www.resistenze.org - popoli resistenti - cuba - 03-09-10 - n. 330

da Rebelion.org 
Traduzione dallo spagnolo per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
 
Federazione delle Donne Cubane: mezzo secolo di luminosa esistenza
 
Paco Azanza Telletxiki
  
23/08/10
 
Se qualche mezzo è imprescindibile per fare una rivoluzione, quello è precisamente l'unità dei rivoluzionari: senza la quale è praticamente impossibile raggiungere un obiettivo così complicato. A Cuba, il compagno Fidel dimostrò essere un maestro nell'unificazione della base sociale. Guidando il Movimento Rivoluzionario 26 Luglio, che già di per sé era un gruppo importante, riuscì ad avere anche l'appoggio di altre forze, come il Direttivo Rivoluzionario 13 Marzo ed il Partito Socialista Popolare-comunista. Ma, come avrebbe detto Martì a Carlos Baliño, la rivoluzione non è quella che inizia nella selva bensì quella che si sviluppa nella Repubblica dopo la presa del potere dei rivoluzionari. A partire dal primo gennaio del 1959, dunque, era necessaria un'unità molto più solida ed organizzata, che fosse capace di frenare le aggressive logiche dell'oligarchia nazionale e straniera, scatenate per la disperata lotta di recuperare i privilegi persi e, allo stesso tempo, continuare ad avanzare nel radicale cambiamento socio-politico che una rivoluzione socialista esige se, come quella cubana, è autentica.
 
Così, i Comitati per la Difesa della Rivoluzione (CDR), l’organizzazione cubana che conta il maggior numero di militanti (attualmente più di 7.600.000), nacque il 28 settembre 1960; la gioventù rivoluzionaria si unificò il 4 aprile del 1962 attorno all'Unione dei Giovani Comunisti ( UJC ), il 17 maggio 1961 fu fondata l’Associazione Nazionale dei Piccoli Agricoltori ( ANAP ) al fine di rappresentare gli interessi sociali ed economici dei contadini; la vecchia Confederazione dei Lavoratori Cubani, anch’essa nel 1961 modificò leggermente il nome sotto l'impulso di affrontare la nuova tappa, diventando Centrale dei Lavoratori di Cuba (CTC). E non mi dimentico delle donne. Loro, che ebbero già un ruolo molto importante durante il periodo insurrezionale, con rinnovata forza diventarono, a pieno diritto, un pezzo imprescindibile nel processo rivoluzionario che iniziava allora.
 
Il 23 agosto del 1960, oggi compie cinquanta anni, frutto della fusione dell'Unità Femminile Rivoluzianaria, la Colonna Agraria, le Brigate Femminili Rivoluzionarie, i Gruppi di Donne Umaniste e la Fratellanza delle Madri, tra le altre organizzazioni già esistenti prima del trionfo, venne fondata la Federazione delle Donne Cubane - FMC. Tutte le organizzazioni di massa menzionate, nacquero con un chiaro ed identico obiettivo: sviluppare e difendere la Rivoluzione da ognuna delle proprie "trincee"; ossia, che è esattamente la stessa cosa, sviluppare e difendere gli interessi dell'immensa maggioranza della popolazione cubana.
 
Come ci si poteva aspettare, gli yankee non tardarono molto tempo ad aggredire la Rivoluzione; lo fecero praticamente dallo stesso primo gennaio 1959, e perfino prima. Era quindi particolarmente necessaria l'unità di cui parlavo già all'inizio di queste righe. Nella chiusura dell'atto costitutivo della FMC, Fidel espresse che "per questo è buono organizzare, per questo è buono unire, per questo è buono prepararsi a lottare, per questo il cammino che hanno intrapreso le donne cubane è una vittoria in più del nostro paese. Questa unione di tutti i settori femminili della Rivoluzione rappresenta la costruzione di una forza, una forza entusiasta, una forza numerosa, una forza grande ed una forza decisiva per la nostra Rivoluzione".
 
La Federazione che, grazie all'immenso carisma ottenuto attraverso gli anni, e senza più ulteriori integrazioni, è un'organizzazione di massa che sviluppa politiche e programmi destinati a raggiungere il pieno esercizio dell'eguaglianza della donna in tutti gli ambiti e i livelli della società. Il suo contributo sistematico alla formazione ed al benessere delle nuove generazioni è una delle sue numerose virtù. Nel gennaio del 1959 a Cuba lavoravano soltanto 194.000 donne, il 12% della forza lavoro. Attualmente il 46 % della forza lavoro nell'Isola è rappresentato da esse, circa 1.700.000 persone, occupando in maniera efficiente il 66% degli incarichi professionali e tecnici. Dei 614 parlamentari che formano l'attuale Assemblea Nazionale del Potere Popolare, 265 sono donne . Per quanto riguarda i membri delle attuali Assemblee Municipali del Potere, le donne occupano 5.046 delegazioni delle 15.093 esistenti, il 33,4 %
 
Ad adesione volontaria, attualmente la Federazione, che celebra i propri congressi ogni cinque anni, conta su di una militanza di più di 4.000.000; tutte al di sopra dei 14 anni di età, poiché questo è l'unico requisito che si esige per l'entrata. Il 13 settembre 1966, alla chiusura della V Plenaria Nazionale della FMC, Fidel disse che "se ci domandassero qual è la cosa più rivoluzionaria frutto della Rivoluzione, è praticamente questo: la rivoluzione che sta avendo luogo nelle donne del nostro paese. Se ci chiedessero quali sono le cose che più ci hanno insegnato nella Rivoluzione, risponderemmo che una delle lezioni più interessanti che noi rivoluzionari stiamo ricevendo nella Rivoluzione è la lezione che ci stanno dando le donne".
 
E l’8 marzo del 1997, nella lettera scritta alle donne cubane, il Comandante in Capo espresse: "[…] senza la donna, la notevole opera della Revolucion non sarebbe stata possibile. Durante questi anni difficili, non c'è stata responsabilità economica, sociale e politica, non c'è stata conquista scientifica, culturale e sportiva, non c'è stato contributo alla difesa del nostro suolo e della sovranità della Patria che non abbia contato sulla presenza costantemente entusiasta e patriottica della donna cubana. Nessuno come lei ha fatto i maggiori sacrifici nel periodo speciale nel quale stiamo ancora vivendo, né si è innalzato tanto da trasformare in prodezza lo sforzo quotidiano".
 
Dal 1868 - anno in cui realmente cominciò a svilupparsi l'attuale Rivoluzione - fino ad oggi, l'elenco di ammirabili donne che Cuba ha visto nascere o ha ricevuto in seno è impressionante. Mi sovviene proprio ora Mariana Grajales e Lucía Iñiguez Landín, rispettivamente madri dei Maceo e di Calixto García, di Bernarda Toro, sposa di Maximo Gomez, sorella e madre dei mambì, María Cabrales, sposa di Antonio Maceo, Mercedes Sirvén y Adela Azcuy, rispettivamente comandante e capitano dell’Esercito di Liberazione, Ana Betancourt, Isabel Rubio e tante altre valenti donne che durante la Guerra dei Dieci Anni (1868-1878) e la Guerra Necessaria (1895-1898), abbandonarono senza dubbi e senza chiedere nulla in cambio, le comodità della casa e la sicurezza familiare per addentrarsi nella selva con il legittimo obiettivo di riscattare la Patria. Più vicino ai nostri tempi, ricordo Celia Sánchez Manduley, Haydée Santamaría Quadrato, Clodomira Acosta Ferrals, Lidia Doce Sánchez, ed ovviamente, la santiaguera Vilma Espín Guillois, Presidente della FMC durante tutta la sua storia.
 
Per il loro notevole contributo alla rivoluzione sociale di Cuba e specialmente alla liberazione della donna, la FMC dedica il suo cinquantesimo anniversario alle eroine Déborah, Norma e Yeyé, nomi clandestini delle citate Vilma, Celia e Haydée. Ovviamente, sono molte le donne esemplari che fisicamente oramai non sono più qui tra noi. Ma in realtà tutte continuano ad essere vive, molto vive nel perenne ricordo della popolazione rivoluzionaria e più ancora nel cuore di ogni donna cubana.
 

da RadioGuantanamo http://www.radioguantanamo.cu/Noticias/Articulos/fmc_medio_siglo_emancipacion_igualdad_genero_080676.html
Traduzione dallo spagnolo per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
 
23 agosto 2010: mezzo secolo dalla nascita della Federazione delle Donne Cubane (FMC)
 
di Yaqueline De la Rosa Hermida
 
Il 23 agosto 2010 segna mezzo secolo dalla nascita della Federazione delle Donne Cubane (FMC), organizzazione che lavora per l'emancipazione delle donne, per la parità dei diritti e delle opportunità. La sfida attuale per cui le guantanamere rappresentano un esempio indiscutibile, si manifesta col protagonismo nella sfera politica e nello sviluppo socio-economico del paese. Così afferma Oceanía Orihuela, Segretaria della FMC nella provincia di Guantanamo, durante un'intervista a Radio Guantanamo.
 
R: Come giungono le federate guantanamensi a questo 50° compleanno?
 
Oceania Orihuela (OO):  La maggiore soddisfazione delle guantanamere è stata di arrivare al cinquantesimo anniversario dell'organizzazione in una posizione d'eccellenza a livello nazionale, dimostrando così una grande dedizione. È infatti un risultato rilevante quello di essere tra le cinque province d’avanguardia del paese. Ciò è avvenuto sia in ambito organizzativo nazionale, per cui ricopriamo il primo posto, sia in ambito di promozione, comunicazione e per la qualità dell'eccezionale lavoro comunitario, per cui ci troviamo al terzo posto. Ciascuno di questi ambiti adempie a dei compiti, come la preparazione politica ideologica, il funzionamento organico dell'organizzazione, la preparazione di laboratori, l'attenzione alla donna all’interno dei quartieri e altri.

R: La FMC ha svolto il suo VIII congresso nel marzo 2009: le attività si sono intensificate da quella data con l’obiettivo di rinforzare il lavoro dell'organizzazione. 
Come è stato concretizzato questo a Guantanamo?
 
OO: "Dopo il Congresso abbiamo dato seguito in modo assiduo a tutte le decisioni inerenti all'organizzazione interna e, anche se non siamo del tutto soddisfatte, nella maggior parte delle 622 sezioni e nelle 3.352 delegazioni, è migliorato il funzionamento e il collegamento con la direzione della FMC. Oggi contiamo su un 90,5% di integrazione, tasso che è andato aumentando negli ultimi anni e che dimostra un maggiore senso di appartenenza alla nostra organizzazione. Va inoltre osservato che questo indicatore ci consente di essere nella  posizione migliore a livello nazionale e, attualmente, di essere tra le tre province più attive del paese, rispetto all’integrazione. Anche durante questa fase post-congressuale, siamo riuscite ad ottenere che le Case di Orientamento per le Donne e la Familia de Baracoa, di San Antonio del Sur e Guantanamo, ricevessero il riconoscimento nazionale; tale riconoscimento è stato meritato non solo per lo sviluppo dei programmi di formazione, ma per la quantità delle persone che ne hanno beneficiato, che ne sono state coinvolte e che sono state formate nei corsi di orientamento in base a programmi sulla salute per le donne, per la convivenza familiare, laboratori di valore come quello di Martí e della famiglia Maceo Grajales...  
Abbiamo inoltre prestato particolare e maggiore attenzione alle giovani, per incrementare la continuità nell’organizzazione e mantenere vivi gli obiettivi per cui è stata creata: contribuire all’emancipazione delle donne e alla difesa della Rivoluzione. Questo obiettivo è sempre più presente, ora che rivestiamo un ruolo di primo piano che ci vede protagoniste del nostro sistema sociale.
 
R: Senza dubbio i risultati della federazione di Guantanamo hanno portato a posizioni di direzione. Quali sono i dati?

OO: Sì, un esempio è il recente processo elettorale svoltosi quest'anno, che ha portato il 32% delle delegate, ad assumere posizioni elevate. Questa cifra tuttavia, potrebbe essere ancora più alta, ma, confrontando il numero di donne elette in questo periodo con quello delle altre tornate elettorali, possiamo sottolineare il salto del potenziale delle donne in ogni ambito. E così ci sentiamo orgogliose. Vale la pena ricordare che tutto questo ha portato un certo numero di donne ad assumere posizioni di direzione nelle imprese, nelle cooperative di produzione agricola e nei settori quali la sanità e l'istruzione, per citarne alcuni. E anche se ci auguriamo di raggiungere presto il 50% dei dirigenti di sesso femminile in tutti i settori, siamo comunque soddisfatte per questo passo in avanti. Voglio però puntualizzare che, la Federazione reputa che, per ricoprire ruoli di direzione, ci sia necessità di talento e capacità, che le persone occupino posti di rilievo nelle delegazioni e che siano encomiabili nel rispetto dei loro doveri.  Insomma, tengo a specificare che questi risultati si raggiungono non semplicemente per il fatto di essere donne. Occorre tener presente che oggi i tecnici e i professionisti nella provincia sono per il  65,7% donne, un altro indice considerevole della nostra lotta per la parità tra i sessi e l'emancipazione completa.
 
R: Dopo mezzo secolo di lavoro a favore delle donne e dei loro diritti., quali sono le sfide principali dell'organizzazione?

OO: Anche se insisto sul fatto che non abbiamo raggiunto ancora tutti i nostri obiettivi, credo che questo 50° anniversario costituisca una base su cui poter continuare a lavorare migliorando la nostra azione.  Per più di 189.500 federate nella provincia, raggruppate in 3.352 delegazioni e 622 sezioni, il compito è di seguire la strada verso una maggiore integrazione della donna nell'organizzazione e nei programmi sociali, in funzione dello sviluppo energetico nelle case e della produzione alimentare, per rimpiazzare le importazioni e ridurre i costi del Paese. Mi congratulo con tutte le federate guantanamensi in questo 50° anniversario, per aver  raggiunto la posizione di avanguardia nazionale, un risultato che non incarna solo i contributi apportati dalle dirigenti dell'organizzazione, ma anche il lavoro delle federate nelle sezioni blocchi e nelle delegazioni. Loro sono le artefici del raggiungimento di questo successo.  Che questo 50° anniversario serva anche per riaffermare l'impegno che abbiamo con la rivoluzione, che arrivi l’augurio alle famiglie e a tutti quelli che sono sempre stati insieme alla FMC nei quartieri, alle fondatrici e alle giovani che con amore, si dedicano all’organizzazione. Celebriamo i 50 anni della Federazione guardando con ottimismo verso il futuro.
Lavoratrici agricole, dottoresse, infermiere, insegnanti, artiste, lavoratrici del settore della produzione e dei servizi, casalinghe, madri ... le donne guantanamensi e di tutta Cuba, affrontano con i loro sorrisi, con la creatività e con una volontà di ferro, il cammino della vita.
  
 

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