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ECM 2017 - Incontro Comunista Europeo 2017

"A 100 anni dalla Grande Rivoluzione Socialista di Ottobre. Il capitalismo, i monopoli e l'Unione Europea portano crisi, guerre e povertà. Il Socialismo è attuale e necessario".

Bruxelles, 24/01/2017

Intervento del Partito Comunista Tedesco

Lars Mörking (DKP) | ecm2017.wordpress.com
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

Cari compagni,

Permettetemi di iniziare con alcune osservazioni sulla Grande Rivoluzione Socialista d'Ottobre e i suoi tratti distintivi. Mi baso per questo mio abbozzo sugli scritti del nostro compagno Hans Heinz Holz, scomparso cinque anni fa. Egli ci ha fornito un importante contributo al dibattito sulla caduta degli stati socialisti. Questo dibattito tra i comunisti tedeschi è ben lungi dall'essere concluso e deve prendere in considerazione l'esperienza fatta dai compagni della DDR socialista, nonché da quelli che ristabilirono un partito comunista nella Germania Occidentale nel 1968 [Partito Comunista Tedesco – DKP, ndt], dopo che il Partito Comunista [di Germania – KPD, ndt] era stato vietato nel 1956.

In termini attuali, l'Impero russo nel 1917 era senza dubbio relativamente poco sviluppato e la Russia non apparteneva ai centri dell'industrializzazione. La maggior parte della popolazione era ancora di gran lunga attiva in agricoltura. Un'alta percentuale della popolazione non era in grado di leggere e la Russia era una sorta di regime feudale dal carattere di un vasto stato di polizia.

Al momento del crollo del dominio zarista, che fu una liberazione per tutto il popolo, una borghesia debole entrò in conflitto con un proletariato militante, che era ancora più debole. Ma essendosi compromessa in tutto il paese con i suoi numerosi accomodamenti con l'assolutismo, la borghesia era molto meno attraente per i contadini di quanto lo fosse la classe operaia, le cui origini e condizioni di vita erano molto più vicine alle proprie. La rivoluzione diventò un movimento guidato dagli operai con la collaborazione e il sostegno dei contadini, e il coraggio e lo spirito di sacrificio del popolo che in quegli anni rivoluzionari scacciò l'oppressore merita la nostra ammirazione (come avvenne di nuovo più tardi durante la Grande Guerra Patriottica).

Ma questo scoppio rivoluzionario non estese la base industriale produttiva del paese. Al contrario, alcune delle risorse materiali esistenti erano state distrutte nella Prima guerra mondiale, nella guerra civile e durante l'intervento esterno. Il boicottaggio economico dei paesi capitalisti industrializzati contro il giovane Stato socialista rese la ricostruzione ancora più difficile.

Così, nella prima fase della sua esistenza, l'Unione Sovietica è rimasta economicamente un paese emergente. Per compensare la differenza di livello economico, dovette compiere sforzi colossali attraverso l'industrializzazione forzata, tanto più intensamente perché gli stati capitalisti, potentemente armati (le potenze occidentali) o rapidamente armati (la Germania dopo il 1933) minacciavano il paese con l'accerchiamento militare e i ricatti.

Lo sviluppo dell'Unione Sovietica prima della Seconda guerra mondiale si è svolto in condizioni economiche e sociali in nessun modo favorevoli a una transizione al socialismo. Il paese mancava di una base economica, di una classe operaia altamente sviluppata qualitativamente e quantitativamente, di masse sperimentate alla lotta, giorno dopo giorno, per le istituzioni democratiche. Inoltre mancava di un movimento educativo e ideologico ampio, profondamente radicato, corrispondente a quello in Europa occidentale.

Ciononostante, una rivoluzione radicale nella produzione venne compiuta sotto la guida del piccolo, eroico e militante Partito comunista, ed ebbe successo solo perché il partito, in quanto "avanguardia della classe operaia", assunse i compiti di amministrare ed educare. Nelle condizioni che consentono un processo di cambiamento "organico" generato all'interno, questi compiti avrebbero dovuto essere svolti dalle masse della classe operaia dopo che la maggior parte della popolazione era stata conquistata al suo sostegno. Di conseguenza, un apparato burocratico del partito non nacque come "deformazione", quanto piuttosto come una forma sociale richiesta dall'organizzazione dei rapporti di produzione socialisti in condizioni di immaturità economica e sociale.

In queste condizioni, la dittatura del proletariato non poteva che essere una dittatura di lunga durata del Partito. Chiunque non in grado di accettarlo, non aveva altra scelta che abbandonare il tentativo di costruire una società socialista dopo la rivoluzione vittoriosa.

L'unica alternativa era le sottomissione al potere imperialista. Sotto la dittatura del Partito, la collettivizzazione dell'agricoltura, la costruzione di enormi nuove industrie e l'estensione di un sistema di istruzione popolare di ampia portata furono realizzati con enorme velocità. Questi passaggi hanno richiesto immensi sacrifici.

Tuttavia, le conquiste del socialismo in URSS - tra cui la tutela sociale universale, l'istruzione pubblica gratuita, la sanità assicurata a tutti, la scomparsa della disoccupazione, la completa eradicazione dell'analfabetismo - oggigiorno sembrano sogni lontani di un incorreggibile utopista anche nei paesi capitalisti ricchi.

"Come possiamo permetterci tutto questo?", è una domanda comune, in particolare nel corso di una cosiddetta "crisi dei rifugiati". Si adduce il pretesto di un invecchiamento costante della popolazione e poi si legittimano i costanti tagli all'assistenza sanitaria, alle prestazioni sociali e così via.

In Unione Sovietica, i lavoratori sono stati impegnati in attività culturali come le belle arti, la sociologia e la filosofia. I lavoratori in Unione Sovietica e nei Paesi socialisti avevano molti più diritti individuali rispetto a qualsiasi lavoratore qui, nel mondo occidentale. C'erano altre strutture nel processo decisionale e amministrativo che presentavano problemi, ma nella vita quotidiana la libertà del lavoratore è stata molto maggiore rispetto a qui.

Qualcosa che "noi" di certo oggi non possiamo permetterci.

La Rivoluzione d'Ottobre si è sbarazzata di questa falsa idea, che "noi" siamo divisi lungo i confini nazionali, condannati a combattere e morire per i pochi che definiscono ciò che è di beneficio agli "interessi nazionali".

La Grande Rivoluzione d'Ottobre è ben lungi dall'essere una specie di evento storico romantico. E' stata pace e pane per i contadini e gli operai. Il primo passo è stato capire e prendere posizione contro chi e cosa ci ostacolava, perché non siamo in grado di raggiungere una vita migliore per tutti all'interno del capitalismo, nonostante i suoi progressi nella produttività.

Non è che si ha il capitalismo o altro - qualche idea utopica di società forse. Dobbiamo chiederci: quali sono le principali caratteristiche del capitalismo? La proprietà privata dei mezzi di produzione e l'accumulazione di capitale... Una società alternativa deve superare questi tratti basilari del capitalismo, quindi il socialismo è la conseguenza logica.

La ragione storica è interna al sistema capitalistico: lo sviluppo della classe operaia.

Il capitalismo porta con sé la possibilità negativa della barbarie o addirittura della fine dell'umanità.

Dobbiamo quindi sviluppare la coscienza della classe operaia. La classe operaia è oggi strutturata diversamente rispetto alla classe del 19° secolo, perciò dobbiamo analizzare gli ultimi suoi sviluppi.

Non chiederci se c'è una classe operaia, ma interrogarci sui cambiamenti all'interno del classe.

E dobbiamo avere idee su come mobilitare la classe operaia e svilupparne una visione politica, una coscienza di classe e di conseguenza l'impulso a cambiare la società.


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