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Da La Rinascita della Sinistra dell'8 dicembre 2006

 

Il 2 dicembre del 1956 lo sbarco del Granma

 

Pedro Pablo Gomez - Vicedirettore della rivista cubana Habanera

 

La storia di un paese è piena di episodi, che col passare del tempo si trasformano in simboli, per i suoi cittadini e per il resto del mondo. Così, dopo la sconfitta delle operazioni alle caserme del Moncada e del Cespedes, il 26 luglio del 1953, che portò al massacro della maggior parte dei rivoluzionari da parte dei soldati del governo di Batista e alla prigionia di alcuni dei principali dirigenti del neonato Movimento 26 luglio tra i quali Fidel e Raul Castro, la pressione popolare sulla dittatura nel 1955 fece sì che venisse promulgata un'amnistia e di conseguenza la liberazione degli rivoluzionari e il loro esilio in suolo messicano.

 

Prima della sua uscita dal Paese Fidel dichiarò che avrebbe continuato la lotta per il ripristino della libertà e della giustizia per la Patria cubana, sino al raggiungimento della vittoria o al martirio entro l'anno 1956. Dall'arrivo in Messico cominciarono i preparativi per organizzare la spedizione e l'addestramento degli uomini che iniziavano questa nuova tappa della lotta. E' durante questo processo che si conobbero personalmente Fidel e Ernesto Guevara (el Chè) il quale si impegna a essere un soldato del gruppo rivoluzionario.

 

Parallelamente alla preparazione della spedizione, l'organizzazione clandestina, si preparava e pianificava azioni all'interno di Cuba per man inizio dalle tenere alto lo spirito e la ragione della strada intrapresa; in quest'attività fu figura fondamentale un giovane di Santiago di Cuba denominato Frank Pais, il quale organizzava azioni prima dello sbarco, nella data eroica del 30 novembre in cui si attendeva l'arrivo della spedizione che, per colpa delle condizioni marittime, poté arrivare a Cuba solo la mattina del 2 dicembre.

 

Tra gli uomini che formavano l'equipaggio del Granma, a parte Fidel e Raul c'era la maggior parte dei sopravvissuti all'assalto della caserma del Moncada, così come Juan Manuel Marquez e Camilo Cienfuegos (che hanno poi ricevuto l'onorificenza di Comandanti della Rivoluzione), Juan Almeida Bosque, Ramiro Valdes Menendez, Chè Guevara e altri compagni (82 uomini in tutto). A parte il Chè, c'erano altri due internazionalisti in questa epopea, il messicano Alfonso Guillen Zelaya (anche lui Comandante della Rivoluzione) e l'italiano Gino Done.

 

Dopo molteplici complicazioni in terra messicana si riuscì ad acquistare l'imbarcazione Granma, che si trovava a Tuxpan ed è da lì che parti la spedizione che ha condotto al trionfo della rivoluzione cubana. Sin dalla partenza l'equipaggio incontro gravi problemi, come lo spazio insufficiente sull'imbarcazione, le cattive condizioni meteorologiche per cui si rischiò più volte il naufragio, ed i conseguenti malesseri dovuti alla navigazione. Per tutto questo venne ritardato l'arrivo a Cuba fino al 2 dicembre 1956 nella zona conosciuta come Playas de las Coloradas dell'attuale provincia del Granma. E' in questa data che si colloca la nascita dell'Esercito Ribelle, antecedente alle Forze Armate Rivoluzionarie.

 

Le caratteristiche paludose di questa zona resero molto difficile lo sbarco, furono perdute alcune armi e munizioni, e a questo si sommò il rapido intervento dell'esercito con bombardamenti persistenti da parte dell'aviazione che provocarono il frazionamento e lo smarrimento dei rivoluzionari; la maggior parte caddero prigionieri o rimasero senza contatto con il gruppo dirigente. Assillati dalla sete e dalla pressione dell'esercito, solo i gruppi di Fidel e Raul, che non raggiungevano la cifra di 15 guerriglieri, riuscirono a riunirsi nuovamente e, guidati dal contadino Guillermo Garcia Frias, arrivarono in un luogo sicuro alle pendici della Sierra Maestra. E' questo il momento in cui inizio la guerriglia nelle montagne della zona più orientale del paese, dove poco a poco crebbero le azioni guerrigliere sino a raggiungere l'apice il 1 gennaio 1959, giorno del trionfo della Rivoluzione. Con essa cominciarono i cambiamenti per tradurre nella realtà l'indipendenza, la sovranità e la dignità della Nazione cubana.

 

Durante i primi giorni di dicembre si celebrano i 50 anni dallo storico sbarco dei guerriglieri del Movimento del 26 luglio, dello yacht Granma. Molte pagine di gloria, lavoro e scontro diretto con l'imperialismo nordamericano, hanno segnato l'avanzamento e lo sviluppo del processo politico, economico e sociale della Cuba rivoluzionaria, che continua la sua marcia per la via del socialismo e dove si rende memoria all'onore e alla gloria dei caduti in questa diseguale lotta.

 

Per le persone oneste di tutto il mondo, l'esempio seminato con il Granma oggi costituisce una luce di speranza nel panorama di guerre, corruzione e individualismo spinto dalle classi dominanti nella maggior parte dei paesi della realtà internazionale.

 

Con la stessa decisione che presero i rivoluzionari de Las Coloradas, oggi il popolo cubano mantiene alte le sue bandiere libertarie, per continuare l'opera costruita con sangue, sudore e lacrime. Come diceva il nostro Chè: «Hasta la Victoria Siempre!».