www.resistenze.org - pensiero resistente - movimento comunista internazionale - 13-02-16 - n. 576

ECM 2015 - Incontro Comunista Europeo 2015

"Rafforziamo la lotta operaia e popolare contro la barbarie capitalista che crea guerre, povertà, rifugiati e immigrati. Per l'Europa del socialismo, della pace, della  giustizia sociale".

Bruxelles, 07/12/2015

Intervento del Partito Comunista Tedesco

Partito Comunista Tedesco (DKP) | kke.gr
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

Cari compagni,
dopo aver ringraziato il gentile invito del PC della Grecia vorrei iniziare con poche parole sulla questione dei rifugiati. Siamo d'accordo con le considerazioni sul tema ampiamente sviluppate dal compagno Dimitris Koutsoumpas in apertura del seminario.

Le persone continuano ad annegare nel Mediterraneo, continuano a soffocare in container e camion, anche perché, naturalmente, i trafficanti vogliono lucrare su di loro e sulla loro miseria. Perché, tuttavia, questo business è redditizio? Innanzitutto, a causa delle frontiere chiuse dell'Unione Europea. In secondo luogo, a causa della cosiddetta Convenzione di Dublino, che rende praticamente impossibile chiedere asilo in uno qualsiasi dei paesi ricchi dell'UE. Terzo e decisivo, perché i governanti europei in combutta con l'imperialismo degli Stati Uniti, e spesso attraverso la l'aggressiva alleanza atlantica, sono la causa principale della fuga.

E' stata così favorita la distruzione dell'integrità nazionale in Siria, Iraq e Libia. L'obiettivo era quello di rovesciare i governi che non volevano o non erano completamente asserviti agli imperialisti occidentali più sviluppati. Per raggiungere tale obiettivo è valida qualsiasi bugia, quasi qualsiasi mezzo e qualsiasi alleato. Dove sta l'ipocrisia di oggi circa lo Stato islamico? Il vuoto di potere che è stato creato ha fornito lo spazio per quelle forze armate e finanziate dagli imperialisti e dai loro alleati, tra cui Arabia Saudita, Turchia e Qatar. In aggiunta si tenga a mente che i produttori di armi traggono profitto da entrambe le parti, compresi quelli tedeschi in prima fila, come Heckler & Koch. Questi colossi guadagnano sulle esportazioni di armi e sulla concessione di licenze per la produzione delle loro armi.

Questa guerra è oggi una delle principali cause della fuga di milioni di persone. Altre cause sono la fame, il sottosviluppo e la mancanza di prospettive generate dai rapporti internazionali di sfruttamento. La propaganda dei governanti tedeschi mira a dividere i rifugiati: quelli che fuggono la fame e la miseria, vengono abbassati di rango e considerati a un gradino più basso, denominati "rifugiati economici". I rifugiati vengono espulsi in fretta se provengono da "stati terzi sicuri".

I governanti dividono e istigano l'uno contro l'altro i rifugiati e le persone emarginate del proprio paese, i rifugiati contro la classe operaia nazionale. Il nostro compito è quello di rendere chiaro che sono gli stessi gruppi che traggono profitto dalla crisi greca, dal sottosviluppo nel mondo e dai tagli del welfare nel nostro paese (leggi Hartz), solo apparentemente in ambiti diversi. Oltre la guerra, questo è il secondo motivo e la seconda condizione che determina la fuga odierna di milioni di persone.

Nel nostro paese, ciò porta alla conseguenza che la cosiddetta "Alternativa per la Germania" (AfD) raccoglierebbe il 10% se vi fossero le elezioni ora, un'alleanza di neo-nazisti, figli del capitale e della classe borghese. Questa è la stessa miscela che ha portato Hitler al potere, esiste un parallelo storico.

- Nel nostro paese, dobbiamo schierarci contro il razzismo sempre e ovunque: il razzismo istituzionale, organizzato dalla feccia razzista, e anche quello latente che prolifica nei pub e nei sobborghi.

- Dobbiamo denunciare i motivi alla base del fenomeno dei rifugiati e dello sfruttamento economico che vi soggiace. Ciò è fondamentale per prevenire la separazione dei profughi in benvenuti - favoriti perché parlano più lingue, sono istruiti e sfruttabili - e quelli sgraditi. Chiediamo un diritto illimitato di asilo, e chiediamo il diritto di soggiorno per tutti i rifugiati.

- Bisogna fermare le esportazioni di armi e porre fine alla destabilizzazione della Siria, dell'Iraq e della Libia. Ciò ridurrebbe notevolmente e in tempi brevi la fuga di massa.

- Bisogna fermare i piani militari contro i cosiddetti trafficanti, la guerra contro i trafficanti non ha alcun effetto sulle ragioni della fuga.

- Chiediamo alloggi dignitosi e condizioni decenti per tutti i rifugiati.

- Sosteniamo che l'attacco a Parigi del mese scorso non ha nulla a che fare con la crisi dei rifugiati, anche se uno dei terroristi forse è arrivato come rifugiato.

- E in particolare in questa situazione chiediamo il divieto di raduni razzisti e fascisti. Il fascismo non è un'opinione, ma un crimine. Non vi è alcun diritto di propaganda nazista e non vi è alcun diritto di razzismo!

Cari compagni,
l'imperialismo tedesco ha perseguito una strategia subdola e vincente. Prima dell'acuirsi della crisi attuale del capitalismo, ha approfittato dell'alto tasso di disoccupazione per operare drastici tagli alla sicurezza sociale e instillare un'enorme paura del declino sociale nella coscienza della classe operaia.

Poi ha approfittato nuovamente, convertendo la Germania in un paese con manodopera a basso costo rispetto alla sua elevata produttività del lavoro. Questa tendenza è stata continuata, e l'imperialismo tedesco ha utilizzato la costruzione imperialistica europea per affamare - parte in competizione e parte in collaborazione con l'imperialismo francese - i paesi periferici dell'Ue.

In questo modo, il capitale monopolistico della Germania ha attraversato la crisi del tutto illeso e in aggiunta è riuscito ad accattivarsi quei settori della classe operaia che sono importanti per la coscienza della classe nel suo complesso e per i sindacati. Questi settori fanno parte prevalentemente delle maestranze delle grandi aziende, assunte con contratti di lavoro a tempo indeterminato. A loro favore sono state fatte alcune concessioni, che evidenzierebbero come la "Germania" ha gestito bene la crisi. Questa ideologia ha un impatto. All'interno dei sindacati, molti si interrogano su come salvaguardare la "localizzazione industriale" in Germania. Così si offusca la contraddizione di classe, e viene a crearsi un substrato fertile per il nazionalismo e il razzismo.

Purtroppo, i governanti in Germania sono riusciti a spazzare via l'internazionalismo proletario quasi del tutto. In particolare, per quanto riguarda lo sfruttamento drammatico del popolo greco, la classe operaia tedesca non ha fatto onore alle sue responsabilità.

Cari compagni,
a proposito dell'intervento introduttivo del compagno Dimitris Koutsoumpas, concordiamo con quanto ha detto, anche con riferimento alla situazione sempre più drammatica in Medio Oriente. Condividiamo la valutazione che la "barbarie del fanatismo jihadista" sia utilizzata "per favorire un clima favorevole alla guerra tra la classe operaia". Questo è esattamente ciò che sta accadendo in Germania.

Ma non condividiamo che utilizzare le contraddizioni interimperialiste significhi necessariamente accettare i piani di uno dei centri imperialisti. Possiamo e dobbiamo sostenere la politica estera russa, che in questo momento è oggettivamente antimperialista, si difende contro l'Ucraina, paese nell'orbita della Nato (e anni prima contro la Georgia), e ora aiuta il governo siriano per difendere il suo diritto all'autodeterminazione e così difende la Carta delle Nazioni Unite. Non pensiamo che la Russia stia intervenendo per entrare in competizione sulle materie prime e l'energia. La Russia, prima di tutto, sta difendendo il suo interesse nazionale per la pace, che significa allo stesso tempo difendere la sua sovranità.

Siamo d'accordo, naturalmente, su quanto è stato detto a proposito del TTIP e i piani che vi sottendono. Il partito socialdemocratico della Germania, come al solito, difende gli interessi della classe capitalista, ponendosi al fianco dei cristiano democratici in prima linea per implementare il TTIP.

Per quanto riguarda la Grecia, ripetiamo quello che abbiamo detto e pubblicato in diverse occasioni. In Grecia abbiamo avuto prova della correttezza di alcune leggi del capitalismo e della lotta di classe. Le elezioni del 25 gennaio, quando uno su tre degli elettori ha votato il partito di sinistra Syriza, hanno determinato una svolta a sinistra. Il DKP aveva valutato l'esito elettorale come uno "spostamento a sinistra nella coscienza di classe" e dichiarava la sua solidarietà al popolo greco nel tentativo di liberarsi dalla "politica disumana di austerità antisociale" della Troika.

Ma il DKP non ha diffuso illusioni, perché le leggi del capitalismo non possono essere abolite dal semplice desiderio. Questo è tanto più vero quando il governo non coglie o addirittura evita di attivare il popolo per le sue rivendicazioni. Mentre nel 2010 e nel 2011 vi furono lotte e scioperi di massa, queste attività si ridussero nel 2012 dopo i primi successi elettorali di Syriza nella speranza di successo della nuova compagine politica. Come tutti ricordiamo, solo il PAME e il KKE continuarono la lotta.

Quindi, in termini di partecipazione a un governo, si sono dimostrate corrette le direttive del KKE che rifiutavano qualsiasi partecipazione a un governo che ingannasse il popolo con l'ipotesi di una uscita dalla crisi del debito greco senza la fuga della Grecia dalla Ue.

D'altra parte, comprendiamo allo stesso modo la mancata partecipazione del Partito Comunista portoghese, anche se il PCP sostiene (o come diremmo in Germania: tollera) il governo del PS, e, per questo, trae altre conclusioni per via della specificità della situazione in Portogallo. Il DKP difende l'indipendenza decisionale e, allo stesso tempo, sottolinea la responsabilità dei partiti comunisti nei confronti della classe operaia nei propri paesi. Questioni a prima vista simili, possono richiedere risposte diverse.


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