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- pensiero resistente - movimento comunista internazionale - 23-01-16 - n. 573
ECM 2015 - Incontro Comunista Europeo 2015
"Rafforziamo la lotta operaia e popolare contro la barbarie capitalista che crea guerre, povertà, rifugiati e immigrati. Per l'Europa del socialismo, della pace, della giustizia sociale".
Bruxelles, 07/12/2015
Intervento del Partito dei Lavoratori Ungherese
Partito dei Lavoratori Ungherese | kke.gr
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
Contributo della compagna Marina Pilaeva, del Comitato Centrale
Cari Compagni!
"Uno spettro si aggira per l'Europa - lo spettro del comunismo. Tutte le potenze della vecchia Europa si sono alleate in una santa battuta di caccia contro questo spettro", scrissero Marx ed Engels nel 1848.
Non voglio dire che lo spettro del comunismo si stia aggirando ancora per l'Europa. Sarebbe un'esagerazione senza fondamento. Ma dobbiamo cogliere alcuni processi positivi e incoraggiarci.
La crisi capitalistica produce tensioni sociali e conduce a proteste di massa nei diversi stati dell'Europa.
In Grecia il Partito Comunista greco (KKE) ha proposto una via chiara "per rovesciare il capitalismo e costruire una nuova società socialista". Questa è la più grande sfida al capitalismo in Europa degli ultimi 26 anni. Le forze capitalistiche sono riuscite a dominare la situazione greca solo inventando Syriza e manipolando le persone in ampissima misura. Noi pensiamo che la crisi greca non sia ancora finita e la lotta per una prospettiva socialista debba continuare.
In Portogallo la crisi ha indebolito la posizione della coalizione di governo. Per la prima volta nella storia recente il governo portoghese può essere formato solo con il supporto del Partito Comunista. Possiamo nutrire opinioni differenti sulle decisioni dei compagni portoghesi di sostenere un governo borghese. Ma è un fatto che al momento il governo non può sopravvivere senza i comunisti.
In Ucraina vediamo che il popolo della regione del Donbass pone sulle sue bandiere non solo slogan nazionalistici ma anche delle chiare istanze anticapitaliste. Il regime di Poroshenko è impaurito dalla possibilità che la situazione di crisi costante e le difficoltà insostenibili per il popolo conducano a una massiccia protesta anticapitalista. Questo è il motivo per cui i capitalisti hanno voluto una dittatura nazionalista e fascista e hanno espulso i comunisti dalle elezioni parlamentari. E la lotta continua ad andare avanti.
Nell'Europa dell'Est e in centro Europa non possiamo parlare di cambiamenti radicali come in Grecia o in Portogallo. Ma possiamo dire che il governo conservatore dell'Ungheria ha dovuto adottare gran parte del nostro programma sociale. Non vogliono il socialismo ma manipolano le persone, perché intendono evitare che accada in Ungheria quello che è accaduto in Grecia o in Portogallo. Ma la situazione in Ungheria comunque si evolve. La crisi capitalistica sta cambiando il comportamento politico delle persone. Non con velocità rivoluzionaria, ma lentamente, passo dopo passo.
Noi proviamo a utilizzare questi sviluppi per i nostri scopi, per tentare di rafforzare il partito. Posso dirvi che il Partito dei Lavoratori Ungheresi è diventato più forte dall'ultimo nostro meeting a oggi.
Quelli che prima ci hanno respinti per diversi anni, ora dicono: avete ragione, la vostra causa è giusta. Giovani e adulti stanno cominciando ad entrare nel partito. Siamo orgogliosi del fatto che un quarto delle nostre file abbia aderito negli ultimi dieci anni. In questi anni abbiamo aperto una nuova sede centrale del partito a Budapest. Per la prima volta dopo anni siamo stati capaci di aumentare il numero dei compagni retribuiti dal partito: praticamente contiamo su rivoluzionari di professione.
Dal 2014 abbiamo partecipato a tutte le elezioni, locali e parlamentari. Sappiamo che non possiamo vincere. Ma dobbiamo mostrare alle persone che siamo presenti e che siamo dalla loro parte. Siamo consapevoli delle nostre responsabilità. Vediamo che in Ungheria la socialdemocrazia è in profonda crisi. Fino ad oggi non sono comparse in Ungheria una Syriza o un Podemos. Ma prima o poi le forze capitaliste inventeranno qualche nuovo partito. Il nostro compito e la nostra responsabilità è di portare i lavoratori dalla nostra parte.
Allo stesso tempo dobbiamo combattere contro le forze di estrema destra, che manipolano le persone con slogan anticapitalisti, anti-semitici e contro i rom.
Rispetto ai principi di base, la nostra posizione è chiara. Noi combattiamo per risolvere i problemi quotidiani delle persone: salario, lavoro, salute, istruzione. Ma contemporaneamente sottolineiamo che i lavoratori possono aspettarsi un vero cambiamento solo se si rovescia il capitalismo. Mostriamo sempre alle persone la prospettiva socialista. Noi utilizziamo le possibilità della democrazia borghese e partecipiamo alle elezioni, ma siamo convinti che la strada del socialismo non passa attraverso le elezioni parlamentari borghesi.
Compagni,
Quest'anno abbiamo a che fare con un serio problema per il movimento comunista Europeo. Ci sono tra noi forti differenze nella valutazione del parlamentarismo borghese e sul carattere della moderna lotta di classe. Ci sono grandi differenze di vedute sul partito comunista e sul tipo di socialismo che verrà. Abbiamo posizioni differenti sulla crisi dei migranti.
Ma nonostante questo, compagni, siamo qui. Il movimento comunista e operaio europeo esiste. E questa è la cosa più importante. Siamo venuti a Bruxelles per rafforzare il nostro movimento. Le nostre difficoltà e le nostre discussioni riflettono la reale condizione delle classi lavoratrici. Ma le cose stanno cambiando. Noi crediamo che i processi in atto in Europa contribuiscono a rafforzare i nostri partiti.
Primo, le conseguenze negative della crisi capitalistica. Secondo, l'emergenza dei flussi migratori è un segnale chiaro della crisi del capitalismo in generale e delle crisi dell'Unione Europea. Questo non fa saltare in aria il capitalismo, ma approfondisce la sua crisi. Terzo, la militarizzazione dell'Est Europa, il conflitto con la Russia, la lotta dei paesi capitalistici per la spartizione del mondo, conduce l'Europa vicino ad una guerra europea. Dobbiamo provare a dare risposte comuni a questi problemi. Dobbiamo pianificare azioni comuni. Dobbiamo coinvolgere nelle nostre attività la base dei nostri partiti che combatte in prima linea. Dobbiamo saldare la nostra gioventù: nel giro di qualche anno prenderà il nostro posto e dobbiamo preparare le nuove leve.
Compagni,
facciamo del nostro meglio per far rivivere lo spettro del comunismo. Possiamo e dobbiamo farlo.
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