www.resistenze.org - pensiero resistente - movimento comunista internazionale - 28-01-11 - n. 349

da Partito Comunista del Messico - www.comunistas-mexicanos.org - in www.solidnet.org
Traduzione dallo spagnolo per
www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
  
12° IMCWP - Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai
3-5/12/2010 - Tshwane - Sudafrica
 
Saluto del Partito Comunista del Messico
 
Compagni,
 
Rivolgiamo il nostro ringraziamento al Partito Comunista Sudafricano per aver organizzato e ospitato l'Incontro dei Partiti Comunisti e Operai di quest'anno. Le lotte dei lavoratori e del popolo sudafricano rappresentano un esempio luminoso nella lotta contro il colonialismo e l'imperialismo, contro il razzismo rivelatosi nell'apartheid. Al centro della lotta vi furono sempre il Partito Comunista Sudafricano e quadri dirigenti della statura di Joe Slovo e Chris Hani.
 
Salutiamo la presenza dei Partiti comunisti e operai fratelli presenti qui a Johannesburg.
 
Ci scusiamo per non essere presenti.
 
La crisi di sovrapproduzione e sovraccumulazione in corso va approfondendosi.
 
Dal momento in cui l'attuale crisi capitalistica di accumulazione e sovrapproduzione ha preso il via negli Stati Uniti alla fine del 2007 fino ad ora, si è dispiegata seguendo il modello tracciato dal marxismo-leninismo.
 
In contraddizione rispetto a quanto proclamato dagli economisti borghesi, la crisi non si è limitata semplicemente al settore finanziario, ma ha mostrato il suo vero volto rivelandosi pienamente nel settore manifatturiero. In tutto il mondo se ne trovano le prove, la disoccupazione è aumentata drasticamente, i salari reali dei proletari che ancora lavorano sono in caduta libera, la rovina incombe su numerosissimi piccoli proprietari, ecc. Nel caso del Messico, dopo il 2008 tutti gli indicatori hanno confermato lo sviluppo della crisi, la produzione per esempio ha avuto il più grande declino degli ultimi 70 anni.
 
Tuttavia, non siamo al tempo del capitalismo mercantilista, siamo nell'epoca dell'imperialismo, nel momento del pieno controllo dei monopoli sul mercato. Epoca nella quale essi esercitano pure una completa egemonia sull'apparato statale. Il potere dei monopoli, che hanno bandito dal loro discorso il laissez faire, ora chiama non solo a mantenere il mercato e la miseria dei popoli per continuare a mungere plusvalore straordinario, ma anche a mobilitare tutte le risorse di una società sfinita per assicurare la propria esistenza. In questi due anni di sviluppo della crisi, lo Stato capitalista è stato costretto ad intervenire per salvare dal fallimento le grandi banche e i cartelli.
 
Questo fa sì che, nella crisi attuale, vadano allo stesso tempo accelerandosi i processi di centralizzazione e concentrazione, gli stessi che ne hanno generato la dimensione e la portata attuali. Da parte dello Stato dei monopoli abbiamo visto come negli ultimi due anni si siano succedute importanti fusioni e acquisizioni, per esempio in America Latina il rapporto prezzo/utili indica una maggiore attività in questo senso del 62%. Nel bel mezzo di una crisi terrificante, i monopoli, trasferendo tutti i costi sui lavoratori, continuano a contare i loro profitti in miliardi di dollari.
 
La crisi in alcune economie ha generato anche una crisi delle finanze pubbliche. In particolare in Europa ci sono stati casi in cui, nella difesa del suo interesse generale come classe, la borghesia ha dovuto iniettare ingenti somme di denaro verso alcuni paesi (come Grecia o Irlanda) con l'unico risultato di ritardare lo scenario di fallimento a condizione però di aggravare la loro situazione già molto prossima ad esplodere.
 
Lo sviluppo della crisi ha acuito le contraddizioni del sistema imperialista mondiale. Da un lato tende al massimo i rapporti interimperialistici, le relazioni tra i diversi strati della borghesia all'interno di ciascun paese e fra i diversi blocchi ed economie imperialiste, per esempio in termini di gestione della crisi, ripartizione del mercato, ecc.
 
Dall'altra parte mette sul piede di guerra la classe operaia. I gruppi monopolistici per salvarsi pretendono un maggior numero di sacrifici della classe operaia. Tagliano il personale, applicano la disoccupazione tecnica, allungano la giornata [lavorativa], cancellano le prestazioni [sociali], spazzano via le conquiste giuridiche e sociali dei lavoratori, applicano un regime d'eccezione all'interno delle fabbriche, criminalizzano e addirittura attaccano violentemente i sindacati. Più sudore, più sangue! Ogni lembo di pelle proletaria deve essere consegnato ai monopoli! Fanno accompagnare le loro richieste da una sordida campagna, portata avanti dalle penne dei loro giornali, dai loro microfoni, pulpiti, schermi, parlamenti, dal mondo accademico e siti web, per cui la colpa della crisi deriva dalla pigrizia dei lavoratori e dai "privilegi" di cui godono. Lavoratori, dovete dividere in due il piatto da cui mangia la vostra famiglia e darne metà o più al monopolio!
 
Nonostante il suo generale stato di frammentazione, nonostante la precedente regressione, la classe operaia non può subire con rassegnazione tanti oltraggi e in tutto il mondo si scuote e agita. La classe operaia torna ad essere al centro della lotta di classe e a riconoscere il proprio ruolo decisivo nella lotta contro il capitale. Laddove incontra un'organizzazione più adeguata, in cui un partito comunista sia abbastanza maturo e risoluto, la sua coscienza di classe aumenta più rapidamente.
 
Sappiamo che la crisi continuerà ad acuirsi nei prossimi anni con un lungo periodo di stagnazione, in cui un'uscita capitalista alla crisi comporterà la barbarie, il militarismo, la diffusione della xenofobia e altre forme di pensiero reazionario, più privazioni per la classe operaia e i popoli, ecc. Ad esempio una prima manifestazione di questa barbarie, risultato della putrefazione capitalista, sono in Messico le decine di migliaia di morti causate dalla guerra per il controllo del mercato della droga. In Asia incontriamo focolai di tensione laddove l'imperialismo prepara nuovi genocidi per risolvere le sue contraddizioni, ecc.
 
Tutte queste tendenze, che sono derivate dallo sviluppo della crisi, coincidono in alcuni paesi europei. Durante gli ultimi mesi in Grecia, Inghilterra, Irlanda, Francia, Spagna, Portogallo, la classe operaia si è mobilizzata opponendosi tenacemente alle pretese del capitale monopolistico. Quella stessa Unione europea imperialista mostra crepe nelle sue fondamenta, i diversi monopoli e i loro Stati lottano sulle spoglie di un'economia europea in decomposizione e s'intrecciano tra loro nei piani per attaccare gli altri popoli di Oriente e Africa. La socialdemocrazia e l'opportunismo sono sempre più isolati nel loro fallimento. I popoli cominciano ad invertire rotta, a rispondere all'appello lanciato dall'Acropoli da parte del KKE [Partito Comunista di Grecia].
 
Il Partito Comunista del Messico saluta con entusiasmo i decisi passi in avanti dei nostri fratelli di classe europei. Approfitteremo della situazione per trarre lezioni e dare vitalità al nostro movimento. La virulenza della crisi moltiplica le possibilità di orientare la situazione verso uno sbocco rivoluzionario. Tutte queste sono condizioni favorevoli per far sì che in Messico la coscienza di classe si fonda al movimento operaio, il quale va risvegliandosi dal suo letargo nel mezzo di un grande fermento e nella disperata ricerca di una adeguata linea strategica e tattica.
 
Dobbiamo nutrire il principio dell'internazionalismo proletario. Avvicinare il proletariato messicano ai suoi fratelli in Europa e nel mondo avrà un effetto stimolante e positivo per la coscienza di classe. In questo punto di saturazione della crisi, dobbiamo raddoppiare il nostro attacco alla socialdemocrazia, che mira a mistificare le cause della crisi e a mobilitare la classe operaia con l'intento di ottenere una posizione di mercato più vantaggiosa per i gruppi del capitale messicano che rappresenta.
 
Ma soprattutto lo sviluppo della crisi fornisce un'eccellente opportunità per evidenziare la contraddizione principale del modo di produzione capitalistico, che si genera tra il carattere sociale della produzione e la sua appropriazione privata, tra capitale e lavoro. La distruzione delle forze sociali di produzione mostra brutalmente al proletariato come esistano le condizioni per la costruzione di una società che fornisca un numero incomparabilmente maggiore di prodotti destinati a migliorare la vita dei lavoratori.
 
Di fronte a questa distruzione e dinanzi all'assalto dei monopoli contro la classe operaia possiamo agitare e mobilitare la classe operaia affinché non accetti un solo sacrificio in più per la ripresa dei monopoli. In Messico si è constatato che, durante le schermaglie con cui si prepara il proletariato a sfidare il suo nemico, si è giunti al punto in cui la difesa delle loro organizzazioni diventa più importante degli obiettivi immediati che perseguivano. L'esercito e la polizia militarizzata sono scagliati in ogni frangente importante della lotta di classe contro i settori della classe operaia, insegnanti, minatori, elettricisti, ecc. A fronte di ciò, gli elementi che abbiamo servono non per sviluppare una campagna difensiva ma, al contrario, per collegare ogni lotta specifica con l'obiettivo storico della nostra classe.
 
Con l'accelerazione di tutte le contraddizioni in questa crisi dell'imperialismo, sono in aumento gli strati della popolazione che possono agire come alleati del proletariato in un fronte anticapitalista, antimonopolista, antimperialista. Con le avversità della crisi non solo possiamo criticare il capitalismo con relativa facilità, ma il momento risulta particolarmente favorevole per diffondere l'obiettivo del rovesciamento del capitalismo e della costruzione del comunismo.
 
Con la crisi come fattore accelerante, e in conformità al compimento di questi compiti, per la nostra classe la questione del potere s'imporrà all'ordine del giorno. Con uno sforzo quotidiano nel proprio lavoro, i comunisti devono imprimere queste disposizioni e l'orientamento verso il socialismo-comunismo nel programma della terza rivoluzione, che il popolo del Messico ha scatenato contro i suoi oppressori, questa volta contro l'oppressione stessa.
 
Compagni,
 
Lo scorso 20 e 21 novembre abbiamo effettuato la prima sessione plenaria del nostro IV Congresso, e in essa abbiamo approvato un'importante risoluzione per ripristinare lo storico nome di Partito Comunista del Messico. Non si tratta di una questione formale, al centro vi è la questione del ruolo indipendente e autonomo del partito di tipo nuovo, con una chiara identità comunista e con l'obiettivo della rivoluzione. Nella parte conclusiva del IV Congresso che si terrà il 29 e 30 gennaio 2011 adotteremo le Tesi ed il nostro nuovo Programma.
 
Compagni,
 
A nostro avviso l'Incontro dei Partiti comunisti e operai, che ora ha raggiunto la dodicesima edizione, è un punto di riferimento. Su questa base, altri rapporti di coordinamento possono essere realizzati.
 
Lo sviluppo di una strategia internazionale di lotta contro l'imperialismo, il capitalismo monopolista, per la rivoluzione e il socialismo, è un compito che non può più essere rinviato. Questa è una convinzione che deriva dalle necessità della lotta.
 
Concludiamo esprimendo la nostra solidarietà ai popoli e organizzazioni che, come risultato della loro azione coerente per il socialismo, subiscono repressioni e criminalizzazione. Con i compagni del Partito Comunista di Polonia, Ungheria, Cile, Colombia.
 
Con la classe operaia della Grecia e il PAME [Fronte militante di tutti i lavoratori] che affrontano le conseguenze giuridiche per la loro inflessibile decisione di contrattaccare i monopoli che minacciano i loro diritti.
 
Con tutti i compagni che si scontrano con la campagna anticomunista in Europa e in altri continenti.
 
Compagni,
 
Abbiamo fiducia nel futuro perché il presente è di lotta, lotte nelle quali la classe operaia sta divenendo sempre più centrale e perché armati della teoria di avanguardia del marxismo-leninismo saremo in grado di risolvere le nuove questioni che ci si presentano.
 
Viva l'internazionalismo proletario e il marxismo-leninismo! 
Viva il 12° Incontro dei Partiti Comunisti e Operai!
 
 

Resistenze.org     
Sostieni una voce comunista. Sostieni Resistenze.org.
Fai una donazione o iscriviti al Centro di Cultura e Documentazione Popolare.

Support a communist voice. Support Resistenze.org.
Make a donation or join Centro di Cultura e Documentazione Popolare.