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Forte vittoria di Cuba nella ONU: 187 a favore, 3 contrari e 2 astenuti

Granma | granma.cu

07/11/2019

Ancora una volta Cuba ha ottenuto un forte vittoria nella ONU dopo l'approvazione del progetto di risoluzione contro il blocco degli Stati Uniti imposto all'Isola, con 187 voti a favore 3 contrari e 2 astensioni.

Al duo dei paesi che tradizionalmente votano contro, Stati Uniti e Israele, si è sommato il Brasile di de Jair Bolsonaro, catalogato dal presidente cubano come il "mini-Trump" per la sua tendenza a seguire gli stessi  postulati del magnate che oggi dirige la nazione più ingerente, guerrafondaia e interventista del mondo.
Si sono astenute Colombia e Ucrania.

Interviene il rappresentante della Repubblica Islamica dell'Iran:

«Gli Stati Uniti sono un socio poco affidabile»

Il rappresentante della Repubblica Islamica dell'Iran ha sostenuto che le misure di un solo paese sono una minaccia al multilateralismo e alla sovranità delle nazioni.

Ha parlato delle azioni disumane che il blocco provoca, dato che è il sistema più ingiusto e crudele esercitato contro qualsiasi paese e che inoltre qsuta politica genocida è stata indurito nell'ultimo anno.

L'Iran e Cuba pagano il prezzo della loro resistenza e della loro indipendenza al di fuori degli interessi espansionisti degli Stati Uniti.

Interviene il rappresentante dello Stato Plurinazionale della Bolivia:

«Non solo votiamo contro il blocco economico, commerciale e finanziario, votiamo a favore della speranza e della meravigliosa possibilità si costrure il nostro mondo più giusto».

Il blocco contro Cuba è illegale, ingiusto e immorale e viola i principi della Carta delle Nazioni Unite, ha segnalato ancora ed ha inviato un messaggio di solidarietà al popolo dell'Isola.

Non solo votiamo contro il blocco ma a favore della speranza. La Bolivia si unisce alla voce del mondo. Chiede, reclama ed esige che si elimini il blocco .

Interviene la rappresentante degli Stati Uniti

L'intervento della rappresentante del governo statunitense, Kelly Craft.

Durante la seconda giornata di dibattito attorno alla presentazione della risoluzione di Cuba sugli effetti del blocco degli Stati Uniti sulla società cubana, ha preso la parola la rappresentante del governo statunitense, Kelly Craft.

Durante il suo intervento, la funzionaria ha sottolineato che gli USA non riconoscono gli effetti nocivi che provocano al popolo di Cuba le restrizioni economiche commerciali e finanziarie del suo governo.

Ha ammesso che di sicuro per la 28ª volta i paesi membri della ONU avrebbero votato a favore della risoluzione cubana ed ha negato il fatto che i danni accumulato in circa sei anni d'applicazione di questa politica raggiungano la cifra di 138 mila 843, 4 milioni di dollari.

Considerando la svalutazione del dollaro contro il valore dell'oro nel mercato internazionale, il blocco ha provocato perdite calcolabili in 922 mila 630 milioni di dollari, valore rappresenta una perdita del 1,2 per cento rispetto al periodo precedente, per via della diminuzione del prezzo dell'oro del 1,6 per cento.

Questo denaro si poteva usare per migliorare la qualità di vita dalla popolazione cubana.

Nell'esercizio della stessa sovranità che loro tentano di sabotare in Cuba, la Craft ha detto che gli USA decidono con chi commerciare ed ha chiamato i presenti a chiedersi se fanno bene ad appoggiare la proposta cubana, considerando le costanti accuse dell'amministrazione statunitense su - come loro presumono - si violano i diritti umani nell'isola.

Come parte del suo discorso, la funzionaria ha citato vari articoli della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e specificatamente si è riferita a quelli che riassumono il diritto alla libertà d'espressione, al diritto al lavoro e alla proibizione del servizio forzato.

Nel suo discorso, ripetitivo sino alla stanchezza, ha portato come esempi di violazioni che "non hanno nulla a che vedere con l'embargo", le presunte reclusioni di giornalisti e attivisti, ma non ha riconosciuto che gli Stati Uniti hanno destinato dal 20 gennaio ad oggi più di 22 milioni di dollari per progetti di sovversione contro l'Isola.

La motivazione del mercenarismo, per gli USA non è un problema. Secondo dati del sito web Cuba Money Project, 14. 386.098 milioni di dollari son stati dati a 42 organizzazioni che operano nel rango dei progettt della detta promozione della democrazia. 

Kelly Craft, ha detto varie volte nel suo intervento che "l'embargo non forza" il governo cubano a inviare migliaia di medici fuori da Cuba come oggetti di un servizio forzato". La campagna contro i medici cubani è una delle ultime line d'attacco contro Cuba. Come parte del seguito di questo attacco, Jair Bolsonaro ha provocato la fine della missione cubana in Brasile e pìu di 29 milioni di brasiliano ora non godono d'assistenza medica.

"I medici sono obbligati a lavorare all'estero con salari miserabili. Il nostro embargo non forza a schiavizzare i medici", ha deto per rinforzare questa accusa smentita già in molte occasioni dal governo cubano e dagli stesi medici cubani attraverso i loro account nelle reti sociali e in altri spazi.

In 55 anni -in accordo con i dati del Ministero di Salute di Cuba- l'Isola ha realizzato 600.000 missioni internazionaliste in 164 nazioni, alle quali hanno partecipato circa 400.000 lavoratori della salute, che in non pochi casi hanno realizzato questo nobile compito in varie occasioni.

Spiccano le prodezze della lotta contro l'Ebola in Africa, le oculistiche in America Latina e nei Caraibi, contro il colera in Haiti e la partecipazione di 26 brigate del Contingente Internazionale di Medici Specializzati in Disastri e Grandi Epidemie "Henry Reeve" in Paquistan, Indonesia, Messico, Ecuador, Perù, Cile e Venezuela, tra i tanti paesi.

La Craft ha mentito anche dichiarando che a Cuba si restringe il diritto al lavoro, perchè ignora che nell'Isola esercitano un lavoro privato più di 600.000 cittadini ai quali si aprono nuove opportunità in maniera continua. Inoltre ha accusato Cuba di limitare la libertà d'informazione: con  media controllati dallo Stato e dove l'unico partito legale è il comunista, ha dichiarato.

Ancora una volta gli USA, con questa affermazione, criticano il sistema sociale e politico scelto in maniera responsabile e sovrana dal popolo di Cuba.

Nel mezzo della sfilza di tergiversazioni e presunte denunce, ha indicato anche la collaborazione di Cuba con il regime di Maduro che, nelle sue parole corrisponde a un'instabilità della quale i suoi leadres non accettano la responsabilità.

Incolpare Cuba -unita al Venezuela da più di due decenni con vincoli di collaborazione medica, artistica e dell'educazione per la crisi provocata dagli Stati Unii nella regione, motivando i piani neoliberali dei governi di destra e creando campagne specializzate per far sì che i popoli si alzino contro i loro legittimi governanti, è stata la cosa più indignante del discorso statunitense, i cui rappresentanti, come si é visto nella trasmissione dal vivo dalla ONU, non si vergogno neanche più di tante menzogne alla faccia del mondo. (GM - Granma Int.)

Interviene Jorge Arreaza, ministro del Potere Popolare per le Relazioni Estere del Venezuela.

Il cancelliere del Venezuela, Jorge Arreaza, ha parlato a nome del suo paese ed ha indicata l'importanza che il presidente Nicolás Maduro assegna alla votazione contro il criminale blocco statunitense contro Cuba.

Il rappresentante della delegazione venezuelana ha detto che la situazione attuale è una minaccia per il multilateralismo e il diritto internazionale ed ha inviato i suoi rispetti a Bruno Rodríguez, cancelliere cubano, e alla sua delegazione .

Nessuna sanzione del mondo potrà impedire che le nostre nazioni continuino a lavorare insieme e stiamo qui anche per voi, ha segnalato.

Ugualmente ha ricordato che il popolo cubano è determinato ad esercitare il suo diritto all'autodeterminazione e che nessuna misura coercitiva potrà eliminare qustao diritto. Nonostante le difficoltà economiche, Cuba ha sempre offerto la sua cooperazione solidale ad latri paesi del mondo.

Il blocco è una politica obsoleta mediante la quale hanno preteso di isolare Cuba ma chiaramente questa politica è fallita.

Il blocco è un castigo collettivo che emana dai capricci la superbia di quelli che si credono superiori e padroni del mondo. Cuba ha dimostrato che non lo sono e dovranno compensare il popolo per le loro brutali misure.

El Presidente cubano Miguel Díaz-Canel Bermúdez, nell'intervista trasmessa dalla   televisione regionale Telesur il 16 settembre, scorso, fu enfatico nel definire il blocco come «una pratica brutale, che vuole condannare i nostro popolo a morire di necessità e viola territorialmente, e impone norme nella relazione del mondo con Cuba».Oggi 7 novembre, per la 28ª volta consecutiva, il Progetto di Risoluzione per porre fine al blocco degli Stati Uniti contro Cuba sarà posto a considerazione nelle Nazioni Unite.

In domande e risposte

1. Perchè il blocco rappresenta una violazione della legalità internazionale?

Alexander Pankin, rappresentante della Federazione della Russia nella ONU: «La Russia è stata sempre solidale con il popolo d Cuba e chiede che si elimini immediatamente il blocco che va contro la Carta della ONU e costituisce un'ingerenza nei temi interni di uno Stato».

Bashar Jafari, rappresentante della Repubblica Araba della Siria: «Questa è un'infrazione del diritto allo sviluppo. Oggi c'incontriamo a 11 anni dalla meta del 2030 e nessuno può sostenere che il blocco non impedisce lo sviluppo sociale degli Stati».

Nagaraj Naidu, rappresentante dell'India: «Possono esistere pochi dubbi sul fatto che l'esistenza del blocco che contravviene l'opinione mondiale corrode le stesse basi delle Nazioni Unite. Mostriamo solidarietà con il richiamo di questa organizzazione».

Valentin Rybakov, ambasciatore permanente della Bielorussia nella ONU: «La Bielorussia sostiene che qualsiasi misura coercitiva unilaterale è una volgare violazione del Diritto Internazionale e dei pilastri delle relazioni tra gli Stati».

2. Perchè il blocco danneggia anche altri paesi?

Nguyen Phuong Nga, rappresentante del Vietnam: «Chiamiamo il governo degli USA a cambiare la su política verso Cuba a favore delle relazioni tra i due paesi e il benessere e la sicurezza mondiali».

Juan Ramón de la Fuente, rappresentante permanente del Messico presso l'Organizzazione delle Nazioni Unite: «L'interesse degli USA d'attivare l'applicazione del III Titolo della Legge Helms - Burton non solo danneggia l'Isola, ma anche terzi paesi».

3. Perche è una violazione dei diritti umani?

Yashar Aliyev, rappresentante permanente dell' Azerbaigian: «Il blocco contro la più grande delle Antille, che si mantiene da quasi 60 anni, è un esempio del cattivo effetto di queste misure contro il benessere del popolo, violando i suoi diriti umani includendo quello allo sviluppo».

Macharia Kamau, rappresentante del Kenia nelle Nazioni Unite: «Le sanzioni imposte in maniera unilaterale dal Governo degli USA contro Cuba che sembrano perenni e generali, sono un chiaro abuso contro i Diritti Umani».

4. Perchè il mondo vota a favore di Cuba?

Keisha McGuire, ambasciatrice di Granada nella ONU: «Cuba è stata uno dei primi paesi ad aiutare la popolazione delle Bahamas subito dopo il passaggio dell'uragano Dorian che ha devastato nel settembre scorso buona parte di questi paesi con conseguenze devastanti, includendo perdite di vita».
Jerry Matjila, rappresentante del Sudáfrica: «Cuba ha fatto un grande sacrifico per la liberazione del Sudafrica, e molti cubani hanno dato la vita per un Sudafrica libero e democratico», ha sottolineato il diplomatico.
Inga Rhonda King, rappresentante di San Vicente y las Granadinas preso la ONU: «Cuba è un esempio di solidarietà, e molti dei nostri Stati hanno ricevuto l'aiuto di Cuba. San Vicente y las Granadinas ha avuto un impatto con questi programmi e saremo grati per sempre al popolo cubano». ( GM - Granma Int.)

Questo 7 novembre, per la 28ª volta Cuba presenta nella ONU ONU il Progetto di Risoluzione contro il blocco degli Stati Uniti

Neville Melvin, rappresentante della Namibia, ha reiterato che come negli anni scorsi il suo paese voterà contro il blocco imposto a Cuba.

Tristemente, invece di avanzare per porre fine alla sofferenza del popolo cubano, abbiamo visto che sono stati fatti diversi passi indietro, ha sottolineato.

«In difesa del Diritto Umano e della Carta delle Nazioni Unite, la nostra delegazione voterà a favore della Risoluzione e invita le altre delegazioni a fare lo stesso», ha dichiarato.

Cinque frasi di Fidel sul blocco

Il Comandante in Capo, Fidel Castro Ruz, ha fatto diversi riferimento al blocco commerciale, economico e finanziario imposto contro Cuba da quasi sei decenni dagli Stati Uniti.

1. «È vero che siamo ancora sotto il blocco imperialista; è vero che gli imperialisti cercano di stringere questo blocco e che non sappiamo quanto tempo dovremo resistere a questa situazione. E la resistiremo! Perchè la nostra bandiera rivoluzionaria non si piegherà mai! perchè la fronte alta di questa nazione non si abbasserà mai! Perchè affronteremo i rischi necessari per il tempo che sarà necessario; affronteremo i sacrifici necessari per quanto tempo sarà necessario. Perché noi ci assumiamo le piene responsabilità della nostra condotta, della nostra storia e della nostra Rivoluzione. (Discorso del 28 settembre del 1963 per il Terzo Anniversario dei Comitati di Difesa della Rivoluzione).

2. «Picchiare duramente in agricoltura gli yankee è sconfiggere l'arma principale, una delle armi principali che stanno usando contro la nostra Rivoluzione, l'arma del blocco economico, cioè l'arma della fame». (Chiusura del III Congresso Nazionale della ANAP, nell'Istituto Tecnologico "Rubén Martínez Villena", 18 maggio del 1967).

3. «Il loro blocco economico e le aggressioni tolgono loro il prestigio, sono insostenibili nel mondo. Non hanno una modo morale per difendere questa politica contro di noi… Il blocco si mantiene! L'immoralità di questa politica degli Stati Uniti è che pretendono di usare il blocco come un'arma di negoziato con noi». (Conclusioni nel Secondo Periodo Ordinario di Sessioni della ANPP il 24 dicembre del 1977).

4. «Come può parlare infine di diritti umani il governo imperialista che mantiene una base militare con la forza nel nostro territorio, e sottomette il nostro popolo a un criminale blocco economico?... Noi siamo disposti a resistere degnamente in modo assoluto per tutti gli anni che siano necessari al blocco imperialista. Se altri transigono, se altri si lasciano ricattare, se altri tradiscono, Cuba saprà mantenersi come esempio di una rivoluzione che non vacilla, che non si vende, che non si arrende e che non s'inginocchia» (Discorso pronunciato il 26 di Luglio del 1978).

5. «Il blocco è più che proibire la vendita di merci degli Stati Uniti, impedire di comprare e vendere negli Stati Uniti, è una feroce espressione e una feroce persecuzione per evitare la realizzazione di Cuba di operazioni commerciali di qualsiasi genere e tutto questo immenso potere oggi è concentrato contro il nostro paese.». (Discorso pronunciato nell'incontro con i Pastori per la Pace, il 27 novembre del 1992).

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