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- pensiero resistente - movimento comunista internazionale - 12-11-15 - n. 565
17° IMCWP - 17° Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai
"I compiti dei Partiti comunisti e operai per rafforzare la lotta della classe operaia contro lo sfruttamento capitalista, le guerre imperialiste e il fascismo, per l'emancipazione dei lavoratori e dei popoli, per il socialismo".
Istanbul, Turchia, 30 ottobre-1 novembre 2015
Contributo del Partito Comunista dei Popoli di Spagna (PCPE)
Partito Comunista dei Popoli di Spagna (PCPE) | pcpe.es
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
Testo presentato dal compagno Ástor García, responsabile dell'Area internazionale del PCPE, ai partecipanti al 17° Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai celebrato a Istanbul tra il 30 ottobre e il 1 novembre.
Cari compagni del Partito Comunista, Turchia,
Cari compagni:
A nome del Comitato Centrale del Partito Comunista dei Popoli di Spagna desidero trasmettere a tutti i partiti fratelli presenti un fraterno saluto internazionalista. Ai partiti che non sono potuti venire a Istanbul inviamo ugualmente i nostri più calorosi saluti e il nostro augurio di successo nelle lotte che stanno portando avanti.
Il tema di questo 17° Incontro internazionale ci obbliga a riflettere sui compiti dei Partiti comunisti e operai per rafforzare la lotta della classe operaia in tutti gli ambiti. Per il nostro Partito è un'occasione opportuna per esprimere la nostra opinione sulle posizioni che ci sembrano essenziali nel Movimento comunista internazionale.
Come sicuramente saprete, tra meno di due mesi si celebreranno in Spagna delle elezioni generali molto importanti. Il nostro Partito sta preparando il lavoro da sviluppare in questa campagna elettorale con un obiettivo fondamentale: incrementare l'influenza del PCPE tra le masse lavoratrici, per poter elevare il livello di coscienza rivoluzionaria e così favorire la maturazione del fattore soggettivo rivoluzionario nel nostro paese.
Come abbiamo segnalato in numerosi documenti, consideriamo già esistenti in Spagna le condizioni oggettive per la transizione rivoluzionaria al socialismo. La ricchezza prodotta dalla classe operaia spagnola, con una pianificazione centralizzata dell'economia, servirà per soddisfare ampiamente le necessità di tutta la popolazione. Ma il fattore soggettivo non è sufficientemente maturo: non esiste cioè una coscienza rivoluzionaria sviluppata tra le masse.
Nonostante negli ultimi anni la classe operaia e i settori popolari spagnoli abbiano potuto vivere e sperimentare quali siano i limiti del sistema capitalista, da due anni vediamo svilupparsi una campagna diretta a promuovere nuovi partiti politici, in grado di sostituire quelli socialdemocratici o conservatori che hanno gestito la crisi capitalista e il capitalismo negli ultimi 30 anni.
Questa operazione, diretta dai mezzi di comunicazione legati ai settori oligarchici, non è altro che un nuovo passo nella manovra di distrazione che ha avuto inizio nel maggio 2011, con il movimento delle piazze, gli "indignados". Ha come obiettivo quello di mantenere la classe operaia e i settori popolari dentro il quadro di gestione capitalista, confidando in ipotetiche riforme a venire senza però risolvere il problema fondamentale di tutta la società capitalista: la contraddizione tra capitale e lavoro.
L'unica alternativa, compagni, passa dal rafforzamento del Partito comunista e dall'elaborazione di una politica che, cercando di ampliare le alleanze della classe operaia, si diriga fondamentalmente verso la classe operaia, nel rispetto delle altre posizioni politiche dei settori sociali vicini alla classe operaia, ma senza accodarsi a tali queste posizioni politiche estranee. Per poter raggiungere questo obiettivo, è essenziale che il Partito comunista sia presente nei luoghi di lavoro, lì dove si vede con assoluta chiarezza la contraddizione tra capitale e lavoro.
Senza presenza organizzata dei comunisti nei luoghi di lavoro non c'è rafforzamento possibile del progetto comunista e la conquista del potere politico continuerà ad essere lontana.
Per questo, nel nostro prossimo X Congresso, che si celebrerà a giugno del 2016, il PCPE discuterà con assoluta serietà quali passi si debbano compiere per esser più forti all'interno del movimento operaio e sindacale, come si possa costruire la nostra organizzazione nei luoghi di lavoro, mentre la nostra gioventù si rafforza nel movimento studentesco e giovanile in generale. Come diceva Pedro Checa, Segretario dell'organizzazione del Partito comunista durante la nostra Guerra nazionale rivoluzionaria, la fortezza del Partito si trova nelle fabbriche, qui è dove deve lavorare la cellula del Partito, seguendo le parole di Lenin secondo cui "la forza principale del movimento risiede nell'organizzazione degli operai nelle grandi officine, perché nelle grandi officine (e fabbriche) vi è la parte della classe operaia che non solo prevale numericamente, ma ancor più prevale per la sua influenza, il suo sviluppo, la sua capacità di lotta". Questo è il cammino che dobbiamo seguire per rafforzare i Partiti comunisti e operai, integrandolo con una lotta incessante contro l'influenza dell'ideologia borghese tra le masse lavoratrici.
A livello generale, il lavoro comunista deve comprendere una valutazione adeguata della situazione internazionale e degli effetti che essa ha per il lavoro dei Partiti comunisti e operai.
E' evidente l'esaurimento della formazione storico-sociale capitalista. Il capitalismo monopolista, l'imperialismo, è un sistema che, per sopravvivere come tale, deve distruggere le forze produttive, le condizioni di vita e di lavoro della classe operaia, portando milioni di lavoratori e lavoratrici in una condizione di schiavitù salariata.
L'imperialismo sta socializzando il lavoro fino a limiti incredibili. I monopoli di ogni paese sono più vicini che mai al poter sfruttare la classe operaia di qualsiasi altro paese o, detto in altro modo, tutta la classe operaia mondiale può esser oggetto di sfruttamento da parte dei capitalisti di tutti i paesi. Per questo, l'internazionalismo è oggi uno degli elementi chiave nel lavoro dei comunisti, elevando la lotta economica della classe a lotta politica, cosa che implica una concezione generale dei processi di sfruttamento capitalistico su scala mondiale.
Le contraddizioni tra le principali potenze capitaliste si sono acutizzate esponenzialmente e questo genera un alto grado di instabilità e grandi pericoli per la classe operaia mondiale. Questa acutizzazione è un fenomeno accelerato dal trionfo della controrivoluzione nell'Unione Sovietica e nel campo socialista europeo.
La carenza di risorse, aggravata dall'anarchia nella produzione che regna nel capitalismo, la crescente importanza delle vie di trasporto e la necessità di mercati moltiplicano gli scontri tra gruppi monopolisti e le loro strutture politico-militari, avvicinando il pericolo che una qualsiasi scintilla possa innescare uno scontro di grandi dimensioni.
La guerra è un elemento intrinseco allo sviluppo del capitalismo nell'attuale fase imperialista ed è necessaria per mantenere il tasso di profitto dei monopoli. La guerra è uno strumento dell'imperialismo e per questo la lotta contro la guerra imperialista deve esser uno degli assi centrali del lavoro dei Partiti comunisti e operai, partendo dall'assunto che la lotta contro la guerra imperialista è inseparabile dalla lotta contro il sistema che la genera.
Attualmente, vediamo come la guerra ha distrutto paesi come la Siria, la Libia o l'Iraq. Siamo inoltre testimoni di come soffre il popolo palestinese e spesso assistiamo ad aggressioni contro il popolo libanese e attacchi contro i settori progressisti della Turchia. A tutti questi popoli vogliamo esprimere la nostra più profonda solidarietà internazionalista.
Compagni, nel quadro dell'acuirsi dei conflitti inter-imperialistici, noi comunisti abbiamo l'obbligo di non cadere nella trappola di favorire uno o l'altro imperialismo. Dobbiamo lottare senza sosta contro le potenze e le strutture imperialiste a cui partecipano i nostri paesi. Nel caso della Spagna, è molto chiaro che si tratta principalmente dell'Ue e della Nato. Ma consideriamo inoltre necessario affrontare con fermezza il dibattito sul ruolo delle altre potenze nello scenario mondiale attuale e combattere teorie come quella della multipolarità, che ignorano le analisi leniniste sullo Stato e l'imperialismo.
Partendo dal concetto che, di fronte ogni aggressione, la nostra azione deve esser sempre inquadrata nella denuncia della potenza che aggredisce, non dobbiamo nemmeno confondere l'opposizione, congiunturale o sostenuta nel tempo da parte di altre potenze, le manovre concrete di una potenza imperialista, con il discorso e le posizioni antimperialiste coerenti. Una simile confusione condurrà la classe operaia e i popoli del mondo a nuove situazioni indesiderabili, nelle quali saranno convertite in carne da cannone per la gloria dei rispettivi capitalisti.
Chiediamo formalmente ai partecipanti a questo Incontro internazionale di affrontare sistematicamente, nei prossimi incontri, alcune questioni quali la definizione dell'imperialismo e le alleanze statali imperialiste. Per noi questo è un punto centrale per lo sviluppo di una tattica comune del Movimento comunista internazionale.
Compagni, speriamo che i lavori di questo Incontro siano fruttuosi e che i nostri dibattiti favoriscano la crescita di tutti i Partiti comunisti e operai nelle loro lotte.
Molte grazie per la vostra attenzione.
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