www.resistenze.org - pensiero resistente - movimento comunista internazionale - 06-12-14 - n. 523

16° IMCWP - 16° Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai

"Il ruolo dei Partiti comunisti e operai nella lotta contro l'imperialismo e lo sfruttamento capitalistico - che causa le crisi e le guerre e fomenta le forze fasciste e reazionarie. Per i diritti dei lavoratori e dei popoli e per l'emancipazione nazionale e sociale; per il socialismo!".

Guayaquil, Ecuador, 13-15 novembre 2014

Contributo del Partito Comunista Tedesco (DKP)

Partito Comunista Tedesco (DKP) | solidnet.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

Compagni,

Nella seguente farò riferimento al tema del nostro Incontro e alla situazione in Germania. Ciò che non verrà detto riguardo alla situazione globale sarà oggetto di contributo degli altri partiti.

La crisi capitalista del 2007/08 ha avuto ripercussioni in Europa, in particolare nei paesi membri dell'Unione europea. Ma, prevedibilmente, queste nazioni stanno soffrendo maggiormente perché dal 2002, adottando l'Euro, la moneta comune europea, hanno perso la possibilità di svalutazione monetaria. Nel frattempo, la Germania ha ampliato il suo ruolo di principale paese esportatore. Ha superato la crisi ed è più forte che mai, sia in termini di potere economico che di potere politico. Naturalmente la Germania non ha ancora raggiunto il tasso di crescita ante-crisi, ma si è messa in posizione di vantaggio rispetto al suo rivale, la Francia. Da un lato questo è stato ottenuto con la tradizionale vendita di macchinari ed automobili di alta qualità, ma dall'altro attraverso un "compromesso di classe": da più di dieci anni — molto prima della crisi — i sindacati hanno accettato aumenti salariali molto bassi al fine di "non compromettere la capacità tedesca di esportare", mentre in molti paesi membri dell'Ue i salari erano in aumento. Un altro fattore molto importante per comprendere perché la crisi capitalista abbia colpito solo in parte la Germania, è il ruolo della cosiddetta "Commissione europea" (che sarebbe meglio definire un consiglio di segretari dell'Unione europea, che non è mai stato eletto). Qui, il ministro delle finanze tedesco Schäuble impone metodi di shock e di riduzione della spesa aggressivi per i paesi in crisi, mentre avrebbero bisogno di investimenti statali piuttosto che di austerità. Allo stesso tempo, la Germania presta denaro a paesi come la Grecia, l'Italia e il Portogallo, in modo che questi possano ripagare i debiti contratti con aziende tedesche o dare garanzie statali ai pagamenti alle aziende esportatrici. Questo serve ai media per parlare di una "crisi del debito" al fine di nascondere che la crisi in realtà deriva dalla sovrapproduzione.

I governanti tedeschi assicurano il ruolo della loro classe capitalista economicamente attraverso la tradizionale forza dell'export dell'economia tedesca, e politicamente attraverso il suo comando sull'Ue. All'interno del paese questo ruolo viene garantito ideologicamente. Il suddetto compromesso tra i sindacati e il capitale si traduce in una notevole mancanza di solidarietà della nostra classe con i lavoratori di altri paesi. Questo fenomeno diventa molto visibile quando le imprese transnazionali come la Volkswagen chiudono stabilimenti, ad esempio in Spagna, e i sindacati di fronte alla perdita di posti di lavoro praticano il "nimbysmo" [da NIMBY, acronimo anglosassone che significa Not In My Back Yard, non nel mio cortile, ndt] invece della solidarietà. In una parte considerevole della classe, l'hitlerismo ha radicato un sentimento di superiorità rispetto agli altri popoli e molti lavoratori credono che quello che è buono per la "loro azienda" è un bene per se stessi. In aggiunta, esistono efficaci ragioni soggettive in quanto essi sono sfruttati da un capitalismo che a livello mondiale permette loro di essere i beneficiari dello sfruttamento. La creazione di una coscienza di classe è uno dei compiti di un partito comunista in un paese imperialista altamente sviluppato.

Siamo convinti che questa coscienza di classe potrebbe contribuire a superare l'aumento del razzismo. Oggi i partiti fascisti non sono più esclusi dal dialogo pubblico. I media li presentano sempre più come un'opzione politica – si tratta di ripulire l'immagine della Germania, ricercando le responsabilità per la Prima guerra mondiale tra "tutte le potenze contemporanee". Allo stesso tempo, esistono discussioni riguardo le ragioni della Seconda guerra mondiale. In realtà i reazionari stanno avanzando: per la prima volta dopo la liberazione dal fascismo nel 1945, attraverso il partito "Alternativa per la Germania" (AfD) esiste un legame diretto tra neofascismo e borghesia. L'AfD ha già eletto deputati al Parlamento Ue. Questo partito rappresenta quella parte del capitale che non è d'accordo con la moneta comune. L'ideologia populista garantisce loro i voti attraverso storie del tipo "noi paghiamo per i Greci, gli Italiani, ecc.". Oggettivamente è vero il contrario: è l'Euro che assicura il predominio della Germania in Europa e nell'Unione europea. Di più ancora, l'AfD sostiene una Unione a due velocità: una per i paesi ricchi, l'altra per quelli periferici.

Il nostro partito, piccolo e in un processo di raggruppamento delle nostre forze, si trova ad affrontare un problema relativamente nuovo: in Germania la quota di immigrati nella classe operaia industriale continua a salire. Lo stesso vale per il settore dei servizi e in generale nei settori a basso salario. Anche se spesso posseggono un istinto di classe, questi immigrati non tendono ad organizzarsi. In queste circostanze, chiediamo ai partiti comunisti con militanti che vivono in Germania di prendere in considerazione la possibilità di organizzarsi all'interno del Partito Comunista Tedesco: un paese, una classe, un partito! La maggior parte degli immigrati rimangono per il resto della loro vita, anche se inizialmente questa poteva non essere la loro intenzione. Il cambiamento della composizione della popolazione in Germania, quasi il 30% della quale ha radici straniere, richiede una risposta più organizzata dai nostri partiti. Immaginiamo ci siano circostanze simili negli Stati Uniti, in Gran Bretagna, Francia e altri paesi con immigrazione da lavoro.


Nonostante i dati macroeconomici favorevoli al capitale tedesco, una parte considerevole della classe operaia rimane disoccupata e gran parte appartiene ai "working poor" [lavoratori poveri]. Questo per dire che i più poveri sono gravati dalla crisi, nella misura in cui essa colpisce la Germania. È già difficile trovare un alloggio a prezzi moderati e la povertà tra i giovani aumenta considerevolmente. Il divario tra i più poveri e i più ricchi diventa sempre più evidente. Il governo, naturalmente, abusa della copertura mediatica — in questi giorni c'è un dibattito sulla presunta minaccia di deflazione — per abolire alcuni diritti sociali conseguiti dai sindacati nel corso dei decenni. Gran parte del progresso per la classe operaia era dovuto all'esistenza della Repubblica Democratica Tedesca. La sua scomparsa 25 anni fa è stata il punto di partenza di un enorme arretramento riguardo le questioni sociali in entrambe le parti della Germania.

I sindacati, che sono stati utilizzati per realizzare gran parte degli aumenti salariali e di co-gestione nelle aziende, senza molto sforzo, stanno solo adesso riprendendo a nuovamente lottare. Qui è importante sottolineare che i sindacati di maggior successo sono quelli degli specialisti altamente qualificati, come quello dei piloti o dei macchinisti. Sono potenti perché senza il loro lavoro tutto si ferma. D'altra parte, in alcuni casi vi è una mancanza di spirito solidale, in quanto tendono a difendere i loro interessi particolari senza considerare la situazione generale della classe a cui alcuni di loro credono di non appartenere.

Per raggiungere i nostri obiettivi, perseguiamo una politica di alleanze che è inseparabile dai sindacati. In generale, in Germania i sindacati non hanno un approccio militante o di classe. È urgente che questi sindacati si uniscano alle proteste dei sindacati militanti in Europa meridionale e in Francia. Noi rivendichiamo il diritto di sciopero politico che è inesistente in Germania e difendiamo l'unità dei sindacati.

In tempi non rivoluzionari, è importante lottare per migliorare la situazione della classe. La difesa contro i numerosi attacchi capitalisti ha un duplice carattere: insegna che questi attacchi provengono dalla contraddizione tra capitale e lavoro, e che quindi sono inseparabili dall'esistenza del capitalismo. E insegna inoltre a lottare e a vincere. Il nemico principale in un paese altamente sviluppato e imperialista è il capitale monopolistico, che tra l'altro comprende banche, compagnie di assicurazione e imprese industriali ed energetiche. Pertanto in questo periodo la coscienza di classe proverrà da una coscienza antimonopolistica.

Al di là della lotta necessaria per le riforme — come la lotta per salari più alti e per la riduzione delle ore di lavoro settimanale ad un massimo di 35 — la propaganda per il socialismo ci distingue dalle altre forze di sinistra. Nella classe operaia le forze che difendono la nostra ideologia rivoluzionaria non sono egemoni. L'egemonia non sarà raggiunta fin tanto che dominano le illusioni riformiste sulla trasformazione del capitalismo in una società migliore. Ne siamo sicuri: un altro mondo è possibile, ma non sotto il capitalismo.

Compagni,

Il capitalismo non esiste senza guerra, quasi non può esistere senza la guerra. La guerra non è l'eccezione ma la regola. Coloro che hanno creduto nel "dividendo di pace" dopo la caduta dell'Unione Sovietica, si ritrovano traditi. Oggi l'aggressività attraverso la competizione monopolistica per i mercati globali è aumentata, e tutti gli indicatori rendono evidente che nel medio periodo i blocchi imperialisti si confronteranno. L'Ue e gli Usa stanno aumentando le loro aggressioni contro la Russia e la Cina. Tuttavia, le potenze imperialiste hanno interessi convergenti e divergenti allo stesso tempo. La legge del diverso sviluppo economico e politico dei paesi imperialisti è applicata. I diversi interessi mostrano una tendenza verso l'evoluzione delle contraddizioni espressione di quelle economiche tra i monopoli.

In Europa l'aggressività dell'Ue nel caso dell'Ucraina riveste particolare importanza. Fin dall'aggressione contro la Jugoslavia — con la Germania in prima linea — l'Ue ha cercato di imporre i suoi interessi contro quelli americani, ma questi hanno saputo difendere la propria posizione. Qualche volta agendo individualmente, a volte con alleati come la Gran Bretagna e altre volte con la tacita approvazione della Nato. Il carattere eclettico dell'Ue li aiuta: gli interessi divergenti all'interno dell'Ue tra Germania, Francia e Gran Bretagna spesso si neutralizzano a vicenda. La Francia si lamenta del tentativo tedesco di trasformazione del dominio economico in una leadership nella politica estera dell'Ue.

Noi non equipariamo Russia, Ue e Usa in quanto paesi imperialisti che condividono l'interesse di dominare l'Ucraina. Essendo chiari sul fatto che la Russia non è l'Unione Sovietica, nel quadro delle odierne relazioni internazionali essa difende alcune posizioni progressiste. Nel caso di cui sopra, la Russia sta difendendo la pace nel mondo cercando di trattenere l'Ucraina dall'adesione alla Nato. Se, tuttavia, questo dovesse accadere, le truppe della Nato potrebbero schierarsi 1.500 km più vicine alla Russia rispetto a prima della crisi. La politica russa di oggi è motivata dai suoi interessi nazionali oggettivi.

Con l'offerta di un accordo di associazione, l'Ue stava e sta cercando di inserire l'Ucraina nella propria zona d'influenza. Gli Usa, nell'ambito della loro politica di aggressione contro la Russia, sono piuttosto interessati ad un paese che offra le basi militari. La Germania segue purtroppo la sua tradizione storica e si allea con i fascisti ucraini, negando il loro carattere e chiamandoli "nazionalisti". Allo stesso tempo, la Cancelliera Merkel sta cercando di non rompere del tutto con la Russia in quanto questo paese fornisce l'energia all'Ue, potrebbe essere un alleato nella cosiddetta "lotta contro il terrorismo" e potrebbe essere un futuro alleato quando si tratterà di contenere gli interessi Usa. Questi diversi interessi sono diventati visibili quando gli Stati Uniti hanno applicato le sanzioni economiche contro la Russia. Queste sanzioni, tuttavia, colpiscono i paesi dell'Ue molto più degli Stati Uniti. Per quanto nella Ue vi siano interessi a favore o contro l'alleanza con gli Stati Uniti, vi è la stessa contraddizione all'interno dell'imperialismo tedesco. Ci sono politici "atlantici" — per lo più nel partito conservatore — e ci sono quelli che enfatizzano l'autonomia dell'Ue rispetto agli interessi Usa. Attualmente entrambe le parti sono d'accordo nell'idea che "la Germania deve assumersi le proprie responsabilità nel mondo". La Germania aumenta il suo ruolo politico e militare nel mondo. Una riforma militare è stata avviata per trasformare le forze armate in un esercito d'intervento. Per la prima volta dopo la Seconda guerra mondiale, la Germania fornisce armi, in una regione sotto tensione, ai Curdi di Kobane (Ain Al-Arab) col pretesto di necessità umanitarie. La Germania è nei fatti, attraverso l'esportazione di armi verso Kuwait e Arabia Saudita, un fornitore d'armi dello "Stato Islamico".

In generale, le guerre hanno un'origine economica. E oggettivamente risultano dallo sviluppo del capitalismo monopolistico — manifestazione del capitalismo dominato dal capitale finanziario. Questo è il motivo per cui abbiamo bisogno del socialismo.


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