www.resistenze.org - popoli resistenti - congo - 31-05-07

da www.solidaire.org/scripts/article.phtml?section=A1AAABBRAA&obid=34713
 
Un passo pericoloso verso la restaurazione del mobutismo in Congo
 
23/05/07
 
Venerdì 11 maggio, i senatori congolesi hanno scelto Leon Kengo wa Dongo alla presidenza del Senato con 55 voti su 106 votanti
 
Leon Kengo wa Dongo è stato il primo ministro preferito di Mobutu dal 1982 al 1986, dal 1988 al 1990, ancora dal 1994 al 1997 oltre che ministro degli affari esteri dello Zaire (Congo) dal 1986 al 1987. E’ stato anche il protetto dei grandi paesi dell’OCSE e delle istituzioni finanziarie internazionali.
 
È Kengo wa Dongo che, su mandato dell’occidente, ha imposto durante gli anni ’80 misure di austerità estreme che hanno accentuato la miseria della popolazione congolese.
 
E’ stato Kengo wa Dongo a dirigere la repressione della dittatura mobutista contro la guerra di Liberazione condotta sotto la direzione di Mzee Laurent Kabila.
 
È stato ancora Kengo wa Dongo, da dietro le quinte, il vero dirigente dei numerosi mobutisti che hanno collaborato con le armate ugandesi e ruandesi tra il 1998 e il 2003, nella guerra che hanno condotto contro il Congo. Kengo è così corresponsabile del genocidio nel quale hanno perso la vita più di 4 milioni di congolesi.
 
L’elezione dell’11 maggio di kengo wa Dongo a capo del Senato è un passo verso la restaurazione del mobutismo e del sistema neocoloniale in Congo.
 
Anche gli altri membri del senato, eletti assieme a Kengo, sono dei mobutisti influenti: Eduard Mokolo wa Pombo, ex capo della sicurezza di Mobutu e Mario Cardoso, ministro di Mobutu negli anni ’60 e all’inizio degli anni ’70.
 
In più, Kengo wa Dongo, in qualità di Presidente del senato, è, secondo la costituzione la seconda carica dello stato. È il successore del presidente Kabila in caso di scomparsa di quest'ultimo. Così, l'assassinio del presidente Joseph Kabila avrebbe come conseguenza l’abbandono della legalità ed il ritorno degli assassini in Congo: Kengo diventerà presidente per 6 mesi, poi organizzerà delle elezioni che, senza dubbio, vincerà!
 
 Quali sono le cause di questa evoluzione pericolosa?
 
Prima di tutto le potenze occidentali hanno sempre fatto capire che non accetterebbero mai un potere nazionalista omogeneo in Congo, eletto o no. Nel corso di questi ultimi anni, diversi ministri e funzionari belgi, francesi e statunitensi hanno preteso che dopo l'elezioni politiche fossero inclusi nel nuovo organico i perdenti.
 
II mobutista Jean-Pierre Bemba ha perduto le elezioni presidenziali contro Joseph Cabila, ma la sua “guardia personale” ha tentato un colpo di stato tra il 22 e il 23 marzo. Dopo la sconfitta, le potenze occidentali hanno raddoppiato i contatti con i rappresentanti della classe politica congolese, riuscendo ad imporre il preferito di Mobutu, alla testa del Senato!
 
Dopo l’assassinio di Mzee Laurent Kabila nel 2001, il presidente Joseph Kabila si è lanciato in una politica delle “concessioni per salvare l’essenziale”. Nel suo discorso di investitura del 26 gennaio 2001 ha definito l’essenziale: la fine della guerra, il ritiro delle truppe di aggressione, il ristabilimento dell'unità del territorio congolese e l'organizzazione di elezioni libere e trasparenti.
 
E’ una scelta coraggiosa e rischiosa. È rischiosa, perché questa politica potrebbe portare al suicidio politico della componente nazionalista.
 
In queste condizioni, i comitati di potere popolare sono stati sciolti senza discuterne con gli interessati, e l'idea che bisognava inseguire la riconciliazione con i peggiori boia del popolo congolese ha guadagnato terreno.
 
Durante la campagna elettorale, Joseph Kabila è stato obbligato dagli occidentali a non denunciare i crimini di guerra di Jean-Pierre Bemba e dell’RCD, i ribelli pro-ruandesi.
 
Kabila si è trovato costretto a delle alleanze elettorali aventi come unico criterio l’appoggio alla sua elezione alla presidenza. In questa alleanza i veri nazionalisti sono stati emarginati da una maggioranza di opportunisti, ex mobutisti e candidati arricchitisi in modo sospetto.
 
È così che dei 60 senatori che avrebbero dovuto essere fedeli al presidente Kabila, ce ne sono stati almeno 11, e secondo certe fonti 19, che hanno votato per il candidato della restaurazione mobutista
 
Le elezioni parlamentari dell’anno passato sono state condotte con metodo discutibile. Il denaro e promessa di incarichi sono stati le chiavi del successo, in tal modo pochi parlamentari coerentemente nazionalisti sono stati eletti e la corte suprema di giustizia è stata sommersa dai reclami.
 
Ma l’alleanza Kabila-Gizenga, che è uscita vittoriosa dalle elezioni, era l’espressione della volontà popolare. Questa alleanza rappresentava il rifiuto del mobutismo e la volontà di tornare ad una politica nazionalista autentica nello spirito degli eroi del popolo congolese. Lumumba, Mulele e Mzee Kabila.
 
Ora questa alleanza è minacciata dalla restaurazione mobutista con Kengo wa Dondo.
 
Speriamo che i nazionalisti congolesi sappiano riprendere l’iniziativa e difendere l’eredità politica di Lumumba (assassinato il 17 gennaio 1961) di Mulele (assassinato il 2 ottobre 1968) e di Mzee Laurent Kabila (assassinato il 16 gennaio 2001)
 
Siamo solidali con il popolo congolese nella sua lotta per l’indipendenza, la democrazia, il progresso sociale ed economico, e l’instaurazione del vero potere popolare.
 
Traduzione dal francese di Stefano Pancaldi per www.resistenze.org