www.resistenze.org - pensiero resistente - movimento comunista internazionale - 10-02-19 - n. 701

20° IMCWP: Contributo del Partito Comunista Sudafricano

"La classe operaia contemporanea e la sua alleanza. I compiti dell'avanguardia politica - i partiti comunisti e operai - nella lotta contro lo sfruttamento e le guerre imperialiste, per i diritti dei lavoratori e dei popoli, per la pace, per il socialismo."

20° Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai

Partito Comunista Sudafricano | solidnet.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

Atene, 23-25 novembre 2018

«Dal punto di vista di una superiore formazione socio-economica, la proprietà privata di singoli individui sul globo terrestre apparirà non meno assurda della proprietà privata di un uomo su un altro. Neppure un'intera società, una nazione, anzi tutte le società di una stessa epoca prese assieme, neppure esse sono proprietarie della terra. Ne hanno soltanto il possesso, l'usufrutto, e hanno il dovere, da boni patres familias [buoni padri di famiglia], di trasmetterla migliorata alle generazioni successive». Marx, Il Capitale, Libro 3, Capitolo 46.

Il Partito Comunista Sudafricano (SACP) si unisce ai partecipanti al 20° Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai nell'esprimere i suoi profondi e fraterni auguri al Partito Comunista di Grecia (KKE) in occasione del suo centenario e della ventesima edizione dell'Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai.

Questo risultato va ascritto in non piccola parte a un partito saldo, impegnato a sostenere i principi e gli ideali di una società migliore - il socialismo. Salutiamo i dirigenti, i militanti e i sostenitori del KKE e delle organizzazioni a esso alleate, la sua sezione giovanile KNE e il sindacato militante di classe PAME.

Il tema di questa ventesima edizione dell'Incontro Internazionale ci offre l'occasione non soltanto per analizzare la congiuntura, ma anche per riflettere criticamente sull'opera dei nostri partiti intesa a rafforzare, promuovere e difendere gli ideali di una società alternativa al rapace sistema capitalista e alle sue varie espressioni della globalizzazione neoliberale finanziarizzata.

Questi compiti sono ancor più importanti in questo periodo, come hanno dimostrato i recenti sviluppi internazionali negativi in tutto il mondo, innescati dalla profonda crisi di sistema che vive il capitalismo nella sua fase finanziarizzata. Gli inevitabili cicli di crescita e recessione sono un tratto essenziale delle economie capitaliste, e quando giunge la recessione l'economia si riduce, la gente perde il lavoro e il tenore di vita della popolazione declina.

Il 14° Congresso del SACP, tenutosi nel 2017 sul tema «Difendere, promuovere, approfondire la rivoluzione democratica nazionale: il ruolo guida del SACP», ci ha dato impulso confermando la nostra posizione strategica in questo periodo, quella di una radicale seconda fase della Rivoluzione Democratica Nazionale quale via più diretta verso un Sud Africa socialista. Il 14° Congresso ha inoltre auspicato la creazione di una leadership nell'ambito di un fronte patriottico quanto più ampio possibile per la difesa della nostra democrazia e della sovranità nazionale del nostro Paese. I delegati presenti allo storico 14° Congresso si sono impegnati a mettere in pratica attivamente tutte le risoluzioni del congresso, quali quelle relative al ruolo guida nei luoghi di lavoro, nelle nostre comunità, nei luoghi di istruzione e in tutti gli altri fondamentali ambiti di potere. Il nostro Partito è dell'opinione che il ruolo di avanguardia debba essere conquistato nelle trincee della lotta - attraverso il lavoro attivo all'interno del popolo e delle sue organizzazioni.

Il SACP ha identificato come priorità la difesa della nostra democrazia contro il saccheggio su vasta scala delle risorse pubbliche da parte di un ceto politico-burocratico parassitario. Altre zone del mondo offrono importanti esempi, come per esempio lo sviluppo di una borghesia burocratica nell'Iran post-rivoluzionario, dai quali dobbiamo apprendere se vogliamo superare le sfide immediate che la nostra rivoluzione si trova di fronte.

Samir Amin, recentemente scomparso, ha molto da insegnare su questo tema. Nel capitolo conclusivo del suo ultimo libro, Amin analizza il presente dalla prospettiva di una vita intera di attivismo che risale agli anni Quaranta. La parte centrale di questo capitolo (appropriatamente intitolato «Rivoluzione o decadenza?») offre punti di riferimento importanti che contribuiscono a chiarire la nostra situazione, almeno per quanto riguarda il Sud Africa, e ci aiutano a inquadrare la nostra realtà in un contesto più ampio di tendenze globali.

Amin scrive: «Nella periferia [il Sud geo-politico], la transizione socialista non è distinta dalla liberazione nazionale», e prosegue: «Divenne chiaro che quest'ultima [la liberazione nazionale] è impossibile sotto la guida borghese locale, e diventa così uno stadio democratico nel processo di una rivoluzione ininterrotta a tappe guidate dalle masse contadine e operaie». Amin afferma correttamente che «una rivoluzione non può essere attuata soltanto con una formazione politica d'avanguardia o con il potere statale». Il fattore cruciale sono le «forze popolari», che egli definisce «disalienate».

Nell'ultimo periodo il SACP ha intrapreso misure concrete allo scopo di affrontare queste sfide, ma anche di costruire alleanze, incentrate sugli obiettivi generali e sugli ideali del 14° Congresso e sui programmi dei precedenti congressi del partito, affrontando nel contempo il problema dell'alienazione e del ruolo delle grandi masse. Il SACP sta attuando un processo di sviluppo di un fronte patriottico ampio e di fronti di sinistra sul terreno delle sfide socio-economiche e politiche del nostro Paese, come la lotta alla corruzione e al saccheggio indiscriminato delle risorse pubbliche. Ciò ha condotto anche a un dibattito per la «riconfigurazione dell'Alleanza» con l'African National Congress (ANC) e con il Congress of South African Trade Unions (federazione dei sindacati sudafricani, COSATU). Questo dibattito è importante nel contesto successivo al 1994, in cui l'ANC e i suoi alleati sono al governo.

Infine, riteniamo sarebbe un errore fondamentale non riflettere sugli sviluppi recenti e sull'ascesa di carismatici «uomini forti» populisti di destra quali Duterte, Trump, Bolsonaro e, in Italia, Salvini. L'ascesa del populismo di destra al giorno d'oggi è un sintomo del (parziale) fallimento delle politiche progressiste. Secondo alcuni, le origini di tale processo risalirebbero agli anni Ottanta. In realtà, si tratta di uno spettacolare fallimento del neoliberalismo!

L'ascesa delle politiche di destra trae origine dalla decadenza politica, tra gli altri, dei partiti centristi e socialdemocratici. Questi sono tempi pericolosi per la democrazia. Negli Stati Uniti, Donald Trump rappresenta la maggiore minaccia per l'ordine istituzionale americano dai tempi di Richard Nixon. La dura realtà è che Trump è riuscito a farsi eleggere facendo appello a una serie di ansie, frustrazioni e legittimo malcontento per i quali i partiti tradizionali non hanno risposte convincenti. Ciò significa che per coloro che sono preoccupati da Trump e dal populismo non è sufficiente mobilitarsi, protestare e resistere - è necessario anche attuare una politica convincente che deve partire dalla comprensione del malcontento che intorbidisce la politica.

Come ora riconoscono molti commentatori, è imminente un'ennesima crisi economica. Come sappiamo, tutte le riforme e le norme imposte all'indomani della Grande Depressione degli anni Trenta non servirono a impedire le analoghe crisi minori verificatesi tra il 1941 e il 2008, e un'altro grande crollo nel 2008. Da secoli, l'instabilità del capitalismo resiste a ogni tentativo di risolverla, con o senza l'intervento statale. Ma l'economia mainstream, perlopiù, evita di affrontare a viso aperto i costi sociali di questa instabilità economica. Quel che è peggio, si sottrae a un confronto aperto con la critica marxista che collega tali costi alla rivendicazione del fatto che un cambiamento di sistema costituirebbe la soluzione migliore e più «efficace».

L'Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai deve quindi elaborare risposte adeguate a queste politiche, in modo tale da offrire al nostro popolo soluzioni concrete e realistiche per le difficoltà che le nostre società devono affrontare, difficoltà che sono la diretta conseguenza della crisi di sistema del capitalismo.

Il socialismo è il futuro - costruiamolo ora!


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