www.resistenze.org - popoli resistenti - gran bretagna - 27-03-12 - n. 402

da solidarite-internationale-pcf.over-blog.net/article-le-gouvernement-conservateur-britannique-va-supprimer-900-000-emplois-publics-en-5-ans-tout-en-baiss-102274587.html
Traduzione dal francese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
 
Il governo conservatore britannico eliminerà 900.000 posti di lavoro nel settore pubblico in cinque anni, mentre diminuisce le imposte alle imprese e ai più ricchi
 
di A.C. - solidarite-internationale-pcf.over-blog.net
 
26/03/2012
 
La "scure" dei conservatori e dei liberaldemocratici per tagliare la spesa pubblica non ha terminato il suo lavoro. Secondo l'Istituto di Analisi Economica CIPD, i tagli governativi al bilancio prevedono 880.000 posti di lavoro in meno nei prossimi cinque anni, di cui 700.000 entro il 2015.
 
Il piano di austerità presentato nel 2010 dal primo ministro David Cameron prevedeva una riduzione del 25% in media del bilancio delle singole amministrazioni pubbliche, il congelamento dei salari dei funzionari britannici, l'apertura al capitale privato delle Poste (Royal Mail ), del TGV britannico e la piena privatizzazione della salute.
 
La settimana scorsa, il governo ha annunciato nuove misure inique, in particolare il calo nella fascia più alta delle imposte sul reddito da 50 al 45% e la riduzione dell'imposta sulle società dal 26 al 24%, per arrivare al 22% nel 2015. Austerità per i salariati, jackpot per il capitale!
 
Il governo aveva inizialmente annunciato la soppressione di 500.000 posti di lavoro nel pubblico entro il 2015, ne ha già eliminati 380.000 in due anni, secondo il sindacato della funzione pubblica GMB. Ed ora si parla di un milione (1,2 milioni nel periodo dal 2010 al 2017) secondo i dati forniti da CIPD.
 
Taglio di 1 milione di posti di lavoro nel pubblico entro il 2015, 1 milione di disoccupati in più dal 2008
 
Secondo il sindacalista GMB, Paul Kenny, "queste cifre evidenziano i motivi dell'aumento della disoccupazione in Gran Bretagna dopo le ultime elezioni. Il governo ha lasciato a casa le persone e il settore privato non ha compensato la carneficina".
 
Il discorso ufficiale del governo che pretende di sopprimere 1 milione di posti di lavoro nel settore pubblico per crearne altrettanti nel privato, non regge.
 
La disoccupazione, ufficialmente all'8,4%, è la più alta dal 1995. Il paese conta 1 milione di disoccupati in più dall'inizio della crisi nel 2008.
 
Ma le cifre mascherano una sottoccupazione diffusa poiché il 26,2% dei salariati britannici lavora a tempo parziale. I dati occultano anche la drammatica situazione dell'occupazione giovanile, con tassi di disoccupazione del 22,5% per i giovani di 18-25 anni. Un disoccupato su tre in Gran Bretagna ha meno di 25 anni.
 
I laburisti approvano la politica di austerità, i sindacati (TUC) non si oppongono
 
Di fronte a questo attacco senza precedenti contro il mondo del lavoro, l'opposizione laburista ha la prerogativa di opporsi con grande discrezione. In realtà, essa approva anche il colpo di "scure". Eredi del "New Labour" di Tony Blair, che aveva continuato la politica di distruzione sociale della Thatcher, i laburisti acconsentono.
 
Lo scorso gennaio, il leader laburista, Ed Miliband, ha difeso i tagli nel settore pubblico e ha invitato i recalcitranti ad essere "realisti" quando si tratta di prendere "decisioni difficili". Miliband aveva scatenato la collera dei sindacati della funzione pubblica, sentitisi traditi da colui che avrebbe dovuto rappresentare la sinistra del Partito Laburista.
 
Non bisogna dimenticare che nel 2010 il candidato Gordon Brown non prometteva rispetto a Cameron che una "alter-austerity": riduzione del 20% dei bilanci invece del 25%, 450.000 lavoratori pubblici in meno, invece di 750.000 , 45 miliardi di risparmi al posto dei 70 con i conservatori.
 
Da parte del movimento sindacale, i sindacati della funzione pubblica PCS e GMB hanno espresso la loro netta opposizione. Tuttavia, il segretario del Trades Union Congress, TUC, la federazione unitaria dei sindacati britannici, si è rivelato più collaborativo con il governo.
 
Brendan Barber ha chiesto al ministro delle Finanze George Osborne, una correzione dell'austerità: "Invece di insistere in tagli autodistruttivi, il ministro delle finanze dovrebbe fare ciò che è buono per l'economia, creare posti di lavoro e spingere le imprese a investire di più".
 
"Abbiamo bisogno di nuove misure coraggiose, come dei crediti per l'occupazione giovanile e la sicurezza del lavoro aiuterà i giovani a trovare lavoro. Abbiamo bisogno di un sistema fiscale che premi gli investimenti, piuttosto che ingozzare la borsa, che contribuisca a creare crescita e occupazione nell'economia reale".
 
Un discorso riformista, ma senza prevedere mobilitazione e ancor meno scioperi da parte del TUC. Tuttavia, nel Regno Unito, esistono le condizioni per una mobilitazione su vasta scala.
 
Nel marzo del 2011, 800.000 lavoratori sono scesi nelle strade di Londra per protestare contro la riforma del governo sulle pensioni e sui tagli nel pubblico. Il TUC non aveva però successivamente dato nessuna prospettiva al movimento, lasciando a governo e padroni di riprendere il controllo.
 

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