www.resistenze.org - popoli resistenti - algeria - 28-04-14 - n. 496

Dichiarazione del Partito Algerino per la Democrazia e il Socialismo (PADS) dopo la rielezione di Bouteflika

PADS | lien-pads.fr
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

25/04/2014

Le lotte dei lavoratori e delle masse continuano per le rivendicazioni sociali, le libertà democratiche reali, il rilancio dello sviluppo, la difesa della sovranità del paese contro il pericolo di ingerenze imperialiste, la prospettiva strategica del socialismo.

I risultati ufficiali delle elezioni presidenziali del 17 aprile non sono una sorpresa. Bouteflika avrebbe vinto con 8,3 milioni di voti su 11,3 milioni di elettori, secondo i dati annunciati dal ministro dell'Interno. Questi dati dovrebbero essere presi con le pinze (*). La macchina della frode ha funzionato. Tuttavia, la dimensione dei brogli è stata questa volta relativamente minore. Il numero di voti a favore di Bouteflika sono stati grossolanamente gonfiati, soprattutto nelle zone rurali e remote, dove l'influenza dell'apparato di regime è quasi assoluta e dove la conflittualità delle masse è molto bassa. Il suo principale rivale, Benflis, afferma che i brogli sono stati massicci e che non riconoscerà i risultati proclamati.

Il portato delle lotte democratiche dei diversi settori della società

Le lotte democratiche delle diverse categorie sociali, se non hanno eliminato completamente i brogli, li hanno perlomeno resi più difficili. Le divergenze scoppiate all'interno del regime poche settimane prima del voto hanno contribuito a complicarli. La prova è che i dati annunciati non possono nascondere il fatto che Bouteflika ha raccolto 4,6 milioni di voti in meno rispetto al 2009.

Le cifre del ministro dell'Interno non hanno potuto nascondere che gli astenuti e i voti nulli rappresentano la maggioranza dell'elettorato. Tenendo conto dei milioni di cittadini che non sono registrati al voto e che il ministero dell'Interno nasconde, sembra che almeno due terzi della popolazione in età di voto non si riconoscano nel regime.

Molti giovani non si sono iscritti alle liste elettorali. Questo rifiuto riflette la loro avversione al processo elettorale. Essi non si aspettano nulla di concreto che soddisfi le loro esigenze immediate di un lavoro, una vita e un futuro degno. L'unica cosa che il regime della borghesia offre loro è di lasciare il proprio paese alla ricerca del loro sostentamento quotidiano. Essi non scelgono di emigrare per propria volontà. La borghesia gli ha rubato la loro patria.

In rappresentanza della grande borghesia e degli strati medi arricchiti, Bouteflika ha raggruppato intorno a sé tutti coloro che vogliono stabilità per continuare nel saccheggio delle risorse del paese, in buon accordo con le potenze imperialiste.

Benflis avrebbe raccolto intorno al suo nome 1.245.000 voti. Egli non ha ricevuto il sostegno dei lavoratori coscienti, che capiscono che i suoi obiettivi economici e sociali non erano altro che quelli di un altro candidato della borghesia. Anche numerosi democratici si sono allontanati da lui dopo la sua promessa di riabilitare politicamente il leader del FIS [Fronte Islamico di Salvezza], il movimento fascista che ha utilizzato la religione per ingannare le masse popolari e responsabile del massacro di più di 100.000 civili e militari negli anni 1990.

Louisa Hanoune, responsabile del partito trotskista detto dei lavoratori, avrebbe conseguito 140.000 voti contro i 604.000 del 2009. Coccolata dal regime dal 1989, ha sostenuto senza cedimenti Bouteflika per la sua politica di riconciliazione con la FIS. Sono realtà mediatiche ed elettorali che fanno parte del gioco del regime, da esso tenute al guinzaglio che vogliono far credere che i lavoratori sono rappresentati sulla scena politica. Il regime l'ha sempre ricompensata, alle legislative o presidenziali, concedendole un numero di voti di cui nessuno può certificare la reale portata e l'autenticità. Questa volta, è stato abbandonata, probabilmente a causa delle sue esitazioni a sostenere il quarto mandato di Bouteflika. Molti di coloro che avevano l'abitudine di votare questo partito hanno finalmente scoperto il suo doppio gioco. Adesso è completamente screditato dalle sue dichiarazioni circa l'integrità del voto e la sua affermazione che la stabilità del paese è più importante dei suoi risultati elettorali.

Gli altri tre candidati hanno ricevuto le briciole che servivano a dare credito alla storiella di un'elezione aperta.

La paura dello sfruttamento dei conflitti interni del paese da parte degli Stati imperialisti, il timore di un ritorno agli anni bui del terrorismo da parte dei gruppi oscurantisti, il clima di tensione creato dalla rottura alla luce del sole delle divergenze all'interno del regime, hanno frenato la combattività delle masse. Hanno incoraggiato le frange popolari della società a votare per Bouteflika. La propaganda del regime lo ha inesorabilmente presentato come il garante della pace civile. Inoltre, l'ampia copertura mediatica delle catene televisive private nazionali ed estere, tra cui quelle francesi, dell'improvvisa agitazione di piccoli gruppi d'opposizione al quarto mandato ha provocato, tra le masse, un clima di sfiducia verso tutti coloro che si oppongono al regime, favorendone, di fatto, la strategia.

In definitiva, la stragrande maggioranza della popolazione ha espresso il suo rifiuto del regime, sia con l'astensione che con il voto nullo

I motivi politici di questo rifiuto non sono gli stessi. Vi è la massa di lavoratori che esprime la sua indignazione contro la disuguaglianza sociale, la povertà, la corruzione, l'arbitrarietà e il soffocamento delle libertà democratiche, che aspira a cambiamenti che migliorino la sua sorte. Ci sono le motivazioni degli strati medi, che difendono il capitalismo e reclamano riforme accelerate per proteggere le loro "conquiste" da una rivolta popolare. Ci sono quelle di coloro che pensano che il modo migliore per raggiungere questo fine sia quello di cambiare i metodi di governo e appoggiarsi senza veli alle potenze imperialiste.

Esistono all'interno degli strati della piccola borghesia dei settori che credono di poter eliminare le manifestazioni più intollerabili del regime borghese e strappare le libertà democratiche senza compromettere il regime dalle fondamenta. Esiste anche una porzione di cittadini ancora influenzati dall'ideologia oscurantista, il cui vero contenuto economico e sociale è l'istituzione di un dominio terroristico degli sfruttatori all'ombra di uno Stato teocratico.

Le lotte politiche e sociali degli ultimi anni hanno comunque alzato il livello di coscienza di molti strati sociali, soprattutto tra i giovani. Hanno esacerbato l'indignazione delle masse, rafforzato la ricerca di un'alternativa democratica popolare e progressista. Hanno provocato degli scricchiolii all'interno del regime. Malgrado l'ampiezza dei brogli, i risultati rivelano un indebolimento politico del regime.

Queste elezioni e la vittoria di Bouteflika non cambia la contraddizione lampante che oppone la grande massa dei lavoratori e del popolo a una piccola minoranza di affaristi mafiosi e sfruttatori.

Il voto è una forma di lotta tra le altre che preparano un domani più favorevole all'attività delle masse per un cambiamento radicale. Si continuerà a combinare tutte le forme di lotta, elettorali e non elettorali, per questo scopo. Ma non è dalle urne che bisogna aspettarsi un miglioramento delle condizioni di vita dei lavoratori e delle masse lavoratrici, le libertà democratiche politiche e sindacali, i cambiamenti socio-politici radicali e l'instaurazione di un regime democratico popolare e progressista che apra la strada alla prospettiva socialista. La realizzazione di queste aspirazioni sarà il risultato della lotta quotidiana, in modo organizzato e unitario, nelle fabbriche, nei cantieri edili, nelle università, nei quartieri popolari, nelle città e nelle campagne.

I comunisti organizzati nel Partito Algerino per la Democrazia e il Socialismo (PADS), ispirati dalla lotta dei loro predecessori del Partito Comunista Algerino (PCA) e del Partito dell'Avanguardia Socialista (PAGS), faranno di tutto per mettersi alla testa di tutte le lotte operaie, dei contadini, dei giovani, delle donne e degli altri strati dei lavoratori del paese, per soddisfare le loro aspirazioni immediate e future, per la costruzione della società socialista. Il rafforzamento dell'avanguardia comunista, il PADS, resta la chiave del successo di queste lotte.

PADS

22/04/2014

(*) La percentuale ufficiale del 81,5 % non include gli 1,1 milioni di voti nulli, mentre li considera nei calcoli per ammettere che la maggioranza degli elettori, solo il 51,7 % degli iscritti sono andate alle urne. Nel dettaglio, il ministero dell'Interno vuole far passare l'idea di uno schiacciante trionfo. Il numero degli astenuti ufficialmente riconosciuto è di 10,6 milioni. In totale, su un elettorato ufficiale di 21,9 milioni, il numero degli astenuti e dei voti nulli o bianchi, è stato di 11,6 milioni. La percentuale di voti espressi è stata del 46,7 %. Quella degli elettori che hanno espresso la loro sfiducia per il capo dello Stato e gli altri candidati è del 53,3 %.


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