www.resistenze.org - pensiero resistente - movimento comunista internazionale - 15-11-19 - n. 729

21° Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai: Contributo del Partito del Lavoro dell'Austria

Tibor Zenker *, PdA | solidnet.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

Izmir 18-20 ottobre 2019

100° anniversario della fondazione dell'Internazionale comunista. La lotta per la pace e il socialismo continua!

* * *

Internazionalismo, Leninismo, Socialismo

Cari compagni,

A nome del Partito del Lavoro dell'Austria, desidero ringraziare il Partito Comunista di Turchia e il Partito Comunista di Grecia per aver ospitato e organizzato l'Incontro Internazionale di quest'anno. Entrambi i partiti costituiscono esempi incoragganti per il movimento comunista internazionale.

Quando cento anni fa, nel marzo 1919, fu creata l'Internazionale Comunista a Mosca, l'allora Partito Comunista d'Austria era presente con due delegati. Ancora oggi, i comunisti austriaci sono orgogliosi del fatto che i loro rappresentanti - insieme ai delegati di Svezia, Ungheria e Federazione Balcanica, e con l'aiuto di Lenin - abbiano elaborato e presentato la proposta che condusse infine all'immediata istituzione del Comintern.

In Austria sappiamo bene quanto fu preziosa la storica attività del Comintern: quando a metà degli anni Venti il PC austriaco divenne incapace di iniziativa a causa del «pluralismo» e della divisione in correnti, il Comintern inviò Georgij Dimitrov a Vienna affinché riorganizzasse il partito. Dimitrov e il nuovo segretario Johann Koplenig riuscirono a bolscevizzare il partito e a rifondarlo su basi marxiste-leniniste. Ciò avvenne appena in tempo perché i comunisti austriaci potessero acquistare la capacità di lotta che ne avrebbe fatto tra il 1933 e il 1945 il principale pilastro e la forza più importante della lotta clandestina e della resistenza contro il fascismo austriaco e contro Hitler, nonché contro il dominio tedesco.

Senza l'azione del Comintern negli anni Venti e Trenta, il successo nella costruzione di partiti comunisti, operai e marxisti-leninisti in tutti i continenti abitati non sarebbe mai stato possibile. Il Comintern forgiò l'unità tra il potere dello Stato socialista dell'Unione Sovietica e del Partito Comunista dell'Unione Sovietica e i partiti comunisti dei Paesi capitalisti. Esso unì alla lotta per la rivoluzione proletaria la lotta anticoloniale dei popoli oppressi. Gettò le basi internazionaliste per la vittoria della lotta di resistenza antifascista in molti Paesi europei, per la vittoria dell'Armata Rossa e dei popoli dell'Unione Sovietica sulla Germania di Hitler e per la costruzione di un sistema mondiale socialista dopo la seconda guerra mondiale.

Cento anni dopo, nel 2019, il movimento comunista mondiale risente ancora degli errori commessi nella seconda metà del Novecento e delle conseguenze della sconfitta e della controrivoluzione in URSS e nell'Europa orientale del 1989-1991. Il revisionismo nelle sue varie forme, la capitolazione e il tradimento, gli orientamenti errati e talvolta la socialdemocratizzazione hanno arrecato - e continuano ad arrecare - danni considerevoli.

La vittoriosa continuazione della lotta rivoluzionaria per il socialismo a livello globale, o la sua ripresa in alcune località, saranno possibili soltanto su basi chiare - in termini ideologici, teorici e strategici, ma anche organizzativi e politici. Le aberrazioni revisioniste e pseudo-«radicali», i tentativi di ingraziarsi la socialdemocrazia e di stabilire alleanze prive di principi, la gestione «di sinistra» del capitalismo, il nazionalismo e il cosmopolitismo, il riformismo e l'opportunismo non conducono ad alcun risultato, come la storia ha ampiamente dimostrato.

Un movimento comunista che voglia lavorare per la pace, la libertà e l'autodeterminazione, per la rivoluzione e per il socialismo, deve basarsi sulle solide fondamenta del marxismo-leninismo. Deve impegnarsi con le parole e con i fatti a realizzare l'illuminazione rivoluzionaria e l'organizzazione dei lavoratori, delle classi sociali sfruttate e delle nazioni oppresse; deve schierarsi senza equivoci contro l'imperialismo e per l'internazionalismo, per la lotta di classe ideologica, politica ed economica, per la disciplina organizzativa e per i metodi di lavoro ispirati al centralismo democratico. E infine, deve aspirare alla conquista rivoluzionaria del potere, al governo organizzato della classe operaia con la soppressione della borghesia e dei soggetti controrivoluzionari, alla costruzione del socialismo - con caratteristiche socialiste - e della società comunista senza classi.

Perché è questo e nessun altro il nostro compito, la nostra missione storica: una società, un mondo senza oppressione, senza sfruttamento e senza guerra. Coloro i quali non lo capiscono e non agiscono di conseguenza hanno scelto di tirarsi indietro; stanno dall'altra parte della barricata e sono un ostacolo sulla via verso il socialismo.

È il momento di illuminare questa via - attraverso la chiarezza delle posizioni e dei principi, attraverso la sincerità, la tenacia e la dedizione, attraverso la collaborazione internazionale e il sostegno reciproco, l'affidabilità e l'impegno, e l'uso della nostra arma più potente - il marxismo-leninismo. Con la creazione dell'Iniziativa Comunista Europea, abbiamo compiuto un passo strutturale in questa direzione - purtroppo per il momento limitato a questo continente.

Ma la lotta deve proseguire a livello globale a opera di un fronte unito - e la storia dell'Internazionale Comunista, che non a caso viene diffamata e distorta dai nostri nemici per mezzo di menzognere campagne anticomuniste, offre alcuni insegnamenti che devono essere riscoperti. Grazie alla conoscenza del passato potremo creare un presente militante e un futuro socialista. La verità prevarrà, e il socialismo trionferà a livello mondiale.

*) Tibor Zenker, vice-segretario del Partito del Lavoro dell'Austria


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