www.resistenze.org - popoli resistenti - francia - 19-07-21 - n. 797

Polizia e trafficanti...

Partito Comunista Rivoluzionario di Francia | pcrf-ic.fr
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

28/06/2021

Il mese scorso, l'assassinio di un poliziotto da parte di un narcotrafficante ha occupato a ciclo continuo i media, sull'onda dell'emozione e della dimostrazione dei poliziotti contro una giustizia troppo permissiva e le divagazioni di tutto lo spettro politico, da Roussel (PCF) a Darmanin (En Marche), De Villiers (Partito Repubblicano, Unione per la Democrazia Francese e Movimento per la Francia) e Zemmour (conduttore tv legato all'estrema destra) e Rassemblement National.

Ma quali sono le questioni fondamentali che i marxisti non possono ignorare quando si tratta di violenza e delinquenza?

Il capitalismo resta inseparabile dall'oppressione nazionale e di classe, nelle sue varie forme. La Francia è stata una grande potenza coloniale, ricorrendo a guerre per cercare di schiacciare i movimenti di liberazione nazionale. Queste guerre coloniali condotte in nome dell'"unità della nazione" hanno dato origine a tendenze razziste e scioviniste anche in alcuni settori del movimento operaio francese e a una tradizione acuita di violenza di classe. Oggi 9.200 soldati continuano a combattere le guerre dell'imperialismo francese con Rafale (presto saranno operativi 129 aerei), portaerei, carri armati...

La Francia, sotto l'egida dei suoi governanti borghesi di destra e di sinistra, è diventata un paese di segregazione e di discriminazione nazionale e razziale. Una tale situazione carica un senso di rivolta e rabbia. La borghesia rappresentativa dei monopoli perseguita i giovani disoccupati dei quartieri popolari con operazioni di polizia, controlli incessanti dell'identità, arresti a volte arbitrari, violenza e impunità della polizia. Di recente alcune associazioni hanno lanciato denunce di azioni collettive contro il "riconoscimento facciale". Inoltre, da Sarkozy in poi, è stata portata avanti una "politica di comunità", spingendo i leader clericali a inquadrare la popolazione. La legge sul separatismo ne è un'estensione.

A differenza delle manifestazioni di politici e polizia del 19 maggio, noi colleghiamo le questioni di sicurezza della popolazione all'analisi di classe.

La delinquenza è il prodotto dell'esclusione e della miseria sociale, dell'assenza di prospettive personali ma soprattutto collettive, deriva anche dal parassitismo di certe attività economiche. L'imperialismo cerca il massimo profitto con tutti i mezzi, in tutti i mercati: traffico di vite umane, traffico di droga, vendita illegale di armi, sfruttamento di ragazze e ragazzi, anche bambini. In Francia, il traffico ha reso 5 milioni di persone dipendenti dalla cannabis (2 milioni di consumatori regolari), 100.000 dalla cocaina. Per 10 milioni di fumatori di sigarette, vediamo quante tabaccherie riforniscono la rete, quindi immaginiamo quanti punti di traffico di droga esistono! Così ci sono spacciatori dappertutto, con i loro leader a capo della rete che accumulano fortune e lavoratori sfruttati in fondo alla scala.

Inoltre, i media capitalisti, grazie ai canali televisivi, diffondono un vero e proprio culto dell'arricchimento individuale con tutti i mezzi, e le serie tv e i reality come La Maison o Koh-lanta hanno sostituito i giochi circensi, con la stessa funzione: uscire dalla propria condizione di schiavitù individuale e ai danni degli altri.

È anche noto a tutti, compresa la polizia, che le armi detenute da questi trafficanti non sono usate contro la polizia, ma contro altri trafficanti, e spetta a chi ha l'arma più grande proteggere il suo mercato, il suo territorio di vendita. L'assassinio di un poliziotto come ad Avignone è quindi molto raro. Siamo molto lontani dalla cosiddetta militarizzazione dei trafficanti denunciata dai politici borghesi. Inoltre, la propaganda sui sequestri di droga non ha quasi nessun effetto sulle reti di trafficanti, perché le merci sono fabbricate in quantità enormi e in centri di produzione ben lontani da essere identificati. La polizia dà la caccia ai piccoli spacciatori.

I comunisti in realtà credono che bisogna attaccare la fonte del traffico, la politica criminale degli stati imperialisti, i narco-stati, il primo dei quali è gli Stati Uniti, che, appena invaso l'Afghanistan, hanno autorizzato la coltivazione dei papaveri da oppio, morfina ed eroina! Requisire i beni dei trafficanti milionari, recuperare i loro conti bancari per il riciclaggio di denaro: questa sarebbe una politica efficace che però non verrà attuata sotto il capitalismo.

I grandi trafficanti sono i veri colpevoli dell'insicurezza e poiché si tratta di notabili borghesi, che sono diventati amministratori di società o che hanno quote nei monopoli bancari, i media e le autorità pubbliche si soffermano solo sulla "piccola criminalità".

Il nostro partito denuncia l'abbinamento quartieri popolari e bande: le fonti del crimine organizzato si trovano nei quartieri alti! Anche se, naturalmente, i traffici di piccolo cabotaggio si trovano più facilmente tra gli "esclusi".

Tra le nostre principali linee di lotta, ci battiamo per una politica di prevenzione dando la priorità nel bilancio nazionale all'educazione, lavorando per la gratuità dell'istruzione, combattendo il dominio padronale sulla scuola, facilitando l'accesso al lavoro pubblico a tutti i giovani con poche o nessuna qualifica, combattendo risolutamente tutte le forme di discriminazione e il profiling razziale e per la parità di diritti in tutti i campi!

Condanniamo la deriva securitaria che assimila tutti i giovani dei quartieri popolari al lumpenproletariat.

Il volto dei complessi residenziali, troppo spesso ignorato, è il lavoro permanente che viene fatto dagli stessi abitanti, che spesso non hanno risorse. Siamo solidali con gli abitanti dei quartieri popolari per il loro diritto a una vita quotidiana migliore, per l'uguaglianza dei diritti, compresi quelli di cittadinanza, per la creazione di servizi pubblici locali. Per quanto riguarda i giovani disoccupati, non possiamo pretendere che abbiano una coscienza di classe "rivelata": come materialisti, sappiamo che questo non è possibile senza un legame con la produzione. I sindacalisti di classe, marxisti-leninisti, devono lottare nel loro sindacato, associazione, per condurre la battaglia per il diritto al lavoro dei giovani dei quartieri popolari, il loro diritto ad una scuola di qualità, la presa di coscienza con azioni di rifiuto di ogni discriminazione segregativa e razzista.

I problemi di sicurezza non saranno mai risolti sotto il capitalismo. Il nostro partito ha il compito di mostrare com'era il socialismo in URSS, dove la disoccupazione venne bandita insieme allo sfruttamento e alla miseria, basandosi sulle conquiste democratiche del socialismo per organizzare al meglio la vita delle persone.

In URSS, nel 1921, dopo la guerra civile, quasi 6 milioni di giovani delinquenti che morivano letteralmente di fame minacciavano la sicurezza di molti abitanti. Solo il socialismo poteva e avrebbe prodotto pedagoghi ed educatori come Makarenko, che lavoravano per rieducare la stragrande maggioranza di questi giovani a diventare coscienti e dediti costruttori del socialismo-comunismo. Molti caddero come eroi nella Grande Guerra Patriottica contro le orde fasciste di Hitler. Abbiamo la stessa fiducia e fermezza verso questi giovani.


Resistenze.org     
Sostieni Resistenze.org.
Fai una donazione al Centro di Cultura e Documentazione Popolare.

Support Resistenze.org.
Make a donation to Centro di Cultura e Documentazione Popolare.