www.resistenze.org - pensiero resistente - movimento comunista internazionale - 26-01-11 - n. 348

da Partito Comunista Brasiliano (PCB) - www.pcb.org.br - in www.solidnet.org
Traduzione dall'inglese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
 
12° IMCWP - Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai 
3-5/12/2010 - Tshwane - Sudafrica
 
Contributo del Partito Comunista Brasiliano (PCB)
 
Cari compagni,
 
vorremmo innanzi tutto ringraziare il Partito Comunista Sudafricano per la promozione di questo evento.
 
Viviamo in un momento estremamente difficile ma, allo steso tempo, intensamente ricco di lotte di classe. La crisi economica mondiale oggi presente in gran parte del mondo, è una crisi di accumulazione e di sovrapproduzione; il sistema capitalistico nel suo complesso, ha riaffermato la fragilità strutturale di questo sistema, così come la sua centralizzazione e la sua natura escludente. Le politiche proposte per superare la crisi, centrate sul taglio della spesa pubblica, sulla riduzione dei salari e sul continuo peggioramento dei diritti dei lavoratori, hanno un carattere incoerente e contraddittorio che contribuisce ad aggravarla ulteriormente.
 
Molte sono le conseguenze della crisi che modificano il quadro generale e che vanno prese in considerazione: si abbassa ulteriormente la centralità dell'economia degli Stati Uniti come "motore economico mondiale" e prende piede una guerra delle valute tra i principali poli mondiali.
 
La cosa più importante è che oggi nei vari paesi vi è una ripresa delle mobilitazioni dei lavoratori per la difesa dei loro diritti, come accade in Portogallo, Francia, Grecia e in molti altri paesi, con azioni organizzate contro la disoccupazione e contro le misure anti-crisi adottate dai governi.
 
In Brasile abbiamo una sorta di consolidamento di una democrazia borghese altamente escludente, che contrasta fortemente l’organizzazione dei lavoratori e l’azione dei partiti che si oppongono a quest'ordine, mediamente composta da grandi gruppi privati e da monopoli. Il capitalismo brasiliano è fortemente monopolista e si sviluppa ed integra a livello internazionale; è per questo motivo che non esiste base sociale per alcuna alleanza socialdemocratica o nazional-liberale che possa risolvere i problemi della maggioranza della popolazione e garantire la giustizia sociale. Oggi in Brasile vi è un’elevata concentrazione di reddito, un alto indice di disoccupazione, di povertà e disperazione. Il fatto che il 50% della popolazione non abbia accesso a servizi sanitari di base, è una chiara dimostrazione delle contraddizioni del capitalismo brasiliano.
 
Come risultato delle politiche liberiste degli ultimi due decenni, i settori sociali come la sicurezza sociale, la salute, la casa ed altri ancora, sono distrutti o molto indeboliti. Tuttavia si è verificata una crescita economica negli ultimi anni, con una riduzione dei livelli di povertà ed una relativa espansione del mercato interno sotto il forte stimolo di una politica di esenzione fiscale che, combinata con il debito personale/familiare insieme al sistema finanziario, ha portato ad una certa espansione della classe media. Ma come inizialmente abbiamo detto la disuguaglianza è aumentata, la concentrazione del reddito in Brasile continua ad essere tra le peggiori al mondo.
 
Il nostro Partito ha partecipato alle elezioni di quest’anno con propri candidati, dopo aver fatto innumerevoli sforzi per formare un fronte della sinistra con altre forze politiche socialiste e rivoluzionarie, con l’obiettivo di marcare il campo anticapitalista e antimperialista e contribuire, in ambito elettorale, alla formazione di un fronte più ampio di partiti e movimenti sociali, puntando alla costruzione della Rivoluzione Socialista in Brasile.
 
I partiti, di questo campo, concorrevano separatamente alle elezioni ed preso pochi voti. A questo risultato hanno contribuito: le dimensioni relativamente piccole di queste organizzazioni, la polarizzazione del voto tra i due blocchi passati al secondo turno, il carattere restrittivo della legge elettorale, il boicottaggio dei mass media nei confronti dei partiti non riformisti ed ultimo, ma non meno importante, l’egemonia borghese dominante in Brasile, rafforzata dal carisma personale e dalle politiche compensatorie e populiste intraprese dal presidente Lula da oltre 8 anni. Tuttavia abbiamo posto radici ottenendo il riconoscimento ed il rispetto dei lavoratori e ne siamo usciti rafforzati politicamente.
 
La vittoria di Dilma Roussef, del Partito dei Lavoratori (PT) nelle ultime elezioni, rappresenta la continuità sia del modello economico, sia della base politica del governo Lula. Tutti gli accordi ufficiali che sono stati fatti, indicano che non vi sarà nessun cambiamento del modello economico e che questo manterrà un orientamento liberale, un’economia aperta e la formazione ed il rafforzamento dei grandi gruppi economici brasiliani associati al capitale internazionale.
 
L’economia brasiliana è caratterizzata dall’elevata quota di esportazioni di materie prime agricole e minerarie e mantiene un rapporto di dipendenza dal flusso di capitali stranieri attratti dagli alti tassi di interesse offerti dai titoli di stato. C’è anche un significativo flusso di investimenti stranieri diretti specialmente nell’area petrolifera e verso beni di consumo durevoli, ma l'industria, che ha una base solida in tutti i settori ed alcune nicchie di alta competitività internazionale, ha perso lo spazio per le merci importate a causa dell'alto valore della nostra moneta, il Real.
 
La base che sostiene Dilma è multiclassista, confermando così la base di appoggio a Lula, con proprietari di banche, importanti imprenditori industriali, esportatori di materie prime, parti della classe media e dei lavoratori a basso reddito, soprattutto la popolazione che vive in estrema povertà mantenuta in vita coi programmi di governo per combattere la fame. Lula ha rallentato il ritmo delle privatizzazioni che hanno caratterizzato la precedente amministrazione neoliberista, utilizzando, però, nuove forme di privatizzazione, come le partnership pubblico-privato, lo sfruttamento privato della rete stradale, il sostegno finanziario alle grandi banche e la creazione di “Organizzazioni Sociali” in sostituzione delle istituzioni statali.
 
In ambito politico, la coalizione guidata da Dilma, comprende partiti conservatori come il PMDB, sempre all’altezza della situazione dei governi neoliberisti, il PP, di centro destra e altri partiti con importanti leader conservatori, alcuni dei quali hanno preso parte ai governi militari, come l’ex presidente Fernando Collor, messo sotto accusa nei primi anni ’90 per corruzione. Anche alcuni partiti di sinistra, compongono il nuovo governo.
 
Dal programma di Dilma è emerso che intende continuare con la politica sociale di Lula, incentrata sulla distribuzione di contributi per la popolazione a basso reddito, con una maggiore presenza dello Stato nel settore petrolifero e bancario e con la continuità di una politica estera più indipendente indirizzata anche a tutelare gli interessi delle grandi società brasiliane all'estero, come nel caso delle grandi società di costruzione civile.
 
L'avversario sconfitto nel secondo turno, José Serra, del PSDB, rappresentava gli interessi dei settori più di destra della borghesia brasiliana, quelli più direttamente collegati agli interessi Usa e quelli che hanno sostenuto il governo militare (1964 - 1985). Nella sua campagna, Serra si è avvicinato ai gruppi religiosi ultra-conservatori, mettendo in discussione temi come l’aborto e le unioni civili gay. Per questa serie di motivi, il PCB ha indicato il voto per Dilma e subito dichiarato l’opposizione al suo governo.
 
Nel campo delle lotte sociali, anche se sotto l'egemonia borghese ed ancora soffrendo per le conseguenze della disoccupazione e dell’indebolimento dei rapporti di lavoro, il movimento sindacale negli ultimi due decenni e i movimenti sociali hanno riassunto il loro posto nella scena politica con scioperi e manifestazioni. Il nostro Partito è stato coinvolto in questo sforzo, cercando di aumentare il livello di impegno della lotta di classe.
 
Data questa situazione il PCB propone la costruzione di un fronte anticapitalista e antimperialista per affrontare le difficoltà di organizzare i lavoratori a superare l'egemonia borghese e di andare avanti con il processo rivoluzionario in Brasile e nel mondo.
 
Ultimo, ma non meno importante dato l'aggravarsi della crisi del capitalismo e l'aumento della lotta di classe, è che arrivato il tempo per questi incontri importanti a livello mondiale dei Partiti comunisti ed operai, di fare un passo avanti verso l'articolazione del Movimento Comunista Internazionale rispetto alle informazioni, alla promozione di dibattiti politici e teorici e anche al consolidamento dell’internazionalismo proletario. Grazie!
 
Lunga vita al Socialismo!
Lunga vita al Comunismo!
 
 

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