www.resistenze.org - popoli resistenti - cuba - 02-06-03

a cura del Circolo di Torino di Italia-Cuba

Cuba non ha niente da nascondere, ne’ niente di cui vergognarsi

Mercoledì 30 aprile il Governo degli Stati Uniti ha presentato il documento annuale “Patroni del Terrorismo Mondiale", in cui, nuovamente, Cuba viene inclusa nella lista degli stati che favoriscono il terrorismo a livello internazionale. Il governo di Cuba rifiuta energicamente, una volta di più, l’infame inclusione del nostro paese in questa lista unilaterale. L’amministrazione Bush mente nuovamente di fronte all’opinione pubblica nordamericana e internazionale, nel suo sforzo di giustificare, con false accuse, la crudele e inumana politica di embargo, ostilità e aggressione contro Cuba.

Con questa azione aumenta la mancanza di credibilità del governo USA nella sua campagna contro il terrorismo internazionale, visto che esso utilizza manipolazioni politiche e flagranti menzogne, nella sua ossessione por distruggere la Rivoluzione Cubana. Mentre il Governo USA, in modo arbitrario, include Cuba nella lista dei paesi che auspicano il terrorismo nel mondo, rifiuta con argomenti vuoti, irrazionali e senza nessuna base reale la proposta di sottoscrivere un Programma Bilaterale di lotta contro il terrorismo, presentata da Cuba il 29 novembre 2001 e reiterata tre volte durante le conversazioni tra i due paesi sulle questioni migratorie.

Meschine motivazioni elettorali in Florida, dove agisce impunemente la mafia terrorista che ha organizzato centinaia di attentati terroristici contro Cuba, e un odio viscerale nei confronti dell’esempio che rappresenta la Rivoluzione cubana per i paesi del Terzo Mondo, portano il governo nordamericano a negare, con la inclusione di Cuba nella lista di paesi suddetta, la razionalità politica che avrebbe potuto avere la loro campagna contro il terrorismo internazionale. Cuba sa, come forse nessun altro paese al mondo, che cosa significa il terrorismo. Siamo stati, dal 1959, vittime del terrorismo più crudele e spietato, spesso protetto, finanziato e organizzato dallo stesso governo degli Stati Uniti, e che ha causato la morte di migliaia di cittadini cubani.

La politica della Rivoluzione cubana in relazione al terrorismo non ammette discussioni né dubbi, tanto meno provenienti da Washington. Cuba, condanna ogni atto, metodo e pratica di terrorismo in qualsiasi forma e manifestazione, dovunque, da chiunque e contro chiunque sia commesso e con qualunque motivazione. Egualmente, condanna ogni azione che abbia per obiettivo appoggiare, finanziare o coprire qualsiasi atto, metodo o pratica terroristica. Cuba fu uno dei primi paesi a condannare energicamente il crimine dell’11 settembre 2001; espresse subito le condoglianze del nostro popolo al popolo statunitense e la nostra disponibilità a offrire assistenza medica e umanitaria alle vittime. Offrì immediatamente la disponibilità ad aprire il proprio spazio aereo e i propri aeroporti per ricevere aerei di passeggeri in volo che si dirigevano, in quel difficile momento, verso gli USA.

Il Ministero degli Esteri di Cuba, denuncia di fronte al popolo cubano e all’opinione pubblica internazionale, le falsità con le quali il governo nordamericano cerca di ingannare il mondo e il suo popolo e, in questo modo, di sostenere la propria politica aggressiva e ostile contro il nostro paese.

DI FRONTE ALLA REITERAZIONE DI QUESTE FALSE ACCUSE, UNA VOLTA DI PIU’ SIAMO OBBLIGATI A PRESENTARE LA VERITA’

Nel quadro della sua politica egemonica mondiale, il governo degli Stati Uniti produce dal dicembre 1979 la menzionata lista di presunti "Stati che auspicano il terrorismo internazionale". Contro tali stati si applica ogni genere di sanzioni: blocco economico, congelamento dei conti bancari, misure di isolamento politico, etc. Oggi la lista comprende sette paesi: Iraq, Iran, Siria, Sudan, Libia, Corea del Nord e Cuba. Un solo sguardo alla lista mostra il chiaro obiettivo politico che la anima.

Oltre a ciò, dal 1981, il Dipartimento di Stato ha cominciato a diffondere una relazione annuale intitolata "Patroni del Terrorismo Globale", con il quale si notifica al Congresso USA, secondo i propri criteri unilaterali e privi di fondamento giuridico né appoggio internazionale, la situazione del terrorismo internazionale nell’anno precedente. Cuba è stata inserita nella lista nel marzo di 1982; da allora, e per 21 anni, il governo USA ha insistito con le sue calunniose e ciniche accuse contro Cuba in materia di terrorismo. In tutti questi anni ci sono stati svariati pretesti per includere Cuba nella lista, ma è stata sempre evidente la mancanza di verità e obiettività degli stessi, nonché la debolezza dei nostri accusatori nel cercare di sostenerli. Il governo USA non ha potuto mai, e mai potrà, provare la partecipazione di Cuba in un qualunque atto terroristico. Tali argomenti sono così falsi che addirittura alcuni funzionari del governo statunitense riconoscono che l’inclusione di Cuba è semplicemente uno strumento politico contro il nostro paese.

Dalla metà degli anni ’90 i falsi pretesti si sono pian piano esauriti e, non potendo inventarne altri, le ultime relazioni hanno praticamente mantenuto sempre le stesse bugie. Quali sono i falsi argomenti del governo USA per inserire Cuba in tale lista?
1) La presenza a Cuba di membri dell’organizzazione "Patria basca e libertà" (ETA).
2) La protezione e l’appoggio di Cuba a membri dell’Esercito di Liberazione Nazionale (ELN) e delle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (FARC).
3) La presenza a Cuba di persone fuggite dalla giustizia nordamericana.
4) Il fatto che un "esperto di armi" dell’Esercito Repubblicano Irlandese (IRA), residente per un certo tempo all’Avana, fu detenuto in Colombia perché avrebbe addestrato all’uso di esplosivi i membri delle FARC.
5) L’opposizione di Cuba alla "coalizione" diretta dagli USA per portare avanti la loro lotta globale contro il terrorismo e le critiche rivolte a molte azioni nordamericane. L’invio di agenti nelle ambasciate nordamericane nel mondo per fornire false piste e, così, ostacolare le investigazioni.

1) La presenza a Cuba di membri dell’ETA.
La presenza a Cuba di membri dell’ETA deriva da una richiesta dei governi di Spagna e Panama, che aveva l’obiettivo di favorire la soluzione di una situazione assai complessa in quest’ultimo paese. Dunque, nel 1984 si raggiunse un accordo con il governo spagnolo, rappresentato allora da Felipe González, e con quello panamense, in base al quale alcuni militanti dell’ETA vennero a Cuba. I membri dell’ETA non hanno mai utilizzato Cuba per attività della loro organizzazione contro la Spagna, né contro altri paesi, e Cuba ha rispettato scrupolosamente lo spirito di quell’accordo. Gli USA non hanno alcun diritto, né autorità per immischiarsi in tali temi, che in nessun modo li coinvolgono, né tanto meno minacciano la sicurezza nazionale loro o di qualsiasi altro paese.

2) La protezione e l’appoggio a membri delle FARC e del ELN.
Tra le organizzazioni catalogate come “terroriste” dagli Stati Uniti (che si arrogano un diritto che non hanno), si trovano le FARC e l’ELN della Colombia. Attualmente il dialogo tra governo e guerriglia è sospeso, ma a suo tempo sia il governo colombiano che queste forze furono d’accordo nel sollecitare la partecipazione di Cuba nel processo di pace, e sono tuttora su questa posizione. Cuba è a favore di una soluzione politica negoziata per raggiungere la pace in Colombia. Siamo parte del gruppo di paesi che intendono facilitare il dialogo con le  FARC; egualmente, Cuba fa parte del gruppo di paesi amici per le conversazioni di pace tra  ELN e governo colombiano, insieme a Francia, Spagna, Svizzera e Norvegia. A Cuba si sono svolti diversi cicli di negoziati tra movimenti guerriglieri e governo colombiano; la posizione trasparente del governo cubano nel processo di pace in Colombia è stata ampiamente riconosciuta, non solo da FARC e ELN, ma anche dall’ONU e dallo stesso governo colombiano, che lo ha dichiarato pubblicamente. L’irrazionalità di tale argomento arriva al punto che la stessa relazione del Dipartimento di Stato riconosce che "il Governo colombiano desidera che Cuba continui a fare da mediatrice nel processo di pace”.

3) La presenza a Cuba di persone fuggite dalla giustizia nordamericana.
Su questo punto vale la pena di ricordare che è stato il governo USA quello che ha ricevuto nel corso degli anni, precisamente nel quadro della sua politica di aggressione contro Cuba, tutti i terroristi e i delinquenti cubani che sono arrivati, in qualsiasi modo, nel territorio nordamericano. Gli Stati Uniti non solo hanno accolto nei primi tempi della Rivoluzione Cubana centinaia di sbirri, torturatori e assassini legati alla tirannia di Batista fuggiti dalla giustizia rivoluzionaria, ma ha anche  mantenuto per oltre 40 anni la politica di proteggere e dare sostegno ad ogni criminale giunto nel territorio nordamericano dopo aver commesso delitti contro Cuba e il suo popolo. Assassini, terroristi, dirottatori di navi e aerei, delinquenti di ogni tipo sono stati accolti dagli USA, che non hanno mai estradato qualcuna di queste persone reclamate dalla giustizia cubana.

C’erano due accordi di estradizione tra Cuba e Stati Uniti, uno firmato nel 1904, l’altro nel 1926. Non è stata Cuba che ha smesso di onorare gli accordi citati. Il 7 gennaio 1959 il Ministero degli Esteri cubano inviò al Dipartimento di Stato nordamericano una nota diplomatica che sollecitava l’estradizione di diversi sbirri del regime di Batista fuggiti negli Stati Uniti. Successivamente, si sono succedute decine e decine di nota che chiedevano il ritorno di persone che avevano commesso reati nel nostro paese: non si è mai avuta una risposta positiva da parte del governo USA. Terroristi e assassini riconosciuti come Luis Posada Carriles, Orlando Bosch, Gaspar Jiménez Escobedo, Pedro Remón, Leonil Macías, Nazario Sargent, Francisco José Hernández Calvo, José Basulto, Roberto Martín Pérez, Silverio Rodríguez Pérez, Rodolfo Frómeta, Ramón Leocadio Bonachea, William Chávolta e altri (la lista è interminabile), vanno in giro liberi per Miami da anni, senza che nessuno li disturbi, in assoluta impunità.

Cuba è stata una delle prime vittime della pratica terrorista di dirottare gli aerei. Tra il 1959 e il 2001, 51 aerei cubani sono stati sequestrati e in gran parte dirottati verso gli Stati Uniti. Molti di questi aerei sono tuttora negli USA, rubati sfacciatamente dalla mafia di Miami. Non pochi piloti e altre persone sono state assassinate o ferite in questi dirottamenti, e il governo degli Stati Uniti non ha mai condannato nessuno di questi dirottatori. Al contrario, tra il 1968 e il 1984, 71 aerei sono stati sequestrati negli Stati Uniti e dirottati su Cuba; 69 dei partecipanti a queste azioni sono stati condannati a Cuba e la gran parte di essi ha abbandonato il paese una volta conclusa la pena. Il 18 settembre 1980 il governo cubano, dopo aver avvertito che avrebbe agito in questo modo di fronte a nuovi casi, ha restituito agli Stati Uniti due dirottatori di aerei, mettendoli nelle mani della giustizia nordamericana. In tal modo, Cuba ha eliminato alla radice il problema dei dirottamenti di aerei verso il proprio territorio. Le recenti manipolazioni anticubane intorno al DC-3, all’AN-24 e altri aerei cubani, mostrano chiaramente che la stessa irresponsabilità con la quale si è agito in passato continua a guidare le autorità nordamericane nel presente. Anche in anni più recenti si sono restituite diverse persone agli Stati Uniti, ad esempio  Jesse James Bell, accusato negli USA di vari reati legati con il narcotraffico, riconsegnato il 12 gennaio 2002.
D’altro lato, il nostro paese ha sempre dimostrato la sua totale cooperazione per lo scambio di informazioni con le autorità nordamericane su narcotraffico, emigrazione illegale, sequestri etc; funzionari cubani hanno testimoniato in diversi giudizi negli USA quando le autorità nordamericane hanno richiesto collaborazione.

4) La presenza a Cuba di un "esperto di armi” dell’Esercito Repubblicano Irlandese (IRA).
La relazione del Dipartimento di Stato torna, nell’ultima edizione, a proporre un inganno apparso per la prima volta in quella del 2001. Si tratta di un tema sul quale i dettagli sono stati chiariti pubblicamente. Il presunto “esperto di armi” dell’IRA, Niall Connolly, fu detenuto nell’agosto 2000 a Bogotá, dove continua un processo a sua carico che ancora non si è concluso. Connolly è stato a Cuba dal 1996 al 2000, periodo nel quale era rappresentante del Sinn Fein, partito politico irlandese legale e rappresentato nel parlamento britannico. Il suo compito a Cuba è stato sempre di carattere strettamente politico, nell’ambito delle sue relazioni con il Partito Comunista di Cuba e con altri partiti in America Latina.

5) La “opposizione" di Cuba alla coalizione degli Stati Uniti contro il terrorismo globale; le critiche alle azioni nordamericane e i presunti tentativi di Cuba di "sviare" e "ostacolare" le investigazioni USA sull’11 settembre; la produzione di informazione "falsa" e "insignificante" sui terroristi.
Si tratta, senza dubbio, del più infame tra i pretesti usati dal Governo degli Stati Uniti per includere Cuba nella lista di stati che auspicano il  terrorismo. Gli USA cercano con tale falso argomento di nascondere e minimizzare tutto quello che Cuba ha fatto nella lotta al terrorismo internazionale e di confondere l’opinione pubblica. A parte le dichiarazioni dei leaders della Rivoluzione in relazione agli attentati e ai passi fatti da Cuba a livello internazionale, è importante che si sappia che:

Il 21 settembre 2001, il Ministero degli Esteri cubano inoltrò una nota diplomatica in risposta a una richiesta di informazione presentata dalla SINA su una lista di 25 persone che potevano essere entrate a Cuba come turisti e che erano considerati terroristi dalle autorità nordamericane. Pochi giorni dopo fu mandata un’altra nota relativa a nove cittadini stranieri sui quali, egualmente, erano state richieste informazioni.

Il 26 ottobre 2001, con un’altra nota diplomatica, Cuba si dichiarava pronta a vendere, a prezzo di costo, medicine contro l’antrace. Si offrivano fino a 100 milioni di pastiglie di ciproflossacina. Il giorno seguente il Ministero degli Esteri cubano offrì alla SINA, come donazione, 100 pastiglie di ciproflossacina, che la missione diplomatica nordamericana aveva richiesto per le persone che avevano toccato valigie diplomatiche che si presumeva potessero essere contaminate con l’antrace.

Il 12 novembre 2001 fu comunicata alla SINA la disponibilità del nostro paese a fornire immediatamente uno o due equipaggiamenti di tecnologia avanzata, sviluppati dal Centro di Neuroscienze, che avrebbero potuto aiutare i medici nordamericani nell’identificazione del ceppo dell’antrace. Inoltre, si disse che avevamo la possibilità di produrre un certo numero di equipaggiamenti da dare loro, senza alcun interesse commerciale. Abbiamo offerto le informazioni e le risorse che avevamo, con responsabilità e serietà. Il Governo USA non ha avuto nemmeno il coraggio politico di riconoscere pubblicamente questa collaborazione da parte di Cuba; al contrario, mente vergognosamente.

Il nostro paese si è opposto fermamente e decisamente alle guerre contro Afghanistan e Iraq e alla nuova dottrina nazifascista che si cerca di imporre nel mondo, e continuerà ad opporsi. Ci avanzano argomenti e principi per farlo.
Il 17 settembre 2002 il sottosegretario di stato, assistente per gli affari dell’emisfero occidentale, Dan Fisk (già assistente dell’ex-senatore Jesse Helms e uno dei redattori della Legge Helms-Burton) accusò Cuba di sviare le investigazioni USA sugli attacchi terroristici dell’11 settembre dando informazioni false e non aggiornate, e di ostacolare con risorse umane ed elettroniche gli sforzi degli Stati Uniti contro il terrorismo. Fisk cercava, allora, di neutralizzare con le sue bugie l’impatto che poteva avere l’ "Incontro nazionale su Cuba", progettato da numerose organizzazioni che negli USA si oppongono alla politica anti-cubana, e in particolare all’embargo, e sostengono un cambiamento di tale politica. Fisk arrivò ad affermare che Cuba aveva inviato "almeno un disertore al mese, dopo l’11 settembre, per diffondere informazioni false su atti terroristici in preparazione contro gli Stati Uniti e altri interessi occidentali".

Tali calunnie furono respinte immediatamente da Felipe Pérez Roque, Ministro degli Esteri cubano, che sfidò Fisk a presentare una sola prova a sostegno delle proprie accuse. Sono passati più di sette mesi e ancora nessun funzionario dell’amministrazione, né alcun documento del governo USA ha risposto alla sfida. Ciò nonostante, il Dipartimento di Stato utilizza nuovamente tale argomento così infame e falso, e decide di farlo ora, in un momento di grande euforia imperiale, quando i rappresentanti della mafia terrorista di Miami chiedono alla Casa Bianca, a compenso dei propri servizi, che si punisca Cuba con la maggiore durezza e crudeltà possibile, e cercano affannosamente di orchestrare nuove provocazioni che facilitino una aggressione militare contro Cuba.
Invitiamo nuovamente il governo USA a presentare le prove sul presunto "invio di agenti" nelle ambasciate nordamericane e nel mondo per ostacolare le investigazioni contro il terrorismo.

Cuba è stata una vittima del terrorismo organizzato, finanziato e realizzato dagli Stati Uniti
Il governo degli Stati Uniti è quello che storicamente ha appoggiato i principali regimi terroristici e repressivi nel mondo: furono gli USA il principale sostegno ai governi sanguinari di Pinochet, Somoza, Duvalier, Batista, Stroessner, alle dittature militari di Guatemala, El Salvador e Argentina, al Sudafrica dell’apartheid. E oggi gli Stati Uniti sono il principale alleato del governo genocida e terrorista di Israele, che massacra impunemente il popolo palestinese. L’1 gennaio 1959 Cuba si liberò dei terroristi, degli assassini e dei torturatori della dittatura batistiana, che abbandonarono il nostro paese per dirigersi al vero “santuario sicuro”: gli Stati Uniti di America. A differenza degli USA, a Cuba non si trova la sede di nessuna organizzazione terroristica come quelle che operano impunemente a Miami; nelle nostre banche non è mai esistito alcun fondo legato ad attività terroristiche, cosa di cui in più di un’occasione si sono informate le Nazioni Unite e il Consiglio di Sicurezza.
E’ il governo degli Stati Uniti il responsabile di una politica terrorista e genocida contro Cuba, che persegue la resa del popolo cubano per fame e malattia, e intende distruggere la nostra Rivoluzione e reinstallare il proprio dominio neocoloniale. Cuba rifiuta le definizioni unilaterali di terrorismo che cerca di imporre il governo USA, il quale manca totalmente di autorità morale per qualificare Cuba come un paese terrorista. Il fatto di presentarsi come leader della lotta contro il terrorismo internazionale e nello stesso tempo proteggere, stimolare e appoggiare organizzazioni terroristiche che hanno operato contro Cuba por decenni, è solo un esempio della doppiezza e dell’inconsistenza della politica nordamericana.

Gli Stati Uniti appoggiarono la sanguinosa dittatura batistiana, che causó più di 20.000 morti a Cuba e, dopo la sua sconfitta, hanno finanziato, allenato e sostenuto le bande armate e i gruppi terroristi responsabili di ogni tipo di crimini contro la nostra popolazione. Il governo che cerca di accusarci adesso di essere terroristi è quello che ha tollerato, e addirittura attentato fisicamente in centinaia di occasioni contro il nostro Comandante in capo e altri dirigenti della Rivoluzione; il responsabile del sabotaggio alla barca francese “La Coubre” e dell’incendio del negozio “El encanto”; quello che ha organizzato e appoggiato con le sue forze armate la fallita invasione di Playa Girón e numerosi attacchi aerei e navali contro la popolazione cubana e le installazioni civili; quello che ha appoggiato l’incendio di piantagioni di canna da zucchero, gli attacchi contro umili pescatori e l’assassinio di combattenti della Polizia Nazionale Rivoluzionaria e delle guardie di frontiera.
Il governo degli Stati Uniti ha la responsabilità degli attentati terroristici commessi con bombe ed esplosivi contro le missioni diplomatiche di Cuba (in Portogallo, in altri paesi e presso l’ONU), attentati che hanno causato la morte e gravi ferite a funzionari cubani. E’ responsabile della sparizione fisica di diplomatici del nostro paese in Argentina, e dell’assassinio di un diplomatico cubano nella stessa città di New York. Inoltre, è responsabile del più mostruoso e ripugnante atto terrorista contro Cuba: l’esplosione in pieno volo di un aereo della Cubana de Aviaciòn, in cui morirono 73 persone. Inoltre, ha la responsabilità di atti terroristici, realizzati nel 1997, contro alberghi cubani, durante i quali morì un turista italiano. Tali fatti, come è stato ampiamente riconosciuto, furono organizzati dal terrorista di origine cubana Luis Posada Carriles, addestrato e pagato dalla CIA.

Risulta evidente il desiderio dell’amministrazione nordamericana di trovare qualsiasi pretesto, per quanto assurdo, per giustificare davanti all’opinione pubblica la politica aggressiva contro il nostro paese e il criminale blocco economico, commerciale e finanziario. A partire dal trionfo della Rivoluzione, le successive amministrazioni nordamericane hanno cercato di presentare Cuba come una minaccia alla sicurezza nazionale degli USA, in accordo con gli interessi dei settori più reazionari della mafia di Miami. Ciò nonostante, negli ultimi anni si sono avute molte dichiarazioni da parte di funzionari del Dipartimento di Difesa o di militari sul fatto che Cuba non costituisce una minaccia alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti.

L’appoggio del governo USA alle azioni terroristiche contro Cuba ha causato la morte di 3.478 cittadini cubani e danni all’integrità fisica di altri 2.099, così come si spiega nel “Reclamo del  popolo di Cuba contro il governo di Stati Uniti per danni umani", datato 31 maggio 1999, documento a cui il governo degli Stati Uniti non ha mai risposto. Cuba reitera la sua denuncia del fatto che il governo degli Stati Uniti è il diretto responsabile di queste atrocità e deve rispondere per questo davanti al popolo cubano.

Il terrorismo internazionale non è nato l’11 settembre 2001. Sia prima che dopo tale data Cuba ha cooperato in modo sincero e responsabile con il governo USA, seguendo la sua politica tradizionale su questo tema e convinta della necessità di unire tutti gli sforzi possibili contro questo flagello internazionale. Se gli Stati Uniti realmente vogliono dimostrare il loro impegno nella lotta antiterrorista, hanno la possibilità di farlo agendo con fermezza e senza doppi giochi contro le differenti organizzazioni terroristiche che dal territorio nordamericano hanno continuato ad aggredire Cuba nel corso di tutti questi anni.
Devono liberare, senza ulteriori ritardi, gli eroi della Repubblica di Cuba: René González Sehwerert, Ramón Labañino Salazar, Fernando González Llort, Antonio Guerrero Rodríguez e Gerardo Hernández Nordelo, detenuti ingiustamente nelle carceri nordamericane e il cui unico delitto è stato quello di difendere i popoli cubano e nordamericano dalle attività terroristiche che si organizzano ancora oggi dalla Florida. Nonostante il processo truccato svoltosi a Miami contro i nostri cinque eroi, è stata dimostrata la lotta dei nostri compatrioti contro il terrorismo anticubano radicato negli Stati Uniti. Sono stati condannati unicamente per aver lottato, rischiando la propria vita, contro gruppi terroristici che operano liberamente in quella città, il che costituisce uno scandaloso sostegno a tali gruppi. E’ realmente vergognoso che, mentre i nostri cinque eroi sono incarcerati ingiustamente, sottomessi a sentenze e punizioni draconiane e vedono i propri diritti umani violati brutalmente, i terroristi dirottatori di navi e aerei cubani ricevono un trattamento di favore e alcuni di loro sono addirittura messi in libertà. Ciò dimostra, una volta di più, che il governo nordamericano non punisce il delitto di terrorismo se esso viene perpetrato contro paesi che non si inginocchiano di fronte alla sua politica imperialista.

Il governo USA deve derogare all’assassina legge di “Ajuste Cubano", responsabile della morte di numerosi cittadini cubani che tentano di raggiungere il territorio nordamericano stimolati dai privilegi che detta legge offre loro. Il governo USA deve derogare alle leggi “Helms-Burton" e "Torricelli", leggi terroriste e violatrici del diritto internazionale e responsabili delle sofferenze del popolo cubano.
Cuba, a testa alta, può essere orgogliosa del fatto che:
- non ha mai partecipato ad alcun atto terroristico contro altri paesi;
- ha una legislazione moderna contro il terrorismo approvata il 20 dicembre 2001;
- ha firmato e ratificato le dodici convenzioni internazionali esistenti in materia di lotta contro il terrorismo, nell’ambito dell’ONU, rispondendo così alla richiesta del Segretario Generale dell’ONU stessa;
- ha reiterato la disponibilità ad aumentare la cooperazione giuridica con tutti i paesi, senza eccezioni, per combatter questo flagello;
- ha mantenuto una cooperazione permanente con il Comitato Contro il Terrorismo del Consiglio di Sicurezza dell’ONU;
- ha aderito al Trattato di non proliferazione di armi nucleari, anche se l’unica potenza nucleare delle Americhe mantiene una politica ostile, che non esclude l’uso della forza, contro Cuba;
- ha ratificato il “Trattato per la prescrizione delle armi nucleari in America Latina e nei Caraibi”, noto come Trattato di Tlatelolco, firmato da Cuba nel 1995.

Continueremo a favorire la cooperazione internazionale, basata sul rispetto ai principi del diritto internazionale nell’ambito dell’ONU, come unico metodo efficace per prevenire e combattere il terrorismo. Con l’inclusione di Cuba nella lista di "Stati che auspicano il terrorismo", il governo USA dimostra nuovamente di essere mosso da una irrazionale sete di vendetta contro la Rivoluzione cubana più che a genuini interessi contro il terrorismo internazionale.
La lotta multilaterale contro il terrorismo non può essere concepita solo in funzione degli interessi nazionali e degli obiettivi di politica estera della potenza che oggi gode di una egemonia “unipolare”. Il Ministero degli Esteri ribadisce con fermezza che l’inclusione di Cuba in quella lista illegale e nel documento “Patroni del terrorismo globale” del Dipartimento di Stato - azione che crea le condizioni propizie per una possibile aggressione militare contro Cuba - non ci intimidisce assolutamente. Se questo è il suo obiettivo, l’amministrazione Bush perde il suo tempo.

Il Ministero degli Esteri di Cuba condanna e rifiuta con tutte le sue forze questa nuova aggressione USA contro l’impeccabile condotta di Cuba nella lotta al terrorismo, e richiede al Governo degli Stati Uniti che cessi la sua criminale politica di ostilità e che cessi il suo doppio gioco nella cosiddetta crociata antiterrorista e, pertanto, agisca contro i gruppi terroristici che a Miami preparano, organizzano e realizzano azioni terroristiche contro Cuba.

2/5/2003
(dal Granma nacional, 8/5/2003)