www.resistenze.org - popoli resistenti - austria - 01-12-20 - n. 770

Riduzione del salario reale per i lavoratori delle ferrovie austriache durante la pandemia.

Zeitung der Arbeit | zeitungderarbeit.at
Traduzione per Resistenze.org a cura di Enzo Pellegrin

01/12/2020

Sulla scia del rapido aumento dei contagi nella pandemia di coronavirus e delle conseguenti restrizioni iniziali nella primavera del 2020, le Ferrovie Federali Austriache (ÖBB) e la Westbahn AG privata hanno modificato i loro orari in marzo e hanno introdotto ulteriori misure per contenere la diffusione del virus. Di conseguenza, il personale ferroviario ha mantenuto vivo il traffico passeggeri e merci, ma in condizioni di lavoro difficili e a volte anche legate a tagli salariali.

Licenziamenti nonostante gli aiuti di Stato

A seguito delle variazioni d'orario, i treni dei due fornitori ferroviari hanno viaggiato meno frequentemente, ad esempio, il Railjet sulla tratta principale Salisburgo-Vienna, ha effettuato corse solo ogni due ore invece che ogni ora come prima. Anche i servizi regionali sono stati ridotti, e in misura ancor maggiore per l'orario domenicale, almeno al di fuori delle ore di punta del mattino e della sera. I collegamenti internazionali sono stati completamente cancellati, con poche eccezioni. Nei treni, i vagoni ristorante sono stati chiusi, e le biglietterie per l'acquisto dei titoli di viaggio non sono state più presidiate, almeno temporaneamente. Il 14 aprile è stato introdotto anche l'obbligo di indossare la mascherina su tutti i mezzi pubblici.

Tutte queste misure sono sembrate abbastanza ragionevoli in risposta al forte calo dell'uso del trasporto ferroviario. In termini concreti, ÖBB, ad esempio, ha registrato un calo del numero di passeggeri di oltre l'80%, dopo l'introduzione delle restrizioni iniziali. Il CEO di ÖBB Andreas Matthä prevede una perdita di fatturato di 800 milioni di euro per l'intero anno 2020, la maggior parte del quale, 450 milioni di euro, sarà dovuto al calo del trasporto passeggeri.

Il governo austriaco ha risposto già in primavera con un ristoro per la linea Salisburgo-Vienna del valore di 48,3 milioni di euro. Di questi, 40 milioni sono stati assegnati alla ÖBB di proprietà statale, il resto alla Westbahn privata. Tuttavia, l'amministratore delegato della Westbahn, Erich Forster, non era soddisfatto. A settembre ha cercato di estorcere ulteriori iniezioni finanziarie dallo Stato. Se la Repubblica non sostenesse l'azienda privata, 100 lavoratori, un terzo della forza lavoro, verrebbero licenziati. L'azienda, che è in rosso non solo con la pandemia di Coronavirus, ha così approfittato del momento per chiedere sfacciatamente aiuto allo Stato austriaco, e quindi al popolo austriaco. E la minaccia ha avuto risultati. Nonostante il ricorso al Kurzarbeit (n.d.t. sorta di cassa integrazione con riduzione di orario) , i sussidi di emergenza e la riduzione del canone per l'utilizzo delle infrastrutture, le trattative con il sindacato sono state interrotte e 50 lavoratori hanno ricevuto comunicazione di licenziamento. Ciò riguarda soprattutto le conduttrici dei treni di sesso femminile che sono state impiegate come lavoratrici interinali e sono quindi poco tutelate dal diritto del lavoro. Per inciso, Robert Reschreiter, membro del consiglio di fabbrica della Westbahn, interpreta questi licenziamenti come un successo, poiché il CEO Erich Forster voleva licenziare ancora più dipendenti. Come risaputo, non si devono riporre speranze nell'azione dei funzionari sindacali, la classe operaia deve agire in modo indipendente, come afferma il Partito del Lavoro nella sua dichiarazione sulla continua eliminazione dei posti di lavoro. Per inciso, solo poche settimane dopo i licenziamenti, il Ministero dei Trasporti ha approvato aiuti per altri 7,5 milioni di euro per le Ferrovie occidentali e 37 milioni di euro per ÖBB sotto forma di un nuovo contratto per il collegamento Vienna-Salisburgo.

Pessime condizioni di lavoro povere e violenza dell'utenza ferroviaria

Ma in che modo la crisi di Corona ha cambiato la situazione delle persone che lavorano nel settore ferroviario? A causa del calo del numero di passeggeri e dell'interruzione delle operazioni di ristorazione a bordo, è stato impiegato meno personale sui treni, ma quest'ultimo ha anche dovuto svolgere più lavoro del solito.

La gamma delle mansioni è stata ampliata dalla situazione pandemica. Ora, ad esempio, gli addetti ai treni non solo devono controllare e, se necessario, vendere i biglietti, ma anche verificare che tutti i passeggeri rispettino l'obbligo di indossare la  mascherina e, in caso contrario, imporre sanzioni. Nei mesi scorsi, ad esempio, si sono verificati sempre più attacchi violenti o minacciosi contro i lavoratori che hanno attirato l'attenzione dei clienti sull'obbligo di adottare i dispositivi di protezione individuale. E anche per altre ragioni di conflitto, la violenza fisica sui treni o in stazione diventa sempre più frequente: a marzo, quando le cifre dell'infezione stavano per raggiungere il picco, un uomo ha sputato in faccia a una donna delle pulizie alla stazione di Wels. In Alta Austria, un macchinista è stato picchiato in ospedale per aver ricordato il divieto di fumo nei treni ad un passeggero.

Questo picco di casi di violenza fisica non sorprende, dal momento che da mesi, nei treni viene impiegato così poco personale. Molti treni locali viaggiano anche senza conduttore, quindi il macchinista è da solo se a bordo ci sono passeggeri violenti.

Queste condizioni di lavoro sono pericolose e inaccettabili per il personale delle Ferrovie Federali Austriache e della Westbahn. È necessaria la presenza di personale sufficiente sui treni per garantire la sicurezza dei macchinisti e degli addetti alla manutenzione dei treni.

Non bisogna nemmeno farsi ingannare, gli standard occupazionali di ÖBB sono stati ancor più ridotti in passato. I subappaltatori rendono possibili condizioni di lavoro particolarmente precarie, il servizio di bordo è stato esternalizzato da molto tempo, analogamente ai servizi di sicurezza o al personale di pulizia della stazione e di altre aree. Ma anche le condizioni per i dipendenti diretti non migliorano, i "nuovi" contratti di servizio sono accompagnati da tagli per i lavoratori più giovani.

Contrattazione collettiva e mancanza di solidarietà

Nel contratto collettivo del 2020, come previsto, i lavoratori delle ferrovie non hanno ricevuto bonus premiali per il loro lavoro, anche durante la pandemia di Covid19 non è giunto nulla dalla amministrazione centrale, che al contrario è stata regolarmente applaudita ed elogiata. Un bonus Covid19 esente da tasse di un massimo di 250 euro è stato il minimo dovuto. Quest'anno, l'aumento salariale è stato solo dell'1,3% e di almeno 35 euro. A titolo di confronto: nel 2018 i salari sono stati aumentati di almeno il 3,4 per cento, ma con un'inflazione più elevata, e nel 2019 solo del 2,6 per cento. È importante ricordare in questa sede che il tasso d'inflazione è attualmente di nuovo in aumento, a settembre rispetto allo stesso mese dell'anno scorso era già dell'1,5% e probabilmente aumenterà ulteriormente nel 2021. In realtà, i salari reali di tutti i lavoratori delle ferrovie sono quindi effettivamente diminuiti.

Il fatto è che questi contratti collettivi, i quali vengono accolti in modo festoso dalla dirigenza sindacale, non sono aumenti salariali reali, e ciò è probabilmente già noto alla popolazione austriaca da tempo. Tuttavia, è proprio in momenti come questi che ci si sarebbe aspettato o per lo meno sperato maggiori proteste, nel momento in cui un contratto collettivo così ridicolo viene venduto un come successo a coloro che rendono possibile il trasporto di passeggeri e merci in Austria. A questo punto, soprattutto la strategia degli ultimi decenni per fiaccare e rendere minore la solidarietà e la coscienza di classe nel personale dell'ÖBB si è dimostrata estremamente efficace. I dipendenti di ÖBB già impiegati prima del 1994, ossia circa 21.000 persone, sono ancora tutelati contro il licenziamento e sono inoltre esonerati dal lavoro a tempo parziale. Tuttavia, circa 12.000 altri colleghi delle Ferrovie Federali non godono più di questi privilegi. Nel corso delle misure contro la pandemia, ci sono state controversie all'interno della forza lavoro: coloro che hanno dovuto lavorare a orario ridotto hanno comprensibilmente ritenuto ingiusto che gran parte dei loro colleghi ne fosse esonerata e non avesse dovuto rinunciare ai tagli salariali. I vecchi dipendenti delle ferrovie, a loro volta, non volevano rinunciare ai privilegi di cui godevano ancora. Tale disparità di trattamento rende difficile che i due gruppi di lavoratori riconoscano di doversi concretamente alleare e che i loro veri nemici si trovino negli organi esecutivi dell'ÖBB e, non da ultimo, nel governo federale austriaco.


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