www.resistenze.org - popoli resistenti - francia - 18-12-17 - n. 655

Uniamoci contro la politica del Capitale!

Partito Comunista Rivoluzionario di Francia | pcrf-ic.fr
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

16/12/2017

Una coscienza di classe da far emergere, schierare, mettere in movimento ...

Quando la melassa dei buoni sentimenti condiscendenti si diffonde quotidianamente nei discorsi politici e nei media, come copertura della violenza e dell'ingiustizia prodotta dal regime capitalista, è difficile non provare disgusto.

Disgusto a causa dell'ipocrisia, è quello che proviamo per la "vasta consultazione per combattere la povertà", lanciata il 6 dicembre 2017 da Agnès Buzyn, ministro della "Solidarietà e salute", che dando la priorità ai bambini e ai giovani pone l'obiettivo di "impedire ai bambini poveri di oggi di diventare i poveri di domani" (sic!). Tutti saranno in grado di apprezzare le implicazioni: i poveri genitori di oggi, potranno restare i poveri di domani... Ognuno potrà anche chiedersi quanto costeranno i dieci giorni di chiacchiere pubbliche organizzate da qui a marzo, la gestione dello spazio Internet "dedicato" e "aperto ai cittadini" e i sei gruppi di lavoro nazionali "istituiti" per studiare "i modi per sradicare la povertà infantile, favorire l'integrazione dei giovani, migliorare la prevenzione, l'accesso ai diritti, rafforzare la lotta contro l'esclusione, coinvolgere le autorità locali" (scusate se è poco!) e presentare le loro conclusioni ad aprile al presidente Macron.

Per quanto riguarda gli adulti poveri, la soluzione miracolosa per loro è "l'accompagnamento rinforzato" da chi? come? mistero...; ma saranno indubbiamente "accompagnati" come lo furono le migliaia di lavoratori precari i cui "contratti di accompagnamento per l'impiego" (noti anche come "contratti incentivati") furono brutalmente fermati dal governo Macron/Philippe; come milioni di disoccupati, a cui è stato offerto un "piano di accompagnamento dei licenziamenti economici", ma il cui numero è costantemente aumentato negli ultimi 10 anni, raggiungendo ora il 23% della popolazione attiva (disoccupata o sottoccupata). È intollerabile sentire Macron e il suo governo fingere di essere preoccupati per la povertà, mentre la loro politica nel suo complesso ha la diretta conseguenza di accentuarla: la riforma della legge sul lavoro e sulle ordinanze, l'aumento della contribuzione pensionistica, il congelamento degli stipendi dei dipendenti pubblici, la riduzione dell'assistenza abitativa, risparmi di bilancio nei servizi pubblici, selezione all'Università, riforma pensionistica, ecc.

Alla stregua di questo annuncio sulla povertà o quello sulla violenza contro le donne, ogni giorno assistiamo all'uscita di campagne presidenziali e "piani d'azione" ministeriali, che non sono altro che gusci vuoti posti sulla ribalta della scena mediatica, per confondere le coscienze e cercare di far dimenticare le cause profonde delle regressioni e delle sofferenze patite dalla maggioranza della popolazione.

Non c'è dubbio che la massa dei lavoratori non sia ingannata dalle operazioni di depistaggio del governo, fatto evidenziato dal livello di impopolarità di Macron (55% a novembre 2017) e dalle numerose mobilitazioni locali che persistono nel mondo del lavoro (salutiamo la vittoria dei portuali che, attraverso lo sciopero, hanno ottenuto in ottobre il loro contratto collettivo) e sui territori (in difesa dei servizi pubblici locali).

Ma è chiaro che la moltiplicazione della rabbia non ha ancora portato alla sollevazione di massa di un movimento sociale capace di far vacillare il potere; da questo punto di vista, il ruolo delle direzioni nazionali e locali del confederazione generale del lavoro (CGT) è cruciale: il sindacalismo della lotta di classe, l'unico in grado di federare le lotte, non rinascerà spontaneamente nei "giorni di azione", come sono stati lanciati per anni, ma dall'attuazione permanente del principio di solidarietà di classe. Deve essere ripetutamente affermato che ogni attacco contro i lavoratori di un'impresa o di un ramo dell'industria, contro un servizio pubblico, contro un diritto sociale o democratico, è un attacco all'intera classe degli sfruttati, al servizio esclusivo della classe degli sfruttatori, quella dei monopoli e dell'oligarchia finanziaria, che scelse Macron e il suo reazionario En Marche per servirli meglio.

Politicamente, attraverso il loro coinvolgimento nel proletariato, i comunisti devono contribuire alla messa in moto della lotta di classe e di massa; ma allo stesso tempo hanno la preoccupazione di aprire inevitabilmente la prospettiva rivoluzionaria verso una società socialista-comunista, che essa sola può rendere le vittorie acquisite da questa lotta efficaci e durature.

Dopo il 2017, e il centenario della Rivoluzione d'Ottobre, di cui abbiamo ricordato le preziose lezioni da conoscere per il successo di questa lotta rivoluzionaria, arriverà il 2018... Sarà il bicentenario della nascita di Karl Marx, e il 150° anniversario del Manifesto dei comunisti. Lasciamo la parola a Marx ed Engels che hanno brillantemente aiutato ad aprire la strada di un processo rivoluzionario di liberazione: "[La borghesia] produce innanzitutto i suoi propri becchini. Il suo tramonto e la vittoria del proletariato sono ugualmente inevitabili".


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