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Intervista con il compagno Penchev, dirigente del Partito dei Comunisti Bulgari

Communistes | sitecommunistes.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

05/10/2021

A decenni dalla restaurazione del capitalismo, a che punto è la situazione economica e sociale della Bulgaria?
Per rispondere a questa domanda è necessario tornare al punto di partenza, cioè all'epoca socialista. I fatti sono più che convincenti. Nel periodo 1979 - 1989 la Bulgaria ha aumentato il suo PNL pro capite del 234%. Nello stesso periodo l'aumento negli Stati Uniti è stato del 182% e in Germania del 158%. Sulla base di questo indice, la Repubblica Popolare di Bulgaria occupava il 25° posto nel mondo. In confronto, secondo i dati pubblicati dal FMI, la Bulgaria è attualmente classificata tra i primi 70 paesi e quindi tra i paesi del "terzo mondo".

Ecco alcuni dati statistici tra i più illuminanti. Nel 1988, la Bulgaria produceva 17.440 macchine per la lavorazione del metallo, oggi ne vengono prodotte meno di 2.000. Nel 1989 47.400 carrelli elevatori, nel 2018 appena 180. La produzione di carne nel 1988 era di 565.600 tonnellate, oggi 4 volte meno. Latte nel 1988 2,5 milioni di litri, oggi 34 volte meno. Lo stesso vale per altri rami dell'industria, dell'agricoltura, dei sistemi educativi e sanitari, degli standard di vita...

Dal 1989, seguendo le direttive dei consiglieri statunitensi, i nuovi "democratici" iniziarono a privatizzare e distruggere tutto ciò che era stato costruito con lo sforzo del popolo, dichiarandolo "simbolo del comunismo". Una commissione guidata da due economisti americani, Rand e Ut, fu incaricata nel 1990 dall'allora primo ministro, seguace della perestroika Loucanov, di preparare la transizione dal socialismo al capitalismo. Questo ha coinvolto in particolare le imprese chimiche pesanti, farmaceutiche, elettroniche e di costruzione di macchine utensili, in cui erano impiegati più di 1,5 milioni di lavoratori. Il colpo più duro è stato inferto all'agricoltura. Seguendo le direttive della stessa Commissione Rand-Ut, le cooperative agricole sono state distrutte e i terreni agricoli sono stati divisi in 20 milioni di piccoli appezzamenti, gran parte dei quali si sono deteriorati. Con la stessa energia, sono stati smantellati il sistema sanitario e quello educativo. Durante i cosiddetti "anni democratici" quasi il 90% delle imprese industriali furono liquidate e la popolazione diminuì del 25%. Più di 3 milioni di bulgari hanno lasciato il paese per gli Stati Uniti, il Canada, la Spagna...

La disoccupazione, che era sconosciuta ai tempi del socialismo, è ora una dura realtà per molti bulgari, che conducono una vita al di sotto della soglia di povertà. L'alto tasso di mortalità e il crollo demografico ci mettono al primo posto nell'UE in questo senso. Gli anni del "capitalismo sfrenato" sono stati segnati da scandali e corruzione, appropriazione indebita di fondi europei e liquidazione della libertà di parola. Questa è la situazione attuale del paese, che è passato dal 27° posto nel mondo nel 1989 secondo le statistiche dell'ONU al paese più povero dell'UE.

Qual è l'atteggiamento degli attuali leader sulla questione della sicurezza collettiva in Europa e della NATO?
Ricordiamo che il trattato di Varsavia per l'amicizia e la collaborazione tra i paesi socialisti d'Europa è stato sciolto negli anni bui della perestroika del signor Gorbaciov. A questo non è seguito il reciproco scioglimento della NATO. Le truppe dell'URSS hanno lasciato la RDT senza garanzie di non adesione alla NATO. Oggi, una Germania unificata è la spina dorsale dell'alleanza atlantica alla quale hanno aderito tutti gli ex paesi socialisti d'Europa, compresa la Bulgaria. Questi paesi sono guidati da forze filoamericane e anticomuniste. La Bulgaria ha anche partecipato al progetto di liquidazione del socialismo e di trasformazione del paese in una base militare per gli Stati Uniti e la NATO contro la Russia. Questo compito è stato facilitato dall'assenza di una vera forza di sinistra, poiché la leadership del Partito Comunista Bulgaro, costituita da adepti della perestroika, lo trasformò in una forza liberale collaborazionista.

Così, la Bulgaria è da tre decenni nelle mani di una nuova classe borghese criminale, composta in gran parte da discendenti della "nomenclatura", incondizionatamente legati al capitalismo globalizzato. L'autentica sinistra bulgara è l'unica che considera che un'Europa unificata è possibile solo come un'unione indipendente di nazioni che cooperi con la Russia e respinga categoricamente le sanzioni aggressive imposte dagli USA.

Nel 1999 la Bulgaria, guidata da politici corrotti, ha sostenuto l'aggressione della NATO contro la Jugoslavia aprendo il suo spazio agli aerei della NATO. La Bulgaria ha partecipato alla guerra in Iraq. Bisogna anche ricordare che gli Stati Uniti utilizzano quattro basi militari in Bulgaria. Queste basi si trovano nel perimetro strategico della Russia e possono essere attaccate dai missili russi. In questa situazione è ovvio che il Partito dei comunisti bulgari sia a favore dell'uscita della Bulgaria dalla NATO e del ripristino dei tradizionali legami con la Russia. Abbiamo annunciato nel nostro programma che siamo favorevoli alla necessità di rinegoziare le condizioni di partecipazione del nostro paese all'UE.

Bisogna aggiungere che nei Balcani il nazionalismo è di nuovo in aumento, la maggior parte dei paesi sono colpiti dalla corruzione. I media e il sistema giudiziario sono nelle mani della classe politica dominante. I problemi esistenti sono una preoccupazione molto lontana per gli USA e la NATO a causa delle situazioni critiche in altre parti del mondo.

A questo proposito, vale la pena menzionare l'aggressione turca a Cipro e la formazione della Repubblica di Cipro del Nord, che in pratica non ha incontrato alcuna protesta da parte degli Stati Uniti e della NATO, sebbene si tratti di un conflitto tra due paesi membri della NATO. In Turchia, un'ondata di neo-ottomanesimo sta sorgendo come politica ufficiale del presidente Erdogan e questo è molto preoccupante data la forza dell'esercito turco.

La Repubblica di Macedonia del Nord sta suscitando difficili dispute linguistiche, storiche e territoriali con i suoi vicini, specialmente con la Grecia e la Bulgaria. Il potere in gran parte dei paesi balcanici è nelle mani di gruppi criminali che fingono di riformare ma sono accomodanti con i loro padroni occidentali che si aspettano obbedienza e allineamento politico. Questa politica è un vicolo cieco, e provoca un'emigrazione di massa di persone giovani e istruite. Nei paesi rimangono i più anziani o le persone poco istruite e uomini politicamente inerti.

Le elezioni parlamentari si sono appena svolte in Bulgaria. Pochi elettori alle urne: si tratta di una forma di rifiuto dei partiti dominanti? Come spiegare il fenomeno?
Secondo la maggior parte degli analisti politici in Bulgaria, un piccolo numero di elettori ha confermato lo status quo esistente. Il problema è piuttosto che non c'è una grande differenza tra i messaggi e il comportamento della maggior parte dei partiti politici. Le sfumature tra loro hanno lo scopo di deviare l'attenzione dell'opinione pubblica su questioni irrilevanti, lanciando slogan populisti e animando dibattiti da talk show: tutto per impedire i necessari cambiamenti di cui la società ha bisogno. Nell'Assemblea sono presenti nuove formazioni politiche anti-sistema, guidate dal partito chiamato "C'è un popolo come questo", che non propongono una politica di reale cambiamento della situazione politica, economica e sociale nell'interesse della società. Non dobbiamo dimenticare inoltre che la pandemia di Covid, ha creato paura tra gli elettori più anziani. D'altra parte, anche l'uso di sistemi informatici per votare ha scoraggiato un numero significativo di elettori.

I giovani elettori, d'altra parte, credono sempre meno agli appelli alla responsabilità politica, disgustati da decenni di demagogia dei politici al potere. Vedono che lo stato è occupato da un esecutivo composto da individui e imprese legati tra loro da relazioni clientelari, zone di influenza, giustizia e media corrotti. Bisogna anche ammettere che in gran parte si tratta di discendenti della vecchia "nomenclatura", nati a nuova vita con il "capitalismo selvaggio balcanico" sostenuto da forze esterne di cui si sono avvantaggiati. Se a tutto questo aggiungiamo l'oblio della solidarietà, troviamo la vera risposta a questa domanda.

La Bulgaria è stata a lungo una democrazia popolare con un ricco passato rivoluzionario, come ha potuto affermarsi oggi questa situazione?
La risposta sta in gran parte in ciò che è stato detto sopra. Aggiungiamo, tuttavia, che la perdita di influenza delle idee socialiste nella società, la spersonalizzazione e la de-ideologizzazione dello spazio politico della sinistra bulgara, iniziata con lo storico tradimento di Gorbaciov e dei suoi amici politici bulgari e terminata nel 1989 con la trasformazione del Partito Comunista Bulgaro in un partito social-liberale, marginale, senza una chiara piattaforma ideologica e un programma per lo sviluppo del paese, hanno pesato molto. In pratica, il partito rivoluzionario dell'epoca venne distaccato dalle idee marxiste-leniniste e spinto lontano dal fronte della lotta per la libertà, la solidarietà e la giustizia sociale. È stato distorto il sistema di valori di alcune generazioni bulgare discendenti dagli eroici antifascisti bulgari e dagli entusiasti costruttori della Bulgaria socialista. L'aggressiva guerra di propaganda ideologica delle potenze occidentali che glorificano il "mondo libero" ha trovato orecchie attente tra alcuni dirigenti dei partiti comunisti dei paesi del "socialismo reale". La nazione bulgara, meno istruita e incapace di prendere decisioni politiche adeguate, ha subito la più rapida contrazione. Il passaggio imposto al popolo bulgaro verso il capitalismo è in realtà un passaggio al nulla.

I comunisti bulgari stanno ancora combattendo, qual è lo stato della loro organizzazione e della loro azione?
Al momento ci sono due partiti comunisti relativamente importanti in Bulgaria. Questi sono il Partito dei Comunisti Bulgari e il Partito Comunista di Bulgaria. Tra i nostri due partiti c'è una stretta collaborazione. Per alcune ragioni di carattere giuridico amministrativo non si fondono. Ci sono anche altre organizzazioni comuniste, senza un grande seguito. Bisogna tener conto che dopo la trasformazione dell'ex partito comunista, un numero considerevole dei suoi membri con convinzioni comuniste rimase nel partito, rinominato Partito Socialista. Bisogna anche ricordare che un gran numero di politici oggi di qual si voglia schieramento nei paesi ex socialisti provengono dagli ex partiti comunisti. Per esempio, Angela Merckel in Germania viene dall'ex DDR e prima del 1989 era a capo della gioventù comunista dell'Accademia delle Scienze della DDR. Tutto questo non fa che creare una certa sfiducia nei partiti comunisti. Attualmente abbiamo due obiettivi, in primo luogo fare uno sforzo per migliorare l'organizzazione interna del partito e in secondo luogo, sul piano elettorale, contribuire alla formazione di un'alleanza di sinistra e patriottica più ampia possibile. Un passo in questa direzione è stata la formazione di un'unione di forze di sinistra e patriottiche con cui abbiamo partecipato alle elezioni dell'11 luglio 2021. Al momento stiamo facendo degli sforzi per salvaguardare e persino espandere questa alleanza per le nuove elezioni parlamentari anticipate del novembre 2021.


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