www.resistenze.org - pensiero resistente - movimento comunista internazionale - 08-11-19 - n. 728

21° Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai: Contributo del Partito Comunista Brasiliano

PCB | solidnet.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

Izmir 18-20 ottobre 2019

100° anniversario della fondazione dell'Internazionale comunista. La lotta per la pace e il socialismo continua!

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Cari compagni:

A nome del Partito Comunista Brasiliano, saluto tutti i partiti comunisti e operai presenti a questo 21° Incontro Internazionale, e in particolare i Partiti Comunisti di Turchia e Grecia, che oltre a offrire un esempio di lotta, saldezza ideologica e coerenza politica, si sono fatti carico dell'organizzazione di questo incontro. Salutiamo inoltre in modo particolare il 70° anniversario della fondazione della Repubblica Popolare Cinese.

La congiuntura globale mostra incertezze riguardo allo sviluppo del capitalismo nell'immediato futuro, evidenziando la possibilità che i tassi di crescita negli Stati Uniti e in Europa rimangano bassi, o che stia per iniziare una recessione.

Nella sfera politica, l'avvio di una procedura di impeachment contro il presidente Trump potrebbe condurre a una riduzione della forza degli USA a livello internazionale - che, tra gli altri effetti, avrebbe quelli di alleviare la pressione sul Venezuela e di rafforzare le prospettive di vittoria alle presidenziali dei democratici; una vittoria che, se avrà luogo, non modificherà la natura imperialista dello Stato americano, ma potrebbe aprire maggiori spazi per un'organizzazione più forte e più combattiva della classe operaia del Paese.

In Europa, il movimento comunista deve fronteggiare un'offensiva ideologica dell'estrema destra, concretizzatasi nella recente approvazione da parte del Parlamento Europeo di una risoluzione che criminalizza il comunismo. Le recenti sconfitte elettorali della destra in Spagna, Portogallo e altri Paesi non si sono tradotte in vittorie delle forze socialiste e comuniste, bensì nell'erosione delle politiche neoliberali e nella ripresa dei movimenti popolari che si battono in difesa dei diritti dei lavoratori; ciò ha spinto settori della classe dominante a perseguire nuove geometrie del potere politico in grado di «ammorbidire» gli effetti del liberalismo senza rinunciare sostanzialmente ad esso, offrendo crescita economica, nuove politiche di redistribuzione e concessioni locali per il recupero di alcuni diritti.

Questo scenario trova riscontro in America Latina, e in particolare in Argentina, dove l'imminente vittoria del peronismo, con Fernández e Cristina, segna la disfatta dell'ultra-liberismo di Macri, che ha gettato il Paese in una profonda crisi economica e sociale. Questo cambiamento accentua l'isolamento del governo brasiliano di estrema destra di Bolsonaro e rafforza il sostegno ai successi del processo bolivariano in Venezuela.

In Ecuador, l'adozione di un «pacchetto» di misure liberiste miranti a eliminare i sussidi per i carburanti e i diritti dei lavoratori ha provocato una possente mobilitazione dei lavoratori organizzati, delle forze politiche di sinistra e progressiste, dei comunisti ecuadoriani, delle comunità indigene e della popolazione in generale contro il governo di Lenin Moreno, eletto con lo stesso programma progressista del suo predecessore, il presidente Rafael Correa. I provvedimenti presi da Moreno sono stati percepiti come un vero e proprio tradimento, e le misure fortemente repressive adottate dal governo contro i manifestanti hanno suscitato un'enorme rivolta, che ha costretto il governo a fare marcia indietro e ha rafforzato il potere popolare.

L'esempio della vittoriosa lotta popolare a Puerto Rico, che è riuscita a estromettere un governatore e a rafforzare la mobilitazione per l'indipendenza e la giustizia sociale, si inserisce nello stesso solco della lotta di massa come fronte prioritario da rafforzare per la conquista dei diritti, delle libertà democratiche e della giustizia sociale.

In Colombia, la tendenza del governo Duque a non rispettare appieno gli accordi di pace ha indotto alcuni ex-membri delle Forze Armate Rivoluzionarie Colombiane a decidere di riprendere le armi, evidenziando la necessità di rafforzare il movimento di massa per la pace come percorso fondamentale per la costruzione di uno Stato democratico e della giustizia sociale nel Paese.

Nuove sfide elettorali si affacciano in Uruguay e Bolivia, dove gli attuali governi progressisti devono affrontare la prova delle urne e le minacce della destra.

Per il movimento comunista è essenziale intensificare lo scontro con i governi di destra e di estrema destra nella regione e appoggiare i processi progressisti di cambiamento, senza peraltro illudersi che questi processi riformisti siano destinati a condurre automaticamente alla realizzazione del socialismo. È necessario consolidare le lotte popolari in campo democratico e sociale, nella resistenza e nella lotta contro l'imperialismo, e rafforzare l'organizzazione della classe operaia per la lotta anticapitalista e per la costruzione del Potere Popolare e del Socialismo.

In Brasile, l'offensiva liberale si sta radicalizzando, con la crescente cancellazione dei diritti dei lavoratori, la sistematica privatizzaizone delle risorse pubbliche e lo smantellamento dell'economia attuati dal governo Bolsonaro, che gode di un'ampia maggioranza al Congresso su questi temi.

Bolsonaro e buona parte della sua squadra, tuttavia, devono affrontare un crescente e quotidiano logoramento, con un'opposizione ormai maggioritaria nel Paese che rispecchia gli effetti delle politiche ultra-liberali e filoimperialiste, degli atteggiamenti razzisti, omofobi, misogini, contro la scienza e contro la scuola, della brutale repressione poliziesca contro i movimenti organizzati e le popolazioni più povere, e un crescente isolamento del Paese a livello internazionale determinato dai recenti incendi in Amazzonia, dall'uso di pesticidi vietati in agricoltura e dal servilismo nei riguardi degli Stati Uniti che determina la cessione di ricchezze e risorse pubbliche agli USA - come la base di lancio di Alcantara - senza alcun corrispettivo politico o economico rilevante. Anzi, questo atteggiamento servile è stato premiato con un'ulteriore umiliazione: il Brasile non è stato proposto per l'ingresso nell'OCSE - che comunque non avrebbe implicato benefici per i lavoratori brasiliani - come promesso da Trump a scapito di altri Paesi.

Bolsonaro sta tentando di accentuare il controllo dell'apparato statale da parte della sua cricca e attacca con violenza i suoi avversari.

L'opposizione a Bolsonaro è animata dai settori organizzati dei lavoratori e dei giovani, che hanno promosso importanti manifestazioni popolari, sebbene una parte significativa della popolazione non abbia ancora risposto all'appello alla lotta contro le riforme neoliberali e la svendita di risorse pubbliche al capitale privato nazionale e internazionale.

Anche alcuni settori liberali si sono levati contro gli attacchi alle libertà democratiche e ai diritti civili, e perfino ambienti borghesi minoritari nutrono riserve su alcuni aspetti della politica internazionale di Bolsonaro in quanto hanno danneggiato i loro interessi economici - sebbene questi settori siano tutti uniti nell'attacco contro i diritti dei lavoratori.

È altresì degno di nota che alcuni settori della sinistra brasiliana disdegnino la piazza e assegnino la priorità alla competizione elettorale del prossimo anno, occasione per raccogliere le forze in vista delle presidenziali del 2022. Si tratta di una vera e propria illusione, poiché senza i lavoratori organizzati sulle piazze sarà impossibile sconfiggere la politica messa in atto dal governo, che sta devastando il Paese.

Il PCB ritiene che in questo momento sia indispensabile la mobilitazione e la lotta di piazza, allo scopo di raccogliere le forze per affrontare il governo Bolsonaro. Chiediamo il rafforzamento dell'unità e dei fronti popolari per una migliore organizzazione e consapevolezza della classe operaia. Il PCB sostiene il rafforzamento del Forum sindacale, popolare e giovanile per i diritti e le libertà democratiche e continua a far parte del Fronte del Popolo Senza Paura.

In Brasile e in tutto il mondo, è quanto mai necessario riprendere l'offensiva degli ideali socialisti e comunisti e riconquistare l'egemonia.

Ci pronunciamo per il rafforzamento dell'Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai, nella sua pluralità, con l'obiettivo di mettere in atto iniziative congiunte dei comunisti a livello regionale e globale. In particolare, riteniamo necessario rafforzare il neonato Forum dei Partiti Comunisti Sudamericani e allargarlo all'intera America Latina.

Vi ringrazio.
Viva il movimento comunista internazionale!


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