www.resistenze.org - pensiero resistente - movimento comunista internazionale - 16-07-12 - n. 418

da www.icsbrussels.org/ICS/2012/Contributions_to_the_Seminar/ICS2012_Nepal_UCP_EN.pdf
Traduzione dall'inglese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
 
21° Seminario Comunista Internazionale
 
Bruxelles, 18-20 maggio 2012
www.icsbrussels.org - ics@icsbrussels.org
 
Il rapporto tra i compiti immediati dei comunisti e la loro lotta per il socialismo
 
Contributo del Partito Comunista Unificato del Nepal (maoista)
 
Cari compagni,
 
Sono qui in rappresentanza del Partito Comunista Unificato (maoista), che per 10 anni, dal 1996 al 2006, ha lanciato la lotta armata e poi in questi ultimi sei anni ha lavorato per l'accordo di pace. Vorrei rivolgere a tutti voi i saluti rossi in nome del presidente del nostro partito e mio. In questo grande momento storico e alla presenza dei delegati di vari paesi, vorrei accennare brevemente al Nepal e al movimento chiamato di "Guerra popolare".
 
Il Nepal è un paese senza sbocco sul mare, situato tra due giganti economici: Cina e India. Il Nepal potrebbe anche essere classificato come un paese che ha fortemente subito l'espansionismo indiano e la sua egemonia regionale. Nel recente passato, il Nepal è stato terreno d'azione dei circoli imperialisti, da dove sono state condotte attività contro la sovranità cinese.
 
Il Partito Comunista del Nepal ha avviato la guerra popolare con lo scopo di rovesciare il feudalesimo e di stabilire una repubblica popolare. Nel corso di 10 anni di lotta armata, il Nepal ha conosciuto straordinari cambiamenti sociali, culturali e politici.
 
La politica del Nepal, superando i limitati feudali del passato, ha raggiunto i poveri, le donne e le popolazioni indigene. Sono state infrante tradizioni feudali, la monarchia è stata abolita, le donne hanno raggiunto l'autodeterminazione e di conseguenza quasi il 40% dei parlamentari è composto da donne. Tuttavia, abbiamo ancora una lunga strada da compiere per raggiungere i nostri obiettivi.
 
Attualmente, siamo nel processo finale di elaborazione della costituzione per istituzionalizzare le conquiste della Rivoluzione Popolare. Anche se la nuova costituzione non sarà perfetta, a causa della composizione dell'Assemblea Costituente, crediamo fortemente che essa fornirà il terreno per raggiungere gli obiettivi iniziali della guerra popolare. Il processo di scrittura costituzionale, che terminerà il 28 di questo mese, vede una spinta per includere le istanze popolari e il tentativo delle forze reazionarie di tornare alla fase precedente.
 
Crediamo che la lotta di classe in Nepal abbia favorito la pratica del socialismo in modo nuovo, non solo in Nepal ma anche nel resto del mondo. Ci siamo sollevati in armi, ma non abbiamo mai lasciato che le armi dominassero il resto dell'attività politica del partito. Per esempio, abbiamo promosso diversi colloqui di pace anche mentre eravamo nel bel mezzo della lotta armata.
 
Ora, vorrei entrare nella questione del presente seminario. Dopo la Guerra Fredda, il movimento proletariato è dovuto rimanere in una posizione difensiva. Tuttavia, imparando le lezioni del passato, il movimento sta guadagnando slancio negli ultimi anni. Il capitalismo ha già raggiunto il suo apice ed è chiaro come in molte questioni si trovi di fronte ad una sconfitta vergognosa, ad esempio nella crisi del credito negli Stati Uniti e in Europa. Da un lato, il popolo soffre sotto l'eccessivo onere economico, il divario tra "chi ha" e "chi non ha" sta aumentando più che mai e l'insoddisfazione va moltiplicandosi. Dall'altro, barlumi di speranza sono apparsi, nelle elezioni in Europa e America Latina, nello spirito rivoluzionario espresso in Nord America e nella serie di cambiamenti politici in Africa e Medio Oriente. In cima a questo, le lotte di classe effettuate in Asia.
 
Ironicamente, il proletariato non è riuscito a capitalizzare il patrimonio d'insoddisfazione dei popoli e l'essenza dei movimenti.
 
(Ma vorrei riportare il discorso sul Nepal)
 
Quando abbiamo iniziato la guerra popolare, la situazione internazionale era estremamente sfavorevole e, a modo nostro, abbiamo dovuto sviluppare dei piani strategici immediati. Con ciò vorrei dire che abbiamo una spiccata esperienza di lotta armata ed anche di processi di pace. E' caratteristica comune delle lotte del proletariato il fatto che varino da luogo a luogo, sulla base della situazione concreta che determina le misure da adottare. Questi diversi contesti potrebbero essere: la situazione politica, il quadro storico, le condizioni economiche, la geografia, le implicazioni culturali- religiose ed il livello di coscienza del popolo. Di conseguenza, è naturale assistere ad una varietà di forme di lotta. La lotta effettuata in un determinato contesto, può non essere praticabile in altro.
 
E' ignorato il fatto che i paesi portatori di una rivoluzione vittoriosa hanno condotto delle lotte basate su esigenze e contesti specifici, mentre all'opposto, i paesi con rivoluzioni non riuscite si sono basati sull'imitazione e ispirati alla purezza o all'ortodossia. Noi crediamo che la lotta di classe debba essere lanciata sulla base della propria esperienza e contesto. A questo proposito, vorrei concentrarmi sulle questioni principali. Gli imperialisti da tempo sono esportatori di guerra, ma i socialisti, a differenza dei capitalisti, dovrebbero basarsi sulla situazione del contesto e non credere all'importazione o esportazione della rivoluzione.
 
1. Concentrarsi sulle intromissioni nel meccanismo centrale dello Stato, nonché sulle attività della base
 
La storia ha mostrato la debolezza del collegamento tra il meccanismo centrale del potere statale e quello della lotta di classe della base, causando insoddisfazione e malcontento nel popolo. Tale questione va corretta con un bilanciamento tra la struttura centrale e le lotte a cui è interessato il proletariato. Abbiamo ad esempio Perù, Filippine, Birmania e molti altri paesi, dove è visibile la mancanza di tale equilibrio e ci si concentra sulla gestione del potere centrale dello Stato. La questione della base, quindi, non dovrebbe essere posta in secondo piano.
 
2. Globalizzazione socialista contro globalizzazione imperialista
 
La globalizzazione imperialista, evolutasi come una forza cieca del mercato, non è stata limitata al solo sistema di mercato, ma anche al funzionamento nazionale e internazionale. I media sono stati usati come apparati di promozione di una cultura degradata che separa il popolo dalla politica. Le giovani generazioni devono fronteggiare il rischio di un degrado culturale. Sono stati compiuti sforzi per stabilire la cultura hollywoodiana come "cultura buona". Per contro, quest'epoca richiede di promuovere abilmente la globalizzazione della cultura socialista.
 
3. Identificazione dei meccanismi capitalistici contro il socialismo
 
Il meccanismo capitalistico e le sue pratiche incontrollate hanno messo la vita dei popoli in una posizione sempre più difficile, dovendo lottare per soddisfare le loro esigenze quotidiane. Come abbiamo visto, quest'insoddisfazione si è riflessa in Piazza Tahrir come a Wall Street, dove le popolazioni si sono mobilitate contro il sistema. Il socialismo, tuttavia, non ha potuto capitalizzare il malcontento pubblico. I popoli che rifiutano queste privazioni indicano chiaramente di averne abbastanza del capitalismo. Queste voci avevano bisogno di una forte attenzione da parte dei socialisti, che dovrebbero capire che questa è un'opportunità per raccogliere il malcontento pubblico. Pertanto, credo che nella situazione attuale la formazione di linee guida e strumenti per capitalizzare lo spirito delle masse sia un requisito dei socialisti.
 
In conclusione, l'attuale crisi economica, la serie di sconvolgimenti in tutto il mondo, il crescente divario tra ricchi e poveri indicano chiaramente che il capitalismo è entrato in coma. Tuttavia, è necessario un forte colpo per farla finita per sempre con questo sistema. Ora, pongo alcune domande:"Siamo pronti a lanciare un colpo finale al capitalismo? Abbiamo sviluppato gli orientamenti strategici e di lungo periodo per accogliere la crescente insoddisfazione pubblica? Abbiamo agito sufficientemente bene per promuovere la cultura socialista? Oppure, cosa potrebbe essere fatto per la globalizzazione della cultura socialista? Abbiamo lavorato abbastanza per difenderci dalle guerre psicologiche? Abbiamo utilizzato le moderne tecnologie scientifiche per la promozione del sistema socialista? "
 
Credo che non si sia fatto abbastanza. Pertanto, il compito immediato dei comunisti e dei lavoratori dovrebbe essere lo sviluppo del sistema socialista nel quale possano essere affrontate le questioni sollevate in precedenza.
 
Grazie!
 
Narendra Jung Peter
Comitato Centrale del Partito Comunista Unificato del Nepal (maoista)
 

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