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Cambiamento al vertice del Partito Comunista Tedesco (DKP): ritorno al marxismo-leninismo e critica della "Die Linke"
 
Günter Pohl* | solidarite-internazionale-pcf.over-blog.net
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
 
03/04/2013
 
Lo scorso 2 e 3 marzo si è tenuto in Germania, nella città di Mörfelden, vicino a Francoforte il 20° Congresso del Partito Comunista Tedesco (DKP). L'esito è carico di significati.
 
Nuovo presidente del DKP è Patrick Köbele, finora uno dei tre vicepresidenti, e va a sostituire Bettina Jürgensen. Ha ottenuto 91 voti contro i 60 della Jürgensen. Era la prima volta che un congresso del DKP decideva la sua direzione presentando più candidati.
 
Questo risultato netto e inappellabile appare come la fine di una lunga querelle tra i comunisti tedeschi riguardante parecchi dei punti messi a dibattito.
 
I nuovi vicepresidenti sono Wera Richter, Hans-Peter Brenner e la compagna Hina Hager, essendo stata confermata nelle sue funzioni.
 
Il DKP ritorna così alle posizioni dell'internazionalismo proletario, al marxismo e al leninismo. La corrente che oramai ha perso la maggioranza al Comitato centrale, aveva in un certo senso già perso la direzione politica al 19° Congresso dell'ottobre 2010, quando i delegati rigettarono le "Tesi della Segreteria" che optavano per un partito senza leninismo e un orientamento verso i "movimenti" piuttosto che rivolto agli interessi della classe operaia.
 
Ma questa corrente, oramai considerevolmente indebolita, che è rimasta al comando del DKP conservando una stretta maggioranza al Comitato centrale, non rappresentava la volontà della base del DKP.
 
La nuova direzione del DKP cerca invece di concentrare il suo lavoro sulla classe operaia, senza trascurare una ragionevole politica di alleanze. È dunque la fine del dogmatismo del "movimentismo", che aveva condotto il Partito comunista in un vicolo cieco, avvicinandosi alle posizioni riformistiche del partito "Die Linke", che non è altro che un semplice partito elettorale. Era l'esistenza stessa del DKP ad essere in gioco.
 
Senza rifiutare ogni alleanza con "Die Linke", quando ciò avrà senso e quando prevarrà l'interesse di classe, come sulle questioni dei diritti sociali e della pace, il DKP torna ora a combattere con la sua identità comunista.
 
Si accinge così a "tornare nelle strade", come affermato da Patrik Köbele nel suo discorso di chiusura. Il DKP ha il dovere di essere più combattivo e di tornare ad essere nel medio periodo un'avanguardia, ciò che da molto tempo non è più e che una parte del partito non vuole più essere, col pretesto che sarebbe "superato".
 
La questione alleanze nel paese ha a che vedere anche col ruolo della cooperazione internazionale. Per la nuova direzione del DKP, i Partiti comunisti e rivoluzionari hanno la precedenza, sebbene i contatti coi partiti socialisti o di sinistra non siano abbandonati.
 
A livello europeo, la partecipazione del DKP al Partito della Sinistra Europea è uno dei punti di dibattito che saranno discussi nel corso di una giornata addizionale del congresso prevista per maggio. È probabile che il DKP resterà osservatore pur astenendosi dall'entrare nelle sue istanze dirigenti.
 
Altro tema di discussione tra i comunisti tedeschi è stata la caratterizzazione dell'imperialismo. Secondo alcuni, non esiste un imperialismo tedesco che persegue propri obiettivi, ma solamente quello dell'Unione europea, che agisce talvolta collettivamente al fianco dell'imperialismo americano.
 
La maggioranza del DKP vede una differenza tra sfruttatori e sfruttati nell'UE, tra le metropoli e le periferie dell'Unione. Il 20° Congresso ha così caratterizzato il ruolo dell'imperialismo tedesco.
 
La Germania non è solamente l'avanguardia della politica reazionaria in seno all'UE, ma trae profitto dalla crisi economica, lasciando anche supporre che vada intensificandola in questa prospettiva.
 
Il nuovo Comitato centrale è più giovane e vuole essere più combattivo. Rispetto al sindacalismo tedesco, il DKP continua a optare per il sindacato unico, ma intende porre l'accento sul sostegno alle tendenze di lotta e di classe in seno agli otto sindacati della DGB (Centrale sindacale tedesca).
 
In Europa, negli ultimi tempi, più che mai al centro della crisi, abbiamo richiamato l'attenzione sul fatto che sindacati come IG-Metall (metalmeccanici) non hanno solidarizzato con gli scioperi nei paesi del Sud dell'Europa, ma hanno appoggiato la chiusura delle fabbriche in questi paesi se ciò permetteva di evitare la chiusura di quelle in Germania.
 
Il primo Comitato centrale, il 23 e 24 marzo, ha eletto otto membri della Segreteria, responsabili delle politiche di alleanze, dell'organizzazione del giornale del DKP "Unsere Zeit", dell'educazione marxista, della politica verso imprese e sindacati, delle relazioni internazionali, delle relazioni pubbliche e delle finanze.
 
(*) Segretario alle Relazioni internazionali del DKP 
Traduzione AC per http://solidarite-internazionale-pcf.over-blog.net/
 

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