www.resistenze.org - popoli resistenti - francia - 21-09-20 - n. 761

Il capitalismo e le sue crisi...

Partito Comunista Rivoluzionario di Francia (PCRF) | pcrf-ic.fr
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

11/09/2020

Crisi sanitaria, economica, ambientale e politica... : Fate largo ai "dannati della Terra" per una nuova società!

Dal 2017 il volto di uno Stato al servizio esclusivo della classe borghese, la classe sfruttatrice e predatrice, viene smascherato ogni giorno di più. Sotto la guida di un "Presidente dei ricchi" dall'arroganza senza precedenti, dei due governi che si sono succeduti, quello di Philippe e poi quello di Castex, un nuovo governo di banditi e padroni mette visibilmente in atto la politica dettata dai consigli di amministrazione dei monopoli francesi, ossessionati dall'idea di estendere il loro controllo sulla società nel suo complesso e di salvaguardare i loro già mostruosi profitti.

Uscendo dal confinamento che ha messo in evidenza il ruolo della classe operaia e degli agenti dei servizi pubblici, il governo Macron/Castex ha consegnato tra maggio e settembre 2020 quasi 600 miliardi di denaro pubblico alle imprese private attraverso "piani di ripresa" (470 miliardi nel 2020 + 100 miliardi nel 2021 e 2022), che consentiranno ai padroni di ricostituire le proprie casse, investire a basso costo, pagare meno tasse e assumere giovani quasi gratuitamente. Il tutto senza alcuna compensazione in termini di posti di lavoro, salari e condizioni di lavoro. L'applauso del MEDEF (la Confindustria francese, ndt) ("un messaggio molto forte e positivo", dice il suo leader) - così come quello del CFDT (sindacato giallo, ndt) - per questo piano di recupero è sufficiente per comprenderne il contenuto di classe.

E per una buona ragione: lo Stato borghese ha la missione primaria di compensare, a favore dei suoi monopoli, gli effetti di una crisi economica generata dal sistema capitalistico che si sta aggravando da diversi decenni. Questa "compensazione" assume diverse forme: innanzitutto, come abbiamo visto, il trasferimento di denaro pubblico alle aziende; ma anche le opportunità sfruttate dai monopoli, come è stato il caso della gestione del Covid-19 (ad esempio, la vendita di mascherine che sono diventate molto succose, la grande distribuzione che ha riempito le proprie tasche, le fusioni o acquisizioni di aziende basate sulla rovina dei più piccoli ecc.); infine, ma non meno importanti, le misure governative e le "riforme" che permettono a questi monopoli di rafforzare il loro sfruttamento dei lavoratori, ritirando sistematicamente le conquiste sociali che hanno ottenuto con la dura lotta del secolo precedente. Le riforme delle pensioni e dell'assicurazione di disoccupazione saranno mantenute, afferma Castex; ci sarà bisogno di più lavoro, dicono all'Eliseo; e se i padroni vogliono abbassare i salari, ridurre la RTT (
Riduzione dei Tempi di Lavoro, ndt), degradare le condizioni di lavoro, devono solo usare gli "accordi collettivi di prestazione", cioè il ricatto del lavoro, offerti dalle ordinanze Macron; e già lo stanno facendo!

Chi deve sopportare e pagare per la crisi attuale deve accettare il proprio destino: "Abbiate fiducia!" e "Consumate!", dicono i ministri Castex e Le Maire. Cinismo indecente, mentre ogni giorno porta la sua quota di nuovi "piani sociali" (158.000 posti di lavoro eliminati nel secondo trimestre, secondo l'INSEE), mentre l'UNEDIC (
Unione nazionale interprofessionale per l'occupazione nell'industria e nel commercio, ndt) annuncia 900.000 disoccupati in più entro la fine del 2020. Il numero ufficiale dei disoccupati supera già i 6 milioni, mentre l'aumento dei prezzi colpisce in particolare i prodotti alimentari (+2,5% nel 2019, con il proseguimento dell'aumento nel 2020), mentre i salari vengono congelati o abbassati e i bonus Covid promessi sono spesso "dimenticati"...

Ma nonostante il silenzio dei media ufficiali sull'importanza delle lotte, ovunque nel Paese e la disinformazione sostenuta da falsi sondaggi, i nostri governanti mostrano tutti i segni di una rabbia crescente che né la repressione contro i
Gilets Gialli, né il confinamento hanno spento e di cui la forte astensione nelle ultime elezioni comunali è un segno tangibile. Da qui l'utilizzo dell'alibi dello "stato di emergenza sanitaria" (prorogato fino alla fine di ottobre) per limitare ulteriormente le libertà democratiche, in particolare il diritto di manifestare (divieto di raduni di oltre 5.000 persone) e di riunirsi. L'obbligo generalizzato di indossare la mascherina ovunque e in ogni momento, criticato da alcuni tribunali (a Lione e a Strasburgo) per la sua mancanza di discernimento, rivela anche il carattere autoritario e infantile delle decisioni governative.

Questa volontà dello Stato capitalista di stare dietro la bandiera dei propri monopoli, si rivela ben oltre i nostri confini con una politica d'ingerenza e di aggressione raramente eguagliata: a questo proposito, gli apici sono stati raggiunti in Libano, dove i ripetuti interventi di Macron, presentandosi lì come il salvatore del Paese (accompagnato da fregate e monopoli francesi...), ci ricordano che il neocolonialismo resta uno dei fondamenti dell'imperialismo francese, non solo in Africa, ma anche in Medio Oriente.

Possiamo vedere, attraverso questo quadro, che la nostra società capitalista è afflitta da una crisi multiforme, che non si risolverà senza profondi sconvolgimenti sociali. Negli ultimi mesi le manipolazioni politiche e ideologiche, fortemente veicolate dai media dominanti, hanno avuto la tendenza di farci credere che un blocco "social-ecologista" sarebbe stato l'alternativa all'era di Macron. Ma questo ci riporta all'ormai noto scenario dell'illusoria "alternanza destra-sinistra", che soddisfa pienamente i monopoli e la borghesia come cortina fumogena per la loro dittatura.

Infine l'urgenza, per chi subisce gli effetti della crisi, passa attraverso le incessanti e convergenti lotte per salvare posti di lavoro, difendere i salari e le condizioni di lavoro; e il PCRF sostiene ovunque queste mobilitazioni dei lavoratori.

Ma la soluzione della crisi sarà necessariamente il frutto di un processo rivoluzionario che mira a mettere in discussione il capitalismo e ad invertire il rapporto di classe: che la classe produttrice di ricchezza prenda finalmente in mano il controllo del paese, che il proletariato si appropri dei mezzi di produzione e di scambio; e poi sì, darà vita al "mondo dopo", liberato dal barbaro sfruttamento capitalista!


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