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- pensiero resistente - movimento comunista internazionale - 30-11-15 - n. 567
17° IMCWP - 17° Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai
"I compiti dei Partiti comunisti e operai per rafforzare la lotta della classe operaia contro lo sfruttamento capitalista, le guerre imperialiste e il fascismo, per l'emancipazione dei lavoratori e dei popoli, per il socialismo".
Istanbul, Turchia, 30 ottobre-1 novembre 2015
Contributo del Partito Comunista Brasiliano (PCB)
Partito Comunista Brasiliano (PCB) | solidnet.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
02/11/2015
Il Comitato Centrale del Partito Comunista Brasiliano (PCB) saluta tutti i Partiti comunisti e operai presenti e si complimenta con il partito ospitante, il Partito Comunista (Turchia), avanguardia dei lavoratori e del popolo turco nelle lotte contro la politica del terrorismo di stato imposta dai governi dell'AKP (Partito per la Giustizia e lo Sviluppo) e dal presidente Erdogan, servi del capitalismo e dell'imperialismo, responsabili per di più del genocidio del popolo curdo.
E' in atto una crisi sistemica mondiale del capitalismo, una delle più gravi della sua storia, che dal 2008 è emersa in modo più violento, provocando la contrazione dell'economia in diversi paesi e conseguenze nefaste che colpiscono soprattutto i lavoratori e le popolazioni più povere. Strutturato a livello internazionale, il grande capitale ha cercato di scaricare tutto il peso della crisi sulle spalle dei lavoratori, con attacchi ancora più violenti ai diritti sociali e una recrudescenza della repressione dei movimento popolari, misure adottate per recuperare il saggio di profitto e organizzare l'economia su di un nuovo livello, sulla base dei suoi interessi.
Tuttavia, queste misure finiscono per contribuire all'approfondimento della crisi, promuovendo la riduzione dell'attività economica, la disoccupazione, la caduta dei redditi e dei consumi. La crisi rende la borghesia più aggressiva e svela più chiaramente i progetti del capitale, che calpesta diritti e tutele dei lavoratori e sopprime le libertà democratiche conquistate a seguito di storiche lotte. Una forte ondata conservatrice percorre il mondo, con l'apparizione di gruppi apertamente fascisti, che sostengono il razzismo, la xenofobia, le discriminazioni di classe e di genere e ogni tipo di pregiudizio contro le differenze tra gli esseri umani.
Dal punto di vista militare, è in corso un'offensiva dell'imperialismo con l'obiettivo di fomentare gli interventi militari e le guerre in diverse regioni del pianeta. La tragedia dell'esodo crescente di immigrati e rifugiati che giungono quotidianamente in Europa, provenienti principalmente dall'Africa e dal Medio Oriente, non lascia alcun dubbio sulla gravità del problema e sulle sue cause: le guerre, la fame, la devastazione ambientale, con siccità e deforestazione. Gli Stati Uniti e l'Unione europea – in alleanza con Israele, Turchia e le monarchie del Golfo – fanno tutto il possibile per istigare conflitti in Medio Oriente e, allo scopo di rovesciare quei governi che rappresentano degli ostacoli ai piani imperialistici nella regione, concedono il loro sostegno economico e militare a gruppi terroristici e mercenari. Finanziati e addestrati dalla Cia e dai servizi segreti dell'Ue, questi gruppi si sono trasformati in eserciti per seminare terrore e forzare l'espulsione delle popolazioni dai loro territori d'origine, come fa il cosiddetto Stato Islamico.
Una crisi di queste proporzioni è anche la responsabile dell'intensificazione della lotta di classe. In tutto il mondo, i lavoratori e i popoli, anche in condizioni di fragilità, degenerazione e divisione di molte delle sue organizzazioni, resistono come possono all'offensiva del grande capitale, reagendo con scioperi, manifestazioni, rivolte ed esplosioni sociali. Nella lotta di classe, questo è il momento della verità. Non c'è spazio per le alternative riformiste, che, quando adottate, rafforzano unicamente il potere del capitale e smobilitano i lavoratori. Le esperienze dei partiti e dei movimenti che si presentano come nuovi aspiranti nello scenario politico, come se non esistessero "la sinistra e la destra", dimostrano appieno l'esaurimento della socialdemocrazia, come nel caso della Grecia, dove l'unica forza capace di rappresentare il popolo greco nella lotta coerente contro il capitalismo e l'imperialismo è il Partito Comunista, il KKE.
In America Latina, siamo oggi nella fase di riflusso dei movimenti di massa che, nel ventennio degli anni 1990 e 2000 hanno portato venti di cambiamento nel continente, con l'ascesa di governi democratici e popolari. L'imperialismo minaccia costantemente i paesi che si rifiutano di seguire la sua agenda, come nei casi di Venezuela, Bolivia ed Ecuador, impone nuove basi militari e truppe Usa in Perù, Honduras, Costa Rica e istiga conflitti localizzati come lungo le frontiere del Venezuela con Colombia e Guyana. In Venezuela, va rafforzata la nostra solidarietà al governo bolivariano, ma senza dimenticare di chiedere sempre, come fa il PCV, la radicalizzazione del processo di cambiamento e l'organizzazione del potere popolare.
Il PCB accoglie con soddisfazione la conclusione dell'accordo parziale tra le FARC-EP e il governo colombiano, che è possibile solo grazie all'impasse nel campo militare, alle mobilitazioni del movimento popolare e delle forze progressiste colombiane, alla solidarietà internazionale, al governo e al popolo cubano che ospitano i colloqui per la soluzione del conflitto e agli altri paesi garanti e accompagnatori del processo, tra i quali si evidenzia il Venezuela. La gioia per la conclusione di questo accordo parziale non deve, tuttavia, smobilitare la solidarietà internazionale, né abbassare la guardia della resistenza colombiana in tutte le sue forme. La storia della borghesia locale e dell'imperialismo da questa servito non è quella del pacifismo, o del rispetto degli accordi, come nel caso dello sterminio di migliaia di militanti dell'Unione Patriottica negli anni '80, proprio dopo un accordo con lo stato per la smobilitazione della guerriglia e la sua trasformazione in movimento politico disarmato.
In Brasile, la crisi capitalista, associata a una profonda crisi politica, fa cadere gli argomenti del Partito dei Lavoratori (PT) e della sua coalizione di governo – costruita attraverso accordi con gruppi e partiti conservatori – secondo cui era possibile avanzare nella soluzione dei principali problemi vissuti dalla popolazione brasiliana senza andare contro gli interessi della grande borghesia monopolista. I governi PT mantengono intatte le politiche neoliberiste: avanzo primario per controllare l'espansione del debito pubblico, elevati tassi d'interesse per raggiungere gli obiettivi sull'inflazione, tasso di cambio fluttuante, privatizzazione delle imprese statali e dei servizi pubblici, attacchi ai diritti ottenuti con le lotte della classe operaia. Con l'approfondirsi della crisi capitalista nel paese, che porta disoccupazione, svalutazione della forza lavoro e aumento del costo della vita, il governo Dilma richiede però maggiori sacrifici ai lavoratori e taglia i programmi sociali. Disperato nel tentativo di mantenere la governabilità a tutti i costi, il governo PT e i suoi alleati promuovono una politica di conciliazione con il capitale e il tradimento della classe operaia, siglando un patto con l'alta borghesia sulla cosiddetta "Agenda Brasile", che da una parte annuncia un maggior sfruttamento dei lavoratori, una maggiore privatizzazione dei beni pubblici, la distruzione dell'ambiente e dei servizi pubblici, mentre dall'altra garantisce il pagamento del mostruoso debito pubblico ai banchieri e ai rentier che ne beneficiano.
Inoltre, con il pretesto di promuovere la "sicurezza nazionale", il governo ha presentato un progetto al Congresso destinato a istituire la cosiddetta "legge antiterrorismo", il cui obiettivo principale è reprimere e criminalizzare le lotte popolari contro l'ordine del capitale, includendo la motivazione ideologica e politica nella definizione di "organizzazione terroristica". In pieno regime democratico borghese, i lavoratori sono duramente colpiti per mantenere intatto l'ordine e la riproduzione del sistema, garantendo i profitti del capitale finanziario, dell'agroindustria e delle grandi corporation.
Sebbene i sindacalisti e movimenti filo-governativi mettano in secondo piano la lotta contro gli attacchi ai lavoratori pur di fare campagna in difesa di un governo che impone la riduzione della giornata con riduzione del salario, che impone la privatizzazione, che appoggia il capitale finanziario, che finanzia l'agroindustria e criminalizza i movimenti sociali, la classe operaia reagisce facendo scioperi e lottando per i suoi bisogni fondamentali, come l'accesso alla terra, alla casa, alla sanità e l'istruzione pubblica, al trasporto. Contro la conciliazione e il riformismo, e contro coloro che alimentano le illusioni sulla possibilità di amministrare il capitalismo, il Partito Comunista Brasiliano (PCB) è consapevole che solo la lotta organizzata dei lavoratori e dei settori popolari sarà capace di fermare l'offensiva del capitale. Secondo il PCB, non ci sono contraddizioni significative tra la borghesia brasiliana e l'imperialismo. Questo, nel caso del Brasile, vuol dire che non c'è un nemico esterno da esser combattuto dalla nazione, in un fronte di conciliazione di classe tra il proletariato e la borghesia "nazionale". Al contrario, il Brasile è parte del sistema imperialista mondiale, nonostante le sue contraddizioni e del fatto che continui a essere un attore coadiuvante in ascesa.
Esattamente all'apice della crisi del capitalismo, quando gli attacchi del sistema ai diritti lavorativi, sociali e politici dei popoli aprono la possibilità di mobilitazione e organizzazione dei lavoratori, continuiamo a esser carenti di un vigoroso movimento comunista internazionale con orientamento rivoluzionario. I partiti riformisti che partecipano ai governi socialdemocratici o social-liberali non contribuiscono alle conquiste dei lavoratori, e ancora meno alla costruzione del socialismo. Al contrario, partecipano alla gestione del sistema e smobilitano i lavoratori, ingannandoli affermando che le loro conquiste dipendono dallo sviluppo del capitalismo.
Il PCB continuerà ad agire per rafforzare il blocco di Partiti comunisti allineati alla lotta anticapitalista e antimperialista, cercando di contribuire allo sviluppo di una lotta senza tregua contro il riformismo, che tuttavia prevale in varie organizzazioni che si dicono di sinistra o comuniste, e costruire un potente polo comunista internazionale per rafforzare ideologicamente le posizioni marxiste-leniniste ed esser capaci di condurre, in ogni paese, il movimento operaio alla sua completa emancipazione.
Viva il marxismo-leninismo!
Viva l'internazionalismo proletario!
PCB (Partito Comunista Brasiliano)
Comitato Centrale
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