www.resistenze.org - pensiero resistente - movimento comunista internazionale - 28-11-17 - n. 652

19° IMCWP: Contributo del Partito Algerino per la Democrazia e il Socialismo (PADS)

"A 100 anni dalla Grande Rivoluzione Socialista di Ottobre: gli ideali del movimento comunista per rivitalizzare la lotta contro le guerre imperialistiche, per la pace e il socialismo"

19° Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai

Partito Algerino per la Democrazia e il Socialismo (PADS) | solidnet.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

Pietroburgo, 2-3 novembre / Mosca, 5-7 novembre 2017

La celebrazione del centesimo anniversario della Rivoluzione socialista d'Ottobre del 1917, la presa del potere da parte del proletariato in alleanza con i contadini poveri è un momento importante per tutto il movimento comunista internazionale. È un momento speciale per afferrarne l'importanza storica internazionale e assimilare le lezioni delle condotte di lotta che hanno reso possibile questa vittoria. Il suo insegnamento è tuttora valido come fonte di ispirazione per la nostra lotta odierna, nonostante il rovescio storicamente temporaneo del sistema socialista.

La restaurazione del capitalismo è di per sé una fonte di lezioni per i nostri partiti politici nello sforzo di esaminare le cause della controrivoluzione attraverso un'analisi marxista-leninista. Questo sforzo è indispensabile al fine di prepararci seriamente all'accumulo dei fattori di una nuova situazione rivoluzionaria che renda ineluttabile l'acuirsi attuale delle contraddizioni fondamentali insuperabili del regime capitalista, soprattutto nella sua fase imperialista, in un momento in cui la rivalità tra Stati imperialisti si esprimono con l'aumento delle tensioni su tutti i fronti e il moltiplicarsi dei focolai di guerra, con il rischio di una catastrofe nucleare.

Le conseguenze della vittoria della controrivoluzione ci impongono di andare più in profondità nelle nostre riflessioni critiche e auto-critiche per preparare le condizioni soggettive, ideologiche e organizzative di una controffensiva del movimento operaio e popolare per abbattere questo regime sorpassato, diventato una minaccia per la sopravvivenza dell'intera umanità, e abolire lo sfruttamento di classe.

La rivoluzione d'Ottobre è stata opera di milioni di proletari e contadini diretti dal partito bolscevico, armati della teoria rivoluzionaria del marxismo concepito come una guida per l'azione rivoluzionaria. Lenin ha sviluppato una linea rivoluzionaria, applicando in modo creativo il marxismo alle condizioni della Russia zarista, partendo dall'esame dell'insieme dei rapporti di classe caratterizzato dalla formazione di una classe operaia fortemente concentrata e dall'esistenza di un gran numero di contadini oppressi dalle vestigia feudali e dai grandi proprietari terrieri. La linea leninista ha formato un'avanguardia proletaria in grado di prendere la testa della rivoluzione democratica borghese per portarla alle estreme conseguenze e trasformarla in una rivoluzione socialista.

La tattica sviluppata da Lenin alla vigilia del congresso del 1903, aveva preparato l'avanguardia proletaria a svolgere un ruolo attivo e dirigente nei processi rivoluzionari in gestazione, senza mettersi a rimorchio della borghesia e limitare gli obiettivi della propria azione alla sola eliminazione dei resti del feudalesimo e alle sole libertà formali per la classe operaia, in conformità con i limiti tracciati dalle rivoluzioni che l'avevano preceduta in Europa occidentale, nel quadro di una lunga tappa, considerata preliminare a quella socialista, per creare le forze produttive senza di cui il socialismo non avrebbe avuto alcuna possibilità, secondo le concezione opportunistiche dei menscevichi. Sotto la guida di Lenin, il partito bolscevico ha condotto contemporaneamente due guerre sociali indissolubilmente legate tra loro: la lotta contro l'autocrazia e le vestigia della servitù della gleba e la lotta della classe operaia contro la borghesia.

La formazione di una tale avanguardia colma di abnegazione, spinta da un forte spirito di sacrificio che trascinasse tutta la classe operaia e attraverso di essa l'intera popolazione lavoratrice è stato il frutto della lotta ideologica condotta in modo implacabile da Lenin contro il menscevismo e le diverse varianti dell'opportunismo. Senza l'immenso lavoro teorico svolto da Lenin e l'assorbimento da parte del partito bolscevico della strategia rivoluzionaria derivante da questo lavoro, la rivoluzione d'Ottobre sarebbe stata impossibile.

Il ruolo del partito come forza dirigente organizzata sulla base dei principi del centralismo democratico e dalla disciplina ferrea, la capacità della classe operaia di assumere un ruolo dirigente nonostante la sua inferiorità numerica nella società russa, attraverso la sua alleanza con i contadini poveri, la teoria dell'anello debole della catena imperialista, la scoperta della legge dello sviluppo ineguale, la tesi della possibilità di costruire il socialismo in un solo paese, il rifiuto di sostenere il suo governo nella guerra imperialista, la lotta contro il social-sciovinismo, l'affermazione, nei fatti, dell'internazionalismo proletario e l'appello del partito bolscevico a lavorare alla sconfitta militare del proprio paese per porre fine al massacro mondiale e affrettare la caduta del sistema reazionario, l'elaborazione di parole d'ordine tatticamente flessibili, tenendo conto dello stato d'animo dei lavoratori, degli insegnamenti che essi traggono dalla loro esperienza nel corso delle lotte, la possibilità di utilizzare tutte le forme di lotta e di passare velocemente dall'una all'altra, coniugando lavoro legale e illegale, le lotte parlamentari, compresi i parlamenti più reazionari e antidemocratici - come la Duma - e le lotte extra-parlamentari, scioperi economici e scioperi politici, la trasformazione degli scioperi in insurrezione, è tutto questo che ha permesso al partito bolscevico di conquistare la maggioranza della classe operaia e delle masse popolari, di conquistare il potere.

Questa linea, offensiva nella sua essenza, ha forgiato un esercito di militanti, quadri e rivoluzionari professionali, risoluti a prendere la testa della rivoluzione. Essa, nell'aprile 1917, era ormai pronta a fare propria l'analisi leninista di classe sulla dualità di poteri tra il governo provvisorio della borghesia e dei proprietari terrieri ed i soviet, e sul significato storico di questi ultimi evidenziato da Lenin. Apparsi nel 1905 e ampiamente radicati dopo il febbraio 1917, nelle fabbriche, tra i soldati e i contadini, i soviet prefiguravano gli organi della dittatura del proletariato e la forma dello Stato proletario in alleanza con i contadini. Il partito bolscevico, educato da Lenin ha da subito adottato e diffuso nel lavoro di propaganda lo slogan "tutto il potere ai soviet", come parola d'ordine per preparare le masse, attraverso la loro esperienza di lotta e delusioni, alla conquista del potere.

Contrariamente a quanto afferma la falsa propaganda della borghesia mondiale, la rivoluzione d'Ottobre non fu il risultato di una cospirazione guidata da una minoranza che utilizzava la violenza per imporsi sulla maggioranza. Era il culmine della crisi di un sistema reazionario antiquato e fatiscente che attirava contro di sé un'immensa forza di distruzione. Il regime sovietico scaturito dalla vittoriosa insurrezione del 25 ottobre, ha ricevuto l'appoggio della stragrande maggioranza della popolazione. Senza di questo, senza il sacrificio di centinaia di migliaia di operai e contadini, non avrebbe mai sconfitto la barbara controrivoluzione interna e le truppe di 14 paesi interventisti, guidati dalle più grandi potenze del tempo: gli USA, la Germania, la Francia, l'Inghilterra, il Giappone, che devastarono la Russia.

Dopo l'Ottobre 1917, nuovi rapporti di classe vennero formati attraverso la conquista del potere da parte del proletariato e il rovesciamento del dominio della borghesia e dei proprietari terrieri. La Russia sovietica divenne così il paese più democratico del mondo, in grado di risolvere molti problemi in un colpo solo: il decreto sulla pace, la nazionalizzazione delle terre e la loro consegna ai contadini, il controllo delle fabbriche da parte degli operai e poi la nazionalizzazione, l'applicazione per i popoli oppressi dalla Russia zarista del diritto all'autodeterminazione, la giornata lavorativa di 8 ore, l'uguaglianza tra uomo e donna, la separazione tra Chiesa e Stato, la soppressione dell'analfabetismo e lo sviluppo dell'istruzione pubblica, la promozione della lingua madre dei popoli precedentemente oppressi dal regime autocratico.

Il potere sovietico, la proprietà sociale dei mezzi di produzione e scambio, la pianificazione centrale, l'entusiasmo e lo spirito di sacrificio di milioni di esseri umani persuasi dalla loro personale esperienza, che ora lavoravano per se stessi e non più per la borghesia, ha consentito all'URSS di raggiungere in 10 anni, col ritardo di un secolo, il livello di sviluppo dei paesi capitalisti dell'Europa occidentale. I menscevichi vecchi e nuovi consigliano sistematicamente l'attesa di un cosiddetto pieno sviluppo delle forze produttive prima di mettere il socialismo all'ordine del giorno. L'URSS, in meno di 30 anni, è stata in grado di elevarsi al rango di 2a potenza mondiale attraverso la rapida industrializzazione basata sull'industria pesante e la produzione di mezzi di produzione, la modernizzazione dell'agricoltura, lo sviluppo della scienza e della tecnologia. Lo scopo della produzione non era più la ricerca del profitto, ma la soddisfazione dei crescenti bisogni materiali e morali del popolo lavoratore, la salvaguardia della sua indipendenza di fronte a pericoli di intervento imperialista.

L'URSS ha sempre difeso la pace tra le nazioni, senza tuttavia rinunciare a dotarsi dei mezzi per difendersi dai suoi perfidi nemici imperialisti.

La rivoluzione d'ottobre ha avuto un'immensa ripercussione nel mondo. Ha stimolato la combattività della classe operaia nei paesi capitalistici più sviluppati come in quelli più arretrati. Ha stimolato ovunque la formazione di partiti comunisti e determinato il fallimento del Seconda internazionale, divenuta nelle mani degli opportunisti uno strumento dell'ideologia borghese in seno alla classe operaia. L'URSS è stata la principale artefice della distruzione del nazismo e del fascismo, sconfitti grazie all'eroismo dei suoi popoli, che hanno difeso al costo della vita la loro libertà e le loro conquiste sociali.

La sua esistenza, l'estensione del campo socialista, hanno creato su scala mondiale un rapporto di forze favorevole alla classe operaia e ai popoli oppressi. La borghesia ha dovuto fare delle concessioni ai lavoratori al fine di non perdere il potere. Il sistema coloniale è stata scosso. I popoli colonizzati hanno potuto lottare per la loro indipendenza politica. L'aiuto dell'URSS ai paesi liberi ha permesso di intravedere la possibilità di bruciare la tappa capitalista e di passare al socialismo.

La parità raggiunta dall'URSS nel campo delle armi ha dissuaso dallo scatenamento di una nuova guerra mondiale.

Al contrario, il rovesciamento del socialismo ha dato libero sfogo alla distruzione di quanto raggiunto, alla cancellazione delle conquiste sociali dei lavoratori, alla regressione della condizione delle donne, al ritorno della miseria più estrema e dell'oscurantismo religioso, all'ingerenza dei militari e alle guerre per la ripartizione del mondo e il controllo delle fonti energetiche.

Nonostante l'accerchiamento imperialista, il lavoro di sovversione degli Stati imperialisti, questo rovesciamento non era inevitabile. Dobbiamo studiare gli errori che sono stati sfruttati dalle classi decadute. Dobbiamo esaminare la tattica attuata dai rappresentanti delle classi espropriate, che sono stati in grado di adattarsi alle nuove realtà per combattere dall'interno il socialismo, infiltrandosi negli organi dello Stato e del partito, sabotando e paralizzando la dinamica del socialismo.

La denigrazione del periodo staliniano, l'affermazione nel 1960 della vittoria finale e dell'irreversibilità del socialismo in URSS, la sostituzione della dittatura del proletariato con lo Stato di "tutto il popolo", mentre all'interno dell'URSS le azioni dei sostenitori del ritorno al capitalismo non si fermavano, l'obiettivo utopico della costruzione del comunismo nel 1980, questi proclami sono stati come polvere negli occhi. Hanno addormentato la vigilanza dei militanti comunisti e operai. Hanno creato un clima di euforia facendo prevedere una sicura vittoria del socialismo.

I moniti di Lenin sulle difficoltà che il socialismo - prima fase del comunismo – avrebbe incontrato per lungo periodo dovendo affrontare la forza dell'abitudine e della piccola produzione privata che il capitalismo inevitabilmente genera, i carrieristi che si infiltravano nello Stato sovietico per minarlo dall'interno, i rapaci imperialisti che circondavano l'URSS, non sono stati ascoltati. I revisionisti sono stati in grado di restaurare, nel 1966, le categorie di mercato e di assegnare alle imprese il profitto come obiettivo della loro attività. Questo orientamento controrivoluzionario ha spezzato la pianificazione, disorganizzato la produzione, arrecato gravi perdite materiali e morali. L'entusiasmo dei lavoratori, il loro impegno a costruire nuove relazioni tra persone basate sull'aiuto reciproco e la fratellanza, sulla base del proprietà sociale è stato minato alla radice.

Se ne trae la grande lezione che la lotta per affermare il socialismo è lunga e difficile. Essa richiede la massima vigilanza contro i segnali di deviazione, la revisione dei principi di funzionamento dello Stato proletario in un contesto internazionale ancora dominato dal capitalismo, l'indebolimento della pianificazione centrale e della proprietà sociale dei mezzi di produzione, la violazione delle norme di democrazia proletaria.

La nostra epoca di transizione al socialismo, a prescindere dalla sconfitta momentanea che può subire il nostro movimento in ragione della forza e dell'astuzia dei nostri avversari; in ragione altresì degli errori o tentennamenti ed esitazioni, del peso dello spirito menscevico che paralizza le fila del movimento comunista internazionale.

Il senso di scoramento che si è impadronito di larghi settori di lavoratori in seguito al rovesciamento dello Stato sovietico non devono farci dimenticare il fatto che le condizioni per una nuova situazione rivoluzionaria si accumulano poco a poco. E che la situazione può conoscere accelerazioni e salti inattesi.

Rispetto al 1917, i numeri del proletariato si sono moltiplicati varie volte in tutto il mondo. Tutti i paesi sono inglobati nelle maglie del sistema capitalista-imperialista. Ogni crisi che si verifica in un luogo, si propaga ad alta velocità nei quattro angoli del mondo. La pressione intollerabile della borghesia imperialista alla ricerca di un modo per aumentare il suo tasso di profitto non risparmia alcuno strato sociale. L'affossatore della borghesia è numericamente più importante di cento anni fa. La storia continua la sua marcia in avanti verso l'abolizione rivoluzionaria del capitalismo.

La contraddizione tra lo spirito di rassegnazione che sembra dominare la classe operaia, oggetto di una massiccia e continua propaganda per allontanarsi dall'ideologia socialista da un lato, e dall'altro la ferocia dello sfruttamento che essa subisce, questa contraddizione appunto non può durare all'infinito. Esploderà con una forza maggiore allorché i lavoratori constateranno che la loro quota di ricchezza che essi stessi producono diminuisce, mentre quella dei loro sfruttatori sale a livelli ogni volta maggiori, e che il loro lavoro ha creato strumenti favolosi, che permetterebbero loro, se il sistema capitalista venisse sostituito dal sistema socialista, una vita migliore, senza paura del domani, di disporre di un alloggio confortevole, di essere curati, di accedere all'istruzione, all'arte e alla cultura, al tempo libero, di dare la possibilità a ogni bambino che abbia in sé un Raffaello o un Beethoven di diventarlo, a ogni bambino salvato dalla strada o da una favela di diventare un grande costruttore di veicoli spaziali, ecc.

Nella quotidiana lotta per migliori condizioni di vita per i lavoratori, per il lavoro, per la pace nel mondo, non dobbiamo smettere per un secondo di fare propaganda per il socialismo, di spiegare le cause del rovesciamento del socialismo, di spingere gli sfruttati a organizzarsi, a lottare, a stringere tra loro legami di solidarietà a livello mondiale, a evitare le trappole dei conflitti etnici, nazionali e religiosi che gli tendono i loro sfruttatori, a unirsi al partito comunista per abbattere il regime capitalista.

L'umanità non ha da attendersi alcun futuro radioso dal capitalismo. Nulla potrà salvare questo sistema superato dal sollevamento rivoluzionario delle classi sfruttate e oppresse.

Il futuro dei popoli è nel socialismo.
Viva il Centesimo anniversario della Grande Rivoluzione Socialista d'Ottobre 1917!
Viva l'internazionalismo proletario!


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