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FARC-EP: Il comandante Timoleón ordina alle proprie truppe di tenere pronto il piano B

Timoleón | nuovacolombia.net

23/12/2016

Compagni comandanti e combattenti delle FARC-EP, un caloroso e fraterno saluto a tutte e tutti.
La mia intenzione iniziale, nell'accingermi a scrivere questa nota, era quella di parlarvi dell'Accordo Definitivo, in merito al quale mi trovavo in attesa della seconda relazione della nostra commissione incaricata di siglarlo. Vi avevo già inviato la prima relazione. Tuttavia, mentre la stavo elaborando mi si è presentata la necessità repentina di viaggiare a Bogotá per la firma dell'Accordo stesso con il Presidente, e a causa delle circostanze, della dinamica politica contingente e perfino delle condizioni climatiche, non mi è stato possibile trovare il tempo per terminarla come speravo. Oggi la riprendo, con il proposito però di dare priorità agli accadimenti più recenti.

Mentre questo processo prendeva forma e ci rendevamo conto che la classe dirigente, almeno la parte rappresentata da Santos, apriva in parte la porta di una soluzione politica, affermai che spettava a noi, con l'appoggio di buona parte della popolazione che reclamava la Pace, concludere l'opera spalancandola completamente. E ci siamo dedicati a portare avanti questo proposito con entusiasmo e convinzione. Non è stato facile. Tutti ricordano i diversi momenti di crisi vissuti nel corso del processo, durante i quali ci è sembrato molte volte che il conseguimento di un Accordo Finale sarebbe stato impossibile; eppure abbiamo sempre trovato delle soluzioni senza abbandonare i nostri principi ed avendo ben chiari i punti cardinali.

Se ci siamo riusciti è stato grazie, innanzitutto, all'appoggio ricevuto dalla grande maggioranza dei comandanti e dei combattenti, così come allo stimolo che ci ha offerto il movimento di massa in appoggio al processo, movimento che, come è noto, si è irrobustito nella misura in cui si avanzava al Tavolo dei Dialoghi con il governo nazionale. Siamo quindi giunti alla nostra X Conferenza, che ha unanimemente confermato l'accordo con il governo.

Successivamente c'è stato il plebiscito, che abbiamo commentato in una nota precedente. Poi la ratifica del Congresso che tutti conoscono, fino al momento attuale, in attesa di un pronunciamento della Corte Costituzionale che definisca se le leggi che devono permettere d'implementare gli accordi saranno approvate per via rapida (fast track) o ordinaria.

Siamo dunque di fronte ad un bivio alquanto difficile. Se non si approva la via rapida per le leggi suddette, tra le quali quella di amnistia, queste dovranno essere discusse, articolo per articolo, nelle sessioni ordinarie di Senato e Camera, che potrebbero cambiare essenza e contenuto degli Accordi fino al punto di ribaltare tutto quanto accordato. A ciò bisogna aggiungere il comportamento pusillanime del Presidente, la mancanza d'impegno da parte di svariati alti funzionari del governo e l'incisiva pressione dell'ultradestra.

Pertanto, compagni, ci troviamo in uno dei momenti più cruciali di questo processo. Di qui l'importanza fondamentale di restare, il corpo di comando e l'insieme dei combattenti, tutti più uniti che mai intorno al proposito comune, sostenuto dalla maggioranza dei colombiani, di strappare alle classi dominanti la soluzione politica al conflitto e lo sviluppo costituzionale e legale dell'Accordo Finale, affinché resti blindato contro qualunque contingenza. Tutto ciò senza disconoscere in nessun momento il nostro compito fondamentale, quello di  conseguire un appoggio sempre più grande all'Accordo da parte delle masse e del popolo in generale.

Proprio come nello scontro militare, adesso, nel pieno dello scontro politico, dobbiamo agire con molta saggezza, abilità, sangue freddo e serenità, in modo da trovare tutti insieme  la soluzione più corretta all'attuale congiuntura ed alle sue conseguenze. Sono certo che basandoci sullo stato d'animo della maggioranza del popolo colombiano, che vuole la Pace, potremo trovare la soluzione più giusta nell'attuale bivio. Perciò risulta indispensabile la coesione su un unico pensiero dell'insieme della direzione e di tutte le unità guerrigliere.

In una qualche missiva che ho inviato a tutti quando il processo cominciava appena a prendere forma, mettevo in guardia sul fatto che fino all'ultimo giorno sarebbe esistito il pericolo che il processo si ribaltasse, e che avremmo dovuto riprendere nuovamente la lotta armata. Questo avvertimento continua ad essere valido, e non è possibile non tenerne conto nonostante ciò che abbiamo conseguito finora.

Mi aspetto quindi che in modo speciale i comandi della direzione abbiano sempre presente questa possibilità, senza scartare per nulla il piano B.
Alcuni compagni mi chiedevano quale fosse il piano B. Da sempre ho indicato la necessità di avere piani di emergenza, come da dottrina delle FARC-EP. Ogni comandante, in consonanza con il terreno, le masse e le forze su cui può contare,  ha la responsabilità di definire quale sia il suo piano B, il cui obiettivo iniziale è quello di preservare le forze sotto il suo comando. Da qui risulta molto difficile orientare ciascuno su cosa debba fare in concreto. L'altro aspetto che deve contemplare il piano è come garantire le comunicazioni radio permanenti con i propri superiori e subordinati, senza permettere che vengano interrotte in alcun momento.
Il riaprirsi dello scontro nelle attuali circostanze deve essere molto ben progettato, in sintonia con la nuova realtà politica che siamo riusciti a generare da quando abbiamo messo in movimento il processo di Pace. Non possiamo parlarne con tutti, né possiamo darci per sconfitti prima di iniziare a combattere.

In questo momento, è necessario mettere mano a tutti gli strumenti di cui disponiamo per portare avanti questo progetto. Lo strumento principale è rappresentato dalle masse. Occorre dare loro consapevolezza della situazione che il processo sta attraversando, e della necessità di sostenere l'Accordo Definitivo in ogni modo possibile. Dobbiamo appoggiarci sulla comunità internazionale che ha accompagnato questo processo, poiché neanche essa vuole il suo fallimento.

Infine reitero l'appello alla coesione e all'unità. Non c'è un momento peggiore di questo per  dissidenze, indiscipline, cani sciolti. Occorre ricordare ed applicare il principio leninista di fiducia nella direzione comunista, essere completamente sicuri che essa ha coordinate ben chiare. Il progetto fariano appartiene a tutti noi e dobbiamo lavorare più uniti che mai per portarlo avanti, a beneficio del nostro popolo e della rivoluzione con la quale dovremo liberarlo.

Un forte abbraccio a tutti e tutte.
Timo


Bollettino di informazione al 06/01/2017 - Clamori dalla Colombia!

Associazione nazionale Nuova Colombia | nuovacolombia.net

09/01/2017

06/01 - ONU smentisce governatore Antioquia su presunte violazioni delle FARC
Il meccanismo di verifica e monitoraggio del Cessate il Fuoco coordinato dalle Nazioni Unite, istanza incaricata di dare seguito ai protocolli d'intesa fra FARC e governo nei Punti di Preragruppamento (PP), ha stabilito che non c'è stata alcuna forma di prostituzione nel PP di Yondó, nel dipartimento di Antioquia.
Tale verifica si è resa necessaria dopo le calunniose accuse del governatore del dipartimento, Luis Pérez, relativa ad un immaginario sfruttamento sessuale di minorenni da parte dell'inosorgenza.
Il governatore ha fatto sua la politica goebbelsiana di ripetere ossessivamente una menzogna, dimostrando di essere uno dei molti acerrimi nemici del processo di Pace, con l'inevitabile sostegno dei media oligarchici, da sempre cassa di risonanaza delle peggiori diffamazioni contro l'insorgenza ed il movimento popolare.

18/12 - Lettera aperta dell'Unione Patriottica al comitato del Nobel
Attraverso una Lettera Aperta al comitato del Nobel, in rappresentanza di vittime e sopravvissuti al genocidio dell' Unione Patriottica (UP), questa organizzazione ha manifestato la propria preoccupazione per il discorso di Santos all'atto di ricevere il Nobel per la Pace.
In tale circostanza, Santos ha ignorato scandalosamente le vittime del terrorismo di Stato; non una parola sui falsi positivi che sono costati la vita a migliaia di giovani massacrati da esponenti delle Forze Armate, né dello sterminio della UP, o degli altri crimini di Stato commessi.
Cosa che in fondo non stupisce, poiché egli appartiene ad una famiglia oligarchica che, di tali crimini, è storicamente mandante e complice.
Il premio Nobel a Santos è stato funzionale ad una narrazione che vuole questo oligarca come impegnato nella causa della Pace; tuttavia, la storia della sua famiglia, la sua storia personale e anche gli avvenimenti degli ultimi tempi dimostrano che non solo tale premio è assolutamente immeritato, ma anche che, al di là di alcune dichiarazione formali, Santos non ha alcuna intenzione di riconoscere le responsabilità dello Stato sul paramilitarismo e la guerra.

25/11 - Lettera aperta delle FARC a Santos: è in atto un nuovo genocidio politico
Lo scorso 21 novembre, il Segreteriato delle FARC ha diffuso una lettera aperta al presidente Santos, denunciando la drammatica situazione che colpisce i leader sociali e contadini colombiani.
L'insorgenza richiede una presa di posizione pubblica contro il nuovo genocidio che ha prodotto oltre 200 morti dall'inizio dell'anno, nella più totale impunità.
"Dietro questi omicidi selettivi e di carattere politico ci sono gli stessi che hanno ottenuto denaro, potere e privilegio dalla guerra fratricida che per oltre 52 ha dissanguato il paese".
Tuttavia, "non si spiega come mai, se esiste la decisione di porre fine alla guerra sporca, non si prendano le decisioni volte a disarticolare il paramilitarismo".
Il Segreteriato denuncia inoltre che solo nelle 48 ore precedenti la pubblicazione del documento,  sono avvenuti 3 omicidi e 2 attentati, e che la recente violazione del cassete al fuoco da parte dell'esercito nel Sud di Bolívar ha prodotto la morte di due guerriglieri.
Nonostante la firma degli accordi, il terrorismo di Stato prosegue il suo attacco violento e sanguinario contro il movimento popolare colombiano, decimandone i leader per conto dell'oligarchia colombiana.

18/11 - Approvata alla camera legge per allungare la leva da 12 a 18 mesi
Nella seduta plenaria della Camera dei Rappresentanti è stato approvato un progetto di legge volto a modificare il Servizio Militare Obbligatorio, con l'obiettivo di allungare la ferma da 12 a 18 mesi.
Per l'approvazione finale occorreranno due ulteriori passaggi al Senato.
L'altro componente del progetto consiste nell'aumentare il bonus per i giovani soldati, pari oggi a circa 30 euro al mese, al 50% del salario minimo (circa 100 euro), con buona pace della pretesa giustificazione della Riforma Tributaria, di dover tutti "stringere la cinghia".
Santos si propone come "uomo della pace", ma è difficile credere che sia la sua reale intenzione, se intende estendere ulteriormente il pachidermico sistema delle Forze Armate colombiane, che andrebbero invece riformate rapidamente in un'ottica di riduzione, e soprattutto epurate dalla componente corrotta e controinsorgente, di gran lunga la più numerosa.

29/10 - Senato colombiano elegge amico di boss narcotrafficante come procuratore generale
Lo scorso 26 ottobre l'avvocato economista Fernando Carrillo è stato eletto dal Senato colombiano per sostituire alla guida della Procura Generale della Repubblica  il fascista e opusdeista Alejandro Ordoñez, la cui fraudolenta rielezione era stata annullata -con colpevole ritardo- dal Consiglio di Stato all'inizio di settembre.
Già ministro degli Interni di Santos ed ambasciatore in Spagna, da giovane ministro della Giustizia durante il governo Gaviria, fu accusato di complicità con la fuga di Pablo Escobar dal carcere "La Cattedrale" nel 1992. Alcuni documenti relazionano inoltre Carillo con altri boss del narcotraffico come Pastor Perafán , capo del cartello di Bogotá e del Cauca  negli anni '90.
Allontanato dalla politica per un decennio,  è stato ripescato da Santos per ricoprire una carica delicata ed importante senza avere la benché minima dignità etica e politica per farlo.
Personaggio tutt'altro che sgradito a Uribe (fra narcos si intendono), rappresenta  un riuscito tentativo di ricompattamento delle due componenti dell'oligarchia, a riprova del fatto che i "bisticci" interoligarchici devono ricomporsi per garantire la tutela dei privilegi di classe.
Trattasi altresì dell'ennesima dimostrazione del fatto che la "pace" che l'oligarchia ha in mente per la Colombia è una trappola mortale per smantellare la guerriglia, applicare una leggera cosmesi al marciume istituzionale e consolidare -come la recente riforma tributaria dimostra- una dittatura de facto del capitale finanziario e del latifondismo estrattivista.

22/10 - Rinviato a giudizio Santiago Uribe
A metà degli anni '90 Santiago Uribe aveva fondato e diretto il gruppo paramilitare antioqueño, con l'intento di "eliminare" presunti collaboratori della guerriglia (leggasi oppositori politici e difensori dei diritti umani) nella regione,  di lì a breve governata dal fratello (già sindaco di Medellín).
L'omicidio di Camilo Barrientos fu organizzato nel 1994 dai paramilitari di Uribe  con la complicità di ufficiali e agenti di polizia, nell'ambito della strategia della cosiddetta "pulizia sociale", vale a dire il sistematico sterminio -in ambito principalmente urbano- di soggetti sociali marginalizzati ed in chiave controinsorgente.
Anche se  i crimini del clan Uribe vengono finalmente perseguiti, il terrorismo di Stato in Colombia non si arresta; e le pratiche di omicidi selettivi continuano imperterrite in tutto il paese, nonostante le liturgie di pace del governo Santos.

18/10 - Annullata anche la seconda destituzione di Piedad Cordoba
La seconda sentenza comminata dall'opusdeista ex Procuratore generale Ordoñez nei confronti di Piedad Córdoba è stata annullata dal Consiglio di Stato come la prima. Il 9 agosto era stata revocata l'inabilitazione politica per 18 anni a cui era stata sottoposta Piedad per presunti quanto fumosi vincoli con le FARC, che secondo Ordoñez avrebbero reso legittima la cancellazione dei suoi diritti politici. Lo scorso 10 ottobre è stata annullata anche l'inabilitazione per 14 anni comminata a Piedad dall'inquisitore uribista per "finanziamento illegale della politica". Piedad Córdoba potrà ora quindi tornare all'attività politica senza limitazioni di eleggibilità.
Viene riconosciuto come entrambe le sentenze disciplinari non fossero sostenute da prove e rispondessero a criteri politici volti a impedire la partecipazione politica di importanti figure dell'opposizione, utilizzando indebitamente il potere giudiziario. Tale tecnica di esclusione politica è storicamente complementare e sinergica con il sistema paramilitare e sicariale, entrambi orientati e diretti dall'oligarchia nel quadro del terrorismo di Stato.
La democratizzazione in Colombia che dovrà imporsi attraverso l'implementazione degli accordi dell'Avana, sarà una chimera senza lo sradicamento delle pratiche del terrorismo di Stato in tutte le sue forme, e passerà inevitabilmente per la rimozione di quei funzionari che si ostinano a lavorare nella logica della guerra contro il "nemico interno", la quale è direttamente responsabile dell'enorme tragedia umana che ha vissuto il popolo colombiano sotto la dittatura mascherata della "sicurezza democratica".

14/10 - Governo colombiano e ELN annunciano fase pubblica dei dialoghi di pace
Al termine di un percorso di reciproco avvicinamento durante diversi anni, il governo colombiano e la guerriglia dell'ELN hanno finalmente deciso di sedersi formalmente intorno a un tavolo dei dialoghi per avanzare verso un accordo di pace.
L'inizio dei lavori del tavolo pubblico è previsto per  il prossimo 27 ottobre, a Quito, in Ecuador.
Per creare un clima favorevole alle conversazioni di pace prima di quella data inizieranno "azioni e dinamiche umanitarie", quali la liberazioni di prigionieri. Paesi accompagnatori del processo saranno l'Ecuador, Cuba, il Cile, la Norvegia ed il Brasile.
Una vera pace nel paese  può evidentemente essere raggiunta solo se la seconda guerriglia del paese ed il governo giungono ad un accordo; nonostante i grandi ritardi e i problemi incontrati nel processo, l'annuncio di una fase pubblica di negoziazione rappresenta un passaggio ineludibile per il superamento del conflitto armato.


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