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18° IMCWP - 18° Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai

"Crisi capitalista e offensiva imperialista - Strategia e tattica dei Partiti Comunisti e Operai nella lotta per la pace, per i diritti dei lavoratori e dei popoli, per il socialismo"

Hanoi, Vietnam, 28-30 ottobre 2016

Contributo del Partito Comunista del Venezuela (PCV)

Partito Comunista del Venezuela (PCV) | solidnet.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

27/10/2016

Cari compagni:

Siamo felici di esser qui con voi, al 18° Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai, IMCWP, ad Hanoi, grazie alla solidarietà internazionalista.

A nome del Comitato Centrale del Partito Comunista del Venezuela desidero ringraziare il Partito ospitante, il Partito Comunista del Vietnam e i Partiti fratelli del Gruppo di Lavoro, per l'arduo lavoro preparatorio al fine di garantire il successo del IMCWP qui in Vietnam. Salutiamo tutti i rappresentanti dei Partiti Comunisti, Operai e Rivoluzionari dei cinque continenti qui presenti.

In particolare, vorrei evidenziare la fraternità indistruttibile tra i partiti comunisti latinoamericani e caraibici, dove c'è una forte volontà di stringere attraverso diverse vie concrete i nostri legami a favore dell'unità vittoriosa dei popoli di questa regione.

Il PCV presta tutta la solidarietà agli sforzi delle forze rivoluzionarie colombiane per porre fine al conflitto armato interno, con una pace con giustizia sociale. E' la barbarie capitalista che genera queste guerre che militarmente sono appoggiate da un'ampia rete di basi militari della NATO, che aggravano le crisi economiche, la povertà e la disoccupazione. Denunciamo le diverse forme di colpi di Stato che si introducono nello scenario politico latinoamericano. Esprimiamo la nostra piena solidarietà con i popoli di Honduras, Paraguay e Brasile, dove sotto l'eufemismo di golpe duri o bianchi, si viola il diritto dei popoli a scegliere democraticamente i suoi rappresentanti politici. Siamo fermamente al fianco del popolo cubano e del suo governo rivoluzionario, per conquistare la fine del criminale blocco dell'imperialismo yankee e permettere uno sviluppo indipendente verso il socialismo. Denunciamo la presenza anche di territori coloniali delle grandi potenze capitaliste nella nostra regione latinoamericana e caraibica. Esempi sono Puerto Rico, le Malvine argentine e Guantánamo.

Noi Partiti qui ad Hanoi riuniti viviamo giornate di intenso dibattio e insieme quei partiti, che per forza maggiore sono assenti, siamo alla ricerca di una linea strategica comune, contro il nemico comune: l'imperialismo come fase suprema del capitalismo, rispettando e solidarizzando con le tattiche di lotta dell'avanguardia proletaria in ogni paese e regione.

Il PCV, partito marxista-leninista, è disposto a dare il massimo contributo per affinché ci si lasci fraternamente dal 18° IMCWP con una dichiarazione congiunta di tutti i partiti esistenti e una linea d'azione di lotta.

Cari compagni:

E' ampiamente conosciuto, ma è sempre necessario ripeterlo perché rappresenta l'essenza della nostra lotta: siamo nelle storiche trasformazioni economiche, politiche, sociali e culturali inerenti alla lotta di classe internazionale per il Socialismo, che sono determinate da due grandi contraddizioni: quella fondamentale tra lavoro e capitale che segna con maggiore forza l'epoca di transizione dal sistema capitalista a quello socialista e la principale tra le nazioni e l'imperialismo, che pone la lotta per la liberazione nazionale e lo sviluppo indipendente nazionale e lo sviluppo dei popoli.

Ai marxisti-leninisti e rivoluzionari deve preoccuparci che il cosiddetto Sud del mondo è ancora caratterizzato da un ampia presenza di sistemi coloniali, dove i suoi popoli lottano per la loro indipendenza nazionale e necessitano di tutta la nostra solidarietà.

A questa doppia contraddizione si aggiunge un'altra categoria dialettica ben nota: la Guerra e la Pace. Secondo la politica imperialista della guerra permanente, la "pace sociale", come matrice del sistema democratico borghese, non sorge a priori come obiettivo, ma come risultante vittoriosa del controllo militare sulle resistenze sociali antimperialiste e anticapitaliste che il sistema capitalista stabilisce per mantenere le sue strategie di sfruttamento di classe. Si tratta di avviare guerre militari permanenti per la conquista e l'appropriazione di merci e materie prime per il sostentamento della sua struttura economica produttiva imperiale.

Ora non sono solo provocazioni e tintinnii di sciabole delle potenze imperialiste della NATO, ma i portavoce del Pentagono assicurano l'inevitabilità di un conflitto tra le grandi potenze militari includendo altre nazioni. Si annuncia la III Guerra Mondiale. Come rispondiamo noi partiti rivoluzionari del mondo? Che fare?

Il generale Mark Milley, capo dello Stato Maggiore delle truppe terrestri nordamericane, ha avvertito che il suo paese distruggerà qualsiasi nemico, in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo e la minaccia di shock militari tra USA, Russia e Cina è maggiore adesso che anni addietro.

Le parole del Maggiore Generale William Hix, Direttore Aggiunto del Centro di Integrazione dell'Esercito degli Stati Uniti, insinuano anche un futuro conflitto globale: "Sarebbe più breve che le due guerre del secolo scorso. Si svilupperebbe in forma molto più rapida. Ma, sicuramente, sarà più letale". E le ragioni che esprime per giungere ad entrambe le conclusioni, sembrano evidenti. Attualmente è molto più facile mobilitare truppe ed effettivi militari e trasferirli in qualsiasi altro luogo del mondo con una rapidità impensabile nel XX secolo. Inoltre, la minaccia nucleare e chimica obbligherà qualsiasi nazione coinvolta in un conflitto mondiale ad agire con la maggior celerità possibilità per cercare di neutralizzare questi pericoli. Non ci sarà posto pertanto per pianificare largamente le operazioni, come successe nella II Guerra Mondiale. Inoltre, le armi sono sempre più precise e anche più mortali e nel caso di uso degli arsenali nucleari o chimici, la mortalità potrebbe superare tutti i limiti conosciuti. Il generale minaccia categoricamente: "Il processo di militarizzazione ha acquisito una velocità che non si vedeva dalla guerra di Corea".

Cari compagni:

Di fronte a queste minacce non c'è dubbio sull'importanza della solidarietà internazionale e sulla lotta congiunta per la pace. La domanda è: Siamo preparati? Come ci prepariamo adeguatamente?

Il capitalismo prosegue sotto l'impatto della crisi, che ha avuto inizio nel sistema finanziario nel 2008. Per resistere, il capitalismo ricorre a politiche di taglio neoliberista che scaricano sui popoli il peso di una situazione che è responsabilità della classe sfruttatrice. Il nodo di contraddizioni evidenzia il predominio della speculazione finanziaria che determina le nuove forme delle crisi economiche globali del sistema capitalista nella sua fase imperialista e i meccanismi per superarle temporaneamente, che in generale ricorrono a manipolare le variabili macroeconomiche senza dare importanza ai suoi effetti reali nella classe operaia e nei lavoratori e nelle lavoratrici della città e della campagna, nei popoli e nelle nazioni.

Cari compagni:

Il PCV ha sostenuto e ratificato numerose volte nei nostri XI, XII e XIV Congresso, la caratterizzazione del processo politico iniziato nel 1998 con l'elezione dello scomparso Presidente Hugo Chávez come "… antimperialista, di liberazione nazionale, che apre prospettive verso il socialismo…"; questo è come la fase iniziale di realizzazione concreta del processo rivoluzionario che descriviamo e prefiguriamo nel nostro Programma nel 1980. Tuttavia, dopo 17 anni di governo, nel quale il PCV mai ha partecipato, che appoggiamo nelle sue forze e critichiamo nelle sue debolezze, si rende necessario tornare a tale caratterizzazione per rivalutare, alla luce delle esperienze che abbiamo accumulato in questa fase. Abbiamo identificato nella caratterizzazione prima citata, due nuclei concettuali che devono esser oggetto di un profondo esercizio di definizione e messa in discussione, critico e autocritico: "Rivoluzione di liberazione nazionale" e "Prospettiva socialista".

La considerazione di questo primo nucleo concettuale conduce a porci domande come: cos'è per la scienza marxista-leninista una rivoluzione di liberazione nazionale? L'attuale processo venezuelano è di liberazione nazionale? In che misura si è compiuta la liberazione nazionale in Venezuela? Ci poniamo il compito di rivedere gli indicatori specifici di avanzamento della liberazione nazionale confrontandoli con la realtà e le tendenze in corso e l'orientamento oggettivo dei piani e azioni governative. Per il PCV una rivoluzione di liberazione nazionale implica un processo di rottura della dominazione dei grandi poteri imperialisti sui paesi coloniali, semi-coloniali e dipendenti in generali, questa rottura comporta, tra le altre conquiste, il riscatto e rafforzamento della sovranità nazionale, lo stabilirsi di uno stato nazionale efficiente di carattere democratico-popolare rivoluzionario, lo sviluppo economico indipendente, l'industrializzazione con progressivo sviluppo scientifico-tecnologico autonomo e produttività crescente, la conquista della sovranità agroalimentare e lo stabilirsi delle basi per lo sviluppo pieno dell'identità nazionale.

Nel secondo nucleo della "prospettiva socialista" siamo obbligati a definire con precisione in cosa consiste il socialismo, quali sono le caratteristiche che dovrebbe avere un processo con prospettiva socialista e se attualmente ci sono segnali concreti e oggettivi che effettivamente il processo venezuelano si orienti in questa direzione. Il PCV avverte tendenze contrarie alla prospettiva socialista. A) "a livello economico, il socialismo è trasformazione profonda del sistema economico per impiantare la proprietà sociale dei mezzi fondamentali di produzione". Finora si sono ottenuti pochi avanzamenti in questo senso, fondamentalmente per la mancanza di protagonismo della classe operaia organizzata; b) "a livello politico, il socialismo implica la comparsa e lo sviluppo progressivo di forme collettive di potere e direzione". Ma si tratta ancora di una democrazia partecipativa e protagonista, utilizzando il presidenzialismo tradizionale, che impedisce la partecipazione creativa e responsabile del popolo lavoratore.

E' dato principalmente al Partito Comunista di conquistare una visione includente l'organizzazione e la presa di coscienza della classe operaia e del popolo lavoratore, preparandosi per il salto rivoluzionario qualitativo del processo politico bolivariano.

Cari compagni:

Il PCV attualmente formula una ri-caratterizzazione del processo politico in corso, prodotto della rivalutazione permanente che fa il nostro partito di tutte le sue affermazioni e proposte alla luce dell'esperienza di lotta concreta per mezzo dei nostri meccanismi organici di discussione e elaborazione collettiva e grazie all'uso degli strumenti di analisi che ci fornisce la scienza marxista-leninista.

E' da questa prospettiva che assumiamo la seguente caratterizzazione del processo politico bolivariano: il nostro popolo è protagonista di una nuova fase della sua lunga lotta rivoluzionaria antimperialista e anticapitalista nel contesto della transizione storica mondiale dal capitalismo al socialismo. Questa è caratterizzata dall'esistenza di:

- Un governo democratico, progressista, di orientamento patriottico, anti-oligarchico e anti-monopolista, inscritto nel processo di liberazione nazionale che promuove una distribuzione equitativa della ricchezza e che avanza nella rottura della dominazione imperialista che ancora attanaglia il nostro paese. Si sviluppa nonostante grandi difficoltà e minacce imperialiste multiformi.

- Condizioni propizie per aprire canali alla prospettiva socialista per la quale costruiamo nuovi rapporti di forza favorevoli alla classe operaia e al popolo lavoratore in generale.

Partendo dalla ricaratterizzazione che abbiamo fatto dell'attuale processo, riafferiamo, con nuove precisazioni, la politica di ampia alleanza di forze antimperialiste e dei corrispondenti strumenti che sosteniamo da decenni; l'"Ampia Congiunzione di Forze Popolari e Democratiche" che abbiamo riformulato come Fronte Ampio Nazional-Patriottico, integrato dalla classe operaia e altri lavoratori, i contadini senza terra, i popoli indigeni, gli strati medi urbani e rurali, i gruppi sociali depauperati ed esclusi e settori nazionalisti e antimperialisti delle Forze Armate.

Allo stesso tempo che promuoviamo la formazione del Fronte Amplio Nazional-Patriottico, le forze all'interno di questa alleanza che siamo più coerentemente impegnati con la prospettiva del socialismo, abbiamo il compito simultaneo di andare a costruire il Blocco Popolare Rivoluzionario, necessariamente circoscritto a chi si propone la completa abolizione della classe sfruttatrice e che non può includere assolutamente nessuna fazione borghese, né organizzazione alcuna che esprime i suoi interessi capitalisti.

C'è una nota controversia su questa tematica, ma il PCV non condivide la meccanicistica di esser catalogato come "partito delle due tappe, una antimperialista e una socialista". La lotta di classe in generale e la lotta attuale in Venezuela in particolare esige un'azione dialettica e un adattamento opportuno delle tattiche.

Cari compagni:

Ultimamente, i media commerciali, portavoce del complesso militare-industriale imperialista, hanno concentrato la loro attenzione sulla Repubblica Bolivariana di Venezuela. Il PCV allerta che è in sviluppo un escalation, nazionale e internazionale, delle azioni destabilizzanti della destra neofascista e dell'imperialismo contro il popolo venezuelano e contro tutti i processi di liberazione nazionale e di unità popolare in America Latina.

Le differenti iniziative che sviluppa il vertice pro-imperialista della destra latinoamericana ha l'intenzione certa di strappare le conquiste popolari raggiunte dai nostri popoli e terminare di riprendersi gli spazi di potere e i privilegi che aveva. L'opposizione della destra venezuelana, nascondendosi nella maggioranza parlamentare, sta cercando di compiere un'azione contundente che si converta nell'innesco di disordini sociali e crescenti pronunciamenti di "disobbedienza", di carattere reazionario, nei diversi settori sociali e militari.

In questo momento appoggiato sull'Ambasciata statunitense e la rappresentanza dell'Unione Europea, è in sviluppo un piano, chiamato Plan Rock'n Roll, nella strategia fascista di un nuovo Plan Condor, denunciato dal Presidente ecuadoregno Rafael Correa. Dovrebbe culminare il 6 novembre con la rinuncia obbligata del Presidente Maduro, attraverso decisioni parlamentari, con il modello di golpe parlamentare per dargli una maschera democratica. Un presunto nuovo governo, non nato da elezioni democratiche, ma riconosciuto dalle potenze imperialiste e dai governi della destra latinoamericana, potrebbe sollecitare l'applicazione della cosiddetta "Carta Democratica" dell'Organizzazione di Stati Americani, includendo il cosiddetto intervento militare per "ristabilire l'ordine democratico".

Il PCV difenderà gli spazi conquistati con il principio rivoluzionario del controllo operaio-popolare e propiziando il vero protagonismo del popolo lavoratore. Il governo nazionale, guidato dal Presidente Maduro, ha più che il legittimo diritto, il dovere, di difendere la sovranità e l'autodeterminazione del popolo venezuelano.

Il PCV attraverso i suoi diversi fronti politici di massa, sta attivando la massima vigilanza rivoluzionaria e sta promuovendo mobilitazioni in tutto il paese, sollecitando la solidarietà internazionale, per la classe operaia e il popolo lavoratore, il Partito Comunista del Venezuela (e il governo venezuelano).

Il PCV storicamente ha applicato e continua ad applicare tutte le forme di lotta secondo le condizioni oggettive, prendendo in ogni caso la responsabilità unica senza interferenza esterna.

In questo modo, il PCV si concentra sul rafforzamento del movimento operaio e popolare, sulla costruzione dell'alleanza sociale e la crescita della lotta di classe, l'ampliamento dei legami del partito comunista con la classe operaia, contadini e lavoratori autonomi, soprattutto con i giovani e le donne delle famiglie popolari, con la costruzione di solide organizzazioni di partito in tutti i luoghi di lavoro e nei settori strategici dell'economia.

La lotta contro il capitalismo, le aggressioni imperialiste multiformi, l'apparizione, anche in Venezuela, di forze neofasciste, richiedono un Partito Comunista con una strategia di potere a livello nazionale e la capacità di solidarietà attiva nel quadro dell'internazionalismo proletario. Commemoriamo un esempio storico straordinario di solidarietà con l'80° Anniversario delle Brigate Internazionali. E ci prepariamo per il Centenario della Grande Rivoluzione Bolscevica di Ottobre, nel 2017, esempio storico della presa del potere degli operai, contadini e soldati sotto la direzione politica di un Partito di nuovo tipo, per rovesciare il capitalismo e costruire il socialismo.

Seguiamo questi esempi.

Raduniamoci tutti, nella lotta finale. Il genere umano è l'internazionale.
Viva l'Internazionalismo proletario
Viva la solidarietà internazionale


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