www.resistenze.org
- popoli resistenti - cina - 27-11-08 - n. 252
Traduzione dal francese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
Linee guida per lo sviluppo dell'economia in Tibet
Dal 13 al 17 ottobre 2008 si è tenuto a Pechino un congresso internazionale sul Tibet. Jean-Paul Desimpelaere che era tra gli ospiti, ci ha inviato il seguente articolo sul Congresso.
Tra gli interventi, ho ascoltato la pregevole analisi sullo sviluppo economico del Tibet del professor Sun Yong, economista e Vice Presidente dell'Accademia delle Scienze Sociali di Lhasa. Eccone un tentativo di sintesi.
"Lo sviluppo economico del Tibet, ad oggi, si è basato principalmente sull'apertura della regione consentita dalla realizzazione di molte infrastrutture: comunicazioni, trasporti, energia, urbanizzazione, costruzione di scuole e ospedali. Ne è paradigma la realizzazione del 'treno più alto del mondo'. Attualmente, assistiamo allo sviluppo in campo ambientalista: espansione delle aree protette, sovvenzioni per impianti solari, messa a frutto delle sorgenti d'acqua e una migliore gestione nella produzione di erbe medicinali. Nonostante tutto permane in Tibet il problema di un livello sufficiente di competenze, cosa che confligge con la ricchezza culturale della regione. D'altro canto, il bilancio locale del Tibet è ancora costituito al 90% del sostegno nazionale, e questa situazione rischia di perdurare.
Lo sviluppo sta nella diversificazione dell'economia tibetana. Troppi tibetani sono ancora attivi solo nei settori agricolo e zootecnico. Le entrate restano ancora il 20% al di sotto della media della popolazione rurale della Cina. In Tibet, permane un ostacolo alla vendita del bestiame (nota di mio pugno: ci sono troppi animali in Tibet rispetto i pascoli disponibili): gli allevatori sostengono che 'il bestiame non raggiunge un peso ottimale a causa della siccità', ma forse non intendono semplicemente abbandonare il loro stile di vita tradizionale.
Tuttavia, l'unico modo per migliorare l'economia tibetana è quello di ridurre il numero di agricoltori/allevatori e contemporaneamente rendere l'agricoltura/la zootecnica più efficiente. Parte dei tibetani dovrebbero trasferirsi nei piccoli centri urbani, cosa possibile a patto che trovino un posto di lavoro.
Ciò implica una certa industrializzazione della regione. L'industria leggera sembra essere l'unica opzione, parallelamente al settore turistico. Il Tibet deve produrre manufatti locali e diventare competitivo con il resto della Cina. I tibetani devono fare proprie le tecniche di marketing e di gestione. L'industria leggera dovrebbe contemperare le esigenze della regione. Per raggiungere questi obiettivi, abbiamo bisogno di una adeguata formazione, capace di portare il Tibet all'indipendenza economica. Ad esempio, sviluppare piccole imprese per la trasformazione e il confezionamento dei prodotti agricoli locali. Le iniziative private dovrebbero avere più spazio (nota di mio pugno: sono praticamente assenti dalla produzione industriale del Tibet).
Nel contempo, il Tibet dovrebbe dare maggior impulso all'esportazione dei frutti della coltivazione, sotto forma di vari prodotti artigianali, verso la Cina centrale e i paesi confinanti. Lo sviluppo delle relazioni commerciali con l'India e il Nepal rappresentano un importante opportunità per il futuro. Strade migliori o la costruzione di una ferrovia verso questi due paesi possono potenziare gli scambi transfrontalieri. Sarebbe auspicabile, per il Tibet e per tutta la Cina, la realizzazione di una facile via di comunicazione con il Nepal, passante per Lhasa verso Chengdu".
Sun Yong ha aggiunto che se le condizioni di vita delle famiglie tibetane sono migliorate in misura significativa, la struttura economica non è mutata: il Tibet è una società agraria, ampiamente sostenuta dal governo centrale. Questo sviluppo a "doppio binario" persisterà a lungo. Per uscire da questo dilemma, il Tibet ha bisogno di un progetto di urbanizzazione, del miglioramento delle tecniche di produzione e in particolare di una formazione specializzata nelle tecniche e nella gestione economica.
L'articolo è stato scritto il 7 novembre 2008 da Jean-Paul Desimpelaere, redattore di http://infortibet.skynetblogs.be/ e www.infochina.be