www.resistenze.org - pensiero resistente - movimento comunista internazionale - 22-07-14 - n. 508

ICS 2014 - 23° Seminario Comunista Internazionale

Bruxelles, 27-29/06/2014 icseminar.org

1914-2014: L'imperialismo è guerra

Contributo del Partito Comunista Portoghese

Partito Comunista Portoghese | pcp.pt
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

Compagni

1. Ringraziamo il Partito dei Lavoratori del Belgio per l'invito e l'accoglienza fraterna.

Il tema di questo Seminario, che incontra la linea di azione comune adottata al 15° Incontro dei Partiti Comunisti e Operai tenutosi a Lisbona, è di grande attualità,

2. La lotta contro l'imperialismo e i suoi mostri più abominevoli, il fascismo e la guerra, è all'ordine del giorno come compito fondamentale dei partiti comunisti e delle altre forze rivoluzionarie. Il grande capitale, con i suoi settori più reazionari, aggressivi e apertamente terroristici, in modo sempre più chiaro e sfacciatamente palese, scommette sul fascismo e sulla guerra come soluzione alla crisi di sovrapproduzione e sovra-accumulazione, che, in un quadro di degenerazione strutturale del capitalismo, si trascina senza fine in vista. Agisce per soffocare la crescente resistenza dei lavoratori e dei popoli contro lo sfruttamento violento e l'oppressione nazionale imposti per ottenere una svalutazione massiccia del lavoro e una regressione sociale in termini di civiltà, al fine di contrastare l'azione incessante della legge della caduta tendenziale del saggio di profitto. L'aperto sostegno degli Stati Uniti e dell'Unione europea al colpo di stato fascista in Ucraina e l'avanzata delle forze di estrema destra in Europa, di stampo populista, xenofobo e talvolta dichiaratamente nazista, sostenuta dal capitale e dai suoi mezzi di comunicazione, costituisce un serio motivo di allarme e richiede la mobilitazione delle forze democratiche e progressiste.

3. La storia non si ripete. Cento anni dopo lo scoppio della Prima guerra mondiale, in un processo irregolare e accidentato, di avanzate e rovesci, di importanti innovazioni rivoluzionarie, ma anche di sconfitte tragiche, la situazione in Europa e nel mondo ha subito profondi cambiamenti. Cento anni testimoni degli epici primi sviluppi delle società socialiste, dei casi in cui hanno progredito o sono state sconfitte, dei segni profondi che hanno lasciato. Cento anni che hanno visto la diffusione nel mondo intero del marxismo-leninismo; la liquidazione degli imperi coloniali (l'ultimo quello portoghese), l'emergere di un centinaio di nuovi paesi indipendenti, in un enorme rimescolamento della mappa economica e politica del mondo e il complesso riallineamento delle forze risultanti; ancora, l'enorme progresso scientifico e tecnico che hanno portato.

Ma il capitalismo, contrariamente a ciò che il movimento comunista era giunto a concludere, non ha mai cessato di essere economicamente e ideologicamente dominante. La sconfitta del socialismo in URSS e nell'Europa dell'Est, dopo decenni in cui l'imperialismo aveva dovuto affrontare un potente campo socialista che ne aveva trattenuto gli impulsi aggressivi e che aveva impedito lo scoppio di una nuova guerra mondiale, riprecipitava pericolosamente il mondo alle conseguenze della natura sfruttatrice e aggressiva (che non è cambiata) dell'imperialismo e alle dinamiche delle sue contraddizioni.

Fintanto che sopravvive il sistema capitalistico (e rimane) egemone, continueranno a deflagrare guerre di aggressione contro paesi sovrani e contro i popoli con la reale possibilità del loro sviluppo in conflitti di proporzioni maggiori e persino di una nuova guerra mondiale che, con le armi oggi esistenti, sarebbe ancora più sanguinosa e più devastante delle guerre del 1914/18 o del 1939/45, e potrebbe anche significare l'annientamento dell'umanità.

Ma questo non significa che tale guerra sia inevitabile e che non sia possibile radunare le forze e creare le circostanze per legare la mano criminale dell'imperialismo. Questo è un obiettivo a cui i comunisti non potranno mai rinunciare. La storia non è scritta in anticipo e non conosce il fatalismo. Sono le masse operaie, con la loro organizzazione e la loro lotta che scriveranno il finale.

4. Armati dell'analisi leninista dell'imperialismo, i comunisti devono essere vigili e mobilitarsi per dure lotte. Devono denunciare e combattere il fascismo, il militarismo e la guerra. Condurre la lotta in difesa dell'indipendenza e della sovranità nazionale dei loro paesi. Sviluppare la solidarietà con i popoli esposti all'ingerenza e all'aggressione imperialista. Rifiutare e contrastare i perenni tentativi della classe dominante di incanalare l'opposizione alla guerra in un pacifismo irrilevante o nella reazione nazionalista. Prepararsi a ogni circostanza che si presenti, compresa la possibilità dello scoppio di una guerra che porti alla creazione di una situazione rivoluzionaria.

Allo stesso tempo è necessario studiare attentamente il gigantesco processo di riallineamento di forze che si sta compiendo su scala globale a seguito del relativo declino degli Stati Uniti, un processo contraddittorio che contiene anche una forte componente di resistenza al processo di ricolonizzazione globale e agisce come fattore limitante all'istituzione del totalitario "nuovo ordine mondiale" egemonizzato dall'imperialismo USA e diretto contro i lavoratori e i popoli. L'ascesa dell'ostilità degli Stati Uniti nei confronti della Cina, considerato un "avversario strategico", e anche verso la Russia, è espressione di questa realtà, una realtà che anche se contraddittoria non deve essere ignorata dalle forze rivoluzionarie nella loro lotta contro il fascismo, il militarismo e la guerra.

Nel frattempo, il compito è quello di costruire un ampio movimento per il disarmo e la pace, in linea con le migliori tradizioni del movimento operaio - che non ha mai abbandonato la bandiera della lotta contro la guerra - e valorizzare e ampliare l'azione unitaria del Consiglio Mondiale della Pace. Un movimento che, imperniato sulla consapevolezza e sulla mobilitazione popolare, obiettivamente acquisisca un carattere antimperialista allargando il campo di coloro che comprendono che la lotta contro la guerra deve necessariamente affrontare le cause che sono alla radice del sistema di sfruttamento capitalistico. L'esperienza del PCP in Portogallo, da sempre in prima linea nella lotta per la pace e, in particolare, per la fine delle criminali guerre coloniali, è che questa sia una chiave di azione e per una trasformazione rivoluzionaria della società. La base sociale e politica del movimento per la pace non si sta riducendo, ma si va ampliando; essa rafforza la lotta per profondi cambiamenti sociali e per il socialismo. Nel concetto del PCP, la lotta per la pace e la lotta per il progresso sociale e per il socialismo sono sempre stati e rimangono inseparabili.

5. L'evoluzione del capitalismo negli ultimi cento anni ha confermato le analisi e le previsioni di Lenin nella sua famosa opera L'imperialismo, fase suprema del capitalismo. L'espansione globale delle relazioni capitaliste, la centralizzazione e la concentrazione del capitale in una misura senza precedenti, lo schiacciante predominio del capitale finanziario, la mercificazione di tutte le sfere della vita sociale, la natura sempre più speculativa, di rendita e parassitaria del sistema, il peso crescente della corruzione e dei traffici criminali, sono caratteristiche tipiche del capitalismo contemporaneo. L'acuirsi delle contraddizioni tra capitale e lavoro e tra la natura sociale della produzione e la sua appropriazione privata, l'azione delle leggi dello sviluppo ineguale del capitalismo e della caduta tendenziale del saggio di profitto, sono realtà che confermano la validità dell'analisi marxista.

Ma contrariamente a quanto pretendono alcune teorie circa la cosiddetta "globalizzazione capitalistica", la formazione di potenti conglomerati che operano attraverso le frontiere degli Stati e che dividono tra loro le più grandi fette del mercato mondiale, la creazione di strutture internazionali e sovranazionali di articolazione, non rendono inoperante lo spazio/stato nazionale come snodo della lotta di classe e della trasformazione sociale, né annullano le contraddizioni interimperialistiche.

Non è un caso che i cosiddetti movimenti "alter-global" che hanno sfidato il ruolo dei partiti rivoluzionari e del movimento sindacale di classe, sono praticamente scomparsi dalla scena. O che l'estrema destra cerchi di strumentalizzare i sentimenti offesi dalle imposizioni sovranazionali dell'Unione europea (come è evidente nelle recenti elezioni del Parlamento europeo) e strappi alla classe operaia la bandiera degli interessi nazionali e della sovranità, in un momento in cui la borghesia l'ha definitivamente abbandonata.

Come ha dimostrato la rivoluzione portoghese - una rivoluzione che il programma del PCP definiva come nazionale e democratica, cosa che ha trovato conferma sostanziale nella pratica - e come ha dimostrato la lotta in corso per rompere con gli oltre 37 anni di politiche di destra, i compiti di classe e i compiti nazionali sono inseparabili. La lotta per difendere l'indipendenza e la sovranità del Portogallo, e in particolare la lotta contro la NATO e l'Unione Europea delle grandi imprese e delle grandi potenze, costituisce un contributo diretto alla lotta generale dei lavoratori e dei popoli del mondo contro l'imperialismo. Nell'identità comunista del PCP, un partito che si definisce (ed è nella pratica) "avanguardia della classe operaia e di tutti i lavoratori", il patriottismo e l'internazionalismo sono inscindibili.

Inoltre, l'internazionalizzazione del capitale e la crescente centralizzazione e fusione del potere economico e del potere politico non eliminano le contraddizioni tra i diversi poli dell'imperialismo. Nel binomio concertazione-rivalità tra le grandi potenze e tra i maggiori potentati economici e finanziari, predomina una concertazione imperialista, di classe, contro i lavoratori e contro i popoli, volta a intensificare lo sfruttamento del lavoro retribuito e a ricolonizzare il pianeta. Ma le contraddizioni esistenti, tendono ad aumentare con la crisi, e possono portare a conflitti di proporzioni maggiori. Questo è un pericolo reale del tempo presente.

6. Questi sono, compagni, alcuni problemi che vogliamo evidenziare in questo breve contributo. La situazione internazionale molto instabile e incerta è irta di pericoli. In termini generali, l'imperialismo continua l'offensiva e il nostro presente richiede ancora resistenza e accumulazione di forze.

Ma i gravi pericoli coesistono con un grande potenziale per realizzare sviluppi progressivi e addirittura rivoluzionari. A fronte delle difficoltà, delle contraddizioni, della crisi in cui il capitalismo è immerso esiste la crescente lotta dei lavoratori e dei popoli di tutto il mondo che può prevenire l'insorgenza di un'altra guerra mondiale. E, nonostante il ritardo del fattore soggettivo che ancora scontiamo, non dobbiamo perdere di vista che viviamo in tempi, inaugurati dalla Rivoluzione Socialista d'Ottobre, di transizione dal capitalismo al socialismo, una realtà dimostrata dalla Rivoluzione nazionale e democratica portoghese, che può proseguire nella sua fase ascendente, verso la via del socialismo, percorso indicato nel preambolo della Costituzione della Repubblica e la cui difesa costituisce il compito principale dei comunisti e di tutti i democratici portoghesi e dei patrioti.

Per il PCP, la conclusione è ovvia. Nel quadro di una ampia varietà di situazioni concrete vissute da ciascun paese (caratteristiche nazionali, fase della rivoluzione, compiti immediati, ecc.), il compito principale è il rafforzamento dei partiti comunisti radicati nella classe operaia e nella realtà nazionale del proprio Paese, accrescendo la cooperazione internazionalista. Insieme al rafforzamento del movimento comunista e rivoluzionario, viene il rafforzamento del fronte antimperialista.

Questo seminario organizzato dai compagni del Partito dei Lavoratori del Belgio - che vogliamo salutare per i grandi progressi compiuti nelle elezioni del 25 maggio - ci pone sulla strada giusta.

Grazie, compagni.


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