www.resistenze.org - pensiero resistente - movimento comunista internazionale - 14-12-09 - n. 299

da www.solidnet.org
Traduzione dall'inglese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
 
11° Incontro dei Partiti Comunisti e Operai
New Delhi, 20-22 Novembre 2009
 
Intervento di Scott Marshall, Partito Comunista USA
 
Cari compagni, è molto bello essere qui a Delhi a questo importante incontro dei partiti comunisti e operai e di vedervi tutti di persona. Vogliamo esprimere il nostro più vivo apprezzamento agli organizzatori di questa conferenza e in particolare al Partito Comunista (Marxista) dell'India e al Partito Comunista dell'India per aver ospitato questo importante incontro. Sono lieto di portarvi il saluto caloroso del comitato nazionale e dei dirigenti del nostro Partito.
 
In questo terribile momento di crisi economica globale è urgente cercare modi per espandere e ampliare la nostra parola d’ordine "lavoratori e popoli oppressi di tutto il mondo unitevi". Sono passate molte generazioni dacché questa espressione è stata coniata ed è ora più significativa che mai. Oggi l'integrazione economica globale ha raggiunto nuovi e incredibili livelli. Oggi il capitale finanziario mondiale arriva ovunque, saccheggiando e facendo guadagni esorbitanti su una scala inimmaginabile ai tempi di Marx.
 
Prima di tutto vorrei dire alcune parole su come la crisi ha colpito i lavoratori negli Stati Uniti. Proprio questo mese, il tasso di disoccupazione nel nostro paese ha raggiunto livelli mai visti dai tempi della Grande Depressione del 1930. All’inizio di questa crisi venivano persi 700.000 posti di lavoro al mese. Ora, mentre alcuni economisti funzionali al sistema dichiarano che la recessione è ormai finita, mentre i profitti bancari sono di nuovo in osceno aumento, mentre il mercato azionario è di nuovo in crescita e il capitale finanziario torna ad usare i suoi metodi non regolati e predatori, perdiamo circa 200.000 posti di lavoro al mese.
 
Il tasso di disoccupazione tra i giovani negli Stati Uniti è altissimo. Nella fascia tra i 16 e 24 anni, appena il 45% ha un lavoro. E le percentuali sono ben peggiori per gli afro-americani, i latino-americani e gli altri giovani appartenenti a gruppi nazionali o etnici oppressi. Il razzismo negli Stati Uniti colpisce in modo ancora più virulento in questo tipo di crisi economica. Tra i gruppi nazionali ed etnici oppressi la crisi è particolarmente violente e devastante.
 
Nel contempo gli esperti che seguono il mercato immobiliare, dicono che il 2010 vedrà una nuova esplosione di pignoramenti lasciando molti lavoratori e le loro famiglie senza casa. Circa 40 milioni di persone sono senza assistenza sanitaria e la tendenza è in crescita, perché negli Stati Uniti molte persone hanno una copertura assicurativa esclusivamente tramite la ditta per la quale lavorano. In quello che viene visto come il paese più ricco del mondo, poiché una parte consistente del capitale della finanza mondiale è lì concentrata, centinaia di migliaia di bambini vanno a scuola affamati ogni giorno. In molte comunità operaie colpite dalla crisi, le scuole e gli ospedali sono in sfacelo e stanno chiudendo. Le strade e i ponti, le reti fognarie e gli acquedotti, le infrastrutture di base sono trascurate e fatiscenti. A tutti i livelli di governo, i servizi pubblici essenziali sono lasciati senza stanziamenti e vengono chiusi.
 
L'elenco dei fallimenti del capitalismo in questa crisi è molto lungo. E naturalmente sappiamo che la crisi colpisce nel mondo in via di sviluppo molto più duramente che nei paesi sviluppati.
 
Ci sono sempre due contendenti nella lotta di classe. Nel mio paese, un paio di grandi eventi stanno determinando il corso della lotta della classe operaia, spingendola in una direzione più militante e più disposta a impegnare il nemico. Il primo è l’insorgere del movimento che ha sconfitto l'estrema destra del Partito Repubblicano nelle elezioni del 2008 ed ha eletto Barack Obama. Quello stesso movimento ha anche sconfitto molti membri di estrema destra del Congresso degli Stati Uniti. Sono consapevole che a livello internazionale ci sono sentimenti contrastanti riguardo al ruolo del Presidente Barack Obama. Vorrei essere chiaro, non è un comunista, non è un socialista, e su alcuni temi è quel che si dice un liberale moderato. Allo stesso tempo, dopo otto anni di George Bush, il peggior presidente guerrafondaio e la peggior amministrazione nella storia degli Stati Uniti, con l'elezione di Barack Obama si apre un terreno del tutto nuovo di lotta per la classe operaia negli Stati Uniti e nel mondo. Dopo 30 anni di feroci attacchi neoliberisti contro il movimento operaio degli Stati Uniti, la classe operaia e i movimenti popolari negli Stati Uniti, l'elezione di Barack Obama apre la porta per una lotta tutta nuova per la giustizia economica, la pace e l'uguaglianza.
 
Barack Obama, come ho detto, non è un rivoluzionario, è vero. Ma non occorre che sia un rivoluzionario per fare alcune cose molto importanti per sostenere il sindacato e la classe operaia. Non voglio qui elencare tutti i problemi nazionali interni, ma [la sua elezione] è significativa per chi negli Stati Uniti deve lavorare per vivere. Obama ha ispirato un movimento e mobilitato le forze democratiche (con la "d" minuscola) per sconfiggere Bush e l’estrema destra. E, cosa più importante per il presente incontro, ha adottato misure per arginare alcune delle peggiori caratteristiche delle politiche internazionali che ha ereditato dalla precedente amministrazione. Come sulla scena nazionale, anche in ambito internazionale, la mobilitazione delle forze popolari e il movimento operaio saranno determinanti nello spostare la politica degli Stati Uniti ancora di più [a sinistra]. La sinistra e le forze popolari che hanno avuto ben poco impatto sull'amministrazione Bush, sono ora in grado di contribuire a spostare l'amministrazione Obama in una direzione migliore.
 
Il movimento che ha eletto Obama è stato, e continua a essere, una vasta coalizione di forze sociali, tra cui anche alcuni settori del capitale. Ma al suo centro c'è quello che noi individuiamo come forza sociale di base, la classe operaia e il suo settore organizzato, cioè il movimento operaio, i gruppi nazionali ed etnici oppressi, le donne, i giovani, e il movimento per i diritti dei gay.
 
L'altro grande evento che incide sull’evoluzione della lotta è il congresso AFL-CIO (la più grande federazione sindacale del nostro paese) tenutosi nel settembre 2009. Credo che la storia ricorderà il congresso come un importante punto di svolta per la nostra classe operaia. Questo congresso è stato il culmine dei cambiamenti e degli sviluppi che ebbero inizio intorno al 1995, quando il congresso dell'epoca segnò un importante distacco da alcune delle peggiori caratteristiche della collaborazione di classe e dalla guerra fredda, una collaborazione che inizia con la caccia alle streghe anticomunista dei primi anni '50. A metà degli anni '90, il movimento operaio ha cominciato a sviluppare un approccio più somigliante alla lotta di classe. Dopo il congresso del 1995, il movimento sindacale degli Stati Uniti ha cominciato a sviluppare un proprio apparato politico indipendente. È diventato più attivo nella lotta economica e sempre più ha maturato la consapevolezza della natura globale del capitalismo. Inoltre ha compreso che il movimento operaio doveva essere più che il difensore dei propri iscritti: doveva diventare la voce e il movimento di tutta la classe operaia.
 
Il Congresso AFL-CIO del 2009, al quale ho partecipato, ha approfondito queste tendenze ed è stato notevole sotto molti punti di vista. Ha eletto un nuovo gruppo dirigente, più militante e più radicato nelle tradizioni battagliere dei sindacati industriali del mio paese. Richard Trumka, il nuovo presidente, viene dalla tradizione militante del sindacato dei minatori. Il giorno dopo la sua elezione al congresso sindacale, è andato a Wall Street e ha denunciato il settore bancario e quello assicurativo per aver causato la crisi economica sia in patria che all'estero. Ha chiesto con determinazione nuove norme di regolamentazione per ridurre le speculazioni e misure volte a dividere quei gruppi bancari considerati "troppo grandi per fallire". La Federazione AFL-CIO ha insisto su questo punto e ha mobilitato i membri del sindacato a lottare per l’imposizione di nuovi limiti ben definiti sul capitale finanziario. Un altro primato per il nostro movimento sindacale, è stata l'elezione al congresso di due donne, una afro-americana, in posizione di vertice nella AFL-CIO.
 
Ci sono davvero troppi esempi di nuove politiche sindacali per essere elencate ora, ma vorrei parlare di una di esse che ritengo sia importante per il nostro movimento internazionale e a mio avviso indica una nuova direzione e nuove possibilità per la solidarietà sindacale internazionale. Ho con me una lettera, che ha trovato grande risonanza nei giornali sindacali negli Stati Uniti, mandata da Richard Trumka al Segretario di Stato USA, Hillary Clinton. In questa lettera, Trumka scrive che l'AFL-CIO ritiene che il governo portato al potere dal recente colpo di stato in Honduras sia totalmente illegittimo. La lettera dice che la repressione da parte del governo golpista sui sindacati e i movimenti democratici in Honduras rende impossibile lo svolgersi di elezioni libere e legittime in novembre. Poi invita con forza il Dipartimento di Stato USA a sospendere tutti gli aiuti economici all'Honduras finché il colpo di stato non sia rovesciato e il presidente Zelaya possa tornare al suo incarico. La lettera dice anche che la posizione della AFL-CIO è stata condivisa con i sindacati honduregni.
 
Questo è un solo esempio drammatico di un nuovo modo di pensare alle questioni internazionali negli Stati Uniti. Il movimento sindacale statunitense si oppone fermamente alle guerre e alle occupazioni in Iraq e in Afghanistan. (E vorrei qui ricordare che il movimento sindacale ha un inedito accesso presso il Presidente Obama e può con autorevolezza contribuire a orientare le sue scelte.) Questi sono esempi di breccia dei sindacati statunitensi sul Dipartimento di Stato e l'imperialismo statunitensi in merito alle questioni internazionali, per la prima volta dall’inizio della guerra fredda dopo la seconda guerra mondiale. Secondo noi questo apre un nuovo mondo di possibilità per la ricostruzione e il rafforzamento del movimento sindacale internazionale e la solidarietà di classe. E pensiamo che i Partiti comunisti e operai possano svolgere un ruolo fondamentale nel contribuire a sfruttare le nuove possibilità. E' davvero giunto il momento per il movimento sindacale, da tutti i lati rispetto la vecchia divisione politica da guerra fredda, di riconsiderare e ripensare l'unità del movimento. 
 
Compagni, a nostro avviso, la crisi economica mondiale non accenna a diminuire. Secondo la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale, le nazioni del mondo producono circa 65 milioni di miliardi di dollari in beni e servizi ogni anno. Secondo la Banca dei Regolamenti Internazionali, oltre 515 milioni di miliardi di dollari sono invece investiti in strumenti derivati, swap creditizi e forme simili di meccanismi finanziari inusitati. Dobbiamo riflettere su questo squilibrio incredibile. E' sconvolgente - si pensi al plusvalore rubato che rappresenta questo tipo di capitale finanziario parassitario, il più micidiale che esiste. Si pensi ai problemi delle persone del mondo che potrebbero essere risolti con una cifra del genere.
 
Pensiamo che sia anche importante vedere le crepe nel capitalismo in questo periodo. Negli Stati Uniti è sempre più evidente la spaccatura tra il capitale produttivo e bancario. Ciò determina non solo una frattura tra sistema di grandi e piccole imprese ma è anche possibile che porterà a nuove linee di mobilitazione per arrivare a regolamentare e porre un freno alle pratiche più predatorie del capitale finanziario speculativo in tutto il mondo.
 
Abbiamo molto di cui discutere e a cui pensare. Ma vorrei concludere con una parafrasi di qualcosa che ha detto Frederick Engels: "un grammo di azioni vale un chilo di teoria" o qualcosa di simile. Siamo molto interessati a come i nostri Partiti possono svolgere un ruolo concreto per contribuire alla nascita di una vera lotta organizzata ispirata dal motto "lavoratori di tutto il mondo unitevi." Occorre iniziare con quello che possiamo fare per contribuire a unire e allargare il movimento operaio a livello mondiale. Marx ed Engels non hanno detto, "Proletari di tutto il mondo - unitevi per condividere le informazioni." Era chiaro che intendevano che i lavoratori di tutto il mondo dovessero unirsi nella lotta. Cosa dobbiamo fare per realizzare questo obbiettivo nel mondo di oggi? Quali saranno i nostri primi passi concreti? Speriamo che questa nostra riunione e le nostre deliberazioni possono avvicinarci alla sua realizzazione.
 
Compagni, vi ringrazio per la vostra cortese attenzione.