www.resistenze.org - pensiero resistente - movimento comunista internazionale - 19-11-12 - n. 430

Incontro Comunista europeo - Bruxelles 01-02 ottobre 2012
 
da inter.kke.gr/IntAct/int-meet/ecm2012/ecm-hungarian-cwp-en
Traduzione dall'inglese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
 
Contributo del Partito Comunista dei Lavoratori Ungherese
 
Intervento di Gyula Thürmer, Presidente del PC dei Lavoratori Ungherese
 
Cari compagni,
 
A nome del Partito Comunista dei Lavoratori Ungherese desidero ringraziare il Partito Comunista di Grecia per l'iniziativa e l'organizzazione del nostro incontro di oggi.
 
Siamo grati per l'esposizione della compagna Papariga sugli eventi in Grecia. Confermiamo la nostra solidarietà con i comunisti greci. Il KKE ha un'esperienza attuale di lotta di classe, importante anche per la nostra lotta. Nell'agenda della nostra Scuola politica di partito, abbiamo incluso lo studio della recente esperienza dei comunisti greci.
 
 
Compagni,
 
in Ungheria non c'è una situazione rivoluzionaria, ma la questione della rivoluzione si impone oggettivamente all'ordine del giorno.
 
E' chiaro che le forze capitaliste non sono in grado di risolvere la crisi e che questa continuerà per anni. Se le questioni europee peggiorano, la situazione in Ungheria potrebbe cambiare radicalmente. E' nostro compito preparare il partito e le masse lavoratrici per il corso degli eventi all'orizzonte.
 
Possiamo affermare, a partire da fatti concreti, che la crisi del capitalismo europeo e ungherese ha cambiato il comportamento dei lavoratori e il loro atteggiamento verso il nostro partito.
 
- Il numero delle persone colpite o esasperate dal capitalismo, è in aumento. L'inflazione elevata, l'alto tasso di disoccupazione, i mutui che le persone non posso pagare, pendono come una spada di Damocle sulle masse lavoratrici. Nessuno sa cosa accadrà domani.
 
- Sempre più persone si rendono conto che non esistono soluzioni individuali definitive. Si può andare a lavorare in Austria, in Germania, in Gran Bretagna o Scandinavia, ma non è la vera soluzione.
 
- Il popolo comincia a capire che deve fare qualcosa per modificare le proprie sorti. Purtroppo, in questo senso siamo ancora arretrati rispetto a Grecia, Spagna e Portogallo.
 
- Più persone perdono fiducia nei partiti parlamentari, più persone guardano all'alternativa comunista come un'alternativa possibile. Senza dubbio una delle alternative, ma non ancora l'unica.
 
- Le organizzazioni cittadine, che fino a qualche tempo fa nutrivano l'anticomunismo più esasperato, vogliono collaborare con noi. Sto parlando di organizzazioni della società civile che rappresentano le persone che hanno perso la loro casa oppure l'auto perché non sono in grado di rimborsare i debiti alle banche, o dei comitati di lotta contro la povertà o contro la limitazione della nuova legge elettorale al diritto di voto dei cittadini.
 
- Cresce l'autorità morale dei comunisti e il rispetto pubblico ad essi riconosciuto. Verso di noi, non c'è ancora un movimento travolgente, ma se le cose peggiorassero - e peggioreranno - la nostra influenza può aumentare rapidamente.
 
L'attuale governo conservatore del signor Orban giura di salvare l'Ungheria dal destino della Grecia. Sono pieni di paura. Se l'Unione europea non risolve la crisi, vi sarà un immediato peggioramento della situazione in Ungheria. Il contagio greco sarà inevitabilmente.
 
Il governo conservatore cerca di evitarlo con nuovi contrattacchi. Comprano una parte dei lavoratori. Il transito ferroviario delle merci è stato privatizzato e il governo ha dato il 5% delle entrate ai lavoratori delle ferrovie. Ora il governo ha promesso di vendere una parte delle azioni delle società statali ai lavoratori stessi.
 
Il governo usa l'anticomunismo, il nazionalismo e il cattolicesimo per spaventare il popolo e modificare la base morale della società. Ora vogliono cambiare la legge elettorale con l'obiettivo di impedire ai lavoratori di partecipare alle elezioni.
 
Cosa stiamo facendo in questa situazione?
 
- In primo luogo, spieghiamo alle persone che il sistema capitalista è responsabile dei loro problemi e che il sistema deve essere cambiato.
 
- In secondo luogo, usciamo per le strade per avere maggiori possibilità di incontro con la gente.
 
- In terzo luogo, prestiamo grande attenzione alla formazione politica dei nostri quadri dirigenti.
 
- In quarto luogo, studiamo l'esperienza di altri partiti comunisti.
 
- In quinto luogo, abbiamo dichiarato di voler costruire un'alleanza degli operai e di tutti i lavoratori che soffrono a causa del capitalismo. Siamo lontani dall'essere soddisfatti, ma abbiamo iniziato questo lavoro.
 
Compagni,
 
Pensiamo che la nostra valutazione della crisi, elaborata più di un anno fa, sia tutt'ora valida. Avevamo detto: "I limiti storici del capitalismo sono stati oggettivamente dimostrati, in quanto il capitalismo non è in grado di risolvere i problemi fondamentali dei popoli". E' corretto.
 
Ciò non significa che ci sia una situazione rivoluzionaria in Europa oggi. Ma significa che è nostro dovere dimostrare ai lavoratori che solo il socialismo può risolvere i problemi. Significa che dovremmo combattere contro le ideologie e le politiche che dicono alle persone che non hanno bisogno d'altro che di riforme parziali, di modernità, di un'Europa sociale, ecc. Significa che dobbiamo insegnare ai nostri partiti a combattere per le strade e prepararli per cambiamenti radicali. Significa che dobbiamo cercare alleati tra gli operai e gli altri lavoratori della società che soffrono a causa del capitalismo.
 
Concordiamo sul fatto che il capitalismo minaccia la pace. Condanniamo l'aggressione contro la Siria e sosteniamo l'attuale governo guidato dal presidente Assad. Non dobbiamo ripetere sempre gli stessi errori. Abbiamo sostenuto la Jugoslavia, ma non abbiamo sostenuto Milosevic. Gli imperialisti non hanno problemi con la Siria, ma con l'atteggiamento antimperialista della Siria.
 
La minaccia della guerra in Europa sta diventando una realtà. Non importa se ci sarà una nuova Unione europea subordinata alla Germania o se si concretizzerà un'Europa a due velocità: entrambe le prospettive sono fallimentari per masse lavoratrici. Se il capitalismo non individuerà altre opzioni, userà la guerra per opprimere le masse.
 
Gli Stati Uniti vorrebbero provare a riconquistare le posizioni perdute e di ri-spartire il mondo. Attaccherebbero la Cina e il mondo islamico.
 
Il processo di cosiddetta transizione democratica nell'Europa dell'Est si è fermato. La Bielorussia è viva, nonostante le sanzioni. L'Ucraina si è allontanata da NATO e UE. In Serbia una linea più nazionale ha trionfato alle elezioni. L'UE sembra aver esaurito le sue opzioni politiche. Una guerra in Europa sarebbe disastrosa, ma il capitalismo arrischierebbe l'impresa se non trovasse altre occasioni.
 
Compagni,
 
I nostri partiti sono diversi. Alcuni di noi sono nel parlamento borghese o anche nel governo borghese. Ma tutti noi, siamo comunisti. Essere comunista non è solo una parola. In quanto comunisti odiamo il sistema esistente e vogliamo abbatterlo. Questo preconizzavano Marx ed Engels nel 19° secolo. Questo è ciò che dovremmo fare nel 21° secolo e che faremo.
 

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