www.resistenze.org - popoli resistenti - francia - 25-11-18 - n. 692

La classe operaia deve frasi avanti!

Partito comunista rivoluzionario di Francia | pcrf-ic.fr
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

24/11/2018

Dal 17 novembre, manifesta nel paese un forte movimento contro le politiche di Macron e del suo governo, i "gilet gialli". Questo movimento è stato oggetto della più brutale repressione poliziesca come succede alla classe operaia e al movimento sindacale, quando entrano in conflitto con il potere del capitale monopolistico e il suo Stato. I "gilet gialli" sono un'espressione della rabbia che sta travolgendo la classe operaia, gli artigiani, i piccoli imprenditori, i giovani, i pensionati, i contadini, ma anche una parte delle libere professioni.

L'aumento delle tasse e dei prelievi obbligatori colpiscono sempre più coloro che lavorano e che hanno sempre più difficoltà a sbarcare il lunario, mentre i profitti e i patrimoni della borghesia (datori di lavoro, società, rentiers, azionisti) ne sono esonerati, anzi la quota di prelievo a loro carico è ancora diminuita.

Nell'immaginario popolare "Macron è il presidente dei ricchi" e in effetti è il presidente dei monopoli capitalisti. La rabbia è tanto più forte quando, parallelamente, i servizi pubblici si deteriorano o scompaiono.

L'aumento delle tasse sui carburanti, in particolare sul diesel, è la goccia che fa traboccare il vaso. Il pretesto ecologico evidenzia la realtà: lo stesso Macron, per giustificarsi, lo rivela affermando che è con queste nuove tasse che vuole finanziare la transizione energetica! Dagli anni '50, tutti i governi hanno dato priorità ai trasporti su strada, smantellando la rete ferroviaria a vantaggio dei monopoli petroliferi, delle automobili e della gestione delle autostrade. Hanno sostenuto e finanziato la costruzione di supermercati e la creazione di zone industriali e di attività nelle periferie delle città. Con questo, il mondo del lavoro è stato costretto all'uso dell'auto, non l'ha scelto!

Proprio Macron ha dato priorità al trasporto su strada quando era ministro e l'attacco contro la SNCF della scorsa primavera fa prevedere ulteriori arretramenti della ferrovia nei confronti del trasporto su gomma! Se deve esserci una transizione energetica, spetta alla borghesia pagarla, non ai lavoratori.

Esiste una posizione di classe sulle questioni ecologiche: o ci allineiamo alla demagogia macroniana, analoga a quella socialdemocratica, di strumentalizzazione dell'ecologia per giustificare le misure antipopolari e finanziare il presunto capitalismo verde o ci opponiamo, in vista di rovesciare il capitalismo, il padre di tutte le forme di inquinamento! Solo il socialismo-comunismo con il potere della classe operaia, la socializzazione dei mezzi di produzione e di scambio, la pianificazione centrale e l'internazionalismo possono risolvere la questione ecologica nella prospettiva della soddisfazione dei bisogni sociali.

È chiaro che il movimento sindacale non riesce a esprimere la rabbia crescente e dargli una direzione di classe: l'assenza di una strategia di lotta offensiva contro la politica della borghesia, l'allentamento di una linea sistematica di organizzazione dei lavoratori, la rottura tra le direzioni nazionali e le basi militanti sono le conseguenze dirette del collaborazionismo tra classi; l'affiliazione alla Confederazione europea dei sindacati o alla Confederazione internazionale dei sindacati, l'adesione al presunto sindacalismo o allo scandaloso appello a votare Macron nel maggio 2017 fingendo di ignorare che rappresentava la politica antioperaia, la politica di rimessa in discussione delle libertà democratiche!

Naturalmente attorno agli iniziatori del movimento dei "gilet gialli", non mancano ambiguità. È vero che alcuni vorrebbero deviare i lavoratori dalle loro organizzazioni e proseguire nella disorganizzazione del mondo del lavoro, inducendo a credere che i social network siano sufficienti a organizzare il malcontento. Senza partiti o sindacati, significa senza direzione autonoma e visibile del movimento. Una porta aperta a qualsiasi manipolazione. Soprattutto, significa la cancellazione della classe operaia: è la piccola borghesia che decide e chiede la partecipazione, senza distinzione di classe, padroni e lavoratori, in quanto... consumatori.

Improvvisamente, il capitalismo può dormire sonni tranquilli! Ma è diverso da chi ha la bocca piena di "parternariato sociale", "dialogo sociale"? Da chi si dilunga sui giornali borghesi sulla transizione ecologica senza alcun riferimento alla lotta di classe e alla necessità di combattere i capitalisti (e certamente non quelli del nucleare) come fa un funzionario della CGT su Le monde del 24 novembre? Non ci sono movimenti sociali "puri", far finta di crederci giustifica l'attendismo e rinforza l'ordine sociale dominante, il governo Macron.

Le rivendicazioni sono giuste. Nei posti di blocco e nei raduni, vediamo lavoratori, uomini e donne di estrazione popolare, le discussioni che si svolgono sono solitamente molto lontane dal poujadismo in cui la borghesia vuole intrappolare il movimento [per poujadismo, wikipedia richiama il movimento politico e sindacale sviluppatosi negli anni 50, in difesa di commercianti e artigiani insofferenti delle politiche statali. Oggi è usato nell'accezione negativa di populismo e corporativismo]. Inoltre, quando il presidente della grande borghesia dichiara che le prestazioni sociali costano una follia, non è poujadismo del più volgare?

Non è il ruolo dei sindacati o delle organizzazioni che pretendono di rappresentare le masse, di fare i pompieri di Macron. Sarebbe preferibili che si interrogassero su queste mobilitazioni, sulle difficoltà strategiche che scaturiscono dalla collaborazione di classe, sull'abbandono delle prospettive di rovesciamento rivoluzionario del capitalismo, sulla politica della "negoziazione fredda" e ne traggano delle considerazioni strategiche. Questo è l'unico modo per combattere davvero l'estrema destra, attaccando il suo substrato: il capitalismo monopolistico!


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