da
www.cuba.cu
http://www.cuba.cu/gobierno/discursos/2005/ita/f010505t.html
Discorso di Fidel Castro
nel 1° maggio 2005
Discorso pronunciato dal Presidente della Repubblica di Cuba, Fidel Castro Ruz,
in occasione della celebrazione del Giorno Internazionale del Lavoro nella
Piazza della Rivoluzione, il 1º maggio 2005.
(Esclamazioni)
Ascoltate, ascoltate, resistete un po’ di più che oggi, per vostra fortuna, non
mi dilungherò troppo (Esclamazioni di: "No!"). La natura ci ha
aiutato, sentite il vento fresco e l’ombra, tutto favorisce la nostra nobile
causa.
Cari fratelli di oltre 60 nazioni che condividono con noi questo storico 1º
Maggio;
Delegati al IV Incontro Emisferico di Lotta contro l’ALCA e per l’ALBA;
Cari compatrioti di tutta Cuba,
Di fronte all’impero più potente nella storia dell’umanità, impegnato in
distruggere la nostra identità come nazione indipendente nel passato e anche
più tardi, nella Rivoluzione inevitabile, eccoci qui, in questa gloriosa
Piazza, dopo 46 anni di eroica lotta contro la quale si sono infrante le più
perfide calunnie e i più grossolani crimini.
A 90 miglia di questa potenza Cuba commette, e continuerà a commettere –nessuno
ne dubiti--, il peccato di esistere.
Appaiono sempre più ridicole, vergognose e impotenti le fallacie della guerra
cibernetica che ipoteticamente Cuba si preparava a combattere, la grande
menzogna della fabbricazione di armi biologiche, nella quale è stato coinvolto
l’iracondo e bugiardo John Bolton, la cui cinica maschera vogliono presentare
–e forse hanno ragione— come simbolo perfetto dell’attuale governo degli Stati
Uniti.
La rinnovata guerra ideologica con la radio e la televisione anticubane a capo
di un branco di emittenti sovversive con cui hanno invaso o hanno cercato di
invadere il nostro spazio elettronico; il tentativo di isolare Cuba nell’ambito
internazionale; la promozione di mercenari buoni a nulla e il loro uso come
cavalli di Troia all’interno del paese; le grossolane azioni dell’Ufficio di
Interessi dirette da un provocatore specialmente scelto e istruito per
promuovere la propria espulsione con un meritato calcio nel sedere; i propositi
di asfissiarci con l’inasprimento del criminale blocco economico, commerciale e
finanziario, sono falliti.
Si rafforza invece la credibilità di Cuba, si ampliano i suoi rapporti
economici internazionali e cresce il commercio con produttori agricoli degli
Stati Uniti, malgrado i numerosi ostacoli imposti dal fraudolento e imbroglione
inquilino della Casa Bianca.
E’ fallita la manovra per impedire al nostro paese l’uso del dollaro, oggi
espulso ignominiosamente dal nostro territorio, nel quale regnò, in una tappa
molto dura del periodo speciale, come un Luigi XVI della circolazione
monetaria.
Tutti i progetti d’aggressione contro il nostro popolo sono falliti. Eccoci
qui, più forti che mai, più uniti, più decisi che mai a portare avanti
l’eccezionale opera della creazione di una società più giusta, più solidale,
più umana, più prospera, come terra promessa alla portata delle nostre mani.
Tra tante sinistre strategie contro la nostra Patria, il governo statunitense
ha appellato al volgare ricorso di includere Cuba in una spuria e cinica lista
di paesi terroristi.
Questa settimana, che conclude oggi, il Dipartimento di Stato ha di nuovo
pubblicato la lista aggiornata. In modo perverso e canagliesco si afferma:
"Cuba ha continuato ad opporsi attivamente alla coalizione capeggiata
dagli Stati Uniti, che ha portato avanti la guerra contro il terrorismo
mondiale".
Perché dovrebbe Cuba seguire la direzione di un governo gangster e assassino?
Dopo l’11 settembre del 2001 e dell’atroce azione commessa nelle Torri Gemelle,
pianificata ed eseguita da capi fanatici finanziariamente legati alla dinastia
che regna oggi nella Casa Bianca, che sono stati, inoltre, addestrati e
utilizzati dai servizi speciali degli Stati Uniti, la politica dell’impero si è
concentrata nella cosiddetta crociata mondiale contro il terrorismo che, da
loro inventato contro Cuba, il Viet Nam e altri paesi, si era trasformato in
una tragedia mondiale. E’ stata proclamata la dottrina nazista dell’attacco a
sorpresa preventivo contro "qualunque oscuro angolo del mondo". Sono
state grossolanamente citate cifre di 60 o più stati come possibili bersagli
–tra cui, ovviamente, Cuba. Nella suddetta lista il nostro popolo appare in
primo luogo tra i possibili obiettivi.
Nessuno si sorprenda per il fatto di usare, con il maggior disprezzo, i più
duri aggettivi contro le tanto etiliche e demenziali minacce.
Con questo pretesto sono cominciate le guerre ipoteticamente dirette a
combattere il terrorismo.
Lo stesso 11 settembre 2001, Cuba ha avvertito sull’assurdità di tale
concezione perché le guerre no saranno mai la soluzione del problema.
Rapporti emessi durante questi giorni dal Centro contro il Terrorismo degli
Stati Uniti riflettono che nel 2004 le azioni terroriste significative sono
aumentate di ben tre volte rispetto al 2003 (651 di fronte a 175), quando il
governo statunitense ha scatenato l’ingiustificata invasione all’Iraq,
adducendo come pretesto una consapevole menzogna; l’esistenza di armi di
distruzione in massa. In realtà, volevano il petrolio; era una volgare guerra
di conquista. L’ipocrita discorso di Bush, secondo cui il mondo era oggi più
sicuro di quattro anni fa, crolla sotto il peso delle dolorose evidenze.
Quale credibilità può meritare lo svergognato spaventapasseri elaborato dal
Dipartimento di Stato, che ha anche commesso l’errore di collocare in primo
luogo il paese a cui ispira meno timore e che può meglio smascherare le sue spregevoli
menzogne?
Oltretutto, il governo degli Stati Uniti commette la stupidità di affermare che
"la cosa più preoccupante è che questi Stati (tra cui Cuba, in primo
luogo) hanno la capacità di fabbricare armi di distruzione di massa e altre
tecnologie destabilizzanti di cui potrebbero appropriarsi i terroristi".
La suddetta dichiarazione viene emessa proprio quando John Bolton, lo
squilibrato autore di questo invento, è contestato da alcuni tra i più
importanti servizi d’Intelligence degli Stati Uniti per il fatto di essersi
accanito contro alcuni loro onesti funzionari che ebbero il coraggio di opporsi
alle sue depravate e insostenibili menzogne. Importanti organi stampa, e ciò
che è ancora più preoccupante per la mafia bellicista e assassina, i membri
della Commissione di Affari Esteri del Senato sono sorpresi dell’incredibile
condotta.
I sinistri obiettivi di tali menzogne sono noti. In aggiunta all’isterico
comportamento, lo scorso venerdì 29 aprile un rapporto stampa ha informato che
l’illustrissimo Presidente degli Stati Uniti ha appena ordinato al Dipartimento
del Tesoro la consegna di una generosa cifra di fondi cubani bloccati per
soddisfare un’altra domanda della mafia estremista e terrorista cubanoamericana
di Miami.
Ciò che risulta veramente incomprensibile e inspiegabile riguardo alla condotta
del governo degli Stati Uniti è che pubblica il suddetto documento del
Dipartimento di Stato proprio nel momento in cui l’odierna amministrazione è
coinvolta in uno degli episodi più imbarazzanti e delicati delle sue avventure
terroriste, aggressioni e menzogne contro Cuba, saranno stupidi?
Tutto il mondo conosce che Luis Posada Carriles, il più famoso e crudele
terrorista dell’emisfero occidentale, come riconoscono i più importanti organi
stampa di questa regione del pianeta, è entrato nel territorio statunitense e
ha chiesto asilo al governo del suddetto paese, i cui soldati muoiono ogni
giorno --infatti, sono morti quasi duemila-- in nome di una guerra contro il
terrorismo scatenata a partire dalle vicende dell’11 settembre 2001.
I nostri compatrioti, che hanno seguito da vicino questo scandalo senza
precedenti, sanno bene di che cosa parlo. Molti in questo momento si
domanderanno se l’amministrazione di George W. Bush ha ormai partorito il
mostro che caricava, pesante, nel ventre. La risposta è che il parto continua
ad essere incredibilmente ritardato, anche se l’affare potrebbe mettere a
repentaglio sia la salute della madre sia quella del figlio, nonostante il
fatto che il numero di medici in esso coinvolti cresce ogni giorno.
Siccome negli ultimi tre giorni ci siamo dedicati agli accordi e documenti
sottoscritti tra la Repubblica Bolivariana del Venezuela e Cuba e specialmente
agli avvenimenti riferiti alla visita del leader della Rivoluzione Bolivariana,
il nostro carissimo fratello Hugo Chávez Frías, nonché agli storici progressi
che in brevissimo periodo abbiamo raggiunto nella rapida marcia verso
l’integrazione dei popoli dell’America Latina e i Caraibi, duecento anni dopo
l’inizio delle lotte per l’indipendenza, dominati e saccheggiati fino ad oggi
dal colonialismo e dall’imperialismo che ci hanno portato ad una situazione
ormai insostenibile, non siamo potuti occuparci della trascendentale situazione
creatasi per il singolare episodio del ritorno del mostro al luogo dov’è stato
procreato e addestrato per la lunga serie di crimini che ha commesso contro il
popolo di Cuba e altri popoli.
Proprio oggi si parlava di quel crimine commesso il 6 ottobre 1976 a Barbados
con la bomba che fece saltare in area l’aereo civile che trasportava oltre 70
passeggeri, tutti morti; tra quella data e il giorno in cui è stato ucciso il
giovane italiano in un albergo della capitale, erano trascorsi 20 anni, 20 anni
di assassinii, di crimini commessi dai governi degli Stati Uniti, utilizzando
mercenari e terroristi come Posada Carriles.
Non si possono dimenticare nemmeno i più di 45 anni di aggressioni, invasioni
mercenarie, attacchi pirata, sabotaggi, guerra sporca che in mezzo ad un’atroce
e spietato blocco hanno cagionato la morte di migliaia di compatrioti, vittime
di quegli atti terroristi. Come può il governo degli Stati Uniti, e tantomeno
quello odierno, accusare Cuba, la vittima e porla al primo luogo nella lista di
terroristi, quando ciò che dovrebbero fare è porla al primo luogo tra i paesi
che sono state vittime, durante quasi mezzo secolo, del terrorismo
imperialista? (Esclamazioni)
Siccome sono quasi 72 ore che siamo senza notizie del parto, provvederò subito
e nel modo più breve possibile, tenendo conto delle circostanze del tempo e
dello sforzo da voi realizzato nelle ultime dodici ore, a fornirvi le ultime
notizie ricevute a riguardo:
Il giornale El Nuevo Herald
informava il 29 aprile che di fronte alla richiesta di estradizione presentata
dal Venezuela, i complici del terrorista provvedevano a rafforzare l’assistenza
legale.
Il noto terrorista e complice di Posada Carriles, Santiago Alvarez ha
dichiarato che "si sta rafforzando la rappresentanza legale con avvocati
di diversa provenienza".
Secondo il giornale, tra gli avvocati assunti per assistere il terrorista si
trova Kendall Coffey, l’ex procuratore di Miami, capo dello staff di avvocati
che aveva cercato di mantenere sequestrato il bambino Elián González, e Joaquín
Chafardet, un avvocato, anche lui mafioso, ben noto nel Venezuela, che aveva
rappresentato Posada Carriles durante il processo a Caracas per l’esplosione
dell’aereo di Cubana, strettamente legato a Ricardo Koesling, rappresentante
della Fondazione Nazionale Cubano-Americana nel Venenzuela nonché uno dei
promotori dell’assedio all’Ambasciata cubana all’epoca dell’effimero Golpe di
Stato dell’11 aprile 2002.
Versioni citate dal giornale parlano di un possibile intervento di Posada
Carriles davanti alla stampa, molto presto.
Santiago Alvarez Fernández Magriñat, lo stesso personaggio citato prima, che ha
portato Posada Carriles da Isla Mujeres alla città di Miami tra i giorni 16 e
18 marzo, cioè, 44 giorni fa, in un’intervista concessa ieri a una rete
televisiva di Miami, ha detto con assoluta sfacciataggine che Posada Carriles
"sta bene, dipinge, ascolta notizie e legge". Ha annunciato inoltre
che "è molto probabile che nei prossimi giorni sia chiamato a Immigrazione
e potrete cogliere l’occasione per incontrarlo e parlare con lui. (…) si prepara
per i prossimi giorni un’intervista limitata, che si realizzerà quando gli
avvocati lo ritengano opportuno, per informare su certi punti che richiedono
risposta.
Secondo il Herald fonti nella
capitale statunitense hanno confermato che la richiesta d’asilo di Posada è
stata accolta "come un pezzo di ghiaccio" dagli alti circoli
statunitensi. "ha creato una grande frizione politica", ha detto un
alto funzionario che ha sollecitato l’anonimato. "E’ il peggiore momento
in cui poteva succedere".
Informazioni ricevute ieri indicano che l’amministrazione Bush non sa come
tirarsi fuori da questo imbrogliato e imbarazzante problema. Hanno una bomba a
tempo nelle mani, il che non è per niente strano, tanto va la gatta al lardo
che ci lascia lo zampino.
Si afferma inoltre che persino la Fondazione Nazionale Cubano.Americana,
principale protettrice e finanziere di Posada Carriles, è preoccupata della
possibilità che questo affare possa insudiciare ancora dipiù la sua malconcia immagine
politica e temono ugualmente che il terrorista possa esigere di più giacché
conosce troppe cose.
Nei circoli stampa di New York si commenta che il governo degli Stati Uniti
realizza gestioni con diversi paesi del Centroamerica per trasferire
segretamente il terrorista a qualunque paese dell’area.
D’altra parte, si dice che il governo di El Salvador avrebbe comunicato a
quello degli Stati Uniti per vie diverse che non vuole Posada Carriles nel
proprio paese, ed è poco probabile che accolgano il terrorista. Il paese di
destinazione finale dipenderà dalle pressioni che eserciti il Dipartimento di
Stato.
I giornalisti commentano anche che la denuncia cubana sull’argomento ha
sorpreso le autorità degli Stati Uniti, che conoscono la sensibilità del tema e
hanno modificato qualunque intenzione iniziale di accettare Posada nel loro
territorio.
In questa sede, uno degli spiccati oratori che mi hanno preceduto –è stato
Schafick— parlava del "chiodo ardente". I cubani sanno bene cosa sia
un chiodo ardente appena tirato fuori dalla forgia: brucia le mani, le labbra,
la lingua, brucia tutto, e loro vanno in giro così con un chiodo speciale che
non vuole essere raffreddato e che, inoltre, noi non lasceremo che sia
raffreddato (Applausi).
In circoli politici salvadoregni si dice che per alcuni dirigenti del partito
ARENA diventerebbe un problema non aiutare Posada.
En quest’ambito, l’ex ministro degli Interni e imprenditore del caffè Mario
Acosta Oertel, "molto amico di Posada e della gente di Miami",
sarebbe la persona incaricata di gestire il tema del terrorista in El Salvador,
perché per lui sarebbe senza dubbio un problema non appoggiarlo.
La moglie di Acosta è cugina del terrorista detenuto a Cuba, Otto René
Rodríguez Llerena.
Secondo giornalisti di un’importante rete televisiva degli Stati Uniti, i
colleghi a Miami dicono di essere convinti che Posada Carriles è nascosto in
una casa nella Florida.
I reporter della suddetta rete a Miami ritengono che l’FBI sappia dove sia
Posada Carriles e chi l’accompagni, e non scartano che tra le varianti per
costringerlo ad abbandonare gli Stati Uniti sia utilizzato il procedimento di
accusare la persona che gli offre alloggio, e coloro che l’hanno lasciato
entrare, e che gli hanno concesso il permesso per entrare, nonché le persone
che sanno com’è entrato negli USA, e dove si trova e non dicono niente.
Affermano i suddetti reporter di non capire perché l’FBI non abbia arrestato
Posada Carriles, considerando che il terrorista è stato dichiarato profugo
della giustizia venezuelana da un governo anteriore a quello del Presidente
Chávez.
Nonostante ciò, dicono che non potrebbero ritornarlo al Venezuela perché il
governo statunitense è convinto che sarebbe come consegnarlo a Cuba.
Guardate che sofisma. Proprio Cuba, che dal primo momento ha rinunciato al
diritto di giudicarlo, il più legittimo di tutti, perché furono i suoi figli
che morirono in numero elevatissimo, vittime dei crimini di questo mostro,
procreato e addestrato negli Stati Uniti e utilizzato durante decine di anni.
In caso contrario come si potrebbe spiegare tutto, come si potrebbe spiegare il
ricatto svergognato a cui è sottomesso il governo della superpotenza più forte
che sia mai esistita?
Nell’opinione dei reporter, l’FBI starebbe valutando accuratamente gli scenari
a cui si espongono gli USA, e ritengono che l’amministrazione Bush non abbia
ancora deciso come affrontare il caso, ma ipotizzano che quando Posada uscirà
alla luce pubblica l’FBI avrà già pronto un piano.
Giornalisti della televisione di Miami commentano che i principali media degli
Stati Uniti seguono le tracce di Posada e alcuni di essi sono sul punto di
trovarlo. Ci sono versioni secondo cui è nascosto in una villa molto costosa,
valutata in circa tre milioni di dollari, situata in un quartiere esclusivo nei
dintorni di Miami. Dev’essere lì che legge, ascolta notizie e dipinge, come un
nuovo Picasso, lì nella tana dell’impero la cui politica e il cui ideale
culturale, almeno del governo in carica--, è quello di avere pittori con le
mani macchiate di sangue e nel cervelli quell’affermazione barbara:
"Abbiamo messo la bomba, che c’è", o quella famosa riferita al
giovane italiano Fabio di Celmo: "Era nel luogo sbagliato nel momento
sbagliato." Sembra adesso che sia lui, sia il governo degli Stati Uniti o
il Presidente dell’odierna amministrazione sono nel luogo sbagliato, nel
momento sbagliato (Applausi).
Ed ecco ciò che non sono riusciti a raggiungere i 180 mila uomini che lavorano
nel Dipartimento di Sicurezza, le 22 entità che cooperano e partecipano alla
lotta contro il terrorismo e alla protezione della sicurezza interna degli
Stati Uniti, né le 15 agenzie d’Intelligence che dispongono di centinaia di
migliaia di dollari di budget; ciò che non sono riusciti a trovare loro
finiranno per trovarlo gli organi stampa statunitensi.
Dicono anche che l’FBI non sorveglia l’area dove ipoteticamente si trova Posada
e che Eduardo Soto, avvocato del terrorista, ha preferito offrire le proprie
dichiarazioni e interviste pubbliche alla televisione ispana, ignorando che in
questi momenti Posada è diventato bersaglio prioritario della maggioranza delle
reti televisive del paese, che cominciano ormai a mobilitarsi per incontrarlo e
filmarlo, cosicché se l’FBI non riesce a trovarlo, la televisione lo farà.
In una lettera recente, il Senatore repubblicano Norm Coleman conferma che il
Dipartimento di Sicurezza della Patria degli Stati Uniti ha ricevuto una
richiesta d'asilo a nome di Posada Carriles.
Ricordate che pochi giorni fa l’Università delle Scienze Informatiche (UCI)
investigava sul formulario dove si stabiliscono le obbligazioni dell’avvocato o
di colui che presenti un documento di richiesta d’asilo e che le leggi ne
puniscono la violazione con vari anni di carcere. Cosa dirà la legge su coloro
che occupando alte e altissime cariche sono complici di questo occultamento,
sono complici del suddetto terrorista al punto di consentirne l'entrata o,
ancora peggio, su coloro che contribuito alla sua entrata nel territorio
statunitense senza il previo consenso delle autorità? C’è anche un governo
paralizzato durante un mese e mezzo, incapace di arrestare il terrorista e
tutti i suoi complici minori che hanno disubbidito le ordini delle autorità
superiori.
La lettera del Senatore significa che finalmente ci sono notizie su un
documento gelosamente custodito e che abbiamo cercato con molto interesse in
giorni recenti.
Cosa dice testualmente la suddetta lettera?
"Caro signor Hughes,
Grazie per dedicarmi tempo per parlare sul signore Posada Carriles.
Come Lei conosce, il signor Carriles ha ricevuto il condono dalla Presidentessa
Mireya Moscoso il 26 agosto 2004. L’avvocato del signor Carriles ha addotto che
questi è entrato negli Stati Uniti dal Messico qualche settimana fa.
Ho trasmesso le Sue preoccupazioni al Dipartimento di Sicurezza della Patria
(DHS, Departement of Homeland Security).
DHS mi ha confermato che l’avvocato del signor Carriles ha presentato una
richiesta d’asilo per il suo cliente. Tuttavia, per gli atti di terrorismo che
lui ha realizzato nel passato e che lui stesso ha ammesso di aver pianificato e
portato a termine, Carriles non è eleggibile per asilo.
DHS non può confermare che Posada Carriles sia entrato nel paese, ma ha
avvertito le principali agenzie incaricate d’implementare le leggi sulla sua
possibile presenza. Se fosse trovato, Carriles potrebbe affrontare una
deportazione immediata dagli Stati Uniti per le attività terroriste passate.
La ringrazio ancora del tempo dedicatomi. Apprezzo il Suo consiglio e Le
ratifico la mia disponibilità anche nel futuro.
Con sincerità,
Norm Coleman
Senato degli Stati Uniti."
Pare che nei prossimi giorni ci saranno notizie molto interessanti. Il governo
degli Stati Uniti, ricattato dagli stessi corvi che ha allevato, non ha avuto
il coraggio di applicare l’unica risorsa che gli resta: arrestare subito Posada
Carriles, compiere le leggi nazionali e internazionali e porlo a disposizione
del tribunale venezuelano che deve giudicarlo. Come ho detto Cuba ha rinunciato
proprio per evitare che avessero il benché minimo pretesto.
Nel Venezuela c’è un governo bolivariano che ha un enorme prestigio nel mondo,
che si riempie di giornalisti ogni volta che si vuole. Ci sarà un posto
migliore, tenendo conto che Cuba ha rinunciato al proprio diritto, per
giudicarlo?
Noi abbiamo persino detto che Venezuela ha il miglior diritto, ma che
accetteremmo anche un tribunale internazionale, assolutamente imparziale, in un
luogo convenuto tra le parti, affinché sia giudicato questo assassino. E non è
che sia in realtà un personaggio importante, l’importanza del personaggio è che
svela davanti al mondo l’immensa ipocrisia, le menzogne, le immoralità e il
cinismo con cui l’impero mantiene il mondo sottomesso. Proprio ciò è la cosa
più importante, non dimenticarlo. Il mondo esige che sia giudicata
l’ingiustizia, il mondo esige che sia giudicata l’ipocrisia, il mondo esige che
siano giudicati i metodi imperiali per ingannare e dominare o mantenere il
dominio sempre più insostenibile sul mondo.
Ho promesso che non mi sarei dilungato troppo, mi resta soltanto ringraziare
coloro che hanno parlato in questa tribuna (Applausi).
Temevamo che la manifestazione si prolungasse. Sappiamo che è estate, c’è un
sole forte, che vi siete mobilitati, soprattutto gli abitanti della provincia
vicina, sin dalle ore 22:00 del giorno anteriore e che verso le 02:00 di notte
eravate già in movimento, per riunire in questa piazza oltre un milione
trecentomila cittadini che non si possono vedere perché tutti gli spazi e tutti
i corsi attorno alla Piazza sono pieni di compatrioti.
Meritate il più infinito riconoscimento per il vostro spirito rivoluzionario e
patriottico, per il vostro appoggio alla giusta causa, per questa mostra di
dignità e di spirito rivoluzionario; per il silenzio e l’attenzione con cui
avete ascoltato le coraggiose, commoventi ed eloquenti parole di tutti coloro
che hanno sfilato da questa tribuna nel giorno d’oggi, per approfondire la
nostra informazione e le nostre conoscenze sugli orrori commessi
dall’imperialismo yankee contro i popoli dell’America Latina, e che hanno rafforzato
la nostra fiducia e la nostra convinzione che i nostri popoli saranno liberi e
si uniranno strettamente per difendere le stesse cause che difendiamo qui; con
la stessa lingua con qui essi ed altri hanno parlato qui, anche coloro che
parlano l’inglese; perché, alla fine, non sarà difficile che quel popolo che in
un epoca iniziò le lotte contro il colonialismo e molti dei cui figli morirono
combattendo contro il fascismo, si unisca ai fratelli latinoamericani nella
lotta per la giustizia, nella lotta per la verità, per la sopravvivenza della
nostra specie che è oggi in pericolo.
Non dimenticheremo mai questa manifestazione, non dimenticheremo mai le parole
solidali dei nostri fratelli del sud, del centro e del nord. La lingua non sarà
un ostacolo perché tutti quanti parliamo lo spagnolo o il portoghese impareremo
l’inglese, e un giorno coloro che parlano l’inglese impareranno la lingua dei
latinoamericani: lo spagnolo e il portoghese (Applausi).
Come ho detto di recente ed è diventato la principale divisa dell’odierna
mobilitazione per il 1º Maggio: "…in questa terra, in quest’umanità c’è
brama di giustizia." Lo avete dimostrato oggi qui (Applausi ed
esclamazioni di: "Fidel, Fidel!")
E quando guardo questa gigantesca, insuperabile ed emozionata folla ricordo,
come se fosse oggi, quel indimenticabile 15 ottobre 1976, nel momento in cui
davamo l’ultimo saluto alle vittime del mostruoso sabotaggio contro l’aereo
cubano a Barbados, che mi fece esclamare: "Quando un popolo energico e
virile piange, l’ingiustizia trema!"
Lo vedremo!
Viva il XXX Anniversario –che ricordiamo pure oggi—della gloriosa ed esemplare
vittoria dell’eroico popolo del Viet Nam, che l’imperialismo non deve
dimenticare mai!
Patria o Morte!
Vinceremo!
(Ovazione)