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In memoria di Patrice Lumumba assassinato il 17 gennaio 1961

Eric Toussaint | cadtm.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

21/01/2021



Dopo una clamorosa vittoria nelle prime vere elezioni a cui parteciparono le e i congolesi, Patrice Lumumba divenne Primo ministro del Congo, dal 24 giugno 1960 fino al suo rovesciamento e alla sua carcerazione del 14 settembre dello stesso anno, ad opera del militare Joseph-Désiré Mobutu e dei suoi sostenitori. Quest'ultimo governò il paese, prima sottobanco e poi direttamente dal 1965, fino al suo rovesciamento nel 1997.

Il 17 gennaio 1961, Lumumba, il grande combattente per l'indipendenza, la giustizia sociale e l'internazionalismo del Congo, fu torturato e poi giustiziato insieme a diversi suoi compagni da leader congolesi complici delle potenze occidentali, nonché dalla polizia e dai militari belgi. Lumumba aveva solo 35 anni e avrebbe potuto continuare a svolgere un ruolo molto importante, sia nel suo paese, in Africa e nel mondo. (…)

Tra i leader congolesi che furono direttamente coinvolti nell'assassinio di Lumumba c'era Moisés Tshombé, proclamato Presidente della provincia congolese del Katanga, che si separò dal Congo l'11 luglio 1960, solo due settimane dopo l'indipendenza ottenuta dal Congo il 30 giugno 1960. La secessione del Katanga proclamata da Moisés Tshombe è stata sostenuta dal Belgio e dalle grandi compagnie minerarie private belghe molto presenti in questa parte del Congo, al fine di destabilizzare il governo del Primo ministro Patrice Lumumba.

Al momento dell'omicidio erano presenti almeno cinque poliziotti e militari belgi. Joseph-Désiré Mobutu, uno dei principali responsabili congolesi dell'omicidio di Lumumba, quel giorno non era presente perché si trovava nella capitale, ovest del paese, mentre l'assassinio avvenne ad est.

La responsabilità del Belgio, oggetto d'indagine di un comitato parlamentare belga nel 2001-2002, è stata accertata da vari autori, in particolare da Ludo De Witte che nel suo libro "L'assassinio di Lumumba" ne riassume così le cause: "Lumumba è stato vittima dell'imperialismo. Di fatto, volevamo protrarre l'imperialismo in Congo, sostituire un sistema coloniale con un sistema neocoloniale. Un sistema dove ci sarebbero stati neri, congolesi, come politici e ministri ma, dietro le quinte, avrebbero continuato ad esserci le potenze occidentali e le loro grandi società a dominare il paese. Questo è il neocolonialismo contro il quale Lumumba ha voluto lottare ed è per questo che è stato assassinato". (...)

Lumumba, combattente internazionalista

Prima di diventare Primo ministro, Lumumba ha stabilito forti legami con un certo numero di movimenti e personalità antimperialiste, panafricane e internazionaliste. Nel dicembre 1958, era presente alla Conferenza dei Popoli Africani ad Accra. Incontrò, tra gli altri, l'antillo-algerino Frantz Fanon, il ghanese Kwame Nkrumah e il camerunese Félix-Roland Moumié. Pronunciò un discorso in cui affermava che "L'obiettivo fondamentale del nostro movimento è la liberazione del popolo congolese dal regime colonialista e la sua indipendenza. Abbiamo fondato la nostra azione sulla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, diritti garantiti a tutti i cittadini dell'umanità dalla Carta delle Nazioni Unite e crediamo che il Congo, in quanto società umana, abbia diritto al rango di popolo libero". Concludeva dicendo: "Per questo gridiamo forte con tutti i delegati: Abbasso il colonialismo e l'imperialismo. Abbasso il razzismo e il tribalismo. Evviva la nazione congolese, viva l'Africa indipendente." (...)

Poche settimane dopo la conferenza di Accra, Lumumba e il suo movimento organizzarono un incontro nella capitale dell'epoca del Congo Belga, per riferire sui risultati di questo vertice anticolonialista. Venne rivendicata l'indipendenza del Congo di fronte a più di 10.000 persone, descrivendo l'obiettivo del Movimento nazionale congolese come "la liquidazione del regime colonialista e dello sfruttamento dell'uomo da parte dell'uomo" (…)

Va notato che durante il 1959 la repressione organizzata dal Belgio colonialista ha ucciso decine, se non centinaia, di persone. Ecco un esempio dell'ampiezza della repressione: nell'ottobre 1959, al Congresso nazionale del Movimento Nazionale del Congo (MNC) a Stanleyville, la polizia sparò sulla folla, uccidendo 30 persone e ferendone centinaia. Lumumba fu arrestato pochi giorni dopo, processato nel gennaio 1960 e condannato a 6 mesi di carcere il 21 gennaio 1960.

Ma le proteste erano di tale portata e Bruxelles le temeva. Decise così di soprassedere convocando elezioni locali a cui i congolesi furono invitati a partecipare. Lumumba fu rilasciato il 26 gennaio, pochi giorni dopo la sua condanna. Dopo le elezioni locali, si tennero quelle generali nel maggio 1960, le prime nella storia del Congo Belga. Il Movimento Nazionale Congolese (MNC) emerse vincente e di conseguenza Lumumba nominato Primo ministro.

La sequenza di eventi che ha portato al colpo di Stato contro Lumumba e al suo omicidio

Dopo il discorso di Lumumba del 30 giugno, il governo belga, la monarchia e i capi delle principali aziende belghe presenti in Congo decisero di rovesciare Lumumba e provocare la secessione del Katanga, la provincia più ricca di materie prime. I complici congolesi si presentarono immediatamente nella persona di Mosè Tshombé, proclamato presidente del Katanga l'11 luglio 1960 e poi nella persona del presidente Joseph Kasa-Vubu, che destituì Lumumba nel settembre 1960 senza avere il potere costituzionale per farlo e in Joseph-Désiré Mobutu, che guidò un colpo di Stato pochi giorni dopo e arrestò Lumumba quando i suoi ministri gli avevano confermato la fiducia e il suo era il principale partito in parlamento. Mobutu, che aveva fatto carriera militare nel passato coloniale ed era un ex giornalista della stampa congolese filocoloniale, riuscì ad ottenere un posto come colonnello nel nuovo esercito e rapidamente si rivoltò contro il governo legittimo.

Nel frattempo, nel luglio 1960, il Belgio inviò 11.000 soldati in Congo (una numero enorme), tra cui 9.000 nel Katanga. Questi 11.000 soldati belgi furono trasportati in Congo in dieci giorni, preceduti da truppe speciali di paracadutisti. Questo intervento militare costituisce una vera e propria aggressione contro uno Stato già indipendente. Va notato che il Belgio, membro della NATO, aveva fino agli anni '80, nella Germania occidentale, una zona militare molto attrezzata che si estendeva dal confine belga alla "cortina di ferro". Lo stato maggiore belga aveva a sua disposizione un considerevole arsenale militare, in parte di origine americana e la NATO gli permise di dispiegare aerei, trasportare truppe e persino schierare navi della marina che bombardavano le posizioni congolesi nell'estuario del fiume Congo. Il governo degli Stati Uniti e la CIA manovrarono insieme al Belgio, con il quale decisero di assassinare Lumumba. Lo stesso fece la Francia. (...)

Occorre sottolineare che il 12 agosto 1960 il Belgio firmò un accordo con Tshombé, riconoscendo de facto l'indipendenza del Katanga. I tentativi del governo di Lumumba di affrontare questa secessione erano del tutto legittimi, ma contrastati dalle grandi potenze occidentali.

Nonostante l'arresto da parte di Mobutu, Lumumba non arrese e si tenne in contatto con i ministri rimasti fedeli e ai suoi compagni. Un governo clandestino guidato da Antoine Gizenga si stabilì a Stanleyville. Lumumba riuscì a fuggire dai suoi carcerieri il 27 novembre 1960 e cercò di unirsi al governo clandestino a Stanleyville, ma fu arrestato qualche giorno dopo.

Nel gennaio del 1961, poiché Lumumba era ancora molto popolare, Mobutu e le potenze occidentali temevano che una rivolta popolare avrebbe portato alla liberazione del leader e decisero di giustiziarlo. L'operazione che porta all'esecuzione di Lumumba è direttamente accompagnata e diretta dai belgi sotto gli ordini di Bruxelles. Dal luogo di detenzione, il 17 gennaio 1961, Lumumba, Mpolo e Okito furono trasportati in aereo, pilotato da un equipaggio belga, a Élisabethville, la capitale del Katanga e consegnati alle autorità locali. Poi vennero torturati da funzionari del Katanga, compreso Moïse Tshombé e dai belgi per essere infine fucilati quella stessa notte dai soldati sotto il comando di un ufficiale belga.

Secondo la testimonianza del belga Gerard Soete, commissario di polizia incaricato al momento di istituire una "Polizia nazionale katangese", i tre corpi furono trasportati a 220 chilometri dal luogo dell'esecuzione e sepolti nel terreno dietro una collinetta di termiti, nel mezzo della savana boscosa. (...)

Il sostegno del Belgio alla dittatura di Mobutu

L'esercito belga intervenne due volte in Congo per aiutare Mobutu e il suo regime dittatoriale a porre fine alle azioni di resistenza delle organizzazioni lumumbiste, la prima volta nel novembre 1964 con l'Operazione Drago Rosso e Drago Nero, rispettivamente, a Stanleyville e Paulis. In questa occasione l'operazione fu condotta congiuntamente dall'esercito belga, dall'esercito di Mobutu, dallo stato maggiore dell'esercito degli Stati Uniti e da mercenari, inclusi gli anticastristi cubani.

In un discorso all'Assemblea generale delle Nazioni Unite nel novembre 1964, Ernesto Che Guevara denunciò questo intervento. Lo denunciò anche in un discorso pronunciato a Santiago de Cuba: "Oggi, il ricordo più presente, più commovente di ogni altro è senza dubbio quello del Congo e di Lumumba. Oggi, in questo Congo così lontano da noi eppure così presente, c'è una storia che dobbiamo conoscere e un'esperienza che ci deve essere utile. L'altro giorno, paracadutisti belgi hanno fatto irruzione nella città di Stanleyville" (estratto dal discorso di Che Guevara a Santiago de Cuba il 30 novembre 1964, in occasione dell'ottavo anniversario della rivolta nella città guidata da Frank País)

Il secondo intervento dell'esercito belga ha avuto luogo a Kolwezi, nel cuore della regione mineraria di Shaba (Katanga) nel maggio 1978, in collaborazione con gli eserciti francese e Mobutu.

Il procedimento giudiziario per l'omicidio di Lumumba è ancora in corso in Belgio.

La giustizia belga non ha ancora emesso una sentenza sull'omicidio di Lumumba. Il caso non è stato ancora chiuso grazie all'azione di tutti coloro che vogliono che sia fatta giustizia. La famiglia di Lumumba continua la sua azione per esigere la verità. Un giudice istruttore belga è ancora incaricato del caso perché l'omicidio è stato descritto come un crimine di guerra per il quale non esiste prescrizione. (…)

Lumumba: una figura emblematica

La figura di Lumumba è passata alla storia e rimane un esempio per tutti coloro che lottano per l'emancipazione dei popoli. Lumumba non capitolò mai.

La sua popolarità era così enorme sotto il regime del dittatore Mobutu che decretò nel 1966 Patrice Lumumba eroe nazionale. Non contento di averlo rovesciato nel settembre 1960 e poi di essere stato uno dei principali organizzatori del suo assassinio, cercò di appropriarsi di parte della sua aurea. Il giorno della sua esecuzione, il 17 gennaio, è un giorno festivo in Congo-Kinshasa.

A Bruxelles, dopo anni di azione da parte di attivisti anti-colonialisti, il Consiglio comunale di Bruxelles ha approvato il 23 aprile 2018 la creazione di una piazza Patrice-Lumumba, ufficialmente inaugurata il 30 giugno dello stesso anno, il 58° anniversario dell'indipendenza della Repubblica Democratica del Congo. (...)

I crimini del Belgio colonialista nel Congo prima della sua indipendenza (1885-1960)

Si può ritenere, senza rischio di sbagliare, che il Re dei belgi e lo Stato libero del Congo, che governava con l'accordo del governo e del parlamento belga dell'epoca, siano responsabili di "crimini contro l'umanità" commessi deliberatamente

Questi crimini non costituivano intimidazioni, erano il risultato diretto del tipo di sfruttamento a cui il popolo congolese è stato sottoposto. Alcuni autori e non i minori, parlano di "genocidio". Propongo di non avviare una discussione che si concentri su tale questione perché è difficile stabilire esattamente i dati numerici. Alcuni autori seri stimano che la popolazione congolese nel 1885 raggiungesse i 20 milioni e che al momento in cui Leopoldo II dovette trasferire nel 1908 il Congo al Belgio per costituire il Congo belga restavano 10 milioni di congolesi. Sono stime di autori seri, ma difficili da provare perché non esisteva nessun censimento della popolazione.

Il periodo coloniale durante cui il Belgio prese possesso del Congo (1908-1960)

Fu lo stesso Leopoldo II che cercò di liberarsi del Congo trasferendolo al Belgio, perché in tal modo si sbarazzava dei debiti che aveva accumulato con le banche. Il Belgio, accettando la richiesta di Leopoldo II, ereditò i debiti che il re aveva contratto per poter sfruttare al massimo il popolo del Congo. Il Re aveva, a proprio vantaggio, accaparrato e accumulato ricchezze e aveva fatto anche fare enormi spese al Belgio per rafforzare il suo potere e la sua immagine. Ma anche grandi imprese belghe e straniere hanno ottenuto grandi profitti: i produttori e commercianti di armi belghe, le imprese che fornivano le attrezzature, le imprese che sfruttavano e trasformano la gomma naturale e molte altre.

Lo Stato belga ha ereditato il Congo, ma anche i debiti di Leopoldo II, che hanno pesato sul proseguimento dello sfruttamento del popolo congolese.

Durante la dominazione belga del Congo, le grandi imprese capitalistiche belghe hanno realizzato enormi profitti grazie allo sfruttamento di risorse naturali colossali, principalmente minerali di ogni genere. Lo Stato belga pagava i debiti contratti da Leopoldo II e accumulava nuovi debiti aiutando il grande capitale belga ad ottenere il massimo profitto.

Il popolo congolese non aveva veri diritti. Il sistema di istruzione era deplorevole perché il Belgio voleva impedire alle congolesi e ai congolesi di accedere all'istruzione superiore e all'università.

Ma il popolo congolese non era solo sfruttato nel suo territorio natale, ma fu costretto dalla metropoli a partecipare alle varie guerre in cui era coinvolto il Belgio, soprattutto nella prospettiva di ottenere i territori delle colonie tedesche dal Ruanda e dal Burundi ad est del Congo. Migliaia di congolesi sono morti lontano dalle loro case per aver partecipato a guerre in cui le potenze capitalistiche europee si laceravano a vicenda. (…)

In effetti, il Belgio ha fatto parte del campo vittorioso nella Prima guerra mondiale, per cui ha potuto allargare il suo dominio coloniale, ottenendo dall'impero tedesco Ruanda e Burundi grazie al trattato di Versailles del 1919.

Durante la Seconda guerra mondiale fu l'uranio estratto dalla provincia congolese del Katanga ad essere utilizzato dagli Stati Uniti per fabbricare le bombe atomiche che distrussero le popolazioni di Hiroshima e Nagasaki, in Giappone, nel 1945. In segno di riconoscenza per l'uranio, gli Stati Uniti hanno annullato, dopo la contesa, il debito che il Belgio gli doveva.

Al contrario, quando il Belgio accettò l'indipendenza del Congo il 30 giugno 1960, volle imporre al governo congolese guidato da Patrice Lumumba, il debito che il Belgio aveva accumulato presso la Banca mondiale negli anni 1950 per sfruttare il Congo «belga».

Lumumba respinse questa imposizione. E' una delle ragioni che hanno portato il Belgio a prepararsi e a partecipare direttamente all'assassinio di Lumumba, nel gennaio 1961.

Con la complicità della Banca mondiale, il Belgio ha costretto il popolo congolese a pagare un debito che era stato utilizzato per lo sfruttamento coloniale. (…) Le cose cambiano nel 1965: dopo il golpe militare di Mobutu, il Congo riconosce di avere un debito con la Banca mondiale. Questo debito, in realtà, era dovuto dal Belgio alla Banca mondiale.

Il Trattato di Versailles ha anche decretato il ritiro delle sue colonie africane all'Impero tedesco, i cui debiti saranno annullati. (...)

Ciò vale per i prestiti concessi dalla Banca mondiale al Belgio, alla Francia e alla Gran Bretagna per lo sviluppo delle loro colonie. Di conseguenza, la Banca mondiale e il Belgio hanno agito in violazione del diritto internazionale facendo ricadere sul Congo indipendente, negli anni 1960, l'onere dei debiti contratti per colonizzarlo. (...)


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