www.resistenze.org - popoli resistenti - algeria - 04-06-12 - n. 412

da http://www.solidnet.org/algeria-algerian-party-for-democracy-and-socialismpads/3046-pads-algeria-declaration-du-parti-algerien-pour-la-democratie-et-le-socialisme-sur-les-resultats-des-elections-legislatives-en-algerie-fr
Traduzione dal francese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
 
Dopo i risultati delle elezioni politiche del 10 maggio. Mobilitarsi, organizzarsi e unirsi, per le rivendicazioni politiche e sociali dei lavoratori, per bloccare i piani imperialisti
 
Dichiarazione del Partito Algerino per la Democrazia e il Socialismo (PADS) sui risultati delle elezioni politiche in Algeria
 
31/05/2012
  
I risultati definitivi delle elezioni politiche del 10 maggio, forniti dal Consiglio costituzionale, rappresentano una palese rottura tra il regime e le aspirazioni sociali e politiche della stragrande maggioranza dei cittadini. Il tasso di partecipazione, che ufficialmente supera di poco il 43%, è un valore sicuramente molto basso, anche tenendo conto delle manipolazioni tradizionalmente compiute dalle autorità per mascherare l'ampiezza della disaffezione popolare e favorire i partiti di governo a spese degli altri. La percentuale di voto, il 35,2%, è ancora più bassa se si contano gli 1,7 milioni di voti nulli. Fornendo queste cifre, il regime riconosce di essere nettamente rifiutato da 2 cittadini su 3. Lo scollamento tra governanti e cittadini è, in effetti, più evidente considerando che numerosissimi elettori hanno scelto di esprimere il loro rifiuto della coalizione presidenziale e dei partiti che si camuffano sotto l'islam, votando "a caso" per uno tra le decine di falsi partiti creati in fretta dal potere in questi ultimi due mesi. 
  
I due principali partiti dalla coalizione presidenziale - Fronte di Liberazione Nazionale [FLN] e Raggruppamento Nazionale Democratico [RND] - insieme non hanno ottenuto che 1.848.000 voti su un totale di 9.340.000 votanti, cioè il 19,7%. Rapportati al numero di elettori iscritti (21,6 milioni), questo tasso è solamente dell'8,5%. Solamente un cittadino su dodici li sostiene! Ma grazie ad un ingiusto sistema predisposto dalle autorità sul conteggio dei voti ottenuti dalle liste che non hanno raggiunto la soglia del 5%, un sistema di "scientifica" falsificazione che riporta alla rovescia il peso reale dei partiti dirigenti nell'APN [Parlamento], il FLN da solo si vede attribuire 221 seggi. Così, nonostante la sua scarsa rappresentatività, il duo FLN-RND si aggiudica 291 seggi su 462 a disposizione, il 63% del totale dei deputati! 
  
I diversi partiti graditi ("Algeria verde", "Addala", "Fronte del Cambiamento") che fanno dell'islam un paravento ideologico per ingannare i lavoratori ne escono distrutti. Hanno raccolto insieme meno di 882.000 voti, il 9,4% dei suffragi. Gridano alla frode perché le "previsioni" dell'ambasciata USA non sono state confermate. Il fatto che i sogni di conquista del potere di questi partiti siano infranti, riflette l'aspirazione di larghi settori astensionisti a non consegnare il paese alle forze più reazionarie, né aprire la strada ad interventi esterni nel solco della pretesa "primavera araba" e dell'"onda verde". Non bisogna tuttavia trarre la falsa conclusione che le frange reazionarie della borghesia e della piccola borghesia, che utilizzano l'islam per ingannare il popolo, abbiano perso ogni influenza. Il grosso delle loro truppe agisce clandestinamente e ha chiamato al boicottaggio. La loro azione persiste e non deve essere sottovalutata. A riprova, il regime ha fatto delle concessioni alla loro reazionaria ideologia negli emendamenti alle leggi sui partiti, sulle associazioni e sull'informazione, introdotte l'anno scorso. 
  
I "vincitori" di queste elezioni sbagliano a fare festa 
  
Il loro regime non tiene conto che è la redistribuzione delle risorse petrolifere a permettergli di neutralizzare la rivolta che monta. È chiaro che i loro appoggi si limitano essenzialmente agli strati sociali che di più e in grado diverso approfittano del saccheggio delle risorse del paese e dello sfruttamento dei lavoratori. Un certo numero di cittadini che non fa parte dei privilegiati di questo sistema di saccheggio e sfruttamento ha certamente votato per loro. Lo hanno fatto solo per allontanare il rischio di ingerenze straniere e pensano a torto che questo regime sia capace di resistere alle pretese delle potenze imperialiste di dettare la loro volontà all'Algeria. Le potenze imperialiste esultano e pensano che un regime, anche screditato, faciliterà loro il compito. L'Algeria diventa una preda facile per i loro piani di dominio. Per bocca dei rappresentanti dell'Unione europea e dei loro portavoce, le potenze imperialiste hanno espresso "soddisfazione", insieme a piccoli e velati richiami alle promesse che il regime ha fatto loro in segreto e alle spalle del popolo. Gli "osservatori" dell'Unione europea parlano di un "primo passo" cui devono seguirne altri. Quali? Gli USA si congratulano col regime per la sua "trasparenza" nello svolgimento di queste elezioni. In effetti "si congratulano" con esso per avere fornito le cifre che dimostrano pubblicamente che non rappresenta le aspirazioni della maggioranza dei cittadini. Ciò indica chiaramente che i nostri governanti sono in "libertà vigilata", che ci si attende da loro la concretizzazione degli impegni segreti presi all'epoca degli incontri degli ufficiali algerini con Hillary Clinton o con il comandante di AFRICOM. Quando gli USA si servono del pretesto dell'importanza dell'Algeria nella lotta contro il terrorismo, va compreso che sono impazienti di ottenere l'autorizzazione per installare delle basi militari. Parimenti, quando fanno finta di adulare un orgoglio nazionale mal riposto ("Per le sue dimensioni geografiche, le sue ricchezze e la sua popolazione istruita, l'Algeria è un leader naturale della regione e oltre questa regione", dichiarazione all'APS, Algérie Presse Service, di Raymond Maxwell, sottosegretario di Stato aggiunto americano per il Maghreb al dipartimento di Stato), non nascondono la loro volontà di accentuare le pressioni per spingere il regime a sostenere il ruolo di harki [collaboratore] dell'imperialismo nella regione e in Africa. 
  
Questi risultati hanno dimostrato in modo chiaro che l'astensionismo e le chiamate al boicottaggio, come tattica di lotta, non hanno disturbato il regime. Sono servite soltanto a paralizzare le lotte democratiche di massa. In ogni caso il regime tenterà di proseguire la sua politica di disprezzo, di blocco della vita politica. Manterrà la politica di arricchimento degli sfruttatori, delle classi parassitarie e delle multinazionali, di immiserimento dei lavoratori, di repressione delle loro lotte per migliori salari e dignità. Bisogna aspettarsi nei mesi prossimi un'offensiva delle correnti più reazionarie e più anti-nazionali del regime contro il sistema previdenziale, il diritto di sciopero, il contenuto dei contratti collettivi (premi e indennità, compartecipazione agli utili), per il totale superamento degli ultimi ostacoli al libero saccheggio del paese da parte delle multinazionali e della borghesia "locale": uscita dei capitali e libertà di scambio, ecc. Sono in preparazione attacchi per "epurare" il Codice del lavoro dalle "tracce di socialismo". Ma in ogni caso, la debolezza del regime, esposta alla luce del sole, deve anche incoraggiare i lavoratori a condurre azioni energiche per soddisfare le loro rivendicazioni sociali e politiche. Esiste un grande serbatoio di lotta e combattività nelle masse. I lavoratori devono rafforzare le loro lotte, organizzarle e coordinarle per strappare il miglioramento delle loro condizioni di vita, le libertà politiche e sindacali. Dinanzi alla nuova offensiva antioperaia in preparazione, i lavoratori devono battersi rinsaldando la loro unità, creando dei sindacati di classe indipendenti, battendosi per il lavoro, il pane e la dignità, unendosi al loro partito di classe, il partito dei comunisti algerini. 
  
Per mettere in scacco la prevedibile offensiva imperialista, la classe operaia ed i suoi alleati devono mobilitarsi e guadagnare la testa della resistenza alle manovre e ai complotti delle potenze imperialiste e dei loro lacchè locali che vogliono impossessarsi direttamente delle risorse di idrocarburi del paese, saccheggiare le sue ricchezze, fomentare la divisione tra le vittime dello sfruttamento e del dominio imperialista. Bisogna intensificare la lotta politica e ideologica affinché i lavoratori non cadano nella trappola delle menzogne e delle promesse demagogiche delle forze reazionarie. Esse tenteranno di sfruttare il disconoscimento inflitto al regime per presentarsi come le forze portatrici dell'alternativa all'impasse politica attuale. 
  
PADS, 20 maggio 2012 
 

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