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- pensiero resistente - movimento comunista internazionale - 08-05-17 - n. 631
ECM 2017 - Incontro Comunista Europeo 2017
"A 100 anni dalla Grande Rivoluzione Socialista di Ottobre. Il capitalismo, i monopoli e l'Unione Europea portano crisi, guerre e povertà. Il Socialismo è attuale e necessario".
Bruxelles, 24/01/2017
Intervento del Fronte Popolare Socialista, Lituania
Fronte Popolare Socialista, Lituania | ecm2017.wordpress.com
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
Stimati compagni,
Quest'anno commemoriamo l'anniversario del Grande Ottobre. Per decenni ha suscitato un interesse internazionale e ha segnato l'inizio dell'epoca della rivoluzione proletaria.
Il primo stato in cui il potere politico apparteneva alla classe operaia, l'Unione Sovietica, è nato a prezzo di strenue lotte. Uno stato, che non solo ha raggiunto e spesso superato le potenze capitaliste ostili, ma che ha sconfitto il male assoluto del XX secolo: il fascismo hitleriano.
Ciò ha dimostrato chiaramente che esiste un'alternativa progressista al capitalismo: il socialismo-comunismo, che può essere raggiunto applicando gli insegnamenti di Marx-Engels-Lenin e la cui correttezza è stata corroborata dall'esperienza vissuta. Tuttavia, come ha ammesso Lenin, la storia non si sviluppa in linea retta, ma piuttosto come una "spirale" (V. Lenin, Opere complete, Editori Riuniti, vol. 21, p. 47): la fine del XX secolo ha visto una controrivoluzione globale e la restaurazione del capitalismo in tutto il mondo.
Invece di elevarsi al comunismo, l'umanità è stata gettata all'indietro nella passata barbarie capitalista. Il decennio successivo la controrivoluzione ha segnato un grave declino e un'enorme confusione ideologica e politica del movimento comunista internazionale, con molti partiti nominalmente marxisti-leninisti, ma apertamente aderenti al campo del liberalismo borghese.
Quasi tre decenni sono trascorsi dalla controrivoluzione, tuttavia il movimento comunista internazionale deve ancora superare la crisi e ciò discende non solo dall'anticomunismo e dalle tendenze al revisionismo o all'opportunismo, ma anche dal dogmatismo, che impedisce la comprensione delle nuove condizioni del XXI secolo.
Lenin ha affermato che "il marxismo non è un dogma morto, non una dottrina compiuta, bell'e pronta, immutabile" ma è "una guida viva per l'azione", per cui deve "riflettere il cambiamento eccezionalmente brusco avvenuto nelle condizioni della vita sociale" (V. Lenin, Opere Complete, Editori Riuniti, vol. 17, p. 32).
I cambiamenti, l'assimilazione e la comprensione marxista di essi, si riflette nell'analisi leninista dell'imperialismo, come "fase del capitalismo monopolistico" (V. Lenin, Opere Complete, Editori Riuniti, Vol. 22, p. 256), che fu la base scientifica della strategia rivoluzionaria del bolscevismo, nonché una solida risposta a qualsiasi tipo di dogmatismo o opportunismo.
Nel secolo che ci separa dal Grande Ottobre, l'imperialismo ha subito molti cambiamenti quantitativi e qualitativi, ma, diversamente da quello che affermano i suoi fautori, l'imperialismo non è scomparso né si è "umanizzato". Al contrario, la concentrazione del capitale, prevista da Marx, e la "ineguaglianza dello sviluppo", di cui ci parlò Lenin, sono cresciuti a dismisura (V. Lenin, Opere Complete, Editori Riuniti, vol. 21, p. 314).
780 milioni di persone non hanno accesso all'acqua potabile; 2,5 miliardi di persone non dispongono di servizi igienici di base; ogni anno almeno 3,5 milioni di bambini muoiono di fame. L'1% della popolazione mondiale controlla maggiori ricchezze del rimanente 99% (Oxfam, 2014), 8 individui detengono più dei 3,6 miliardi di poveri (Oxfam, 2017); l'88% dei milionari del mondo risiede negli stati imperialisti più sviluppati (di questi, il 46% negli Stati Uniti) [1]; mentre nel XIX secolo il rapporto tra i paesi più ricchi e i paesi più poveri si attestava 3:1, alla fine del XX secolo questo rapporto era già 74:1 [2].
Questi fatti mostrano chiaramente la correttezza e la tempestività dell'analisi marxista-leninista e della critica del capitalismo e dell'imperialismo; la crescente competizione tra unioni interimperialiste, quella della NATO e dell'UE versus i BRICS, la crescita del cosiddetto mondo multipolare, dimostrano la crescita delle contraddizioni all'interno del capitalismo. Le guerre imperialiste in Iraq, Afghanistan e Libia, l'intervento in Siria e la crisi dei rifugiati che stanno colpendo l'Europa: tutti questi fatti mostrano che questo sistema è incapace di portare prosperità o stabilità alla classe operaia.
I demagoghi manipolatori di destra e i riformisti di "sinistra" tentano di deviare l'attenzione delle masse popolari dalle vere cause di questi mali, verso una presunta necessità di "umanizzazione" del sistema, o forme di razzismo animalesco e demagogia xenofobica. Ciò è dimostrato dai governi di "sinistra" esistenti in Europa, come pure dall'onda del cosiddetto euro-scetticismo con la Brexit in testa: la lotta contro l'UE imperialista si basa anziché un radicale anticapitalismo, su gretti slogan del nazionalismo borghese.
Nel frattempo in Lituania non c'è una vera e consistente opposizione. Con il paese che ha aderito all'UE e che occupa una posizione intermedia nella piramide imperialista, oltre un milione di persone (su una precedente popolazione di 3,6 milioni) è emigrato, "sospingendo all'esterno" qualsiasi potenziale significativo di protesta mentre i fondi dell'UE, per il 2020, aiutano la classe dirigente a stabilizzare relativamente la situazione nazionale, nonostante la crescente povertà e disuguaglianza. I sindacati sono deboli, sottomessi dai socialdemocratici borghesi. Le proteste anticapitaliste e antimperialiste mancano di numeri, così come una direzione politica unificata, mentre il Fronte Popolare Socialista sta attraversando una profonda crisi organizzativa e ideologica. Alla luce di questi fatti, l'unico percorso è una profonda pulizia dall'opportunismo, una propaganda coerente e lavoro organizzativo, partecipazione a movimenti di opposizione comune e promozione delle idee marxiste-leniniste.
Il mondo sta procedendo gradualmente verso una catastrofe ecologica che può essere evitata attraverso azioni che pretendono che le principali aziende responsabili dell'effetto serra assumano basi non volte al profitto (Trucost) [3]. Lo stigma non è la povertà globale, ma piuttosto la classe capitalistica globale e il privilegiato e ricchissimo Occidente, che costituisce "l'aristocrazia operaia", che "ha paura dei sacrifici" a causa del timore di "impoverirsi troppo", di cui parlò Lenin (V. Lenin, Opere Complete, Editori Riuniti, Vol. 31, p. 237).
La soluzione, da cui dipende non solo l'opportunità di un futuro migliore, di progresso sociale e morale, ma perfino l'esistenza dell'umanità, è impossibile all'interno dei confini del capitalismo. Nel cercare questa soluzione non possiamo ignorare le specificità dell'imperialismo capitalistico contemporaneo, il profondo divario che esiste non solo tra capitale e lavoro, ma anche il divario tra gli stati imperialisti più potenti e i paesi coloniali de facto.
Fidel Castro ha sottolineato questo nel suo discorso a Rio de Janeiro nel 1992: " Se si vuole salvare l'umanità da questa autodistruzione, bisogna distribuire meglio le ricchezze e le tecnologie disponibili nel pianeta. Meno lusso e meno sperpero in quei pochi paesi perché si abbia meno povertà e meno fame in gran parte della Terra" (Fidel Castro, Domani sarà troppo tardi). [4]
La soluzione è senza dubbio quella socialista: solo il socialismo può risolvere i problemi di vita o di morte dell'umanità. Questa è la prova innegabile e autentica che il socialismo è oggi, un secolo dopo il Grande Ottobre, necessario e opportuno.
Realizzare questa necessità per i lavoratori e per tutto il movimento comunista internazionale è un lavoro: un lavoro teorico che implica la definizione di nuove e aggiornate conclusioni strategiche per il XXI secolo; e pratico, impegnandosi nell'attuazione di queste conclusioni a livello internazionale e nazionale.
La condizione necessaria è un'applicazione creativa della teoria, libera dal dogmatismo e dal revisionismo; rigorosa adesione ai principi e agli ideali del Grande Ottobre, alla causa del socialismo-comunismo. Siamo sicuri che tutti i partiti veramente marxisti-leninisti, combattendo per gli interessi dei lavoratori, continueranno su tale cammino. E nell'Europa odierna, davanti a queste partiti, sono indubbiamente sostenuti i comunisti greci, a cui esprimiamo i nostri sinceri ringraziamenti per la loro ospitalità e per l'organizzazione di questo incontro.