“People’s Action Against the Dispatching of Troops to Iraq”
http:/www.iacacenter.org/korea-iraq.htm
traduzione dall’inglese bf
Appello
internazionale di protesta contro l’invio di truppe da combattimento coreane in
Iraq – Il Governo coreano e l’Assemblea nazionale devono dire no all’iniqua
richiesta di truppe di rinforzo coreane.
Seoul, Corea. 23 Settembre 2003
L’amministrazione Bush, che ha unilateralmente intrapreso la guerra in Iraq a
dispetto dell’opposizione e delle critiche della comunità internazionale, ha
richiesto al Governo coreano di inviare truppe aggiuntive in Iraq. Questa
richiesta da parte degli US è un ulteriore espressione dell’unilateralismo
americano e un tentativo di riversare e addebitare la responsabilità di questa
guerra immorale sulla comunità internazionale. Allo stesso tempo notiamo che
questo tipo di richieste equivalgano all’ammissione di Washington del
fallimento in Iraq della loro strategia del colpo preventivo.
Contrariamente alle dichiarazioni di vittoria di Bush, la guerra è lontana da
essere conclusa. Infatti, nel trascinarsi della guerra, il numero di infortuni
alle truppe US ha superato quello verificatosi durante la guerra. La guerra non
ha portato la pace all’Iraq. Ha solo portato il circolo vizioso della vendetta
e del terrore. Così gli US si trovano ad affrontare la crescente resistenza dei
popoli dell’Iraq e del MedioOriente, che si oppongono alla guerra unilaterale e
all’occupazione, entrambe senza giustificazione. Fin dall’inizio della guerra
illegittima degli US, le organizzazioni internazionali della pace e i singoli
cittadini pacifisti ammonirono che la guerra avrebbe innescato un circolo
vizioso di crescente violenza. E questa è oggi la realtà dell’Iraq.
L’iniquità della guerra è percepibile in molti modi. Gli ultimi avvenimenti
mostrano chiaramente che i guerrafondai statunitensi e britannici hanno falsato
e manipolato le loro prove per giustificare la guerra. Gli US hanno cercato
ovunque nell’Iraq ma non sono riusciti a trovare traccia di armi di distruzione
di massa. Ancor più, non sono riusciti a produrre prove concrete che Saddam
Hussein fosse coinvolto nel terrorismo di chi ha commissionato l’attentato
dell’11 Settembre.
A questo punto il governo coreano è pressato dall’amministrazione Bush ad
inviare un’unità di fanteria leggera (circa 5.000 uomini) con comando
indipendente. Gli US incitano il popolo coreano ad inviare soldati per
affrontare la popolazione irachena in punta di fucile. Il governo coreano deve
dire no a questa ingiusta richiesta.
Mandando dei militari coreani sul campo di battaglia non si può prevedere altro
se non che vengano gettati nell’abisso di una guerra a lungo termine nella
quale, insieme ai soldati americani, saranno coinvolti nella spirale della
violenza. Aumentando la capacità di combattimento sarà inevitabile che si
verifichi un numero ancora maggiore di incidenti e che sia sollecitata una
resistenza più forte. Ulteriori soldati coreani non facilitano a sciogliere la
tensione tra le truppe US e la popolazione irachena. Al contrario, possono solo
rialzare la tensione. La vera ragione per cui i soldati americani si trovano
attualmente in una situazione difficile è che stanno occupando l’Iraq dopo un
colpo preventivo illegale.
Comunque, mandando truppe da combattimento non si può che peggiorare la
situazione irachena e provocare la resistenza del popolo dell’Iraq. Per la
risoluzione del conflitto interno a quel Paese, gli US devono prima
ammettere l’errore del proprio
comportamento ed annunciare immediatamente il piano di ritiro delle proprie
forze dall’Iraq. Se, e solo se, il popolo dell’Iraq richiedesse l’assistenza
delle Nazioni Unite per la
ricostruzione e le NU decidessero di
formare conseguentemente delle forze di pace, noi potremmo discutere la
questione di una partecipazione. E anche in quel caso, noi crediamo che inviare
aiuti economici umanitari sia un modo più efficace dell’invio di truppe da
combattimento.
La questione irachena e il fatto di inviare altri militari devono essere visti
nell’ottica di porre fine alla tragedia dell’Iraq e non nella prospettiva del
governo US. Avendo proceduto con l’invasione US dell’Iraq, anche la Corea non
può dirsi completamente libera dall’assumersi responsabilità nella tragedia
dell’Iraq. Tuttavia il governo coreano deve porsi ora alla ricerca di un nuovo
ruolo, al fine di poter contribuire ad alleviare le sofferenze del popolo
iracheno e perché si instauri immediatamente la democrazia. La Corea deve
abbandonare l’idea stessa di mandare altri militari ed invece lavorare per il
ripristino della legge internazionale ed il ritorno della pace in Iraq. Al
minimo il governo coreano deve respingere al mittente, nettamente e
immediatamente, la richiesta di truppe
da combattimento di Washington.
“People’s Action
Against the Dispaching of Troops to Iraq”