitalismo avanzato.
 
Le conquiste dei lavoratori e dei contadini, delle donne e dei giovani, sotto il governo dei Soviet agirono a favore dei lavoratori dei paesi capitalisti: furono il fattore decisivo che costrinse i partiti borghesi al governo, liberali e socialdemocratici, a fare concessioni alla classe operaia.
 
Il progresso conseguito sotto il governo sovietico costituisce tutt'oggi un sogno irraggiungibile per la classe operaia e per le più ampie masse di popolazione in tutti i paesi capitalisti, anche i più sviluppati.
 
A nostro giudizio, il rovesciamento del sistema socialista è stata una controrivoluzione che ha portato un notevole regresso sociale, non solo in URSS e negli altri paesi socialisti europei ma anche nei paesi capitalisti.
 
Rifiutiamo l'espressione "collasso" del sistema socialista che implicherebbe una qualche necessità del processo controrivoluzionario, nascondendo lo scontro sociale e le condizioni per la sua evoluzione in aperta lotta di classe.
 
Alcune lezioni e conclusioni fondamentali da trarre dalla Rivoluzione d'Ottobre
 
1. Il partito dei bolscevichi ha trattato la lotta economica, politica e ideologica della classe operaia come un tutt'unico indivisibile.
 
L'ampia preparazione teorica del partito dei bolscevichi, sotto la guida di Lenin, ha permesso di valutare correttamente la situazione e la correlazione tra le forze sociali e politiche, di individuare le corrette scelte politiche senza perdere di vista l'obiettivo strategico, di elaborare e adattare costruttivamente le parole d'ordine adatte ad una situazione fluida in continua e rapida evoluzione.
 
Solo un Partito comunista, e nessun altro, è in grado di trasmettere l'ideologia comunista-socialista alla classe operaia come sua avanguardia cosciente e organizzata. Proprio qui risiede la necessità di un Partito comunista. Non può essere sostituito da nessun altro partito politico. C'è un estremo bisogno di una sua autonomia ideologica, politica e organizzativa, che non può diluirsi all'interno di "formazioni unitarie". L'autonomia del Partito comunista può invece essere efficacemente "coniugata" a una politica di alleanze, anzi tale autonomia è anche una condizione per rafforzare l'alleanza stessa, che è nostro obbligo promuovere, per quanto ci è possibile.
 
Non dobbiamo dimenticare che il nemico di classe non esita a usare la violenza contro il movimento comunista e dei lavoratori, come allo stesso modo non esita di fronte ai movimenti popolari e le sue organizzazioni popolari.
 
Il nemico di classe non desiste dagli sforzi per esercitare pressione ideologica sistematica sui partiti comunisti, utilizzando le forze del riformismo e dell'opportunismo. I partiti borghesi sfruttano al massimo il declino del movimento rivoluzionario dopo il 1989, nonché i gravi problemi di orientamento e di unità del movimento comunista.
 
Pertanto, è nostro dovere essere vigili contro la pressione ideologica e non sottovalutare l'avversario.
 
Vigilare non significa trincerarsi o ripiegare, o esitare nell'aderire ai movimenti popolari e nella ricerca di alleanze. Non si devono confondere le domande o le critiche dei lavoratori al socialismo con la sistematica, corrosiva propaganda avversa al comunismo propugnata dalla borghesia e dagli opportunisti.
 
Il fatto che nei paesi ex socialisti, il rovesciamento sia stato guidato dal partito e dalla direzione al governo conferma l'insegnamento dell'intera storia del movimento operaio: l'opportunismo, quando si sviluppa, soprattutto nella fase acuta della lotta di classe, diviene parte integrante delle forze controrivoluzionarie.
 
E' dovere urgente del partito comunista che mantiene in rotta, attrezzarsi ideologicamente credendo fermamente nella teoria scientifica del socialismo e nella lotta per il socialismo. L'esperienza del PC greco, dimostra che la miglior difesa si realizza per mezzo del costante sforzo di elevare il livello ideologico del Partito e dei giovani comunisti: attraverso lo studio della nostra teoria, filosofia, politica economica e teoria politica rivoluzionaria, oltre che della storia del movimento comunista. E' necessaria una ferma e costante attenzione alle trasformazioni, alle novità emergenti e ai nuovi fenomeni. Abbiamo bisogno di sviluppare moderni studi scientifici in modo che la nostra politica diventi sempre più raffinata. Abbiamo bisogno di arricchire la nostra teoria con una ricerca continua, evitando il soggettivismo, la superficialità e la faciloneria. Abbiamo bisogno di lavorare sulle questioni politiche e teoriche, in uno spirito di collaborazione internazionale.
 
2. La Rivoluzione d'Ottobre e l'edificazione del socialismo in URSS sono state rese possibili perché era stata precedentemente conseguita un'altra conquista: la nascita della teoria scientifica del socialismo, prova tangibile che le condizioni materiali oggettive per la rivoluzione socialista erano mature. A questo va aggiunto il grande lavoro teorico del pensiero di Lenin, che non cedette alla tentazione di occuparsi solo dei gravi problemi contingenti. Il partito bolscevico poté avvalersi di una mole di materiale senza precedenti, che erano stati ponderati non solo in relazione ai fatti correnti, ma anche alle esigenze del futuro.
 
Purtroppo non abbiamo appreso la lezione del partito bolscevico. Sotto la pressione di persecuzioni, scontri, clandestinità e guerra, molti partiti hanno ceduto al pragmatismo, riducendo la teoria al superficiale approccio in termini di bisogni.
 
Oggi, se è consentito dirlo, non vi è alcuna scusa, soprattutto dopo le esperienze controrivoluzionarie. Per quanto complesso, per quanto inediti siano i problemi con cui abbiamo a che fare, non dobbiamo trascurare per un solo momento l'accrescimento ideologico e politico dei nostri quadri e militanti, nonché la promozione del numero più ampio possibile di membri di partito formati come studiosi marxisti capaci di studio e di analisi al riparo dall'influenza immediata della lotta di classe e del contatto con le masse popolari.
 
3. È estremamente importante per noi avere una conoscenza teorica della fase che attraversa il sistema capitalista e delle modifiche che apporta nel tentativo di superare le difficoltà che incontra riproducendo così sè stesso con una facilità comparabile al passato. In questi giorni, la strategia del capitale è caratterizzata in termini neoliberisti o di politica neoliberale. Ciò che deve premerci è comprendere più approfonditamente che le privatizzazioni, le modifiche nei rapporti di lavoro, l'abolizione dei diritti civili, l'abolizione di ogni limitazione alla libera circolazione dei capitali e delle merci e la soppressione degli Accordi internazionali, non sono semplicemente gli aspetti di una politica dogmaticamente conservatrice o deviazioni politiche, ma costituiscono un intima necessità interna al sistema capitalista.
 
Stiamo vivendo una fase di violenti conflitti e concorrenza tra forze imperialiste, centrati principalmente attorno la questione energetica euro-asiatica e la battaglia in atto per il controllo delle fonti e delle vie energetiche. Vi sono modifiche nella correlazione delle forze imperialiste, che creano le condizioni per un acuto peggioramento di tutte le contraddizioni del sistema. Gli imperialisti, anche se sembrano uniti nel soffocare qualsiasi resistenza alle loro politiche, appaiono inevitabilmente divisi per quanto riguarda la divisione dei bottini, dei mercati e delle sfere di influenza.
 
Sulla base di questi conflitti accesi dalla concorrenza imperialista, vengono a crearsi nuove possibilità per una più ampia mobilitazione delle forze in lotta contro il sistema imperialista. Obiettivamente questa lotta si lega organicamente alla prospettiva del rovesciamento del capitalismo: è in questa direzione che occorre indirizzare la lotta di classe. Il ruolo della classe lavoratrice, il suo movimento e i partiti, l'orientamento di classe del movimento operaio costituiscono fattori di crescente importanza in termini di nuove alleanze militanti in funzione antimperialista, con l'obiettivo del socialismo.
 
4. Ragionando delle prospettive e delle sfide nella lotta per il socialismo oggi, è essenziale valutare il contributo storico del socialismo nel XX secolo. Il sistema socialista, creato nel XX secolo, diretto dall'URSS, ha realizzato il più grande traguardo nella storia umana: l'abolizione dello sfruttamento dell'uomo sull'uomo.
 
L'Ottobre mostra il ruolo insostituibile della funzione di direzione in una rivoluzione socialista, ovvero del partito comunista, come un partito nuovo rispetto ai compromessi partiti socialdemocratici. Dimostra la potenza dell'internazionalismo proletario.
 
Dopo la fondazione del partito dei bolscevichi (1903), è seguita per diversi anni una dura battaglia ideologica tra chi condivideva la visione leninista e gli opportunisti all'interno del partito. Ma per la prima volta nella storia politica, nacque una forza organizzata in forma partito con diritti e doveri per i membri sanciti in uno statuto basato sul fondamentale principio del centralismo democratico. Quest'ultimo consiste nel diritto di opinione e critica coniugato all'unità d'azione e alla disciplina quando le decisioni sono formate. E' un modello in cui i legami con le masse popolari e dei lavoratori diventano via via più forti grazie alla democrazia interna e all'autocritica sviluppata nel partito, con il sostegno del fondamentale principio del collettivismo.
 
5. Uno dei fattori decisivi nella vittoria della rivoluzione è stata la politica dei bolscevichi nella Prima Guerra Mondiale: la concezione leninista di trasformare la guerra imperialista in lotta per rovesciare il capitalismo.
 
Questa era l'unica via per una pace giusta, con l'eliminazione dello sfruttamento di classe e dell'oppressione imperialista.
 
La teoria leninista dell'anello debole nella catena imperialista trovava pieno riscontro. Partendo da condizioni di diverso sviluppo economico e politico, com'è tipico del capitalismo, la possibilità della vittoria della rivoluzione socialista in uno o più paesi separatamente esiste.
 
Il nuovo Stato, la dittatura del proletariato, basata sui Soviet, che erano nati dall'azione autonoma delle masse nel fuoco della rivoluzione del 1905-07, sostituiva il vecchio meccanismo che era stato schiacciato dalla Rivoluzione d'Ottobre.
 
La frantumazione dello stato borghese e dei suoi apparati era necessario perché "lo Stato moderno, qualunque forma assuma è essenzialmente una macchina capitalista, uno stato capitalista, che incarna l'ideale capitalista", come ha scritto Engels.
 
6. Un ulteriore lezione della Rivoluzione d'Ottobre, sta nello sforzo compiuto dal nascente Stato sovietico di costruire le basi economiche per il socialismo avanzato nel fuoco di una feroce battaglia contro gli eserciti stranieri di intervento militare e la classe borghese locale, accerchiati all'esterno dalle forze imperialiste, con all'interno una situazione sovversiva con cospirazioni, sabotaggio e assassini di bolscevichi.
 
La fondazione del socialismo costituisce una vittoria senza precedenti rispetto a qualsiasi risultato raggiunto precedentemente. Non dobbiamo dimenticare che in Russia, accanto al nascente capitalismo, persistevano relazioni precapitaliste e la classe operaia era minoritaria rispetto ai contadini.
 
È stato così dimostrato che le specificità storiche e nazionali, che certamente esistono e che devono essere tenute nella dovuta considerazione, non invalidano le leggi del capitalismo, la lotta di classe e la rivoluzione socialista. Varie scelte politiche di natura opportunista sono state a più riprese formulate attorno alle "peculiarità nazionali", come la corrente del dopoguerra chiamata "Eurocomunismo". È evidente che, indipendentemente dalle specificità di ciascun paese, la linea dell'"Eurocomunismo" è stata di negare la politica rivoluzionaria.
 
L'edificazione del socialismo prevede leggi valide in tutti i paesi. Il punto di partenza per il passaggio al socialismo rivoluzionario è la presa del potere da parte della classe operaia, in collaborazione con i suoi alleati, la socializzazione dei mezzi di produzione di base e di pianificazione socialista dell'economia.
 
Indipendentemente dalla forma che assumerà, lo stato socialista, nell'essenza di classe, sarà il potere rivoluzionario della classe operaia, la dittatura del proletariato.
 
L'economia socialista presuppone l'abbattimento della proprietà privata e la centralizzazione dei principali mezzi di produzione e, di conseguenza, il ribaltamento delle prevalenza delle relazioni capitaliste: si tratta del passaggio dei mezzi di produzione e delle infrastrutture alla proprietà statale in particolare per i settori dell'energia, delle telecomunicazioni, delle risorse minerarie e idriche, dei trasporti, del comparto manifatturiero di base, del sistema bancario, del sistema per la raccolta, la gestione e canalizzazione delle risorse economiche e finanziarie, del commercio interno ed estero, dell'edilizia, della ricerca e dei media.
 
Accanto ai comparti socializzati vi sarà la produzione cooperativa di piccoli proprietari, secondo le specifiche condizioni del paese. Saranno preclusi i settori cruciali per la riproduzione della forza lavoro, che non potranno più essere mercificati - quali l'istruzione, la salute, la previdenza sociale, che saranno prerogativa del sistema pubblico, unificato e gratuito.
 
La pianificazione dell'economia è indispensabile all'edificazione del socialismo e implica la produzione necessaria alla più ampia e completa soddisfazione dei bisogni sociali, utilizzando le migliori tecniche e tecnologie e le ultime conquiste della scienza moderna.
 
Non a caso la socializzazione e la pianificazione, come il controllo operaio, sono oggetto di odio feroce da parte della classe media e degli opportunisti. Anche ai giorni nostri il vessillo della crociata "anti-stalinista" è ipocritamente sbandierato per screditare la lotta e la prospettiva comunista.
 
7. Noi oggi siamo chiamati a valutare il percorso di edificazione del socialismo e i fattori che hanno portato al suo indebolimento, al suo regresso fino al rovesciamento - in particolare le cause economiche e socioeconomiche che hanno condotto alla restaurazione del capitalismo.
 
Infine, nonostante la questione sia stata dibattuta, l'esperienza dimostra che vale la pena tornare a discutere attorno a cosa è il socialismo in relazione alla formazione socioeconomica del capitalismo e del comunismo, partendo dagli sviluppi del XX secolo e aggiornandoli con idee e pratiche contemporanee.
 
Non crediamo che il socialismo implichi un modo di produzione e una formazione socioeconomica indipendente tra il capitalismo e il comunismo, ma che sia un grado di formazione immaturo e imperfetto del comunismo. Il passaggio dal capitalismo al socialismo è un processo consapevole e pianificato con la forza della classe operaia sotto la guida del Partito comunista. Questo è precisamente il motivo per cui, nel corso dell'edificazione del socialismo, devono essere risolte le contraddizioni sociali, che altrimenti conducono a una forma di lotta politica e sociale.
 
Riteniamo che la questione cruciale, indipendentemente da qualsiasi specificità nazionale, che naturalmente deve essere tenuta in debita considerazione, sia di rafforzare le relazioni socialiste, vale a dire la proprietà sociale e la pianificazione dell'economia a discapito della produzione di merci in forma cooperativa e di piccole dimensioni. Questo percorso è ovviamente complesso, ma i problemi che si porranno non dovranno essere affrontati con gli strumenti del passato, a spese del costante sviluppo delle relazioni socialiste. I problemi devono essere risolti nella prospettiva comunista.
 
8. La potenza del sistema socialista si è resa manifesta anche nel ruolo determinante svolto dall'Unione Sovietica nella vittoria antifascista durante la Seconda Guerra Mondiale. L'Unione Sovietica cercò, in ogni modo, di perseguire una politica di pace e di soffocare i focolai di tensione e guerra innescati dall'imperialismo, responsabile di due conflitti mondiali e di centinaia di guerre regionali. L'Unione Sovietica ha avanzato decine di proposte per l'eliminazione o almeno la riduzione degli armamenti nucleari e accordi di non proliferazione – proposte che si sono scontrate con il carattere aggressivo degli stati capitalisti.
 
L'accerchiamento imperialista del sistema socialista rafforzò enormemente i problemi interni e i conflitti, ostacolando il cammino dell'edificazione socialista. La corsa agli armamenti assorbì la maggior parte delle risorse dell'Unione Sovietica. La linea della coesistenza pacifica, sviluppata negli anni dell'immediato dopoguerra, ha alimentato l'illusione utopica che l'imperialismo avrebbe ripudiato la sua natura aggressiva e smesso di minare l'esperienza socialista. Questa linea è stata avallata dal gruppo opportunista, sempre più dannoso. Dobbiamo essere consapevoli che la lotta per la pace è una cosa del tutto distinta dalla possibilità di coesistenza pacifica tra capitalismo e socialismo.
 
9. Un fenomeno significativo in questi ultimi anni è rappresentato dalla nascita e la crescita dei movimenti: forme di resistenza popolare e forze radicali che, con le loro battaglie, incidono sull'intero spettro della politica imperialista. Abbiamo visto emergere lotte di classe in tutto il mondo, anche nel nostro continente, che hanno aggregato nuove riserve e che costituiscono per il momento masse inesperte e non ancora emancipate dall'ideologia dominante. All'interno di questi movimenti si sta consumando una dura battaglia politica e ideologica tra socialdemocrazia e partiti dell'Internazionale Socialista, tra forze riformiste e opportuniste e forze antimperialiste. La lotta è su questioni fondamentali.
 
Il fronte contro l'opportunismo nelle sue varie espressioni - dal qualunquismo all'anti-comunismo fino all'avversione verso l'esperienza sovietica - è base per una coerente lotta contro l'imperialismo, contro i monopoli e sulla via del socialismo.
 
Respingiamo la visione secondo cui il cosiddetto "movimento contro la globalizzazione" - descritto come il "movimento dei movimenti" - segni la fine del movimento operaio e comunista.
 
L'ipotesi "socialisteggiante" di un capitalismo dal volto umano in un sistema di mercato in cui sia preservata la proprietà dei principali mezzi di produzione, è pura utopia. Simili e numerose ipotesi, più di natura sociale che politica, minano, diluiscono e negano la necessità di una lotta politica per conquistare il potere. Paradigmatico di questa visione è il libro del Prof. John Holloway, dal titolo "Cambiare il mondo senza prendere il potere: il significato della Rivoluzione oggi." L'idea è entusiasticamente appoggiata da molti circoli, prevale in vari movimenti "anti-globalization". Con tutta l'esperienza accumulata in questo inizio secolo, l'ultima cosa di cui abbiamo bisogno è un nuovo Eduard Bernstein!
 
Oggi, nonostante i progressi compiuti, il Movimento Comunista Internazionale rimane organizzativamente e ideologicamente frammentato, ancora in piena crisi. Occorrerà sopportare ancora forti pressioni operanti nel senso di un'assimilazione all'interno del sistema imperialistico e che determinano la dispersione dei partiti e dell'identità comunista in più ampie formazioni "di sinistra" e la perdita dell'autonomia politica e ideologica. Nelle file del movimento comunista, la lotta tra comunismo rivoluzionario da un lato e riformismo e opportunismo dall'altro, continua.
 
Le differenze emergono a vari livelli e su molteplici fronti; ma a prescindere dall'ampiezza e dalla profondità di tali differenze, la questione di fondo riguarda la strategia: ossia la convinzione della necessità e immanenza del socialismo, con il suo carattere rivoluzionario e quale tappa imperfetta nella costruzione della società comunista. Le differenze sulle questioni principali, riguardano le alleanze, il rapporto della lotta a livello nazionale e internazionale, la crisi capitalista e i conflitti intra-imperialisti, ecc.
 
10. Le tattiche legate all'edificazione del socialismo e la strategia del movimento comunista devono essere discusse più ampiamente e sistematicamente, attraverso un dialogo aperto tra compagni. È necessario dare forma a un movimento comunista forte e autonomo, in grado di guidare la linea strategica di contrattacco e di costituire un punto di riferimento per le più ampie forze popolari e per i movimenti che sono oggettivamente più facili da disorientare e da integrare nel sistema capitalista.
 
Abbiamo bisogno di dimostrare la necessità del socialismo nel modo più saldo e meglio documentato come l'unica alternativa al sistema imperialista odierno. Per la prospettiva comunista è indispensabile un organismo di riferimento su posizioni nettamente avanzate, in modo da affrontare efficacemente i problemi e le difficoltà della lotta, e che assolva anche una funzione di coordinamento nella lotta all'imperialismo e ai monopoli internazionali.
 
Il problema per il movimento operaio nei paesi capitalisti di oggi, sta nell'essere irretito nelle maglie del sistema parlamentare, sindacale, di governo locale che sia. La potente influenza ideologica borghese sul movimento operaio si esprime attraverso il revisionismo e l'opportunismo in numerosi Movimenti Comunisti.
 
Oggi più che mai, visto che si stanno modificando i bisogni immediati sia del capitale che della classe lavoratrice, è evidente che la lotta di classe non può essere soltanto difensiva e non può arroccarsi nella salvaguardia di alcuni vantaggi. I risultati immediati ma, soprattutto, la prospettiva per il futuro passa dalla politicizzazione dell'azione, con rivendicazioni che si scontrino con la logica del profitto del capitale e che al contempo preparino il fattore soggettivo per la conquista del potere.
 
Il futuro dell'umanità, che il movimento comunista rappresenta, non può essere imbrigliato!
 
L'eco dei cannoni dell'"Aurora" non tace: riverbera sul futuro, non nel passato. Il "fantasma del comunismo" continua ad aggirarsi sulla terra e a perseguitare gli imperialisti e gli sfruttatori, ovunque siano. Essi sono ben consapevoli delle contraddizioni acute e insormontabili generate dal loro spietato sistema di sfruttamento in tutti i settori della vita economica, sociale e politica. Sanno anche che "gli eserciti sconfitti" imparano dai propri errori e dalle sconfitte, e che, nuovamente uniti, tornano valorosi sul campo di battaglia. Oggi non è il 1989, né il 1991. Sono già trascorsi i primi sette anni nel XXI secolo. La natura della nostra epoca non è cambiata e invoca la transizione al socialismo rivoluzionario ancora più urgentemente.
 
Per quanti ostacoli incontri, alla fine il socialismo trionferà!
 
L'Ottobre 1917 ci guida!
 
Traduzione dall'inglese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare